"Un nuovo caposaldo nella discografia dei Current 93, raggiungendo come minimo i livelli del monumentale 'Black Ships Ate The Sky'".

 "David Tibet ha dimostrato di essere dieci passi avanti rispetto al lavoro dei suoi compatrioti; ma soprattutto ha dimostrato di essere sempre e comunque Primo tra tutti, su tutti, oltre tutti."

La recensione celebra 'I Am The Last Of All The Field That Fell' dei Current 93 come un'opera di alto livello che riafferma la grandezza di David Tibet dopo anni di produzioni discontinue. L'album, ricco di collaborazioni prestigiose e sonorità nuove, mescola folk apocalittico e momenti di intensa intimità. Nonostante alcune tracce meno efficaci, il lavoro nel complesso si presenta come una pietra miliare della carriera della band. Ascolta ora l'album e scopri l'universo sonoro unico di Current 93!

 "Non riesco a sentire la freddezza, ma solo la loro falsità..."

 Con Almanacco d'autunno Béla Tarr raggiunge finalmente una perfetta, assoluta padronanza dei propri mezzi.

‘Almanacco d'autunno’ (1985) di Béla Tarr è un film di transizione che anticipa il suo stile raffinato e allegorico. Caratterizzato da una fotografia eccezionale e un uso sorprendente dei colori, il film sviluppa un dramma psicologico intenso attraverso dialoghi profondi in un ambiente claustrofobico. Pur nella sua ripetitività, è una perla nascosta che celebra la padronanza tecnica e la profonda umanità del regista ungherese. Scopri questo capolavoro nascosto di Béla Tarr e immergiti in un cinema d'autore unico e profondo.

 «Moebius è il peggior episodio nella filmografia del regista.»

 «Una porcata che giudicherei completamente inguardabile se soltanto non fosse riuscita a strapparmi ben più di una risata.»

La recensione valuta 'Moebius' di Kim Ki-Duk come un fallimento grottesco e provocatorio, privo di un reale messaggio e ricco di situazioni assurde. Pur non trovando nulla di positivo a livello registico, l'autore riconosce che il film strappa risate involontarie. Considerato il peggior titolo nella filmografia del regista, è visto come un'eccessiva autoindulgenza sterile e poco convincente. Scopri perché Moebius è considerato un fallimento tra i cult di Kim Ki-Duk!

 Maboroshi non succede quasi nulla, ma lascia un gran magone.

 Come palesare l'incomunicabile, come sbriciolare il cuore in due minuti con un'inquadratura fissa sul mare.

Maboroshi no Hikari di Hirokazu Kore-eda è un film contemplativo e intimo che racconta il dolore del lutto e l'incomunicabilità con uno stile minimalista e poetico. Influenzato da maestri come Ozu e Mizoguchi, il film utilizza silenzi, fotografie realistiche e una narrazione lenta per creare un'atmosfera carica di emozioni e simbolismo. Non è un film per tutti, ma chi si lascia andare alla sua essenza sperimenta una profonda esperienza emotiva e riflessiva. Scopri l'intensità silenziosa di Maboroshi no Hikari, un capolavoro del cinema giapponese da vivere con lentezza.

 To The Wonder è a tutti gli effetti un’inutilissima appendice di The Tree Of Life.

 Se esiste ancora un cinema degno di essere chiamato tale, lo cercherò altrove.

La recensione mette in luce un forte disappunto verso 'To The Wonder' di Terrence Malick, considerato un seguito superfluo e inferiore a 'The Tree of Life'. Nonostante la qualità visiva, il film è descritto come privo di trama coinvolgente e popolato da personaggi inconsistenti. L'esperienza complessiva risulta deludente, dominata da stereotipi e riflessioni superficiali sull'amore. Il recensore invita a cercare cinema più sostanzioso altrove. Scopri recensioni sincere e approfondite su altri film imperdibili!

 Il cinema, il vecchio cinema è morto e questo film è la marcia funebre in suo onore.

 Stiamo diventando quei fantasmi? Non c’è più speranza per il buon vecchio cinema?

