Dream Theatre – Images And Words (1992)
Bene, ecco la mia recensione del tanto osannato "Images And Words", disco considerato capolavoro della band Progressive Metal più famosa al mondo. Premetto di non aver ascoltato niente del genere, tranne Angra, e che la mia band preferita sono i Red Hot Chili Peppers, ma vediamo di scrivere le mie impressioni sull’ascolto del secondo disco del quintetto americano.
Attacco il disco dallo stereo, do una rapida occhiata al booklet (abbastanza vuoto ma accettabile, dai).
Pull Me Under
Parte la prima, Pull Me Under. Otto minuti, evvai. Inizia la chitarra, suono abbastanza brutto, vabbè. Attacca il riff, batteria orrenda, da decapitarsi chiusi in bagno. Chitarra idem. Tastiere che si sentono a malapena. Il tanto lodato bassista non so se esista o meno. Dopo metà c’è uno stacco che poteva essere interessante, ma che invece rovina tutto. Voto: 4.
Another Day
Ahah, inizio penoso, commerciale allo stato puro. Poi si sente il sax (probabilmente non riescono a fare da soli i tre musicisti), ridicolo. Il cantante (LaBrey se non erro) va talmente in alto da raggiungere il fastidio a livello sonoro: sì, bravo, ma sei penoso tu e tutti i tuoi acuti. Voto: 4
Take The Time
Inizio ridicolo (gli strumenti sembrano proprio fuori tempo!) con tastiere banalissime, poi estratti da qualche film e poi si canta. LaBrey penoso ancora, strumentisti che fanno tanto i “noi sappiamo suonare e voi no, ahah!”, ma alla fine non fanno nulla di interessante. Stacco lento rovinato ancora dalla voce. Infine interminabile solo di chitarra ridicolo. (dimenticavo che hanno copiato il testo da un film italiano chiamato “Grande Cinema Paradiso” del novecento). Voto: 4,5
Surrounded
Vabbè, carina se non fosse per la voce che è oggettivamente penosa ed è troppo commerciale. Melodia buona, assolo di chitarra salvabile. Voto: 6,5
Metropolis Pt. 1
AHAHAHAH, la tecnica predomina a quanto pare. Peccato che sia ridicolo ascoltare quelle merde. Tanta pena, tanta tanta e ancora tanta. Infiniti assoli incrociati tra chitarra e pianola che sono ridicoli. Vabbè, il cantante rovina ancora ciò che di buono si poteva salvare (poco). Testo insensato (“lake of fire” ahahah) buttato giusto per riempire. Voto: s.v.
Under A Glass MoonNon voglio commentare un brano COSÌ banale. Testo e musica scadenti. Assolo di chitarra da far rizzare i capelli a qualsiasi chitarrista con un minimo di gusto. Voto: 3 (e sono buono)
Wait For Sleep
L’unica salvabile, finalmente il tastierista evita i suoi assoli inutili e “sboroneggianti”. Il cantante meglio del solito (diciamo che si lascia ascoltare). Voto: 7
Learning To Life
Mamma santissima. Che schifo. Testo ancora ancora salvabile, ma musica ORRENDA. Solita roba trita e ritrita che sentiamo dall’inizio del disco (tutte queste citazioni ai grandi del Prog Rock anni 70 rovinate dalle distorsioni del metal sono inascoltabili). Mamma mia, che schifo, ma che schifo! Basta. Vorrei stoppare a metà, ma continuo per onore di cronaca. Poi LaBrey tenta di andare alto ancora e ci riesce, ma è ridicolo quel “Oh oh ooooh”, manco fossimo allo Zecchino d’oro. Sul finire melodia “presa in prestito” dal brano prima, totalmente rovinata da questo punto di canzone. Infine dissolvenza, il solito espediente quando non sai come cavartela. Voto: 3+ di incoraggiamento.
In sostanza, un disco OGGETTIVAMENTE trascurabile, se non dannoso, nonché uno tra gli album rock-metal più sopravvalutati di tutti i tempi. Che altro dire, voto: 4. Questi non hanno inventato niente.
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