Il disco più ruvido dei Manics, il loro sesto, è sempre stato anche il più criticato, trascurato, malvisto.

 L'ispirazione di certo non manca, e l'ambizione di travestirla fantasiosamente con arrangiamenti vistosi e magari anche un po' debordanti va apprezzata.

Il sesto album dei Manic Street Preachers, 'Know Your Enemy', è un disco ruvido e vario che si distingue per una produzione aggressiva e arrangiamenti eclettici. Nonostante critiche su stile e durata, l'album offre momenti brillanti come 'So Why So Sad' e 'Ocean Spray'. La scrittura di Nicky Wire rimane di alto livello e l'opera rappresenta un importante passaggio verso una maturità artistica più pop, pur mantenendo un carattere vissuto e spigoloso. Scopri la sfaccettata energia dei Manic Street Preachers in 'Know Your Enemy'.

 Secondo la mia modesta opinione si. Infatti credo che Hendrix sia tutt’ora in vetta alle list solo perché E’ Jimi Hendrix, non tanto perché ha suonato meglio di tutti.

 Oggi assistiamo continuamente a fenomeni del calibro di Buckethead... che secondo me ha superato di gran lunga il fenomeno Hendrix.

La recensione riflette sul mito di Jimi Hendrix, considerato uno dei più grandi chitarristi di sempre, e si chiede se sia stato ormai superato da artisti come Buckethead, Steve Vai e John Petrucci. L'autore sottolinea che il successo duraturo di Hendrix può dipendere più dal suo nome che dalle capacità tecniche assolute, proponendo una rilettura critica della sua storica influenza musicale. Scopri ora se Hendrix è davvero insuperabile o se nuovi chitarristi hanno preso il suo posto!

 I Motörhead sono famosi per aperture potenti, riff aggressivi e assolo lunghi, ma questo CD è una eccezione con un'impronta più hard rock.

 You Better Run è un esperimento riuscito male, con un brano ripetitivo e semplicemente odioso.

La raccolta Hellraiser: Best of the Epic Years (2003) propone brani principalmente tratti dagli album tra la fine degli anni '80 e inizio '90 dei Motörhead. La recensione evidenzia sia momenti potenti e classici della band, sia esperimenti meno convincenti soprattutto in chiave hard rock. Viene sottolineata la presenza di membri storici e cambi di formazione, con collaborazioni di rilievo come Ozzy Osbourne. Un lavoro interessante, ma non rappresentativo del meglio assoluto della band. Scopri l'evoluzione hard rock dei Motörhead con Hellraiser, ascolta ora!

 "Un incredibile elettroshock il cui intento non è tanto di curare strani comportamenti anomali quanto di indurli."

 "Immaginate 'Interstellar Overdrive' di Syd risucchiata dal vuoto, che collassa e viene strappata sopra del filo spinato."

L'album Akathisia degli Hovercraft propone un'esperienza sonora intensa e psichedelica, caratterizzata da tensione e sperimentalismo. Le tracce, difficili da etichettare, si rivelano diverse ad ogni ascolto, immergendo l'ascoltatore in un paesaggio sonoro oscuro e inquietante. Le influenze valgono da Velvet Underground e il sound combina noise e industrial in un vortice di agitazione pura. Ascolta Akathisia e lasciati trasportare in un viaggio sonoro unico e oscuro.

 Decisamente arduo non restare moderatamente stupefatti se non completamente ammaliati dalla insospettabile sobrietà e dal contestuale vigore espressivo.

 Una tra le (migliori, of course) frazioni musicali più trecentosessantagradesche mi sia capitato d'origliare negli ultimi sei/sette (mila)anni.

La recensione celebra il debutto dell'Heritage Orchestra come un evento musicale sorprendente e coinvolgente. Il lavoro evidenzia l'equilibrio tra sobrietà e vigore espressivo, grazie alla guida di Chris Wheeler e Jules Buckley. L'ensemble giovane e versatile riesce a fondere con maestria jazz, soul, funk, rock e orchestrale. Particolarmente apprezzata è la suite 'The 1890 affair' per la sua classe e originalità. Un album che colpisce per freschezza e forza espressiva. Scopri l'energia e la raffinatezza del debutto della Heritage Orchestra ora!

