Udire la nostra lingua abbinata al post-hardcore o allo screamo rende tutto più bello tutto più poetico tutto più completo.

 Annunciando il nostro oblio abbiamo progettato la nostra solitudine. Come astro-ingegneri edifichiamo mondi e varchi siderali.

La recensione esalta l'album 'Diavoleria' dei Lantern, giovane quartetto di Rimini, per la sua fusione intelligente di post-hardcore e liriche in italiano. Il disco è considerato poetico e melodrammatico, con citazioni filmiche che arricchiscono l'atmosfera. Nonostante alcune pause discutibili, il lavoro si distingue per l'intensità emotiva e la varietà sonora. Un ascolto consigliato, disponibile su Bandcamp. Ascolta 'Diavoleria' dei Lantern su Bandcamp e immergiti nella nuova scena post-hardcore italiana.

 Il progressive è bello logorroico e mega strutturato senza però essere veramente virtuoso.

 L'album è esclusivamente per appassionati del genere progressive pesante, ma con qualche apertura melodica.

L'album 'Hour Of Restoration' dei Magellan, progetto progressive metal dei fratelli Gardner, presenta brani complessi e strutturati, contraddistinti da arrangiamenti ricercati ma non sempre ispirati. Le tracce più brevi risultano più efficaci, con momenti di melodia ben riusciti come 'Turning Point'. La batteria elettronica, però, penalizza alcune suite, rendendo l'ascolto meno naturale. Un lavoro d'esordio consigliato agli amanti del progressive metal più denso e concettuale. Ascolta Hour Of Restoration e immergiti nel progressive metal denso e melodico dei Magellan.

 Pempelem riesce a pizzicare le corde di una certa atmosfera, di una data storia e di un determinato sentire in modo pressoché unico.

 La musica si trasforma in un filmino di famiglia, rivedo in una botta sola quelle serate di individui elegantissimi dimenarsi come in un rituale aborigeno industriale.

La recensione esplora il raro singolo ska "Pempelem" di Azie Lawrence, un pezzo di culto degli anni '60 per appassionati e collezionisti. Nonostante non sia percepito come innovativo dal punto di vista musicale, sprigiona un'atmosfera unica evocativa delle serate mod e di una scena musicale di nicchia. Il testo ironico e l'arrangiamento coinvolgente lo rendono un elemento prezioso per la sottocultura che lo circonda. La recensione esprime una forte passione e nostalgia per questo frammento di storia musicale. Ascolta Pempelem e immergiti in un classico raro dello ska anni '60!

 «Ricorderò tutta la vita il mese di aprile del duemilaquattordici.»

 «Davide Van De Sfroos è il miglior cantautore italiano.»

Il recensore celebra Goga e Magoga di Davide Van De Sfroos come un album denso di tradizioni e raffinatezza musicale. L'opera alterna brani energici a ballate delicate, tutte permeate da atmosfere lacustri e temi profondi. Molto apprezzati gli arrangiamenti e le collaborazioni, con particolare menzione per la voce di Leslie Abbadini. L'autore è considerato uno dei migliori cantautori italiani contemporanei, e questo disco ne conferma la qualità e l'unicità. Ascolta Goga e Magoga e lasciati trasportare dalle emozioni di Van De Sfroos!

 Ricetta: sequestrate i Converge e trapiantateli in Francia, così diventano stronzi.

 Abbastanza fuori tempo e poco innovativi, assolutamente adorabili e devastanti.

Lowgazers di Plebeian Grandstand è un album che fonde aggressività mathcore e atmosfere avant-black con un tocco estremo e chirurgico. I riferimenti a Converge, Deathspell Omega e Blut Aus Nord sottolineano un suono nervoso, caotico ma affascinante. Pur non innovativo, il disco risulta devastante e adorabile per gli amanti del genere. Scopri il caos sonoro di Lowgazers, un must per gli amanti del metal estremo!

 La musica dei Residents è 'strana' e può mettere un po' a disagio, ma è un viaggio sonoro avvolgente.

 Ascoltate questo album in santa pace, senza distrazioni, per godere appieno di questi suoni nuovi e arrangiamenti dissonanti.

