Quanto di meglio fatto finora dalla band di Des Moines: ecco cos'è questo "Vol. 3 (TheSubliminal Verses)"! Dopo i grugniti e il casino di "Iowa" (che ho pure recensito) gli Slipknot tornano a fare buona musica come già avevano fatto sull'omonimo esordio del 1999, stavolta con un decisivo cambio di rotta e all'apertura verso nuove influenze.

Nell'intero album impera una sola parola: MELODIA! E io dico... finalmente! Dopo due album dove melodia era un tabù, ci serviva proprio un pò di freschezza e tranquillità, inoltre ci sono anche degli assoli, non maestosi e supertecnici, sia chiaro stiamo parlando sempre di una nu metal band e nel nu metal gli assoli si usano rarissime volte, ma pur sempre buoni assoli, che si lasciano ascoltare, soprattutto quello di "Vermilion", che è forse il miglior pezzo del lotto insieme a "Before I Forget", un frizzante e pompato pezzo di post-trash metal farcito di stacco melodico centrale, ottimo. Invece del solito intro del cazzo, ci regalano all'inizio del disco una bellissima e malinconica "Prelude 3.0" che è il pezzo con più grunge che gli Slipknot hanno mai scritto. Poi si parte nel disco vero e proprio con "The Blister Exists" che riprende quel discorso di crossover nu metal post-korn che avevano iniziato su "Slipknot" nel 1999 ma avevano stroncato su "Iowa", altro pezzo intenso è cantato bene è "Duality" (che è anche il primo singolo), si cominciano a sentire le annunciate influenze da parte degli Slayer sia in questo pezzo che nel seguente "Opium Of The People" che si apre con un riff di scuola slayerana, poi ha un'andamento quasi punk e finisce con il rap di Corey Taylor, altra chicca dell'album è "Circle" ballata semi-acustica che fa il verso ad un certo grunge degli Alice In Chains, comunque bel pezzo scorre tranquillo e piacevole fino alla fine, si torna alle origini con lo speed-rap metal di "Welcome", forse il pezzo più inutile ma comunque ascoltabile, e poi arriva l'eccellente "Vermilion" mix di aggressività, melodia, metal e disperazione con un Corey Taylor che davvero incanta le orecchie (questa song come molte del disco sono influenzate dai lavori del side-project di Corey, i melodic nu metaller Stone Sour), si torna ad un sound più tecnologico con la mansoniana "Pulse Of The Maggots" in cui viene resuscitato Sid Wilson, il dj che finora s'era sentito pochissimo, bel pezzo dedicato ai fan, aggressivo al punto giusto, la già citata "Before I Forget" è un'altra punta dell'album, noiosa la versione acustica "Vermilion II", mentre curiosa "The Nameless" misto di voci alternate, cantato melodico, un Joey Jordison in forma e nel ritornello (ancora) chitarre acustiche, "The Virus Of Life" è abbastanza bella, con Corey che è al massimo, lo stesso per la conclusiva "Danger-Keep Away".

Della versione con i pezzi bonus si fanno notare la stupenda "Scream" (molto simile per struttura a "The Nameless" e a "Before i Forget") e "Dont' Get Close". L'album della maturità per un gruppo che nonostante sia, come molti criticano, abbastanza commerciale per look, litigi con altri gruppi, satanismo e altre stronzate simili, sa di avere le capacità (e lo dimostrano qui, senza dubbio il sempre vincente Jordison e i due chitarristi) per continuare a fare buoni dischi come questo.

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