Goodbye, Dragon Inn è un film lento e statico che rende omaggio al vecchio cinema, raccontando l'ultima serata di proiezione in un teatro fatiscente. Attraverso atmosfere spettrali e silenzi prolungati, il film esplora temi di alienazione, solitudine e nostalgia. La mancanza di azione e la lentezza esasperata possono risultare frustranti, ma amplificano la riflessione sulla scomparsa del cinema classico e sul passaggio del tempo. Un'opera d'autore intensa, non per tutti i gusti. Scopri l'omaggio struggente al vecchio cinema con Goodbye, Dragon Inn.

 Nel cinema di Ozu non c'è spazio per approfondimenti o artifici psicologici: viviamo gioie e drammi in presa diretta, negli scambi di sguardi e gesti.

 Quel padre che, a seguito del matrimonio della figlia, torna a casa e si ritrova ad affrontare la solitudine della vecchiaia sbucciando una mela, un gesto destinato a riflettersi sulla spiaggia deserta.

La recensione esalta Banshun (Tarda Primavera) di Yasujiro Ozu come un capolavoro che, attraverso uno stile sobrio e minimalista, racconta la vita quotidiana e le tensioni familiari della società giapponese primi del '900. Il film è apprezzato per la sua poesia visiva e la capacità di trasmettere umanità e struggente solitudine attraverso gesti semplici e silenzi. Nonostante la trama apparentemente esile, l'impatto emotivo è profondo e duraturo. Il finale è particolarmente memorabile, simbolo di un cinema intimo e riflessivo. Scopri il delicato mondo di Ozu con Banshun, un capolavoro da non perdere.

 Un disco così kitsch, lacrimevole, plasticoso, ridondante, autoindulgente, noioso, loffio e indigesto mi fa semplicemente piangere di amarezza.

 Neige è diventato a tutti gli effetti uno sterile mestierante intrappolato negli stessi cliché lirico-musicali che lui stesso ha creato.

La recensione di Les Voyages De L'âme di Alcest esprime delusione per un album che conferma il riciclo di idee già esplorate senza innovazione. Pur apprezzando l'eleganza musicale, l'autore critica la mancanza di ispirazione e una performance vocale in calo. Confrontato con i precedenti lavori, il disco è giudicato autoindulgente, ripetitivo e poco coinvolgente, segnando una stagnazione creativa per il progetto di Neige. Scopri se Les Voyages De L'âme è davvero all'altezza del mito Alcest!

 Il linguaggio di Thy Catafalque è fatto di paradossi: pesantissimo e corposo, ma sensibile e poetico nell’animo.

 Guardare il mondo con gli occhi di un bambino e il cervello di un’entità semialiena riassume la poetica di Thy Catafalque.

Rengeteg di Thy Catafalque rappresenta un consolidamento raffinato della personale formula avantgarde di Kátai Tamás. Il lavoro fonde un metal potente con elementi di folklore e atmosfere spaziali, dimostrando un'eccellente capacità di innovazione senza mai risultare pretenzioso. Un album complesso ma accessibile, capace di emozionare e intrattenere l'ascoltatore più attento. Scopri ora il raffinato mondo sonoro di Thy Catafalque con Rengeteg!

 Questo EP non è un lavoro come tanti altri: un'autentica riappropriazione d'identità della band espressa in un'unica, poderosa suite di 27 minuti.

 Le atmosfere maledette, le melodie lancinanti, le chitarre sporche e limacciose, i ritmi strascicati e solenni, le partiture di violino finalmente ispirate.

The Barghest O' Whitby rappresenta per My Dying Bride un ambizioso ritorno alle atmosfere death/doom dei loro esordi, lontano dalle mediocrità recenti. Questo EP di 27 minuti si distingue per la sua struttura complessa e la qualità musicale, offrendo melodie oscure, ritmi solenni e violino ispirato. Sebbene non un capolavoro assoluto, rappresenta una parentesi apprezzabile che potrebbe preludere a una rinascita della band. Scopri l'intenso ritorno di My Dying Bride con The Barghest O' Whitby.

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