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non credo che ci sia niente di inusuale nella scelta perchè questo è uno dei dischi cardine dell'alt country venerato da una trentina di anni e caro melisso qui il cinque è d'obbligo. Mettergli 4 significa sminuirlo molto, Allen va oltre i luoghi comuni del country per raccontare storie che come dice lui accadono sempre nello stesso buco del culo dell'universo
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@bjorky lo vedi che porti sempre scompiglio nelle mie recensioni? Comunque aveva ragione Ferribotte (Tiberio Murgia) nell' "Audace colpo dei soliti ignoti": femmena cuciniera pigliala per mogliera, femmena esuberante pigliala per amante.
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fortunatamente li ho visti entrambi ed hai perfettamente ragione, Hellman ne fece due permeati di questa atmosfera, l'altro era "Le colline blu", ma "La sparatoria" con la donna contesa in mezzo ai due si avvicina molto a "La notte dell'agguato". per quanto riguarda "Pursued" di Walsh che in altri commenti ho citato più volte siamo di fronte ad un capolavoro al di là del genere e dei tempi.
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lungi da me voler fare un intervento da "professore" ma è giusto che si discuta e io discuterei l'affermazione di gummo sul dov'è il gusto del paradosso a cui i Coen ci avevano abituato. Il paradosso è che questo è un film tratto apposta da atmosfere alla Cain e dal noir derivato da queste MA SENZA le pulsioni passionali che le contraddistingue. Il barbiere è un "asessuato" che non lo fa per una donna e secondo me questa è la chiave di lettura paradossale del film.
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per una volta siamo d'accordo poletti, ma io a differenza tua non esprimo la mia opinione alla faccia di chi appioppa 5 a questo film.
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già, lui è amico dei Coen, la sceneggiatura di Mister hula Hoop (mi pare) è la sua. Al volo al volo alessio Iride sto riascoltando gli Eric's Trip e il loro Love Tara" del 1993 per la sub pop, mica male questo low fi per una etichetta grunge...
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per me Pakula è quello della triade Klute-Parallax View- Tutti gli uomini del presidente, poi perde ogni interesse. Prigioniero della paura di Mulligan è un gran film psicologico (come del resto Il buio oltre la siepe, ma più classico e meno personale) di Mulligan di cui ricordo un grande western come "La notte dell'agguato"
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la "recensione" è bella, sentita e personale ma io mi chiedo che cazzo hanno fatto a fare questo film i fratelli Coen? Per farci vedere quanto sono bravi a dirigere gli attori o il loro virtuosismo tecnico? E' uno scimmiottamento dei classici del noir (che avavano il pregio della sintesi in 90 minuti)quando già abbiamo una "Fiamma del Peccato" ( o un'altro centinaio)in bianco e nero da goderci. Sono stati grandissimi con Blood Simple che rivisita il noir in chiave moderna con tutti quei silenzi e pure con "Crocevia della Morte" che è un gran film con invece tutte quelle chiacchiere girato con ironia e simbolismo macabro manco fossero Sam Raimi( e anche là un grande Polito che fa la macchietta del mafioso italiano). Direte ma c'è la grande storia di un uomo che non c'era. Ma c'era già stata con Billy Wilder, John Huston,Hitchcock, Howard Hawks,Kubrick,Siegel, Siodmark. Parafrasando qualcuno direi che la masturbazione postmoderna dei Coen stavolta non mi ha convinto.
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...o "The incredible montage"
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se come al solito ilo link non funzionasse inserite la magica parola Parallax View su YouTube, scegliendo la testing sequence