Mi trovavo in vacanza in Sicilia. No, non mi trattengo appena vedo un negozio di dischi. Penso fra me e me: “Speriamo abbiano qualcosa di decente, non le solite porcherie”. Entro, saluto. Il negozio promette male. Faccio un giretto senza alcuna speranza di trovare un cd che valga la pena di essere preso. ALT. QUINTORIGO. IN CATTIVITÁ. “Sti qua sono quelli di Bentivoglio Angelina”. 15 €.AFFARE? È MIO.

Al primo ascolto mi lascia leggermente perplesso. Aveva un certo qualcosa di assolutamente irritante. Ho come l’impressione che i Quintorigo volessero creare questo effetto. Impressionante come John De Leo (che ha ora abbandonato i Quintorigo) e i suoi riescano a spiazzare l’udito di quanti incappano in questo piccolo scrigno colmo di sorprese.
Eppure ascolto dopo ascolto l’album cresce. E’ piuttosto difficile dare una precisa collocazione allo stile di questi musicisti: si passa dal jazz al rock, dal blues a partiture electro. E’ comunque probabilmente proprio il jazz ed il teatro ad accomunare tutti i componenti di questo gruppo. Gli strumenti più ricorrenti sono proprio gli archi. Ma a rendere questo album un mini capolavoro nel panorama italiano è proprio la voce di John De Leo, assolutamente straordinaria per intensità.
Si parte con "Illune", splendido giro di violini accompagnati da un testo altrettanto appassionato ed appassionante. Si passa poi a "Clap Hands", rivisitazione di quel mostro di Waits. E’ forse questa la traccia che lascia più perplesso l’uditore. Passiamo poi alla geniale "U.S.A e getta". A mio parere il pezzo più ben riuscito dell’album, assieme a "Deux heures de soleil". "U.S.A e getta", incredibilmente attuale, narra problemi di comunicazione finanziaria nell’era globalizzata. Si sviluppa attraverso un testo praticamente recitato.
"Dimentico" è una ninna nanna scritta a due mani con Fossati. Arriviamo ora alla bellissima trilogia: "Raptus (Il Signore Inesistente)", "Rap-Tus", "Raptus (La dimora Inaccessa)". Questo rap di circa 10 min. descrive i problemi di un condominio con un Signore Inesistente.Assolutamente geniale anche per i non amanti del genere.
Si chiude l’album con altre due belle tracce. Da sottolineare "Illune", la canzone con la quale si conclude l’album, che ha lo stesso testo della traccia d’apertura, ma con un contesto musicale piuttosto diverso. E’ un album piuttosto spiazzante. Consigliato in generale ai fan della psichedelica, della musica classica e dei Radiohead. Sconsigliato ai fan della musica da MTV (escluso Brand:New) o ALL MUSIC (escluso Extra).
Imperdibili.

P.S. L’album acquistato da me contiene 71 canzoni. Le prime 14 costituiscono l’album vero e proprio mentre le altre 57 sono tracce da 6-7 secondi ad eccezione delle numero 51,69 e 70

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