 Lui era un anima salva, noi non eravamo, e non siamo mai stati, "Anime salve".

 Ci basterebbe un gesto, una parola, magari una poesia. Perché a volte, a salvarci l’esistenza, sono proprio i poeti.

La recensione esplora profondamente 'Anime Salve' di Fabrizio De André, mettendo in luce la fusione tra mito, filosofia e poesia che caratterizza l'album. L'autore evidenzia come De André sia un poeta unico capace di analizzare la società e l'animo umano con lucidità e sensibilità. I personaggi dell'opera rappresentano universi paralleli che sfidano la normalità umana. Un elogio all'universo poetico di De André come guida per salvare l'anima in un mondo complesso. Scopri la profondità poetica di Fabrizio De André con Anime Salve, un album che parla all'anima.

 Burned Mind è un muro di suoni in cui non si capisce bene chi suona cosa.

 La musica dei Wolf Eyes è un cerimoniale suburbano, un rito pagano dell’era industriale volto ad attirarne i mali piuttosto che esorcizzarli.

Burned Mind dei Wolf Eyes è un album di noise ed elettronica estrema che esplora un caos sonoro nichilista e paranoico. Pur essendo più accessibile grazie a una produzione più definita, rimane un’esperienza intensa e disturbante. La musica fonde varie influenze dell’estremo, dal hardcore al drone, creando un rituale sonoro che colpisce profondamente l'ascoltatore. È un lavoro maturo che mescola violenza e momenti di inquietante calma, un vero manifesto dell’experimental noise americano. Immergiti nel caos creativo di Burned Mind per un’esperienza sonora unica e provocatoria.

 Io la chiamo musica filosofica: si tratta dell’eterna domanda sul perché dell’esistenza, che Charles Ives ha voluto genialmente trasporre in musica, riuscendoci perfettamente.

 Mi sento di dire che si tratti della prima opera veramente avanguardistica (e soprattutto dichiaratamente) nel senso odierno del termine, ed anticipatrice di tutto quel filone del ’900 che andrà a distaccarsi dalla tradizione tonale della musica mitteleuropea.

La recensione celebra Charles Ives come un pioniere della musica avanguardistica del XX secolo con la sua composizione The Unanswered Question. L’opera, creata nel 1906, è un sofisticato dialogo musicale che rappresenta la domanda sull’esistenza umana, caratterizzata da una struttura innovativa e sperimentale che anticipa futuri movimenti musicali. Il testo sottolinea la genialità e il riconoscimento tardivo dell’artista, evidenziando la sua influenza sul panorama musicale. Ascolta The Unanswered Question e scopri il genio avanguardistico di Charles Ives!

 Questo mondo fa schifo ed io voglio ballarci sopra!

 Low Life è un album sorprendente: completamente sregolato, a tratti geniale, a volte dolcissimo, altre catartico, mai prevedibile o banale.

Low Life dei New Order è un album iconico che fonde dark-wave, pop e dance in un mix geniale e imprevedibile. Registrato in una sola notte e caratterizzato da atmosfere oscure ma liberatorie, mostra la capacità della band di evolversi dopo il tragico passato. Il disco contiene brani memorabili e rappresenta un tributo commosso a Ian Curtis. Una pietra miliare della musica alternativa anni '80, sorprendente e raffinata. Ascolta Low Life e immergiti in un classico senza tempo della dark-wave e dance anni '80!

 Un disco che trascina l'ascoltatore in un vortice di suoni e vocalizzi impetuosi ed esuberanti.

 La voce della Meek è energica, grintosa e molto espressiva, capace di passare con estrema naturalezza da un timbro basso e profondo a un'intonazione elevatissima.

I Catapilla sono un gruppo londinese degli anni '70 notabile per la voce energica di Anna Meek e un sound che unisce jazz, psichedelia e hard rock. Il loro album omonimo del 1971 si distingue per composizioni complesse ma senza virtuosismi fini a sé stessi. Originali e innovativi, rimasero una band di nicchia, oggi cult per i collezionisti. L'album si fa apprezzare per la sua forza espressiva e le sperimentazioni sonore uniche. Ascolta l'album Catapilla e immergiti in un viaggio sonoro unico degli anni '70!

