Dopo aver recensito "Violator" dei Depeche Mode ora intendo concentrarmi su quello che io ritengo il loro secondo lavoro più importante e, credo, quello della crisi nera che già aleggiava tra la band. Crisi nera che portò nefaste conseguenze: l'abbandono di Alan Wilder dai Mode e la quasi dipartita di Gahan, salvato in extremis da un'overdose causata da un micidiale mix di droghe.

E' il 1993, Gahan aveva iniziato ad abusare pesantemente di stupefacenti, la sua immagine personale stava virando pericolosamente verso il rocker dannato, diabolico, capelli lunghi, barba ispida ed incolta, quasi un emulo di certi suoi colleghi la cui vita si era conclusa tragicamente. Ma anche nel resto del gruppo le cose non sembravano così rosee: alla conclusione del World Violation Tour presentato con il fine di promuovere "Violator", le forze fisiche e mentali di Gahan, Gore, Wilder e Fletcher erano state pericolosamente minate, la stanchezza era diventata una dura realtà con cui convivere. Difficoltà che fino ad allora erano state minimizzate seriamente, al fine di continuare quella mole di consensi che si era moltiplicata con il disco precedente.

"Songs Of Faith"... rappresenta il punto di massimo del periodo "oscuro" di Gahan & Co., periodo che era stato inaugurato con Black Celebration ed era riuscito a fare breccia nel severo mainstream con Personal Jesus, contenuto nel già citato Violator. Chiunque intenda ripercorrere la biografia dei Depeche Mode e soffermarsi attentamente su quegli anni così difficili dovrebbe analizzare o almeno ascoltare "Devotion" ("Songs Of Faith And Devotion" accorciato), al fine di capire il perchè di certi avvenimenti quasi fatali.

"Devotion" rappresenta inoltre una novità: fino al 1990 i Mode avevano sempre pubblicato un album in studio quasi ogni anno o almeno singoli inediti e live. Da questo momento quella estremamente florida produzione musicale si limita alla pubblicazione di materiale inedito ogni circa quattro anni, pratica che continua tuttora, motivata anche dalla scelte soliste di Gahan.

In questo disco i Mode ripongono, se così si può dire, sintetizzatori e elettronica pura in secondo piano e aprono le porte al rock. Un cambio drastico di sound che è presente principalmente in I Feel You, Mercy In You, Get Right With Me, Rush e In Your Room. Riff potenti, schitarrate elettriche decise sono percepite nel primo estratto dell'album, I Feel You, validissima traccia che mescola elettronica e rock accompagnate da un Gahan dalla voce straziata, quasi disperata. Tonalità vocale che nella maggior parte delle canzoni dell'album sembra carica di rabbia, dolore, sofferenza, quasi ad urlare al mondo, ai fans, al pubblico la sua verità, la verità dei Mode. Mai, in ogni loro lavoro precedente era calata una simile oscurità.

Traccia "stand-out" è Higher Love, la chicca dell'album, una canzone densa di atmosfera, teatralità e malinconia, dove il rock irato di I Feel You si addolcisce e diventa molto più melodico, rilassante e tenue. Riguardo a questa canzone intendo precisare il mio disappunto nella collocazione della stessa nel disco, ossia al termine dell'album. Una simile traccia così profonda meritava una collocazione superiore, anche al principio della tracklist: basti osservare l'esatto inizio del Devotional Tour contenuto nel live onomimo in DVD durante il quale Gahan, o meglio la sua ombra nascosta dietro ad un sipario, intona le prime note di Higher Love, momento che raggiunge un'apice di atmosfera e teatralità immenso. Questo per dimostrare come le caratteristiche di questa canzone erano perfette per una ideale apertura dell'intero album, più lirica e intima di I Feel You, la reale traccia iniziale.

Altra traccia melodica e particolarmente intensa è Walking In My Shoes, secondo singolo dall'album.I Depeche Mode non rinunciano tuttavia a canzoni quasi prive di percussioni e riff, instrumentali: ciò si nota in Judas, performata da Gore. Sempre in tema molto meno valida è One Caress nella quale Gore non riesce ad azzardare molto di più e si perde in una traccia troppo lirica e "classica". Gahan & Co. intendono esplorare anche anche altre sonorità musicali in Condemnation, astuto mix di soul, gospel, rock, canzone prediletta dallo stesso Gahan.

Lavoro compatto, ricco e oscuro, "Devotion" è un punto di arrivo e di partenza dei Depeche Mode: l'apice della loro oscurità, della crisi nera. Ma anche l'inizio dei nuovi Depeche Mode, lontani dai ritmi spensierati degli anni '80, più maturi e sperimentali, aperti alla varietà musicale, all'esplorazione di altri sound, pur tuttavia rimanendo all'interno del loro antico "brand", ossia l'elettronica.

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