«la chiamerò Giuggiola e la terrò sempre con me... sarà la mia piccola Giuggiola... vieni qui Giuggy, vieni qui piccola Giuggy!»

Il mio DeProfilo DeRestaurato (aggiornato al 03/01/09)

Per scoprire i miei gusti musicali e non solo consulta la mia Declassifica (clicca su 'classifica).
Puoi diventare mio/a amico/a su

LastFm

o inviarmi una e-mail o contattarmi tramite messaggistica istantanea al seguente indirizzo

spiritualunity@hotmail.it


Photobucket



I. Vita, studi e cazzeggio


Ludovica nasce il 12 settembre del 1988 a Roma, 110 giorni prima della conclusione dell'anno. In quello stesso giorno l'Uragano Gilbert devasta la Giamaica (lo apprendo ora da Wikipedia). Non ci sono eventi particolarmente significativi nella mia vita fino ai 15 anni, giorno in cui... non ve lo racconto. In quell'anno cambio casa, da un modesto appartamento in zona Marconi vengo catapultata nella periferia, lì conosco uno dei miei più grandi amici: il mare d'inverno. Gli anni del mio liceo sono del tutto trascurabili, una carriera mediocre e una promessa di un amore, mediocre e trascurabile anch'essa, mai mantenuta.
L'unica cosa che si salva di quel periodo sono alcuni vinili e una serie di cartelle sul computer ereditate da mio fratello. Questi album mi hanno tenuto compagnia nei mesi successivi al trasloco, buona parte di questi sono finiti sui cd mp3 che ascoltavo nelle mie lunghe passeggiate per il lungomare.
Nel 2006 riesco a diplomarmi (con tanta fatica). Un diploma di Liceo Classico non serve a niente, lo capisco l'anno successivo quando mi iscrivo a Giurisprudenza per mollare poco prima del secondo semestre. Non sono una ragazza particolarmente ambiziosa e non ho voluto continuare gli studi, mi sono lasciata andare (fisicamente e non solo) fino al giorno in cui ho trovato un modesto impiego come commessa presso un negozio di casalinghi. La "principalessa" è molto gentile e apprezza la mia capacità nell'assistere i clienti ma vede ben altre possibilità per me: da qualche settimana mi sono guadagnata la prestigiosa posizione di cassiera. Durante le otto ore (a volte dieci!) sono costretta ad ascoltare la radio nostalgica che tanto piace alla "capa"... grazie a questa radio ho scoperto che la musica "di prima" produceva tantissima immondizia esattamente come avviene oggi, con la sola differenza che quasi tutti sapevano cantare. Quindi tutte quelle cose sul "come era bella la musica prima" che tirano fuori ogni tanto i 50enni non sono vere!
Sfrutto i momenti in cui non ci sono clienti e 'cape' per collegarmi a internet col mio portatile e/o guardare un po' di tv. Alcune volte credo di essere proiettata in una realtà che non mi appartiene e pagare per delle scelte che non ho mai fatto. Senza averlo veramente scelto mi ritrovo ad essere sola in un negozio e a battere scontrini. Invidio molto le ragazze universitarie fuori sede che vengono a rifornirsi di sciocchezze nel negozio e si consultano con le amiche coninquiline. Uscita dal lavoro ho poche possibilità di divertirmi, le mie serate sono uguali a quella volta in cui mia madre per la prima volta mi ha dato il permesso di rientrare non oltre la mezzanotte e mezza. Oggi ovviamente gli orari sono molto più flessibili, ma ogni volta sembra di rivivere quella prima uscita serale con mia madre che non si stanca mai di dire come "già che esci butta la munnezza" o "con chi vai?" e io che accompagno delicatamente la porta mentre la chiudo, e che con lo stesso sospiro di sollievo ringrazio Dio per essermi salvata l'ennesima fiction in prima serata. Sono cambiate solo le facce...

