In principio furono i Gleemen, autori di un omonimo (ed unico) LP, uscito nel 1970, contraddistinto da sonorità anni '60 e blues. Avvenne poi il cambio di denominazione in Garybaldi e la ragione sociale mutò in favore di un progressive tanto in voga nei "seventies" italici. Leader riconosciuto del gruppo era quel Pier Niccolò Fossati (fratello del più famoso Ivano), detto Bambi, chitarrista dalla notevole tecnica (di hendrixiana memoria).
"Nuda", il loro primo LP, arriva nel 1972.
La formazione che registra il disco è composta da "Bambi", voce e chitarra, Angelo Traverso al basso, Maurizio Cassinelli alla batteria e Lio Marchi alle tastiere. 5 brani in totale, spalmati tra Lato A e Lato B.
La prima facciata rappresenta il lato più orecchiabile, ma allo stesso tempo virtuoso e distante anni luce dalla forma-canzone, dei nostri: dal furore hendrixiano di "Maya desnuda" alle strutture articolate di "26 febbraio 1700", passando per un tetro intermezzo ("Decomposizione, paura e pace"), fino a raggiungere la melodia tracciata dalle tastiere de "L'ultima graziosa". L'altra facciata è riservata alla chilometrica e surreale suite "Moretto da Brescia". Divisa in tre momenti, rappresenta in forma lucida l'alchimia sonora dei Garybaldi: atmosfere eteree che, alternate a veloci fughe chitarristiche, fanno da scenografia alla storia del valoroso soldato Goffredo; la sezione centrale della suite (Il giardino del Re:intermezzo) è sicuramente il momento migliore.
Con "Nuda" i Garybaldi forniscono una chiave di lettura ben definita della personalità progressive autoctona, non mero genere derivativo d'Oltremanica, bensì dotato di caratteristiche nostrane che lo rendono assolutamente personale. L'ascolto non è consigliato. E' assolutamente doveroso!
Infine. La bella copertina è firmata da Guido Crepax (si, il papà di"Valentina", il famoso fumetto).
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Altre recensioni
Di Nonsoloprog
Del loro disco d'esordio, "Nuda", balza agli occhi la splendida copertina, una delle più belle del rock italiano, realizzata dal bravissimo fumettista Guido Crepax.
Con la chitarra invece è meraviglioso: ricrea un hard-blues personale modulando il tutto su sonorità incredibilmente hendrixiane, e per questo tutte le tracce meritano l'ascolto.
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6 dic 11antoniodeste
6 dic 11silvietto
13 mag 17"Nuda" è certamente penalizzato da una relativa immaturità e vistose emulazioni (Hendrix in primis, ma io ci sento anche Emerson ne: "L'Ultima Graziosa") oltre che del cantato, non poi così pessimo come sopra rilevato, però l'Opera d'Arte va valutata anche sotto altri aspetti e certamente uno di questi è la grafica che rappresenta indubbiamente un capolavoro assoluto in grado di rendere "memorabile" l'album nel tempo.
Quella a tre falde firmata da Crepax ha queste caratteristiche e perciò ne consegue il mio punteggio massimo. Oltre a ciò la suite del lato B è certamente di alto livello, tanto che avrei posposto l'ordine dei brani dell'altra facciata, forse l'appetibilità sarebbe risultata migliore.