 «il cervello della band resta Hagerty. 'Bad Blood' si regge tutto sul fraseggio assurdo della sua chitarra, così sfrontata da rivaleggiare con qualsiasi Jad Fair»

 «è come se i Royal Trux ci guidassero in un'affascinante ispezione della musica rock, facendocela ammirare dai punti di vista più inediti»

La recensione analizza il debut album 'Royal Trux' del 1988, segnalando un approccio più eclettico e surreale rispetto ai lavori precedenti del duo. Il disco reinterpreta il blues con influenze no-wave e un sound lo-fi, mescolando sperimentazioni sonore e ironia. L'autore mette in luce la figura creativa di Neil Hagerty e il contributo di Jennifer Herrema, evidenziando brani caratterizzati da caos controllato e innovazione. Il lavoro è visto come una rifondazione dotta e ricercata del blues tradizionale. Scopri il viaggio sonoro unico di Royal Trux, un classico imperdibile per chi ama il blues alternativo.

 Burdon ne diventa il portavoce ed il megafono rivolto al mondo.

 La title-track è un manifesto lisergico ipnotico, simbolo dei nuovi venti di cambiamento.

La recensione esalta Winds Of Change, album psichedelico del 1967 di Eric Burdon & The Animals, manifesto della Love Generation e simbolo dei cambiamenti culturali di San Francisco. L'opera mescola blues, rock e folk con atmosfere lisergiche e testi visionari. Pur con qualche punto meno incisivo, il disco resta una pietra miliare della musica psichedelica e un tributo alle trasformazioni sociali dell'epoca. Ascolta Winds Of Change per immergerti nei veri suoni della psichedelia anni '60.

 I Tangent possono essere considerati con serenità i nuovi alfieri del progressive, inteso nel suo significato più puro e tradizionale.

 La prima suite ha il pregio di non far pesare i suoi 20 minuti, scorrendo liscia e maestosa.

Il terzo album dei The Tangent, uscito nel 2006, è una monumentale opera prog fedele agli anni '70, con un uso ricco di Hammond, Moog e fiati. Le suite che aprono e chiudono l'album riflettono complessità e libertà espressiva. Grazie a musicisti esperti come Andy Tillison e Theo Travis, il sound è fresco e nostalgico. Un disco impegnativo ma appagante per gli amanti del genere, che potrebbe essere considerato un capolavoro se fosse uscito negli anni d'oro del prog. Ascolta ora l'album e immergiti nell'essenza del prog classico!

 I Necrodeath sono stati più di una "semplice" cult band per il nostro paese.

 Un ottimo prodotto e un eccellente debutto, certo non privo di difetti, ma meritevole di aver dato lustro internazionale al nostro paese.

Into the Macabre è il debutto storico dei Necrodeath, band cult del metal italiano anni '80, capace di sintetizzare influenze thrash, black e death in un'opera grezza ma ispirata. La recensione sottolinea il valore culturale e musicale del disco, pur evidenziandone difetti produttivi e qualche limatura nel songwriting. Un album fondamentale per la scena estrema italiana, che ha regolarmente sfidato i grandi bacini internazionali. Scopri il leggendario debutto di Necrodeath e immergiti nelle radici del metal estremo italiano!

 I take “magical weapons” (pen, ink and paper), I write “incantations” (compositions) in the magical “language” (music)… I initiate “rituals” (recordings, performances)…

 In ogni uomo c’è un blasfemo e in ogni blasfemo un giardino incantato.

Il quarto volume della serie "Music Romance" di John Zorn, IAO, è un viaggio musicale che mescola ambient, percussioni rituali e death metal. L'album esplora temi di magia, misticismo e alchimia, creando un'atmosfera ipnotica e sacra. Con la partecipazione di Mike Patton e Cyro Baptista, Zorn offre un'opera unica, intensa e affascinante, perfetta anche per momenti suggestivi e dal sapore esoterico. Scopri l'affascinante fusione di magia e musica con John Zorn IAO!

