MartinVenator

DeRango : 0,28 • DeEtà™ : 1253 giorni

 DeMille non esita a mostrare il modo d’agire ipocrita e vigliacco degli spagnoli.

 Il senso di straniamento che produce il veder arrivare dal mare i Conquistadores, immaginare quello che poi sarebbe successo e che tu vedi per la prima volta filmato.

La recensione esamina il film storico del 1917 diretto da Cecil B. DeMille, evidenziandone l'importanza come primo kolossal del regista. Viene analizzata la rappresentazione di Cortés e Montezuma, con attenzione alla recitazione acerba ma promettente di Geraldine Farrar e Wallace Reid. Notevole è l'impatto visivo delle scene di massa, battaglia e dei costumi. Il film è consigliato per il suo valore storico e per il senso di straniamento evocato dal racconto visivo. Scopri il primo kolossal storico di DeMille e rivivi l’epopea dei Conquistadores!

 Un cupo melodramma d'amore intinto nell'horror e nel gotico.

 Potente, audace, dolce: un gioco magistrale di sguardi e tensioni tra bene e male.

The River (1929) di Frank Borzage è un melodramma gotico e sensuale ambientato nelle Montagne Rocciose, con temi di lotta tra bene e male e una forte carica erotica. Gran parte del film è perduta ma è stato ricostruito grazie a un progetto di restauro. Le interpretazioni di Charles Farrell e Mary Duncan sono intense e spontanee. Nonostante ciò, il film e il suo regista sono sorprendentemente poco noti in patria. La recensione ne sottolinea la potenza, l'audacia e l'intensità emotiva. Scopri questo capolavoro dimenticato del cinema muto e lasciati coinvolgere dal suo melodramma gotico.

 Un film che credo faccia bene al cuore vedere, anarchico, caciarone, improbabile ed eccessivo.

 Avete mai visto o sentito nella vostra vita una fanfara balcanica? No? Be', allora vi siete davvero persi qualcosa....

Il film di Emir Kusturica, ambientato nella guerra civile della ex-Jugoslavia, conquista con la sua originalità e il suo stile anarchico. Una favola grottesca e colorata, arricchita da fanfare balcaniche che abbracciano lo spettatore con tenerezza e caos. La pellicola, non priva di difetti, rimane un’esperienza coinvolgente e emotivamente intensa. Scopri la magia del cinema balcanico con questo film imperdibile!

 La baracca vien tenuta su da capaci interpreti, allineati in un florilegio di atrocità.

 Senti Pellegrini, tu sei cresciuto a libri, canne e rivoluzione però l'eskimo te lo facevi comprava da papà, io ho allevato pecore e qualche volta ci ho dormito anche, però adesso mi chiamano dottore, un motivo ci sarà!

Arrivederci amore, ciao, diretto da Michele Soavi, è un thriller italiano cupo e potente, tratto da Carlo Carlotto. Il film esplora temi di potere, sesso e incubi del passato, con una regia solida e interpreti capaci. La colonna sonora, con Aqualung, si integra perfettamente nella narrazione. Un'opera consigliata agli amanti del genere, capace di mantenere viva l'attenzione senza coinvolgimento ossessivo. Scopri il thriller cupo di Michele Soavi, un viaggio tra potere e incubi del passato!

 Il mondo ci sembra avanzare verso una qualche rovina e ci limitiamo a sperare che l’avanzata sia lenta.

 Liberato, sì, ma come recluso per sempre dentro sé stesso.

Il documentario di Davide Ferrario e Marco Belpoliti racconta il viaggio di ritorno di Primo Levi da Auschwitz a Torino, evocando paesaggi dell'Est Europa e riflessioni profonde sull'umanità. Narrato da Umberto Orsini, il film regala un'emozionante lettura storica e umana, mettendo in luce la complessità e la solitudine di Levi. Scopri il viaggio emozionante di Primo Levi in questo toccante documentario.

 Film praticamente diviso in due parti, a tratti anonimo ma, in definitiva, sentito e comunque degno di visione.

La recensione evidenzia una struttura narrativa in due parti, con momenti che risultano anonimi. Tuttavia, il film rimane complessivamente sentito e meritevole di essere visto, con un giudizio equilibrato e moderato. Scopri di più su Cuore sacro e decidi se vederlo!

 Un film delicato e ben tratteggiato, tratto da Elena Ferrante, nelle intime corde del regista.

 Le donne sappiano ben rinascere, più belle e più forti di prima, dopo la fine di un amore.

Il film di Roberto Faenza, tratto da Elena Ferrante, è un racconto delicato e ben costruito sulla capacità delle donne di rinascere dopo la fine di un amore. Margherita Buy offre un'interpretazione intensa e convincente, portando sullo schermo un dramma intimo e sentito. Scopri il viaggio emotivo di una donna che rinasce dopo la crisi d'amore.

 Di fronte a guerre e sofferenza non si debba mai far commedia o parodia.

 Un film del crepuscolo, quasi un arrivederci sentito a questo personaggio d’antàn.

Il film 'Le rose del deserto' di Mario Monicelli si propone come un omaggio ai travagli della guerra in Libia, ma presenta una regia piatta e attori sopra le righe. Nonostante dialoghi poveri e una colonna sonora discutibile, conserva un certo fascino nostalgico legato all'autore e all'ispirazione letteraria di Tobino. La pellicola oscilla tra parodistica ferocia e momenti di compassione, suscitando riflessioni sul peso della rappresentazione comica in situazioni di sofferenza. Scopri il film di Monicelli e rifletti sul difficile equilibrio tra guerra e commedia.

 «Non allineato, non riconciliato, caparbiamente problematico: in una parola scomodo.»

 «Un forte connubio tra etica ed estetica cha da sempre lo ha contraddistinto e che sarà, in definitiva, la sua personale cifra, chapeau!»

La recensione analizza un incontro-intervista con Vittorio De Seta, maestro del documentario italiano, riconosciuto per il rigore etico e la coerenza artistica. De Seta emerge come un autore non conformista, distante dal mainstream e dalla televisione commerciale. Il testo sottolinea la sua importanza storica e artistica, evidenziando alcune opere cardine come "Banditi a Orgosolo" e "Diario di un maestro". L'incontro mette in luce il suo fascino personale e la sua integrità umana e artistica. Scopri l'arte e la visione unica di Vittorio De Seta nel cinema italiano.

 CA-PO-LA-VO-RO.

 Paragonare la visione di questa pellicola ad un necessario bagno di umiltà non è poi fuor di luogo, bagno come possente e rigeneratore.

La recensione celebra il film documentario 'Gli ultimi' di Vito Pandolfi come un capolavoro unico, che narra la dura infanzia e la povertà nel Friuli degli anni '30. Attraverso una narrazione asciutta e rigorosa in bianco e nero, il film offre un potente bagno di umiltà e recupera valori sociali ormai dimenticati. La pellicola è impreziosita da una straordinaria interpretazione del giovane protagonista e gode del consenso di critici come Pasolini e Ungaretti. Consigliato come esperienza cinematografica imprescindibile. Scoprite questo capolavoro dimenticato e riscoprite i valori autentici del passato.

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