Grasshopper

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 Io Sono Nato Libero (1973) è il loro terzo album e a mio giudizio il vertice insuperato di una lunghissima parabola.

 La musica è più che all’altezza, un susseguirsi di quadri continuamente mutanti in perfetto stile Emerson Lake & Palmer.

La recensione celebra 'Io Sono Nato Libero' del Banco del Mutuo Soccorso come un vertice insuperato del progressive italiano degli anni '70. L'album è descritto come un mix di ricchezza compositiva, tecnicismi e testi intensi e poetici, con una menzione speciale per le performance vocali e strumentali. La suite di apertura e i brani successivi vengono analizzati evidenziando la varietà musicale e l'impatto emotivo. Il giudizio finale è estremamente positivo, considerando l'opera un classico intramontabile. Ascolta ora 'Io Sono Nato Libero' per immergerti nel vero progressive italiano!

 Quattro autentici marziani, e non solo come musicisti.

 Con una sola parola: perfezione.

La recensione celebra il Modern Jazz Quartet e il loro album Fontessa come un capolavoro di eleganza e perfezione stilistica nel jazz degli anni '50. Viene sottolineata l'originalità della loro compostezza formale e la raffinata interazione tra i musicisti, in particolare i duetti tra pianoforte e vibrafono. L'album è descritto come una suite complessa che coniuga jazz e musica colta con grande grazia, offrendo sia momenti ipnotici che virtuosi con un'atmosfera intensa ma controllata. Ascolta Fontessa e immergiti nell'eleganza senza tempo del Modern Jazz Quartet.

 Le passioni devono passare velocemente, o essere respinte.

 Un Concerto così straripante di idee musicali da richiedere quattro movimenti invece dei canonici tre.

La recensione esplora la complessità del Concerto per pianoforte n.2 di Brahms, sottolineando il perfetto equilibrio fra passione controllata e rigore formale. Viene evidenziato il lavoro approfondito di Brahms che, pur opponendosi all'esasperazione romantica, riesce a esprimere intense emozioni. L'interpretazione preferita è quella di Claudio Arrau con la Philharmonia Orchestra diretta da Carlo Maria Giulini, lodata per la sua energia e autenticità. Il concerto è definito una maratona musicale di grande fascino, dove classicismo e intensità convivono con successo. Ascolta ora il Concerto per pianoforte n.2 di Brahms e lasciati trasportare dalla passione intensa e raffinata.

 Herbie Hancock ispiratissimo e assai sicuro di sé con un concept-album sul mare e sulla vita acquatica.

 Un prodigio di raffinatezza e di pacata vivacità, ben al di là di quello che ci si può aspettare da un disco di 41 anni fa.

La recensione celebra Herbie Hancock e il suo album 'Maiden Voyage' del 1965, un concept album ispirato al mare e alla vita acquatica. La musica è descritta come raffinata, evocativa e tecnicamente sublime, con una formazione di jazz di altissimo livello. Vengono analizzati i brani più significativi, esplorando le atmosfere e le sensazioni marine evocate. L'album si distingue per la sua modernità e freschezza anche a distanza di decenni. Ascolta ora 'Maiden Voyage' e immergiti nel magico mondo jazz di Herbie Hancock.

 "'Belonging' è come un'apparizione, un miracolo, un segno che la perfezione esiste e ogni tanto si manifesta, anche se per poco."

 "La vera sorpresa è Jan Garbarek: un sassofonista versatile, capace di passare dal caldo e sensuale soffio di 'Blossom' allo stridulo e straziante lamento di 'Solstice'."

La recensione celebra 'Belonging' di Keith Jarrett come un gioiello del jazz nordico prodotto da ECM. L'autore sottolinea la perfetta intesa tra Jarrett e il sassofonista Jan Garbarek, evidenziando la qualità sonora e l'equilibrio dei brani. L'album è descritto come un ponte tra jazz classico e contaminazioni latineggianti, con una forte impronta emotiva e tecnica. Le interpretazioni coinvolgenti di tutti i musicisti definiscono un'opera di alta classe e imperdibile. Ascolta subito 'Belonging' e immergiti nel raffinato jazz nordico di Keith Jarrett.

 Nasce così la Sinfonia n°7 in do maggiore Op. 60, detta non a caso “Leningrado”, uno dei più lampanti esempi di come la storia possa farsi musica.

