Voto:
ah, perbacco. Scribacchi anche tu, a quanto vedo. E scommetto anche che la tua Villa Arzilla ha sede in Torino come il mio ospizio.
Voto:
Beato te CosmicJocker, ti invidio perchè possiedi una dote che a me manca clamorosamente: la concisione. Riesci a essere ragionevolmente conciso senza perdere in ricchezza di contenuti.
Voto:
Mi piace raccontare storie. Le storie che stanno dietro ad un singolo disco, o ad un concerto, o a un singolo artista sono schegge di una grande Storia che ci è esplosa alle spalle.
Conoscerla consente di attribuire la giusta profondità alla musica di oggi.
Il problema è che raccontare storie richiede spazio e tempo notevoli, che oltrepassano le dieci righe di una recensione.
La rete web non è il luogo giusto, temo, per tutto ciò, perchè la rete apprezza le cose brevi, rapide, veloci.
Infatti, nonostante la buona volontà di Debaser (che ha segnalato i miei interventi), e di pochi lettori benevoli e pazienti, sempre gli stessi cinque o sei, nessuno mi legge. Chi ha voglia di spararsi cinque cartelle che raccontano la storia di un vecchio blues o di una sessione in studio di sessant'anni fa? Quasi nessuno.
Comunque, a questi cinque o sei coraggiosi va la mia riconoscenza. Un ringraziamento di cuore a tutti voi per le vostre belle parole. MI hanno fatto veramente felice.
Voto:
Complimenti. E' rarissimo che mi esprima, ma questa recensione è realmente ben fatta. Ha un ritmo malinconico ed emozionante, come la storia di questi due outsiders che, per vari motivi, meritano finalmente e una volta per tutte il loro posto nella storia della musica pop mondiale (quindi non solo italiana).
I Krisma trasudano storia italiana degli anni settanta e ottanta da tutti i pori. E la storia italiana degli anni settanta e ottanta è una storia che non sempre sa di buono. Sa anche un pò di morte, diciamo la verità. Ma il fatto di ESSERE NELLA STORIA, fatto che era la loro forza, li rende meritevoli di essere ricordati. E, almeno nel ricordo, non più come outsiders, ma veri protagonisti.
Complimenti ancora lector. Spero di rileggerti (a questo livello).
Voto:
recensione troppo lunga per un disco mediocre.
Voto:
Questa è una recensione perfetta di un disco buono (ma non ottimo) di uno degli artisti da me preferiti.
Cinque alla recensione, quattro al disco.
A chi accettasse consigli da un appassionato da oltre venticinque anni direi di procurarsi:
Astral Weeks: il suo capolavoro di sempre
Dischi ottimi:
Moondance (1970)
Saint Dominic's Preview (1972)
No Guru, No Method, No Teacher (1986)
Dischi buoni:
Tupelo Honey (1971)
Into the Music (1979)
Poetic Champions Compose (1987)
Enlightenment (1990)
Hymns to the Silence (1991)
Voto:
Apprezzo questa recensione perché si conclude con un breve giudizio complessivo sull'opera che condivido pienamente.
Siamo di fronte a una grande artista (potrà non piacere a taluni, ma è innegabile che sia stata, la Mitchell, una grande artista) che rende omaggio a uno dei grandi protagonisti della musica del novecento.
Esegue questo ambiziosissimo compito, però, nel modo peggiore.
Vendono assoldati una sfilza di musicisti tra i più grandi e straordinari sulla piazza ai quali sono sottoposti spartiti di fattura eccelsa. Insomma, un'atmosfera di estrema ambizione e spaventose pretese.
Il risultato è un'opera glaciale, leccata e impeccabile, sostanzialmente priva di autenticità e anima. Un'opera perfetta sulla carta, mediocre nella realtà. Per i miei gusti un buco nell'acqua.
Bravo EverardBereguad, la pensiamo allo stesso modo. E sei riuscito anche a mantenere un equlibrio, senza stroncare più di tanto musicisti che sono pur sempre dei grandissimi indimenticabili artisti e forse non meritano parole troppo violente.
Mingus della Mitchell è' solo un buco nell'acqua fatto da musicisti di rango sottoposti a una proposta troppo ambiziosa e presuntuosa.
Cinque stelle alla recensione, tre stelle al disco.
Salute a tutti
Voto:
anse e cascate di lacrime...piangere piangere piangere. Recensione troppo umida per i miei gusti, seppure non priva di un suo perché.
Quanto al concerto per flauto...è la miglior musica che abbia mai sentito. Immortale.
tre stellette alla recensione - non posso darne al concerto di Mozart. Un milione di milioni di galassie di stelle.
Voto:
Noooo!!! Mi sono sbagliato!!!
Sono andato a vedermi le recensioni di minogue83. Il 7 gennaio 2013, recensendo tal gnam gnam style, ha concluso la recensione in questo modo: "Resta il fatto che Gnam gnam style lo ritroveremo sicuramente anche al Festival di sanremo 2013 e non c'è da stupirsi se continuerà la sua ascesa fino all'estate che arriverà, sperando che un bel nuovo disco di Paola&Chiara ci salvi da questi personaggi stravaganti."
Non è uno scherzo!!!
QUESTO FA SUL SERIO!!!!
Mi si apre un mondo nuovo, nuovi orizzonti!!!
Minogue83 voglio conoscerti! Parlami di te!
Voto:
effettivamente c'è sul serio da ridere a leggere i commenti di colleghi debaseriani affezionati, che in questi mesi ho letto recensire o commentare con passione e competenza dischi di Terry Riley o Robert Wyatt o chissà cos'altro (cito tra i tanti hjhhjij, korrea, Cunnuemammadua, SydBarrett96, Lao Tze), accanirsi contro questo tizio. Sospetto però che si tratti di uno scherzo. Non posso credere che si possa andare al linciaggio in questo modo, con la stessa convinzione. Tra l'altro, vedete che non risponde. O è una presa in giro, o è qualcuno della casa discografica che fa pubblicità. L'ipotesi restante è che sia un pazzo.
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