Prima di diventare un importante personaggio in ambito heavy metal, amato ed apprezzato frontman di molte band leggendarie, Ronnie James Dio fece molta gavetta con vari gruppi, tra i quali gli Elf, da lui creati nel lontano 1967, una band hard rock prima maniera, con cui ebbe un discreto successo, attirando l'attenzione di molti addetti ai lavori e preparando l'inizio della sua esplosione come icona del rock. Nato negli Usa da famiglia di origine italiana, il piccolo Ronald Padavona (poi prese il nome di Dio da un suo "idolo", il gangster italoamericano Johnny Dio) formò molto presto il suo primo gruppo rock 'n roll, denominato Ronnie Dio & The Prophets, con il quale compose qualche singolo, tra i quali curiosamente anche una canzone in italiano, "Che Tristezza Senza Te", versione straniera di una loro canzone intitolata "My Misery".

Dopo vari cambiamenti di formazione e di stile musicale, decide di abbracciare sonorità più dure e blues, fondando alla fine dei '60 gli Electric Elves, diventati poi Elf. Il nome fu scelto per due motivi; il primo per l'amore viscerale per il fantasy e per le storie ancestrali del cantante, il secondo per la elevata rassomiglianza dei membri della band con gli Elfi, dato che erano tutti di corporatura esile e piccola, e per scherzo decisero di chiamarsi così e di mantenere il nome. Fortuna vuole che furono notati in qualche loro data nel New Jersey da membri dello staff dei Deep Purple, già all'epoca all'apice della loro carriera, i quali li presero sotto la loro ala protettiva e decisero di aiutarli ad incidere un album. Il loro primo disco, il qui presente "Elf", fu registrato nel 1972 e prodotto da Ian Paice e Roger Glover, rispettivamente batterista e bassista dei Purple, i quali non nascosero mai la loro ammirazione per la voce potente e precisa del giovane Ronnie, colpiti anche dalla sua determinazione e dalla bravura nel suonare il basso, abitudine che pian piano sparì nel corso degli anni a venire.

La restante parte della band era composta da ottimi musicisti, quali Steve Edwards alle chitarre, Lee Soul all'organo e tastiere e Gary Driscoll alla batteria, i quali furono poi utilizzati anche qualche anno dopo da Blackmore nella registrazione del primo album dei Rainbow, anno 1975. Ottimi musicisti ma anche pessimi professionisti in quanto, come ricordava lo stesso Dio, erano sempre coinvolti in risse o comportamenti stupidi che creavano problemi allo sviluppo della band. Ad esempio Driscoll, in seguito ad una rissa, si procurò un occhio nero; prima di un' esibizione volle metterci del collirio ma mise un medicinale sbagliato, l'occhio si gonfiò e furono costretti a rinunciare alla serata, in quanto il batterista rimase completamente cieco per qualche giorno.

L'album è caratterizzato da un sound molto heavy-blues; i brani sono basati principalmente dall'ottimo lavoro di Edwards alla chitarra, dal sound tagliente e deciso, e dalle tastiere e piano di Lee Soul, le quali creavano atmosfere bluesly e honky-tonk, uno stile molto americano, simile ai primi Aerosmith o Alice Cooper. Magnifica è la voce di Ronnie, forse ancora un po' acerba rispetto ai dischi successivi, quelli della gloria come "Rising" o "Heaven & Hell", comunque ricca di patos, potente e decisa, capace di valorizzare pienamente i brani dell'album. Da ricordare lo sporco blues di "Hoochie Koockie Lady", dall'andamento veloce e dal lavoro sublime del fido Lee Soul, "I'm Coming Back For You", che parte come una ballata e sfocia in un rock 'n roll più grezzo e veloce e la simpatica "Gambler, Gambler", brano finale che chiude un buon disco, non un capolavoro ma potente ed energico. 

Gli Elf fecero un altro paio di album tutti più o meno improntati sul medesimo stile, seguendo i Deep Purple in giro per il globo in turnèe e facendosi le ossa su tutti i più importanti palchi del mondo, fino a quando Ritchie Blackmore, ormai desideroso di abbandonare la band, decise di utilizzare gli Elf al completo per dar vita al progetto Rainbow a metà anni '70. Ma qui è un'altra storia. Rimane comunque curioso ed interessante sentire l'album in questione, prezioso documento della nascita di uno dei più bravi e carismatici vocalist della storia del rock, destinato ad una gloriosa carriera fino purtroppo alla sua dolorosa scomparsa, avvenuta nel 2010 a causa di un male incurabile.  

 

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