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  • RinaldiACHTUNG
    29 mar 20
    Questa fa parte della mia vita, come tutto l'album. Stupenda anche la versione "zephyr".
     
  • Farnaby
    29 mar 20
    Disco travagliato...forse per quello un mezzo capolavoro...
     
    • sergio60
      29 mar 20
      si....erano proprio alla canna del gas...droga,stress da tour,e quant'altro può minare un gruppo...tanto da perdere un componente,eppure è il loro diamante più lucente...frutto di una sorta di outing in cui nulla è lasciato al caso ,amore ,fede e speranza...un escursus su l'umana fragilità...me li ha fatti amare ,li consideravo solo una pop band...nb però li prendo in considerazine da music for the masses in poi ,prima non riesco a sentirli..tranne qualche brano..
    • Farnaby
      29 mar 20
      Beh in "Black Celebration" erano già neri fino al midollo...andando ancora indietro i primi segni di un cambio robusto li trovi in "Construction Time Again"...
    • Farnaby
      29 mar 20
      Tra l'altro persero un pezzo mica da ridere...l'anima musicale.
    • sergio60
      30 mar 20
      Forse fai confusione... Vincent Clarke mollo' appena dopo il primo LP, da allora tutto il peso della composizione è finito sulle spalle di Wilder... Gli altri tre poi due da songs in poi limitano i loro interventi a parte dei testi e arrangiamento... Una sorta di Ian Anderson della musica elettronica
    • sergio60
      30 mar 20
      Guarda... Spulciando il loro catalogo, a parte il primo LP smaccatamente easy e dance, almeno un brano di mio gradimento lo trovo in tutti gli LP, leaving in silence da secondo per farti un esempio, a dare valore alle tue parole ti dico che hanno avuto un crescendo di disco in disco, ma per avere un quadro completo esaustivo devi per forza puntare da music for the masses, prima puoi trovare perle sparse...
  • Farnaby
    30 mar 20
    Infatti mi riferivo proprio a Wilder in risposta al tuo primo commento. Vincent Clarke non mi ha mai fatto impazzire in nessuna delle sue incarnazioni (forse qualcosina degli Yazoo) infatti dal primo disco salvo "New Life", "Photographic e "Tora, Tora, Tora" (scritta da Gore). "A Broken Frame" è un disco di transizione, di assestamento, Alcuni buoni pezzi (secondo me "Satellite" su tutti) e un paio di pezzi orribili che sembrano usciti dalla penna di Clarke. Poi l'ingresso di Wilder e in "Construction Time Again" il livello sale. Si inizia a sperimentare e la scrittura è notevole...due pezzi sono di Wilder. "Some Great Reward" invece, nonostante le buone vendite grazie a "People are People e "Master and Servant" è un disco fiacco con però tre pezzi mostruosi: "Lie To Me", "Stories Of Old" e "Blasphemous Rumours". La prima svolta secondo me è con i due singoli "Shake the Disease" e "It's Called A Heart"...suoni più cupi (specie nel primo) che ritroviamo ancor più delineati nel gigantesco "Black Celebration" nero nel titolo, nella copertina e di fatto. Stessa linea in "Music For The Masses" (bellissimo) e poi il loro capolavoro: "Violator". Gore scrive 9 brani da paura, Wilder e Flood (produttore qui e in "Songs of Faith…"e si sente) mettono su l'impianto sonoro perfetto e Gahan in stato di grazia. Bellissimo come detto anche "Songs of…". Un pelino (ma ino ino) sotto per i motivi di cui sopra che hanno reso alcuni passagi un tantinello pesanti. Dopo l' uscita di Wilder i due superstiti più il cartonato si sono assestati su un livello di eccellenza ma secondo me senza i picchi di questa fase centrale. Perdona il poema.
     

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Canzone 06 - In Your Room