 Questo disco è un Capolavoro, con la "C" maiuscola, senza mezzi termini, e potete/dovete procurarvelo a occhi chiusi.

 L'incastro è perfetto, il cd ricomincia da capo più e più volte, senza mai stancare, sempre con un frammento nuovo da cantare.

La recensione esalta l'album del 1968 di Eddy Louiss Trio con Renè Thomas e Kenny Clarke, definendolo un capolavoro del jazz europeo. Il disco è caratterizzato da un interplay perfetto tra i musicisti, musiche ispirate e coinvolgenti che spaziano dai tempi veloci alle ballad struggenti. L'autore esprime particolare ammirazione per la resa espressiva di Thomas e l'energia di Clarke, consigliando di procurarsi l'album senza esitazione. Ascolta subito questo capolavoro jazz e lasciati conquistare dalla magia del Trio!

 Il risultato è a dir poco strabilante anzichenò.

 Uno Zorn di ascolto facile, leggero e tranquillo, praticamente una brezza.

Filmworks XIV di John Zorn è una colonna sonora dal carattere etereo e leggero, ispirata alla tradizione ebraica e all'Exotica di Martin Denny. Con musicisti come Trevor Dunn e Cyro Baptista, il disco emerge come un'opera raffinata e accessibile, capace di accompagnare momenti di relax. Interessante anche la presenza vocale di Ganda Suthivarakom, non presente nel mix del film per ragioni religiose, ma valorizzata nel CD. Il lavoro è apprezzato per la sua freschezza e spontaneità. Ascolta Filmworks XIV per un viaggio sonoro unico tra fede e musica contemporanea.

 «Mai, prima di quell'uomo con la barba, avevo provato quel senso di instabilità, quella sensazione di catastrofe imminente.»

 «La musica di Brotzmann si presenta come un enorme scarabocchio, un groviglio di segmenti che si attorcigliano senza alcun senso apparente, ma che nasconde piccoli arabeschi e significati sorprendenti.»

La recensione esplora l'album "Balls" (1970) di Peter Brotzmann, Fred Van Hove e Han Bennink, descrivendolo come un'esperienza sonora intensa e destabilizzante di free jazz d’avanguardia. L’autore evidenzia l’impatto tumultuoso e il carattere anarchico della musica, che si articola in lunghi frammenti imperfetti ma ricchi di significati nascosti. Consigliato a chi ama la sperimentazione musicale e vuole affrontare nuove sfide d’ascolto, "Balls" è presentato come un viaggio emozionante nel caos sonoro e nella creatività estrema. Scopri ora l’intensità di “Balls” e immergiti nel free jazz più estremo!

 "Fanny Adams è il disco più duro e caratteristico dei Sweet, con una precocità sonora sorprendente."

 "Set Me Free è uno di quei pezzi che si avvicina al prototipo di canzone perfetta."

Sweet Fanny Adams rappresenta la svolta più dura e caratteristica dei Sweet, combinando heavy metal con innovative sonorità glam. L'album offre pezzi potenziati da chitarre distorte, sintetizzatori pionieristici e interpretazioni vocali intense. Nonostante un finale meno ispirato, il disco si conferma una pietra miliare spesso dimenticata del glam rock anni '70. Ascolta Sweet Fanny Adams e riscopri un capolavoro glam senza tempo!

 Ci vuole coraggio (ed anche una bella faccia tosta) a fare un album del genere.

 Frank Zappa, che ama i suoi figli (io sono solo un loro cultore, di solito), approva dal Cielo.

La recensione esalta il coraggio e l'originalità dei Flaming Lips in "Hit to Death in the Future Head", evidenziandone la natura psichedelica e gli arrangiamenti musicali sofisticati. Vengono analizzate diverse tracce, con apprezzamenti per le sperimentazioni sonore e il mix di emozioni, dal malinconico al punk. Il testo sottolinea l'impatto artistico dell'album, citando influenze e collaborazioni rilevanti. Scopri l'universo psichedelico e coraggioso dei Flaming Lips con questa recensione esclusiva!