Date Al Diavolo Un Bimbo Per Cena il titolo farebbe riferimento agli ingoiatori di bambini del romanzo "Northern Lights" di Sir Philip Pullman del '95 uscito in Italia col titolo "La Bussola D'Oro" (tra l'altro nel 2007 dal libro è stato tratto il film "The Golden Compass" tra gli altri con Nicole Kidman, Daniel Craig ed il miticherrimo Sir Christopher Frank Carandini Lee), mentre la linea di basso riconoscibilissima l'ha ricostruita Saturnino sulla falsariga di "Billie Jean" di maicolgecsoniana memoria

"Giova a me jova a te jova a tutti quelli che
Ci vogliono stare dentro
Alla periferia di nessun centro
1 per il sesso 2 per la cicogna
3 per il ruscello 4 per la fogna
Io sono l'MC il cerimoniere
Sono la metresse
Sono il pasticcere
Giova a me jova a te jova a tutti quelli che
Ci vogliono stare dentro
Alla periferia di nessun centro
Sono a metà strada nella selva oscura
1 per la tecnica, 2 per la natura
Cerco il mio Virgilio
Morto di overdose
Cerco la beatrice ma oggi ha le sue cose
Cica cica bum ho una cicatrice
Sembra un tatuaggio sai che cosa dice
Fin qui tutto bene quindi procediamo
1 per il pesce, 2 per l'amo
Sono il pescatore a mia volta pescato
Sono il peccatore e sono il peccato
Chi inventò il dubbio che gli spaccò il culo
Si sta così bene quando si é al sicuro
Faccia sotto al sole verità in tasca
Come un pesce d'allevamento dentro una vasca
Crescere é un problema disse il bonsai
Il baobab rispose accontentati di quello che hai
Chissà perché rispose il piccoletto
Sono sempre i grandi a fare il pistolotto
Uno per il baobab due per il bonsai
Tre per chi sempre quattro per chi mai
Jova a me jova a te giova a tutti quelli che
Ci voglion stare dentro
Cica cica bum altra cicatrice
Sembra un tatuaggio sai che cosa dice
Fin qui tutto bene quindi andiamo avanti
Uno per chi pochi due per chi tanti
Date al diavolo un bimbo per cena uno due tre ragazzini
Date al diavolo un bimbo per cena dieci cento mille bambini
Luce stroboscopica lampada di Wood
Verbi irregolari understand understood
Danze figurate marce militari
Uno per la polvere due per gli altari
Io sono una piazza io sono una strada
Io sono il cavallo io sono la biada
Io sono nessuno tranne per qualcuno
E tra un pasto e l'altro, per protesta digiuno
Onda dopo onda cambio il mio contorno
Io sono la pizza io sono il forno
Troppa pastasciutta mi può strangolare
Troppa informazione mi fa sragionare
Troppa libertà mi ha fatto inceppare
Troppa verità mi ha fatto impazzire
Io sono Clark Kent, sono Superman
Ho i superpoteri quanto parte la jam
Il mondo é la mia casa il cielo é il mio tetto
Ho perso le chiavi sto qui fuori e aspetto
Guardo dentro al buco pezzi di nirvana
Fuggo da un eterno finesettimana
Uno per lo yoga due per la scintilla
Tre per l'antibiotico quattro per la villa
Giova a me jova a te giova a tutti quelli che
Credo in un solo Dio madre onnipotente
Creatore di chi crede e di chi non é credente
Uno per l'orient
 
WHERE’S YOUR DADDY?

C’è un sistema di intelligenza artificiale che insegna ai droni israeliani a individuare ed eliminare esseri umani che, dopo il bombardamento di un luogo abitato, escono dal rifugio per cercare i superstiti.
Gaza, il dramma dei bambini mutilati

“Where’s your Daddy?” é il nome di questo sistema che interviene in seconda battuta dopo “Gospel”, un sistema di intelligenza artificiale che stima il numero di vittime collaterali nel colpire un target in cui è ritenuto essere un potenziale obiettivo: un militare riceve l’informazione, e dà l’ok al drone, sapendo quante vittime civili saranno colpite.

Queste le parole di uno di questi militari: “Niente succede per caso.

Quando una bimba di tre anni viene uccisa in una casa a Gaza, è perché qualcuno nell’esercito ha deciso che la sua morte non è un dramma – che è un prezzo accettabile da pagare per poter colpire un obiettivo.

Non siamo Hamas.

Non lanciamo razzi a caso.

Tutto è intenzionale.
Sappiamo esattamente quanti danni collaterali ci sono in ogni casa.”

Ne parla Girolamo De Michele su Euronomade nel presentare l’ultimo rapporto di Francesca Albanese “Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio”. Il mondo dorme per la Palestina - L’intervista a Francesca Albanese

In questo rapporto la Relatrice Speciale ONU sui diritti umani nei Territori palestinesi occupati precisa che lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale in Israele è reso possibile dalla partnership con Palantir Technologies, azienda statunitense specializzata nell’analisi dei Big Data, e dall’accesso alle proprie tecnologie cloud e di intelligenza artificiale concesso al governo israeliano da Microsoft, Alphabet [cioè Google] e Amazon.

