Uno dei primi esempi di show multimediale, forma d'arte pop che diventerà comune almeno un decennio dopo.

 Un documento della breve sbandata americana del futuro duca bianco e una prova della sua attitudine a cannibalizzare i generi musicali.

La recensione analizza 'David Live', il primo live ufficiale di David Bowie del 1974, sottolineandone l'innovazione musicale tra funk e soul. La performance live è descritta come un episodio peculiare che anticipa la forma multimediale dello spettacolo pop. Nonostante la mancata resa della parte scenica, l'album mostra una band di grande qualità e una significativa rielaborazione dei classici di Bowie. Alcuni brani funzionano meglio di altri, ma nel complesso 'David Live' è un documento prezioso della trasformazione artistica di Bowie. Ascolta David Live per entrare nell'innovativa fase funky e soul di Bowie!

 Una prova convincente della formidabile capacità musicale degli Spiders from Mars.

 Una performance rock forse più orientata all’R’n’B che al glam, ma un’esaltante e onesta testimonianza di un artista in invidiabile stato di grazia.

Il live di David Bowie a Santa Monica nel 1972, pubblicato ufficialmente nel 2008, mostra un Bowie e gli Spiders from Mars in ottima forma, con un sound grezzo e potente definito proto-punk. La performance è apprezzata per la sua autenticità e compattezza, risultando superiore a quella del famoso concerto londinese del 1973. Il disco offre una testimonianza intensa e onesta della fase iniziale di Bowie, con un'atmosfera intima e meno spettacolare rispetto ai live successivi. Scopri ora l'energia autentica di Bowie con Live Santa Monica '72!

 Questa contraddizione è ben rappresentata in Black Tie White Noise: la sperimentazione e la contaminazione tra i generi si accompagnano a un approccio modaiolo che a tratti appesantisce i brani.

 Bowie voleva rifare 'David Bowie che fa Morrissey che fa David Bowie', un perverso e narcisistico gioco di specchi.

Black Tie White Noise rappresenta per David Bowie un album di transizione ricco di sperimentazione e contaminazioni tra generi. Pur segnato da qualche eccesso modaiolo e un suono a tratti datato, mostra una qualità alta nei testi e negli arrangiamenti, con ospiti che contribuiscono senza protagonismi esagerati. L'album anticipa le direzioni future di Bowie e il suo ritorno alla ribalta dopo gli anni '80. Scopri il lato meno noto di Bowie con la nostra recensione di Black Tie White Noise!

 David Bowie sosteneva di trarre giovamento dalla cura di gruppo, che gli restituiva l’entusiasmo e la credibilità di chi non ha un riflettore costantemente puntato contro.

 In definitiva è un prodotto appena sufficiente, fotografia di un gruppo che... non riesce a convincere né i puristi del rock né i fans storici di Bowie.

La recensione analizza Tin Machine - Live: Oy Vey, Baby, terzo album live della band guidata da David Bowie. L'album mostra buone doti tecniche ma è in generale poco convincente, con scelte di brani discutibili e performance alternate. Solo i completisti e i fan più fedeli potranno apprezzarlo davvero, anche se la band dimostra affinità con il rock anni '90. Scopri perché questo live di Tin Machine è un must per completisti e fan di Bowie!

 Il disco è una vera e propria gemma nascosta, e vale assolutamente la pena dargli la caccia.

 Il risultato è notevole: avanguardia, art rock, pop, jazz e new age si fondono mirabilmente per dar vita a canzoni e composizioni strumentali degne del nome del suo autore.

The Buddha of Suburbia è un album semisconosciuto di David Bowie, nato come colonna sonora per una fiction BBC. Con contaminazioni di art rock, jazz e new age, il disco riflette la ritrovata creatività di Bowie negli anni '90, mostrando una sintesi felice di influenze e improvvisazioni. Un album ricco di sperimentazioni e brani di alta qualità, valorizzato dal lavoro con il polistrumentista Erdal Zizilcay ma rimasto ingiustamente poco noto. Ascolta ora questa gemma nascosta di Bowie e scopri un lato poco conosciuto del Duca Bianco!

 Anche i grandi possono compiere delle rovinose cadute.

 Si è di fronte a un disco più sincero e meno modaiolo, ma con brani assolutamente dimenticabili e meno ispirati.

Never Let Me Down è considerato il peggior album di David Bowie, segnando una caduta artistica. Pur offrendo un impegno più sincero e un sound più rock-oriented, i brani appaiono mediocri e poco ispirati. Solo qualche pezzo emerge, ma l'album nel complesso non convince, spingendo Bowie a cercare nuove strade con Tin Machine. Scopri perché Never Let Me Down è un capitolo controverso di Bowie, leggi la recensione completa!

 Il disco appare fuori fuoco, i brani sono dimenticabili e il suono è gonfio, pomposo e artificiale.

 Il Bowie degli anni '80 è molto artista pop e poco musicista.

Il secondo album della cosiddetta 'trilogia infame' di Bowie delinea una fase creativa stagnante, con brani poco originali e una produzione sovraccarica. Poche le tracce meritevoli come 'Loving the Alien' e 'Blue Jean'. La partecipazione di Tina Turner non riesce a riscattare un lavoro mediamente deludente, che si affida più alla popolarità dell'artista che alla qualità musicale. Scopri perché 'Tonight' è considerato uno dei momenti più controversi di Bowie.

 "Il camaleonte del rock" diventa mero intrattenitore commerciale in Let’s Dance.

 L’album è dimenticabile, banalotto, a tratti imbarazzante, lontano dalle vette creative di Bowie.

Let’s Dance segna per David Bowie un cambiamento radicale verso un pop più commerciale e accessibile, con grandi successi radiofonici ma un evidente calo creativo. Pur ottenendo risultati di vendita eccezionali, l'album risulta deludente per i fan storici abituati a un Bowie sperimentale. Le scelte di produzione e i musicisti coinvolti non riescono a caratterizzare i brani al di fuori dei singoli principali. Nel complesso, un’opera funzionale al mercato ma poco memorabile dal punto di vista artistico. Scopri l’evoluzione di David Bowie con la recensione completa di Let’s Dance!

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