 E' soltanto una marcetta rozza e banale, all’inizio esposta in “pianissimo”, molesta come un ronzio di zanzara, poi ostinatamente ripetuta in un crescendo di volume e di intensità da Bolero di Ravel.

La recensione esplora la Sinfonia n.7 “Leningrado” di Dmitri Shostakovich come una composizione profondamente vissuta e simbolica della resistenza sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale. Viene analizzato soprattutto il primo movimento, mentre il finale è considerato leggermente eccessivo. Si sottolinea l'interpretazione eseguita dall'Orchestra Filarmonica Ceca guidata da Karel Ancerl, ricca di partecipazione emotiva. Ascolta la Sinfonia n.7 di Shostakovich e vivi l’epopea di Leningrado in musica.

 È difficile trovare un essere umano che non conosca il motivo iniziale del primo movimento della Sinfonia n.40 K 550 in sol minore.

 Il vero centro espressivo della Sinfonia Jupiter è un autentico prodigio di inesauribile vivacità mozartiana, impreziosito da un rigore contrappuntistico degno di Bach.

La recensione riflette sull'ispirazione artistica di Mozart nel 1788, soffermandosi sulle sinfonie n.40 e n.41 "Jupiter", capolavori che rappresentano una perfetta fusione tra eleganza settecentesca e sentimento preromantico. Viene evidenziata la grandezza espressiva e la genialità compositiva di Mozart, sottolineando anche le differenze interpretative, con una preferenza per la versione di Bernstein e i Wiener Philharmoniker. L'opera è celebrata come un esempio sublime di musica immortale e composizione magistrale. Ascolta ora queste straordinarie sinfonie di Mozart e scopri un capolavoro senza tempo.

 "Non è più una questione di colore, è qualcosa al di sopra di questo."

 "Mingus siede al pianoforte con il tipico stile sobrio di chi è soprattutto compositore e leader della band."

La recensione analizza 'Oh Yeah' di Charles Mingus, evidenziandone il carattere sperimentale e fuori dagli schemi del jazz anni '60. Mingus, contrabbassista di genio qui al pianoforte, guida una formazione eccezionale che esprime libertà e intensità emotiva. L'album riflette la complessità personale dell'artista e un'impostazione musicale originale e dirompente. Brani come 'Hog Callin' Blues' e 'Passions Of A Man' mostrano un jazz innovativo, emotivamente profondo e unico. Ascolta Oh Yeah e immergiti nel genio unico di Charles Mingus!

 L'inquietudine mi cresce dentro come un cancro.

 Il finale ci mostra una continua battaglia dell’uomo contro i colpi assestati dal destino.

La recensione esplora con profondità e intensità la Sesta Sinfonia di Gustav Mahler, descrivendola come un'opera tormentata che riflette l'inquietudine e il destino del compositore. Vengono analizzati i singoli movimenti e il loro carattere drammatico, con particolare attenzione al finale e ai famosi 'colpi di martello'. La recensione sottolinea inoltre l'importanza delle interpretazioni di Sir Georg Solti e Claudio Abbado e lo straordinario impatto emotivo dell'opera. Ascolta la Sinfonia n.6 di Mahler e lasciati travolgere dalla sua potenza emotiva.

 In tempi più recenti la soluzione è stata la più ovvia, un lungo silenzio, ma nel 1974 ... la soluzione fu questo strano disco di transizione, volutamente dimesso anche nella grafica.

 Come piccoli burattini che si agitano inutilmente davanti ad uno scenario fasullo, nei dieci minuti di questa ballata percorrono Via della Povertà Hitler, Eliot, Pound, Einstein, Casanova...

La recensione analizza l'album 'Canzoni' di Fabrizio De André, definito un disco di transizione e omaggio ai suoi maestri musicali. Attraverso traduzioni magistrali di brani di Dylan, Brassens e Cohen, emerge l'abilità dell'artista nel trasmettere emozioni profonde e riflessioni sociali. Pur nato in un momento di calo di ispirazione, l'album dimostra una forte autenticità e valore artistico, con testi che raccontano l'umanità degli emarginati e la complessità esistenziale. Scopri l’anima autentica di De André con l’ascolto di 'Canzoni'.