Voto:
mi dispiace VinnySparrow, apprezzo le tue proposte cinematografiche e giornalistico/letterarie che leggo sempre con curiosità, ma trovo queste recensioni di dischi, soprattutto quelle sui Pink Floyd, veramente superflue. Mescoli dati storici essenziali con giudizi estetici infantili e superficiali, con il risultato finale di banalizzare qualunque cosa.
Forse non meritavi tutto il livore che ti è stato rivolto, ma credo che la maggioranza dei tuoi detrattori si sia irritata proprio per la banalità con cui tratti i Pink Floyd e forse altri artisti. A tratti mi è sembrato anche di rilevare un certo egocentrismo nel rifiutare la critica, cosa che certo non ha aiutato.
Sei forte ad individuare libri e film interessanti, te lo riconosco e per questo sempre ti leggo, ma le tue recensioni musicali non funzionano.
Naturalmente buon natale e un felice 2016!
Voto:
Ho sempre trovato queste cose molto intriganti e interessanti.
Preciso che non credo in dio, né nell'esistenza di vita extraterrestre che possa averci raggiunto.
Proprio perché sono malinconicamente scettico, sono attratto da tutte le complicatissime dinamiche umane che stanno alla base di una vicenda come questa.
In altre parole, credo che storie come queste nascano da una miscela di vari ingredienti. Almeno tre elementi variamente miscelati:
1) c'è sempre un fatto psichiatrico o psicanalitico che spesso è la scintilla iniziale che da fuoco alle polveri. Il fatto psichiatrico o psicanalitico vede il protagonista in buona fede, ma rimane un fatto psichiatrico o psicanalitico. Insomma, il protagonista non mente, è sincero. Ha realmente vissuto certe cose. Nella sua testa però.
2) poi subentra un secondo livello, fatto di personaggi truffaldini o mitomani. Questi subentrano con sforzi interpretativi e ricerca di prove e indizi. Questi secondi personaggi mentono spudoratamente per vari interessi, non ultimo quello economico.
3) la terza ondata è quella complottista. I complottisti si basano sull'esperienza del protagonista e si legano alle prove fasulle aggiunte dai truffaldini, sviluppandole, approfondendole e aggiungendio nuovi elementi. La fascia dei complottisti è sostanzialmente in buona fede. E' gente che ci crede sul serio, non spinta da motivi furbi e/o economici. I complottisti sono capaci di costruire impalcature probatorie incredibili e quasi convincenti. Collegano elementi (in modo però opinabilissimo), individuano prove (altrettanto opinabili), insomma, sono capaci di fare miracoli. Normalmente lo fanno in buona fede.
Ma è tutto falso. La verità è sempre un fatto psichiatrico o psicanalitico, cioè qualcosa accaduto nella testa di una persona. Tutto il resto è umanità varia spinta a sviluppare il "caso" dai motivi più diversi.
Io la penso così. Assicuro che sarei felice di sbagliarmi. Sarebbe bellissimo.
Comunque interessante la faccenda
Voto:
un disco ancora oggi colpito da una inflazione di recensioni inutili. Nonostante il fenomeno inflattivo, sei riuscito a portare un valore aggiunto e scrivere un pezzo interessante. Un pò spesso, qualche stacco avrebbe facilitato la lettura. Comunque interessante.
Voto:
non conosco questo disco, ma la descrizione che offri di questa musica potrebbe valere, praticamente parola per parola, per un disco dei Pere Ubu che ho ascoltato di recente, e precisamente "Song of the bailing man" pubblicato nel 1982.
Mi pare di capire che si tratti di qualcosa di molto simile. Se ti è piaciuto questo disco, ti consiglio di andarti a risentire quell'opera dei Pere Ubu: "tra folk, jazz e cabaret, tutti stravolti, irriconoscibili, non già svuotati, piuttosto resi come sempre più intimi. Febbrilmente." per usare le tue parole per questo disco, che calzano perfettamente per quello.
Personalmente, mentre adoro i primi quattro dischi di quel gruppo (che però erano decisamente un'altra cosa), confesso che ho faticato non poco a digerire "bailing man". Dopo quel disco i Pere Ubu si sciolsero (per rinascere sei anni dopo).
