Voto:
trent'anni fa vedere quest'uomo farsi volontariamente oggetto dell'umiliazione del pubblico mi strappò un sorriso di cui mi vergognai quasi istantaneamente con me stesso. Oggi il capitolo Benson mi fa solo tristezza, e di tristezza ne ho già abbastanza per altri motivi. Non me ne serve di più.
Voto:
certe cose non cambiano mai. Gli anni passano, tanti, troppi, eppure ancora oggi assisto a questo singolare fenomeno, e cioè di persone che prendono spaventosamente sul serio tutti i riferimenti filosofici dispersi da questo bravo e furbo musicista nei testi delle sue canzonette.
E così c'è chi si mette a scrivere vere e proprie tesi di laurea sugli argomenti più disparati, dal neoplatonismo a Gurdjieff, pubblicando insalatoni di filosofia spicciola spaventosamente noiosi e autocompiaciuti della propria erudizione. E tutto questo per commentare... il testo di una canzone di Battiato!
Ma è possibile? Ma si può essere così fessi?
Per chi se ne fosse dimenticato, TRATTASI DI CANZONETTE!!! Belle, ben costruite, divertenti, furbe CANZONETTE. Lo sfoggio della filosofia è tanto inutile, quanto noioso, e chi si presta a queste operazioni in realtà non ne esce come colto, ma come ingenuo.
Voto:
recensione di fuffa, come la musica dei dream theater del resto
Voto:
e poi alcune idee degli scrittori di fantascienza sono realmente pazzesche. Qualcuno si ricorda il "vetro lento"? Puro genio, innegabilmente puro genio.
Voto:
e ora di affrontarlo il discorso "Urania".
Quei libri hanno fatto la storia della fantascienza. E poi le copertine...
Ma la fantascienza ha fatto la storia della letteratura? Qualcuno dice di no, qualcuno di si.
Io qualche libro realmente straordinario l'ho letto. Ne ricordo uno, credo proprio un Urania, che si intitolava "Universo". Mi è rimasto impresso.
Voto:
Un consiglio per gli amici: di questo artista ho amato un disco intitolato "Where's your cup?".
Voto:
la recensione parla di cose sacre come vecchi vinili che hanno fatto la tua storia, estati lontane, jukebox che diffondono sempre la stessa canzone, le strane idee dell'adolescenza, storici negozi di dischi. Insomma, proprio il tipo di cose che destano il mio massimo rispetto perchè appartengono anche a me, quasi uguali.
Quindi zaireeka, massimo rispetto per il tuo scritto.
Però il disco è deboluccio, via, diciamocelo, deboluccio. E' un Dalla che è appena uscito dal suo momento magico, situato tra il 1977 e il 1981. Non è il suo disco più brutto, quelli successivi sono pure peggio. Ha ancora una sua grazia nei testi, però è in fase calante. La tua recensione è talmente carina da farlo sembrare bello. Ma in verità non lo è.
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un pezzo da professionista. Complimenti
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santo cielo, ne è passato di tempo.
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Io mi sono fatto l'idea che Lennon, in quell'epoca, desiderasse prendere il più possibile le distanze dalla vicenda Beatles. Aveva molte cose da raccontare, e anche molto personali (e inizierà il suo racconto intimo nel 1970 con John Lennon/Plastic Ono Band), ma occorreva prima distruggere il modello che si era trovato cucito addosso negli gli ultimi anni dell'avventura Beatles. Non saprei spiegarmi diversamente un disco come questo. Una sorta di anti-yesterday, di fucilazione del sgt. Pepper. Ma è una mia sensazione, del tutto opinabile.
Comunque bella e interessante recensione.
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