Voto:
Vorrei dire la mia:
per me è un disco modesto di una band fantastica.
Questo vuol dire che, con Red Hot Chili Peppers, si parte sempre da un livello eccelso, e una loro cosa "modesta" è enormemente più bella di tanta musica che si sente in giro. Ma vuole dire anche che in passato hanno fatto di meglio.
Voto:
Bello, complimenti.
Sono innamorato dei suoi "Sessanta Racconti" al punto che, ogni tanto me ne rileggo qualcuno. Quella raccolta è sempre sul mio comodino. La paura e l'angoscia di quei 60 incubi riesce a "scacciare" la mia di paura. Paura della vecchiaia, della malattia, di ciò che sfugge alla razionalità e che si prende gioco di te senza che la tua mente razionale possa farci nulla.
Complimenti
Voto:
la recensione è bella.
Raccontando il TUO Alan Parson Project ti sei posizionato su un terreno che non è criticabile, perché il modo in cui noi viviamo la musica, con tutti i ricordi che essa ci suscita, beh, quello non possiamo criticarlo. E' qualcosa di sacrosanto.
E lo hai fatto bene tra l'altro.
Io per esempio non stimo per nulla questa musica e non ho mai sopportato questi professionisti della classifica. Indubbiamente hanno fatto degnamente il loro lavoraccio, cioè incidere musica che funziona e vendere dischi. Però se debbo dire che questa roba abbia lasciato un segno artistico significativo... questo non me la sento proprio di farlo. L'ho sempre trovata "robetta"
Detto questo, ribadisco che hai scritto un degnissimo pezzo.
Voto:
interessante segnalazione/recensione, devo assolutamente approfondire.
Eden è un disco che ho amato moltissimo. Non l'ho mai riascoltato da quei lontani anni '80, forse non ne ho il coraggio, ma lo ricordo con nostalgia.
Christian Cara
2 giu 21
Voto:
comunque, nel suo genere era tutt'altro che spregevole. Risentendo Cara, presentata da Pippo Baudo forse a un Sanremo dell'epoca, mi sono detto "...ma senti che popò di canzone". Certo, la Mahavishnu Orchestra è un pò forte come band di supporto. Ma se è stata concepita la 500 Abarth...
Christian Cara
2 giu 21
Voto:
avevo sentito che questo grande artista stava preparando una serie di concerti accompagnato dalla Mahavishnu Orchesta, per l'occasione riunita nella sua formazione mark 1, con Billy Cobham, Jerry Goodman, Jan Hammer, Rick Laird, Christian e McLaughlin alle chitarre. Poi purtroppo è scoppiata l'epidemia.
Speriamo che riprendano il progetto. E che passino anche per Torino. Sono occasioni da non perdere.
Voto:
l'incomunicabilità comunicata con chiarezza. Bel pezzetto, mi ha fatto venire voglia di rivederlo questo filmone.
Voto:
di Baricco ricordo lo spettacolo sul Voyage di Celine e su Furore di Steinbeck che mi erano piaciuti parecchio.
E' vero che sembra alquanto narcisista nei suoi modi, ma infondo chissenefrega, se lo spettacolo o il libro è bello, il narcisismo è un peccato che posso tranquillamente perdonare. Diventa invece un'aggravante se l'opera è una cagata, ma non ricordo vere e proprie "cagate" di questo autore. Magari i suoi romanzi non sono propriamente dei capolavori, ma neanche vere e proprie cagate.
Se dovessi riassumere, direi che è un modesto scrittore di narrativa, e un eccellente divulgatore di opere altrui, letterarie o musicali (I suoi spettacoli su Celine e Steinbeck meritavano e meritano di essere seguiti)
Quanto alla saggistica, non ho letto nulla, ma credo a Stanlio che i suoi saggi non siano delle pubblicazioni imprescindibili. Infatti, credo che la sua eccellente capacità comunicativa, fondamento della buona divulgazione, regga per uno spettacolo teatrale o televisivo, ma risulti deludente per un saggio scritto su carta.
Voto:
resta una cosa misteriosa e affascinante il fatto che alcuni dischi sono belli e altri, magari incisi a distanza di tre mesi, lo sono meno.
Perchè?
Difficile dirlo, ma penso che abbia a che fare proprio la grande magia del jazz, cioè il fattore che rende questa musica unica e meravigliosa, per cui puoi suonare anche in modo impeccabile, affiancato da collaboratori eccelsi, e ottenere risultati freddini o noiosi, e poi magari un giorno, nelle medesime condizioni, finisce su nastro una seduta che lascia tutti a bocca aperta per la sua ispirazione e intensità. Nessuno potrà mai capire perché ciò accade. Però è una cosa fantastica.
Voto:
Mah, passerò un pò da reazionario, ma di questo musicista preferisco il periodo hard bop, perchè in quel genere ha pubblicato dischi molto belli (e per la verità anche parecchi dischi un pò meno riusciti, ma parliamo di un livello comunque molto alto).
Mi permetto di segnalare "Chant", in pieno stile soul-jazz, "Royal Flush", hard-bop da manuale ma veramente riuscito, e "Fuego", con un Jackie McLean da urlo.
In ogni caso, anche il suo periodo funky è affascinante.
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