La recensione racconta l'incontro con The Residents e il loro album 'Meet the Residents', definito come un'esperienza musicale unica e bizzarra. Viene evidenziata la particolarità della copertina, la controversia legale e l'originalità sonora del disco. L'ascolto viene consigliato in un momento di calma e concentrazione per apprezzarne appieno le sfumature dissonanti e innovative. Ascolta Meet the Residents e scopri un viaggio sonoro fuori dagli schemi.

 Voce fra l’ubriaco e la pacatezza di un Weekend alle Bahamas.

 Ah! Ma è quel fattone con gli incisivi distaccati (Get the London Look, per intenderci).

Salad Days rappresenta un'evoluzione più matura e malinconica nel percorso di Mac DeMarco. Il disco fonde jangle pop, surf rock e Lo-Fi in un sound riconoscibile e unico. Le tracce si distinguono per intrecci melodici complessi e atmosfere intime. L'autore della recensione apprezza particolarmente l'album, definendolo un passo avanti rispetto al precedente "2" e valuta il lavoro con un 4,5 su 5. Scopri l'atmosfera malinconica e il sound unico di Salad Days!

 Amare l'ignobile, il sudicio, quel che è sgrammaticato e patologico è per me una naturale reazione umana.

 Connettete i 'corpi morti ammassati', i 'politici che schiamazzano', la voglia di evadere, e capirete quanto i Velvet avevan visto giusto.

Questa recensione celebra 'Live at Valleydale Ballroom' dei Velvet Underground come un'opera grezza ma autentica, capace di trasmettere una potentissima carica emotiva e letteraria. Nonostante la qualità tecnica povera, il live riflette la vera essenza della band e la loro visione artistica perversa e rivoluzionaria. Il disco si rivolge a chi cerca musica trasgressiva, sincera e profondamente ispirata, capace di rispecchiare la realtà senza filtri. Consigliato agli amanti del rock alternativo e della sperimentazione. Scopri la verità cruda dei Velvet Underground con questo live imprescindibile!

 Primo e speriamo ultimo disco completamente cantato in Italiano per Elisa Toffoli.

 Canzoni con litanie e cori che ti martellano la testa, ripetitive, tediose e stuccose ed in realtà poco ispirate.

In questo album cantato interamente in italiano, la voce di Elisa viene giudicata poco convincente e irritante, peggiorata da un'accentuazione regionale e una cattiva equalizzazione. Le canzoni risultano ripetitive, poco ispirate e sovraccaricate da cori e parti elettroniche di dubbia efficacia. Nonostante qualche spunto interessante nella musica, il lavoro generale appare sopravvalutato e deludente rispetto alle aspettative. L'autore auspica un ritorno alle origini vocali e una maggiore attenzione artistica nelle produzioni future. Scopri la recensione completa e decidi se ascoltare l'album!

 La musica della Stella a cinque punte somiglia a un tramonto - difficile restituirne l'impressione d'insieme.

 Sweet Child, non il capolavoro assoluto, ma il disco più completo in cui non manca nulla e tutto è al suo posto.

La recensione celebra Sweet Child dei Pentangle come un album unico e completo, capace di fondere jazz, blues e tradizione folk britannica in un equilibrio perfetto. Viene sottolineata la qualità tecnica dei musicisti e la magia della loro alchimia sonora, con riferimenti storici e culturali ricchi. L'opera viene vista come un ponte tra passato e moderno, e un tributo imprescindibile alla musica folk inglese. La passione per questo disco traspare in ogni descrizione, rendendolo un ascolto obbligato per gli amanti del genere. Ascolta Sweet Child e immergiti nell'inebriante mondo dei Pentangle!

 Un Ep che vi strapperà l’anima, per non restituirvela mai più.

 La morte è la nuova frontiera dell’arte.

The Art of Dying è un EP intenso di Sadistik e Kid Called Computer che esplora la morte come tema principale, con un rap tecnico e testi profondi. L'insieme musicale spazia tra ambient e trip hop, creando atmosfere cupe e coinvolgenti. Il recensore evidenzia la capacità dell'artista di mettere a nudo le proprie paranoie e storie personali, realizzando un prodotto affascinante e potente. Un'opera che cattura mente e anima, rendendo la morte un'arte vera e coinvolgente. Ascolta The Art of Dying per un'esperienza musicale intensa e unica.

