Voto:
....si credeva di farla proprio a me... ahaaaaa
Voto:
covavo dei sospetti già da parecchio tempo su chi si nasconde dietro la parola Lector.
Continuavo a pensare, tra me e me, questo qui è Toni, questo qui è Toni, mmmmh, questa battuta mi sa di Toni, ecco una cosa che solo Toni...
Ora,
finalmente,
ho raggiunto la mia conferma,
e la conseguente CERTEZZA. Solo un mago può scrivere una cosa come questa.
Toni Binarelli, sei scoperto!
ahaaaa sorpreso eh?
Voto:
uno scatolone marciloquento di un ex-punker della media-trevigiana-montelliana in conto vendita? WOW!!!
Voto:
Cialtronius ho scoperto che sai scrivere recensioni praticamente da pubblicare su, che ne so, Repubblica o La Stampa, scorrevoli, documentate, insomma pezzi veramente ben fatti.
Per questo, questa recensione mi sembra leggermente al di sotto del tuo standard (che, lo ripeto, è alto). Dici poco.
Concordo sul fatto che il film è una bomba. Questi attori (ma anche Sordi, Gassman e tanti altri che non sto qui a ricordare) hanno fatto del genere "commedia" qualcosa di sublime, in grado di raccontare in modo leggero (ma profondo) l'Italia e gli Italiani a tutto il mondo.
Poi sono arrivati gli anni '80 e il genere "commedia" da sublime è stato ridotto a "cinepanettone", perché noi italiani spesso amiamo smerdare le cose belle che possediamo (e scusatemi il luogo comune), ma questa è un'altra storia.
Quattro al pezzo e 5 al film, e saluti a tutti.
Voto:
complimenti, è una recensione pressoché perfetta, priva di vezzi egocentrici, chiara, precisa, documentata. Cinque stelle date volentieri.
Voto:
è un disco misterioso. Credo che l'unico modo di accedere a quest'opera senza farsi del male sia studiare, ricostruire il mondo di Captain Beefheart in quegli anni, tutto quello che questo straordinario musicista aveva nella testa in quel periodo.
Se non lo storicizzi, ricostruendo l'ambiente artistico che lo ha partorito, ti trovi veramente un monolite (l'immagine è azzeccatissima). Rischi di rovinarti lo stereo, perdere fidanzate, danneggiarti l'apparato uditivo.
Insomma, chi "ha studiato" lo considera un capolavoro assoluto. Scaruffi lo considera il più grande disco di tutti i tempi.
Chi lo ha ascoltato come si ascolta un disco di Eric Clapton si è fatto del male.
La recensione è divertente, ma pure tu (come me e parecchi altri, a leggere i commenti) non sei riuscito a svelare il mistero di quest'opera.
Voto:
mi dispiace VinnySparrow, apprezzo le tue proposte cinematografiche e giornalistico/letterarie che leggo sempre con curiosità, ma trovo queste recensioni di dischi, soprattutto quelle sui Pink Floyd, veramente superflue. Mescoli dati storici essenziali con giudizi estetici infantili e superficiali, con il risultato finale di banalizzare qualunque cosa.
Forse non meritavi tutto il livore che ti è stato rivolto, ma credo che la maggioranza dei tuoi detrattori si sia irritata proprio per la banalità con cui tratti i Pink Floyd e forse altri artisti. A tratti mi è sembrato anche di rilevare un certo egocentrismo nel rifiutare la critica, cosa che certo non ha aiutato.
Sei forte ad individuare libri e film interessanti, te lo riconosco e per questo sempre ti leggo, ma le tue recensioni musicali non funzionano.
Naturalmente buon natale e un felice 2016!
Voto:
Ho sempre trovato queste cose molto intriganti e interessanti.
Preciso che non credo in dio, né nell'esistenza di vita extraterrestre che possa averci raggiunto.
Proprio perché sono malinconicamente scettico, sono attratto da tutte le complicatissime dinamiche umane che stanno alla base di una vicenda come questa.
In altre parole, credo che storie come queste nascano da una miscela di vari ingredienti. Almeno tre elementi variamente miscelati:
1) c'è sempre un fatto psichiatrico o psicanalitico che spesso è la scintilla iniziale che da fuoco alle polveri. Il fatto psichiatrico o psicanalitico vede il protagonista in buona fede, ma rimane un fatto psichiatrico o psicanalitico. Insomma, il protagonista non mente, è sincero. Ha realmente vissuto certe cose. Nella sua testa però.
2) poi subentra un secondo livello, fatto di personaggi truffaldini o mitomani. Questi subentrano con sforzi interpretativi e ricerca di prove e indizi. Questi secondi personaggi mentono spudoratamente per vari interessi, non ultimo quello economico.
3) la terza ondata è quella complottista. I complottisti si basano sull'esperienza del protagonista e si legano alle prove fasulle aggiunte dai truffaldini, sviluppandole, approfondendole e aggiungendio nuovi elementi. La fascia dei complottisti è sostanzialmente in buona fede. E' gente che ci crede sul serio, non spinta da motivi furbi e/o economici. I complottisti sono capaci di costruire impalcature probatorie incredibili e quasi convincenti. Collegano elementi (in modo però opinabilissimo), individuano prove (altrettanto opinabili), insomma, sono capaci di fare miracoli. Normalmente lo fanno in buona fede.
Ma è tutto falso. La verità è sempre un fatto psichiatrico o psicanalitico, cioè qualcosa accaduto nella testa di una persona. Tutto il resto è umanità varia spinta a sviluppare il "caso" dai motivi più diversi.
Io la penso così. Assicuro che sarei felice di sbagliarmi. Sarebbe bellissimo.
Comunque interessante la faccenda
Voto:
un disco ancora oggi colpito da una inflazione di recensioni inutili. Nonostante il fenomeno inflattivo, sei riuscito a portare un valore aggiunto e scrivere un pezzo interessante. Un pò spesso, qualche stacco avrebbe facilitato la lettura. Comunque interessante.
Voto:
non conosco questo disco, ma la descrizione che offri di questa musica potrebbe valere, praticamente parola per parola, per un disco dei Pere Ubu che ho ascoltato di recente, e precisamente "Song of the bailing man" pubblicato nel 1982.
Mi pare di capire che si tratti di qualcosa di molto simile. Se ti è piaciuto questo disco, ti consiglio di andarti a risentire quell'opera dei Pere Ubu: "tra folk, jazz e cabaret, tutti stravolti, irriconoscibili, non già svuotati, piuttosto resi come sempre più intimi. Febbrilmente." per usare le tue parole per questo disco, che calzano perfettamente per quello.
Personalmente, mentre adoro i primi quattro dischi di quel gruppo (che però erano decisamente un'altra cosa), confesso che ho faticato non poco a digerire "bailing man". Dopo quel disco i Pere Ubu si sciolsero (per rinascere sei anni dopo).
Buona la recensione.
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