Voto:
Dislocation, questa volta l'hai fatta grossa. Il pezzo è veramente formidabile, ben scritto, interessante e avvincente. Uno di quei pezzi che nobilitano questo posto.
L'unico appunto che mi permetto di farti è sulla canzone italiana politica di sinistra. Quando affermi che essa era "certa d’una vittoria proletaria finale per la quale mai si è data pena d’indicare una via, un mezzo, sempre e soltanto il fine, mai il mezzo", cioè che era semplice utopia, esposizione generica e non concreta di valori e obbiettivi.
Non sono d'accordo, non mi pare che fosse così. I modelli degli ambienti che esprimevano quelle canzoni erano ben noti, la Cina e il libretto rosso di Mao, la russia di Lenin, Cuba del Che e così via. Tutti luoghi in cui l'obbiettivo era stato raggiunto con la rivoluzione.
Quindi quello era il mezzo: la rivoluzione proletaria. Quando le canzoni non lo dicevano esplicitamente, lo sottointendevano. Quando Guccini cantava "trionfi la giustizia proletaria" in platea succedeva sempre qualcosa.
Comunque complimenti, ti darei 6 stelle se potessi.
Voto:
una raccoltaccia pubblicata dalle multinazionali discografiche harvest emi columbia e sony per fare cassa, nata vecchia, zeppa di sovraincisioni e rimissaggi a causa di divieti copyright.
Cosa vuoi dire a madcat? Niente, i ricordi d'infanzia sono sacri.
Forse il suo è l'unico modo perdonabile di parlare di un discaccio del genere.
Madcat, ego te absolvo, in nomine Patris...
Voto:
praticamente di loro restano solo una decina di 45 giri che varranno 35 mila euro l'uno (che nessuno mai pagherebbe) e tre minuti su youtube.
E poi il ricordo di Marcel, che se ho ben capito, è ancora vivo.
Ah, dimenticavo, anche la memoria di Marguerite di Nizza.
Una storia quasi portata via dal vento. Bellissima.
Voto:
complimenti, una disamina ben fatta e scritta anche con una leggerezza che toglie polvere ad un epopea ormai lontana ma meravigliosa da ricordare.
A vent'anni amavo tutto il repertorio Blue Note.
Con il passare degli anni mi sono reso conto che quel motto "Jazz with feeling, soulfulness and groove" nascondeva un'insidia, e cioè l'ombra della "maniera", pericolo mortale per il jazz, perché non c'è cosa più noiosa del jazz di maniera.
Oggi penso che ci siano dei dischi targati Blue Note, direi una quindicina, certamente tra i capolavori di ogni tempo (a cominciare dal da te citato Somethin' Else, disco sostanzialmente di Davis, anche se intestato a Cannonball). Poi un mare di dischi che si somigliano tutti tra loro, il suono "blue note", quell'hard bop solido e impeccabile su cui però incombe l'ombra non benigna del "buon mestiere".
In ogni caso amo quei dischi, tutti, e i vinili in particolare. E' bello anche solo toccarli, girarseli tra le mani.
Complimenti ancora, spero di rivederti su questi schermi.
Voto:
Martello, ma se fosse uscito Blonde On Blonde cosa avresti fatto?
Voto:
Abraham, famo a capirse, la tua recensione FA SCHIFO, hai capito o no? Cos'è, non capisci? Questo non è inconfutabile, è oggettivo. Se poi vuoi fare il caso umano, il vomito il cancro, l'antefatto e i fronzoli, fai pure. L'elemento da manicomio sei tu, mica io.
Ma rimane che la tua recensione fa schifo.
Voto:
il rapporto con le canzoni è una cosa intima e personale, e criticare il legame altrui con certe canzoni significa fare una cosa inutile. Pertanto, se le canzoni di questo disco ti "appartengono" per qualche motivo...beh, buon per te, di certo non entro nel merito.
Però la recensione non rende onore ad un personaggio indimenticabile come Lucio Dalla, che ha lasciato un vuoto per molti.
Certi accenti sui rutti e le scorregge, direi impubblicabili, li avrei evitati. Anzi, i suoi gorgheggi strani, in qualche caso diventati intere canzoni (intervista con l'avvocato, pezzo zero e altre), rappresentavano una parte importante del suo personaggio, quella che non si prende troppo sul serio, salvo poi sedersi al piano e cantare anna e marco o futura.
Penso che dopo Caruso, Dalla avesse perso la capacità di scrivere belle canzoni. Trovo praticamente tutti i suoi dischi dalla metà degli anni '80 in poi trascurabili, quando non brutti. Attenti al lupo è una delle più brutte canzoni che abbia mai ascoltato. Però, da grande qual'era, è diventato eclettico (più ancora di quanto non fosse già prima), imprevedibile, capace sempre, fino all'ultimo giorno della sua vita di regalare pezzi di straordinario spettacolo e arte.
In ogni caso, tra il 1966 e il 1983 ha fatto la storia della musica italiana, e anche la mia (di storia). Anche quella di lector, che si è chiuso in camera.
Per questo la tua recensione, al di la dei gusti personali, non mi pare adeguata a uno come Lucio Dalla.
Voto:
Neghentropico?
Cioè a dire: N(y) = H(Ygauss) - H(y), dove però Ygauss rappresenta una variabile aleatoria con distribuzione gaussiana e matrice di covarianza della variabile oggetto di studio y.
Oppure "tendente all'ordine".
HOPELESS sono sempre stato un tuo fan, e non ricordo un tuo pezzo brutto. Tutti belli, qualcuno bellissimo. Il livello è alto come sempre.
Però un paio di volte ho dovuto prendere il vocabolario, e vedi che sono laureato in legge a pieni voti. Comunque complimenti come sempre.
Voto:
ben fatta
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