II. Passioni

Dal 1996 al 2001 studio pianoforte con l'aiuto di un insegnante privato. I risultati sono buoni, ma non ero abbastanza preparata per poter proseguire gli studi al conservatorio. Nonostante le poche abilità tecniche e la poca destrezza nel solfeggio, grazie ad un prontuario degli accordi, studiato in assoluto segreto, conosco tutti gli accordi e le scale. In modo intuitivo sono in grado (ancora oggi fortunatamente!) di ricostruire frasi melodiche con relativi accordi. L'ultimo anno imploro l'insegnante di preparami per il saggio con un pezzo in versione integrale: Niente "primi Bach" o versioni "zoppicanti" di valzer di Strauss... La scelta cade sulla Première Gymnopédie di Satie, un pezzo 'lento e doloroso'. E' un pezzo facile da memorizzare, con pochi (ma bellissimi) accordi e che non richiede particolari abilità tecniche. L'insegnante, docente anche presso una scuola media, pochi minuti prima di posare lo spartito sul leggio del piano mi racconta della suo lavoro, mi dice che la musica nelle scuole è una materia sottovalutata e chi cerca di insegnarla molto spesso viene considerato un bidello dai suoi studenti (fino a qui niente di nuovo, le tiravo pure io le palle di carta al deficiente di musica!). Molti di questi si scatenano urlando e scherzando durante le sue ore. Lui mi espone una strategia infallibile per riportarli all'ordine: mentre la reazione più prevedibile di un insegnante sarebbe stata quella di cercare di sovrastare le voci alzando ancora di più il tono di voce, lui cominciava a parlare a bassa voce con quei pochi studenti che prestavano attenzione (o almeno quelli che sembravano farlo). Improvvisamente anche i più indisciplinati iniziavano a seguirlo, non con interesse, ma quantomeno con quel rispetto un po' ipocrita tipico degli studenti. Mi spiega che quello dovrebbe essere l'atteggiamento giusto per un musicista, perché la musica non deve essere un esercizio di bravura, non deve interessare la gente per il suo volume o per i passaggi articolati, ma deve farsi strada tra le voci e i pensieri del pubblico per dominarli. Allo stesso modo, la mia interpretazione di Satie, lontana da ogni sfoggio di bravura tecnica, doveva sorprendere le persone per la sua leggerezza e la sua consistenza quasi impercettibile. Niente di più lontano dalle intenzioni di Satie ovviamente, almeno in quel pezzo. Il giorno del saggio non ho avuto l'impressione di penetrare i cuori dei genitori degli altri allievi che molto probabilmente non aspettavano altro che vedere il proprio figlio esibirsi per scappare a casa e preparare la cena. Ricordo però la soddisfazione di quel giorno, il sorriso di mia madre e mio padre che molto probabilmente pensavano "meno male, oggi niente scenate isteriche!" (ma che ho voluto interpretare come un "bella lei, brava Ludovica!") e la sensazione di aver fatto per la prima volta una cosa giusta (ad oggi ancora l'unica della mia vita). Tutto questo polpettone per dire che i miei gusti musicali si modellano su questi semplici principi, appresi nel mio ultimo anno di studi musicali da una persona di cui ricordo benissimo le parole e a stento il volto. Non credo di aver mai tradito questi principi, neanche quando mi sono violentata con quei 'discacci' progressive.


III. Intermezzo poco serio per spiegare cose importanti: dopordiploma

Dopo che me ne so annata da scola e ho inizziato affà l'univerzità, me so iscritta a giurissprudenzza, 'n munnezzaio pieno de poracce co la voja de c... e de poracci, pure questi co la stessa voja. A metà anno me stavo a preparà diritto romano e privato, poi a 'na certa, siccome nun so scesa da amontagna der szapone, me so rotta e me so rinchiusa dentro casa. L'amici gaggi che c'uscivo quann'è ch'annavo a scola nun li vedevoppiù essò rimasta da sola a casa a fa la mattanvestaja cor gatto e a raccoje tutti li peli che lasciava in giro signora mia! A na certa poi ('ehi questa è la maxi storia di come la mia vita è cambiata') mi madre dice che me ne devo annà a lavoro perché sto solo a magnà e a da retta ar gatto. Così prima lavoro da na parucchiera, na drittona che nun faceva le fatture, ma sta coatta ngiorno se fa rode e nn me vole più a fa li sciampi pemmettece la fia dellamica sua. Poi namica de namica de mi madre me dice che ce sta un posto da commessa, me presento... sarebbe ndo lavoro ancora oggi*. C'ho solo amici e omini e quarke storiella da du sordi. Na sera ho conosciuto uno ar concerto dii settelfish ar traffic, (locale na cifra punk, hardcore, emo... ancora nn ho capito che cazzo ce fanno!) Fabbrizzio che poi ce so stata fino addù mesifà, che mansegnato i firm de gion uoterz. Siccome che a me lo stile de uoterz me piace, so diventata tresh na cifra! A musica me piace ancora na cifra, ma mo me guardo pure i firm, anfatti una delle cose che me so fatta regalà pennatale da mi madre èntelevisore da quarantadùpollici che me so fatta piazzà ai piedi del letto così me sparo nfaccia tutti i firm che vojo, pure quelli zozzi come quelli de gion uoterz. Avvolte faccio pure l'intelliggente e me metto a vede i firm de fellini, me piace na cifra Giulietta delli spiriti... Me stanno a piace troppo pure i miusicol, specie quelli con gin chelli occò doris day, che so na sciccheria.

IV. La mia vita adesso.

Tratto da 'La Spesa' dei Marta sui Tubi:

«e non so come, ma arriverò puntale…
mi manca un chilo di pace integrale e due etti di comprensione e un cartone d'amore a lunga conservazione, non rimane che fare la spesa, continuare a pagare per quello che voglio e non ho ancora e non so dove ma arriverò puntuale
che vasta scelta mi si presenta, che sceglierò? Ma voglio di più per riempir la cesta... che sceglierò? Vorrei essere io una volta scelta...
»


* da sabato 10/01/09 sono disoccupata.

Photobucket
Ovviamente devo aggiungere tante altre cose ma s'è fatta na certa!
Saluta con gioia!

Ocio che non hai mica acceduto al DeBasio!

Per vivere con pienezza la vera esperienza dello stare sul DeBaser è bello esserci registrati. Quindi Accedi o Registrati

Utenti simili
Bisius

DeRango: 2,01

Michoos What

DeRango: 6,89

IcnarF

DeRango: 6,25

carlo cimmino

DeRango: 7,14