Crescono i profitti di queste aziende, e crescono gli investitori dei propri capitali in questo settore: Blackrock è il secondo maggiore investitore istituzionale in Palantir (8,6%), Microsoft (7,8%), Amazon (6,6%), Alphabet (6,6%) e IBM (8,6%), e il terzo maggiore in Lockheed Martin (7,2%) e Caterpillar (7,5%).

Ora la Albanese, giurista di fama internazionale, è stata sanzionata dagli USA, per dati che nessuno ha contestato.

Per la prima volta nella storia, uno Stato sanziona un funzionario ONU, un precedente pericoloso e vergognoso. Invece Israele non ha subito nessuna sanzione.

WHERE’S YOUR DADDY, inoltre, è un titolo su cui riflettere, proprio in queste ore a 30 anni dal genocidio di Srebrenica, in cui dall’11 al 18 luglio 1995 l’esercito serbo bosniaco massacrò circa 8.500 musulmani bolsniaci, qualcuno parla di 10.000.

Erano tutti uomini e ragazzi dai 12 ai 77 anni, erano padri e figli.

Le donne e le ragazze invece furono deportate, oltre 20 mila, molte di loro violentate.

NON SI PUÒ TACERE DI FRONTE A UN GENOCIDIO, MAI.
 
Francesco De Gregori - Pablo “È un miracolo che sia vivo“. La storia del gatto Pablo ha dell’incredibile. Per quasi un’ora la sua famiglia aveva perso le sue tracce, poi lo ha ritrovato – ancora vivo, ma fradicio, tremante e provato – dentro la lavatrice carica di vestiti. Poi la corsa nell’ospedale veterinario più vicino per provare a salvargli la vita. "Sopravvive a un lavaggio di 55 minuti dentro una lavatrice": l'incredibile storia del gatto Pablo

#incredibbolo
 
Titolo: Dealer
Anno: 2004
Durata: 160 min.
Origine: UNGHERIA
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: ANDRAS MUHI E ISTVAN MAJOR PER INFORG STUDIO, FILMTEAM, BOJE BUCK PRODUKTION, SAT.1
Regia: Benedek Fliegauf
Attori: Felícián Keresztes (Dealer); Barbara Thurzó (Barbara); Lajos Szakács (Apa); Anikó Szigeti (Wanda); Edina Balogh (Bogi); Dr. Dusán Vitanovics (Dragan); Katalin Mészáros (ragazza del fungo allucinogeno).
Soggetto: Benedek Fliegauf
Sceneggiatura: Benedek Fliegauf
Fotografia: Péter Szatmári
Montaggio: Balázs Féjja e Károly Szalai
Musiche: Raptors' Kollektíva (Benedek Fliegauf e Zoltán Tamási)
Scenografia: Zsuzsa Mihalek
Costumi: Mónika Matyi
Dealer - Benedek Fliegauf - sub ITA
Copio/incollo da Iacopo Landrini quanto segue:

In una città esteuropea anonima, lunare e disabitata un uomo in bici si aggira silente, consegnando dosi di droga a una clientela disperata.
Attraverso la sua clientela la regia racconta il poco che verremo a sapere dell'uomo.

Qui tocca prendere fiato e avere cioccolata, gattini o tutto quello che può tirarvi su il morale perché vi servirà, molto probabilmente in dosi massicce.

Fliegauf non le manda a dire e racconta la dipendenza attraverso la solitudine del protagonista ed il suo essere latore di una soffocante apatia dell'etica.

Il protagonista non si cura né del suo tornaconto personale né delle conseguenze delle sue azioni, percorre quasi meccanicamente le distanze che lo separano fra cliente e cliente, consegna quanto necessario e passa oltre.

Amicizia e affetti non sembrano scuotere in alcun modo questo personaggio che si fa sempre più simile ad una personificazione del destino che ha già eclissato ogni forma di vita dalle strade e dai parchi ed ora dà la caccia agli ultimi reduci agonizzanti casa per casa, miseria per miseria, mettendo un punto fermo su vite che si sono concluse, probabilmente molto tempo prima.

La fotografia è uno crepuscolo perenne che non risparmia nemmeno i volti, accendendoli in alcuni casi di una luce passeggera ed effimera solo dopo l'assunzione dell'eroina, riportando sulla pellicola un'illusione di vita, un momentaneo scintillio di speranza indotto dallo stupefacente che distrae chi lo assume per un fuggevole attimo dalla propria miseria.

Dealer è una lentissima e lunga (più di due ore) incursione in un abisso umano del tutto priva di moralismi ed edulcorazione: più che l'esigenza del descrivere e del giudicare si fa pressante quella del ritrarre la realtà, senza filtri e senza pietà alcuna.

Potreste trovarlo noioso, sicuramente lento, intollerabile per il suo sfiancante pessimismo e la sua mancanza di vita ed umanità, eppure registicamente trovo che sia un'opera che eccelle in visione e narrazione per immagini, con i suoi lunghissimi silenzi che si riempiono del vuoto degli spazi di una gigantesca necropoli moderna.

Per me un unicum imperdibile, ma decisamente non per tutti, può respingere e cercherà in ogni modo di farlo.

Consigliato, ma