Buona la recensione.
Voto:
insomma, un bellissimo disco che ti piace moltissimo, tutto qui.
Voto:
Hai scritto un pezzo su "Debaser". Non sui Pink Floyd.
Mi spiego subito.
Proprio recentemente è stato pubblicato il centoquattordicesimo libro in lingua italiana sulla storia dei Pink Floyd, un tomo di 350 pagine che, in cerca di elementi inediti, pubblica tutti i rutti fatti da Roger Waters tra il 1969 e il 1971, con orario preciso e livello di intensità espresso in decibel. I peti erano già stati pubblicati da almeno 16 pubblicazioni precedenti.
Manco a dirlo, il libro è stato ben recensito sul Deb proprio pochi giorni or sono.
In una situazione del genere, l'unico, ma proprio L'UNICO modo di parlare dei Pink Floyd in modo significativo è raccontare del TUO rapporto con questa musica.
Cosa che tu sei ben lungi da proporre in questo e in altri pezzi tuoi che ho letto di recente.
Concludendo, mi pare che una recensione del genere, in una prospettiva di discorso sui Pink Floyd, sia totalmente priva di qualunque utilità. Essa pone invece un serio problema sul senso di questo sito e sul proseguimento della sua vita.
E' un sito che ha i suoi anni e ormai ha messo insieme una quantità notevolissima di contenuti.
Di questo, chi scrive NON PUO' NON TENERNE CONTO.
Se scrivi pezzi come questi, Debaser non serve più a niente.
Ma Debaser è fatto di e da persone.
Credo che prima di precipitarti a scrivere il prossimo pezzo tu debba riflettere su questo problema.
Un saluto.
Voto:
Minchia! Che dichiazione d'amore!
Stasera me lo guardo (se lo trovo sul tubo o da qualche altra parte. Se qualcuno ha un buon link ringrazio anticipatamente). I suoi film sono un divertimento assicurato, e questo mi manca.
Voto:
Come quasi sempre, condivido critiche e consigli di odradek. Ascoltali MississippiFra e vedrai che ti troverai meglio la prossima volta.
Ricordati che odradek la sa lunga perche si dice che abbia compiuto i 103 anni, e tutte le mattine si alza e si fa un bicchierino di Lagavulin quasi caldo, con una goccia d'acqua.
E scoppia di salute. Io inizio la giornata con una tazza di Oban, ho 53 anni e sono prossimo al decesso per alcoolismo. Forse perché non ho mai messo la goccia d'acqua.
Comunque la passione ben indirizzata, verso un disco bellissimo, merita il mio plauso. Clap Clap.
Voto:
non mi pare che si possa considerare "molto sottovalutato" un maestro da sempre unanimemente considerato un caposcuola, riconosciuto in tutto il mondo come autore di alcune delle più grandi canzoni di tutti i tempi.
Puoi considerare sottovalutati Piero Ciampi, o Umberto Bindi (per dirne due tra i tanti). Ma Paoli è considerato pressoché unanimemete uno dei padri della canzone italiana e, nel corso degli anni, ha avuto tutti i riconoscimenti che si è meritato. Semmai l'età lo ha costretto a diradare la sua presenza sulle scene (e vorrei pure vedere, visto che e nato nel '34).
Solo questa critica. Il resto della recensione mi sembra impeccabile e apprezzabile.
Voto:
in parte sono daccordo con Carlos, nel senso che, una volta inquadrato con chiarezza il tema e i dati principali, potevi fare una riflessione più profonda e personale.
Concordo con lui anche sulla generale sottovalutazione del cinema di Ferreri da parte del pubblico che si considera più colto.
Però applaudo l'aver provato a scrivere qualcosa su un film come questo. Infondo è per gente come te, VinnySparrow, che volentieri faccio una passata su questo sito. Non certo sui ragazzini che spaccano il capello in quattro su dischetti di rap italiano.
Poi si può fare di più. Però complimenti almeno per la scelta del tema.
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