IL RE È NUDO, VIVA IL RE!

Scusate se voto contro, ma questo disco dei tanto vituperati Sigur Rós a mio avviso è una mezza sòla, o almeno gli si avvicina. Anche stavolta, come nei due casi  - e mezzo - precedenti, i nostri comunicano in primis con l'immagine del gruppo e dei loro dischi: eterea, sofisticata, cool e molto "minimal" e fin qui va tutto bene. Il problema, ahimé, è la parte musicale. Ciò che mi aveva entusiasmato nel primissimo "Agaetis Byrjun" facendomi destare dal solito torpore del mondo-rock com'era inteso prima (e con me migliaia o forse milioni di fans in tutto il mondo), e riconfermato nel successivo "( )" stavolta ho detto "ALT". Stavolta il "giochino" ha mostrato i suoi punti deboli, sfornando l'ennesimo - a questo punto è doveroso - album di canzoni/nenie struggenti ed emozionanti quanto vuoi ma che, di fatto, a parte qualche lieve divagazione, sono le stesse presentate negli album precedenti.

Ragazzi, aprite gli occhi. Qui tutto è già stato detto (e li ringraziamo enormemente per questo) ma dov'è la novità? Dov'è quel minimo di ricerca che si potrebbe aspettare da un gruppo siffatto, magari nel suono o nella struttura delle composizioni? Qual'è la motivazione per dar aria al portafoglio? Collezionismo? Simpatia? Coerenza? Niente di tutto questo: qui le canzoni che partono nel medesimo modo, lento e sospeso per poi sfociare dopo qualche minuto nell'apoteosi sonora per poi richiudersi lente (già visto e, per carità, la formuletta funziona ed emoziona sempre) o nelle lentissime ninna-nanne surreali e visionarie, costruite sempre in modo analogo.

Bravi certo, e chi contesta questo, ma chiedere di sborsare 20 o 25 pjotte per qualcosa "che ho già sentito" mi sembra un po' perverso, nichilista e, soprattutto, indice di scarsa apertura a tutto quello che di nuovo ci propone lo scenario musicale. Che va sempre ricercato col lanternino nel mare magnum di cazzate, banalità o scopiazzature che ci propinano da tutte le angolazioni, complici pure le testate di giornalismo musicale che, di tanto in tanto, osannano i presunti capolavori dei vari gruppetti (questo dei Sigur, a scanso di equivoci, viaggia comunque a due spanne sopra il resto) pompandoli a mille creando a volta forzatamente un culto attorno a gruppi a mio avviso forse sopravvalutati.

Staremo a vedere se i nostri sapranno darci qualcosa di nuovo coi prossimi lavori: stavolta hanno usato sapientemente molto mestiere e sicuramente la bravura di cui sono padroni. Insomma, meno genio e più artigianalità. Darei un 4 a quello che rappresentano, che è sempre molto, ma darei anche un 2 per il valore intrinseco che ha l'album. La media è 3.

Elenco tracce testi e samples

01   Takk... (01:57)

02   Glósóli (06:15)

Nú vaknar þú
Allt virðist vera breytt
Eg gægist út
En er svo ekki neitt

Ur-skóna finn svo
A náttfötum hún
I draumi fann svo
Eg hékk á koðnun?

Með sólinni er hún
Og er hún, inni hér

En hvar ert þú....

Legg upp í göngu
Og tölti götuna
Sé ekk(ert) út
Og nota stjörnurnar
Sit(ur) endalaust hún
Og klifrar svo út.

Glósóli-leg hún
Komdu út

Mig vaknar draum-haf
Mitt hjartað, slá
Ufið hár.

Sturlun við fjar-óð
Sem skyldu-skrá.

Og hér ert þú...

Fannst mér.....

Og hér ert þú
Glósóli.....

Og hér ert þú
Glósóli.....

Og hér ert þú
Glósóli.....

Og hér ert þú

03   Hoppípolla (04:28)

Brosandi
Hendumst í hringi
Höldumst í hendur
Allur heimurinn óskýr
Nema þú stendur

Rennblautur
Allur rennvotur
Engin gúmmístígvél
Hlaupandi inn í okkur
Vill springa út úr skel

Vindurinn
Og útilykt af hárinu þínu
Eg lamdi eins fast og ég get
Með nefinu mínu

Hoppípolla
I engum stígvélum
Allur rennvotur (rennblautur)
I engum stígvélum

Og ég fæ blóðnasir
En ég stend alltaf upp
(Hopelandic)

Og ég fæ blóðnasir
Og ég stend alltaf upp
(Hopelandic)

04   Með blóðnasir (02:17)

Instrumental

05   Sé lest (08:40)

[i see a train]
(hopelandic)

06   Sæglópur (07:38)

á lífi
Kominn heim
Sæglópur
á lífi
Kominn heim
það kemur kafari

07   Mílanó (10:25)

Instrumental

08   Gong (05:33)

[gong]
(hopelandic)

09   Andvari (06:40)

Instrumental

10   Svo hljótt (07:24)

[so quietly]

11   Heysátan (04:09)

Heysátan
Höfðum þau hallí ró
En ég sló
Eg sló tún
Eg hef slegið fjandans nóg
En ég sló
Heysátan
Þá fer að fjúka út
Ut í mó.. (ég dró)
Heyvagn á massey ferguson
Því hann gaf undan
Og mér fótur rann... Andskotann
Eg varð undan
Og nú hvíli hér
Með beyglað der
Og sáttur halla nú höfði hér

Carico i commenti...  con calma

Altre recensioni

Di  Totisque

 "Le emozioni sono paragonabili a quelle di una goccia di rugiada pronta a cadere da un petalo di giglio: semplici, purissime."

 "Takk... trasmette luce, ombre, malinconia, felicità. Quando finisci di ascoltarlo, lo rimetti per ricominciare la fiaba."


Di  Giordyboy

 E’ un disco senza via di scampo, che ti corre dietro e prima o poi ti prende, non esiste l’illusione di farcela, di scappare.

 Da quando sono tornato ho il cuore a pezzi e l’anima che sanguina... ma mi sembra di essere felice.


Di  Alex1965

 La bellezza della musica dei Sigur Rós è impalpabile; il loro successo inspiegabile.

 Droga per le orecchie, per la mente, per il cuore. Semplicemente: la miglior band del pianeta!!!


Di  Morizot1

 I Sigur Rós hanno studiato, migliorando la tecnica. Perdendo un po' della loro naturalezza e spontaneità.

 Malgrado tutto, non nostalgia, perché dal vivo sprigionano una forza vitale di un'energia incontenibile.


Di  just_a_dream

 I ghiacci del nord si sono sciolti sotto un nuovo sole.

 Un capolavoro emozionale, un’opera unica.