Ciao, mi chiamo Nicola, ho quasi 18 anni e da 5 ormai ascolto rock e metal. Sono cresciuto con il progressive rock anni '70 come Deep Purple, Pink Floyd, Genesis, Jethro Tull... finche quel fatidico "Master Of Puppets" non entrò nelle mie orecchie dandomi la legnata che mi fece appassionare all'heavy metal. I Metallica furono il mio gruppo preferito fino a un anno fa, quando invece ho recuperato le emozioni che mi ha dato il progressive, in particolare i Dream Theater.

Bene, e dopo questa breve introduzione parliamo ora di un disco che oso considerare uno dei più belli, completi e sottovalutati di sempre: "Images And Words", degli altrettanto sottovalutati Dream Theater. Dunque, in un periodo in cui non ero un grande sostenitore del gruppo, i Dream Theater mi hanno comunque incuriosito. Tante ne dicevano, tante ne sentivo su di loro, e per un po' io ho dato ascolto alle voci. Poi però capii che dovevo valutare questo gruppo con le mie orecchie prima di giudicarlo. Cosi ascoltai quella "Pull Me Under", che pareva essere considerata come un simbolo del gruppo, e ne rimasi estremamente colpito; quell'intro fantastico, quel riff iniziale, quelle linee melodiche, i continui cambi di tempo, di riff, di melodia, di strofe, quei virtuosissimi stacchi di chitarra prima del ritornello e CHE RITORNELLO! CHE SUONI!

Solo in seguito capii che questa canzone non presentava tutte quelle tematiche progressive di cui sono noti i  Dream Theater, ma aveva comunque quel "qualcosa" che nelle altre canzoni non avevo ancora sentito. Ma non potetti quindi fare a meno di ascoltare il disco dove era contenuta la canzone, che non ha caso era la prima traccia, potendo cosi ascoltare anche le successive, a partire da "Another Day", una stupenda ballad, con una delle più belle esecuzioni vocali di James La Brie e uno dei più belli assoli dei John Petrucci. Inizia con un giro di pianoforte e chitarra acustica a cui subentra un assolo distorto e molto melodico, che in seguito verrà riproposto da un sax, finche la La Brie non esegue una linea vocale molto delicata, accompagnata solo da un pianoforte, e la batteria inizia a suonare solo all'inizio della seconda strofa. Il secondo ritornello risulta un crescendo di voce che poi esplode con uno dei più memorabili acuti di La Brie, dando inizio a una parte leggermente più distorta, ma senza comunque perdere il filo armonico del brano, poi il celebre assolo di chitarra riprende lo stile dolce iniziale, che diventa più aggressivo man mano che ci si avvicina all'ultimo ritornello, e un assolo di sax completa il tutto nel modo più degno.

Ma solo dopo aver ascoltato la successiva "Take The Time" mi sono reso conto di chi fossero i Dream Theater: un gruppo che riesce a raccogliere con un solo pezzo più generi di musica e un accentuato virtuosismo allo stesso tempo melodico; anche questa, come "Pull Me Under", presenta continui cambi di tempi e di melodia, ma con un ulteriore influenza progressive. Le strofe sono completamente diverse l'un dall'altra, sia come stile sia come arrangiamento, anche ruotano tutte intorno allo stesso (eccezionale) ritornello. Il resto del brano e composto di una serie di scale armoniche di chitarra e tastiera, a volte all'unisono a volte singole, fino all'ultimo ritornello, dopodiché un giro di pianoforte apre le porte all'assolo di chitarra finale. Ora avevo capito che quel qualcosa era "Dream Theater". La successiva "Surrounded" inizia in modo molto delicato, con la voce accompagnata solo da un quartetto di archi e pochi accordi di piano, che aumenta di ritmo nella parte centrale, dove anche in essa alcune strofe sono diverse l'una dall'altra. Ottimo l'assolo in delay di chitarra. L'inizio del brano viene ripreso alla fine, chiudendo il lato A del disco.

Il lato B viene introdotto dalla maestosa "Metropolis Pt.1-The Miracle And The Sleeper", la più progressive dell'album e mio parere una delle più belle canzoni dei Dream Theater in assoluto, se non la più bella. L'intro è molto orecchiabile, composto solo dall'alternanza di 3 accordi, che aumentano sempre di più di suono. La canzone non presenta ritornelli regolari, ma solo strofe ovviamente molto diverse fra loro, alcune più dolci, altre decisamente più aggressive. La parte centrale del brano e quasi tutto di improvvisazione, anche se molto studiata, compreso uno spettacolare assolo di basso in tapping del mitico John Myung, e il tutto magistralmente sorretto dalla doppia cassa di Mike Portnoy, che regge il brano in modo professionale. Un capolavoro.

Ma le sorprese non finiscono qui, anzi... "Under A Glass Moon" è sicuramente un'altra perla del disco, che dal suo intro armonizzato e alla fine medesima, non fare altro che dare emozioni, passando da suoni psichedelici a momenti di durezza, un ritornello in una tonalità imprendibile e un altro dei più riusciti assoli dei Petrucci. "Wait For Sleep" è come un attimo di tranquillità in un mare un tempesta, poiché per tutta la sua durata è completamente acustica e accompagnata solo da un pianoforte. E ora il gran finale: "Learning To Live", il brano più lungo del brano, oltre 11 minuti. Cosa c'è da dire? Perfetto, assolutamente perfetto. Il brano non è una semplice canzone, è un'autentica opera d'arte. Non presenta neanche un punto morto, è trascinante dall'inizio alla fine. Un intro dai suoni spaziali e da un ritmo sincopato, la dolcezza della prima strofa, l'indimenticabile ritornello e  l'emozionantissima parte centrale, la ripresa di "Wait For Sleep" verso la fine del brano e il finale sfumante da brividi, fanno di "Learning To Live" un altro classico dei Dream Theater, immancabile in una raccolta dei migliori pezzi.

Beh, concludendo posso dire che Images And Words è senza dubbio l'album più maturo e completo del repertorio dei Dream Theater, un disco che tutti gli appassionati devono avere e l'ideale per una ricerca di emozioni che solo la Musica può dare. Sono sicuro che presto ne scriverò altre di opinioni su di loro e a su altri gruppi del genere.

Ciao a tutti!

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