Di quei dischi che ami così tanto che vorresti dire un sacco di cose ma non viene fuori niente se non un confuso groviglio di non so che.

Per fortuna ci sono i titoli delle canzoni, stan li come sassolini sulla strada, ombre sul muro, puntini di una mappa e hanno parole come “diavolo”, “silenzio” “oscurità”. E quelle parole ti aiutano a non perderti anche se poi proprio perdersi è la chiave.

E comunque qui c’è una specie di folk da camera argentato e bianco, qualcosa di simile al vestito ottocentesco in cui si è nascosta la favolosa fanciulla rock di un tempo.

E scricchiolii, passi nella notte, fiammeggianti parole di solitudine, come se un lupetto impazzito ululasse con voce di vetro nel chiuso di una stanza. “Io canto per consumare l'attesa”, diceva Emily...

L'amore. L'insignificanza, lo stordimento. L'addio.

E la terra dell'infanzia per anestetizzare il dolore. E suoni incerti di una pianista dilettante che canta come le ha insegnato la nonna e come faceva in chiesa da bambina.

Qui trovi regressione e impossibile pace nella perfezione di una musica che spacca l'anima e il cuore..E uno spietato esercizio di grammatica interiore, roba che solo Nico, solo Desertshore.

Non ascoltatelo troppo spesso, per non sprecarne bellezza e essenza. Ma, se cercate una connessione notturna con qualcosa di notturno che è in voi, allora potrebbe essere una buona idea.

Trallallà...

Elenco tracce testi e video

01   The Devil (02:58)

02   Dear Darkness (03:10)

03   Grow Grow Grow (03:23)

04   When Under Ether (02:26)

The ceiling is moving
Moving in time
Like a conveyor-belt
Above my eyes

When under ether
The mind comes alive
But conscious of nothing
But the will to survive

I lay on the bed
Waist-down undressed
Look up at the ceiling
Feeling happiness

Human kindness

The woman beside me
Is holding my hand
I point at the ceiling
She smiles so kind

Something's inside me
Unborn and unblessed
Disappears in the ether
This world to the next
Disappears in the ether
One world to the next

Human Kindness

05   White Chalk (03:13)

06   Broken Harp (01:59)

07   Silence (03:11)

08   To Talk to You (04:01)

09   The Piano (02:37)

10   Before Departure (03:49)

11   The Mountain (03:11)

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Altre recensioni

Di  azzo

 Polly, io, però, un disco così triste, non lo volevo mica.

 Ti prego solo di imbracciare di nuovo l’elettrica e mandare a ‘fanculo il mondo per l’ennesima volta.


Di  biaspoint

 Si otterete del Gesso Bianco, da spalamare o pennellare nelle vostre orecchie, un po' alla volta perchè non è per tutti questo gesso.

 11 splendide Canzoni, tecnicamente cantate, sussurate e urlate alla perfezione, come non avete mai sentito da PJ prima d'ora.


Di  juanito

 'PJ si siede al pianoforte, si lascia andare allo stream of consciousness e con una nuova voce va a toccare nuove corde, nuovi strumenti, nuovi angoli mai esplorati.'

 'La marcia gotica di The Devil sembra la colonna sonora di un film di Tim Burton, evoca brughiere nebbiose dove in una notte senza luna, il diavolo si impossessa dell’anima di una povera fanciulla gentil.'


Di  m

 Questo diamante nero, per stillare questo assenzio dolce e velenoso.

 Poche parole, confuse, accartocciate, strozzate dalle lacrime mai piante.


Di  The_dull_flame

 Non sono mai riuscito a trattenere le lacrime, di fronte a queste splendide composizioni, che spesso non superano i 3 minuti.

 Lei vuole essere succube del diavolo, come canta nell'iniziale, stupefacente e minimalista "The Devil".