 Il sangue gronda sin dalla sconvolgente copertina: è un avvertimento.

 Indossate gli auricolari, chiudete gli occhi e liberate la mente, pigiate play e ne aprirete le porte.

La recensione celebra l'album 'Suicide' del 1977, un capolavoro di minimalismo elettronico che crea un'atmosfera cupa e disturbante. La band americana Alan Vega e Martin Rev esplora temi di alienazione, disperazione e critica sociale con testi intensi e suoni innovativi. La traccia 'Frankie Teardrop' è evidenziata come il punto più drammatico e rappresentativo dell'opera. L'album, influenzato dai Velvet Underground, è un'esperienza sonora che richiede attenzione e apertura mentale. Ascolta Suicide e immergiti in un viaggio sonoro oscuro e unico.

 Le leggende non muoino mai, e a volte ritornano!

 Forse tutti i dischi postumi suonassero come questo!

L'album postumo 'Out Among The Stars' di Johnny Cash raccoglie brani inediti degli anni '80, pubblicati dopo 30 anni grazie al figlio John Carter Cash. Il disco si presenta cupo e malinconico, fedele allo stile del leggendario cantautore. Collaborazioni con June Carter Cash e Waylon Jennings arricchiscono un lavoro che non fa rimpiangere le American Recordings. Un'importante testimonianza per approfondire la storia di Cash, con canzoni potenti e melodie avvolgenti. Ascolta ora l'album postumo di Johnny Cash e immergiti nella sua leggendaria voce.

 Gli Haken non tradiscono le aspettative, sento che vederli dal vivo sia stato quasi d'obbligo per apprezzare appieno le loro qualità sia tecniche che creative.

 Il live non è stato spettacolare, ma lo spettacolo vero l'hanno offerto i musicisti, soprattutto i due chitarristi e i loro imprevedibili movimenti sulle loro 8 corde.

La recensione racconta il live degli Haken e dei Lazuli al Live Forum di Assago, sottolineando la qualità tecnica e creativa della band inglese e l'originalità del gruppo francese. Nonostante la bassa affluenza, l'autore esalta l'esperienza coinvolgente e l'intensità delle esibizioni. L'evento è descritto come una serata imperdibile per gli appassionati di progressive rock e musica innovativa. Scopri l'energia degli Haken dal vivo e immergiti nel prog d’eccellenza!

 Libro indispensabile per chiunque volesse approfondire o affacciarsi per la prima volta alla poetica di Lou Reed.

 L'ho personalmente divorato ed ogni tanto lo riprendo dandogli come un 'manualetto' per rifare luce su testi da me dimenticati o poco conosciuti...

Il libro di Daniele Federici offre un approfondimento chiaro e sintetico sulle canzoni di Lou Reed, accompagnato da cenni storici e commenti. È particolarmente adatto sia a chi si avvicina per la prima volta al mito reediano sia a chi vuole rivisitare testi meno noti. L'opera si sofferma su ogni album in studio fino al 2003, fornendo preziosi spunti interpretativi e didascalie essenziali. Scopri l'affascinante mondo di Lou Reed con l'analisi dettagliata di Federici!

 Dopo l'affascinante intro ambientale di "Totem" si passa subito ad uno dei singoli "Captured Heart" primo importante indizio che qualcosa è cambiato.

 Abbiamo la certezza che i ragazzi dopo la fredda new-wave del debutto "Cold" con questo secondo "Earthbeat" hanno voluto essere più ambiziosi e personali.

La recensione evidenzia l'evoluzione sonora di Be Forest nel loro secondo album Earthbeat, più ambizioso e personale rispetto al debutto Cold. Con nove brani e durate contenute, l'album si distingue per l'uso delicato di strumenti esotici e percussioni. La voce di Costanza Delle Rose emerge con maggiore chiarezza, in un'atmosfera avvolgente e magica. L'opera mostra un percorso sonoro maturo e variegato, consigliato a chi cerca sonorità nuove ma ben amalgamate. Scopri ora Earthbeat, il viaggio sonoro magico di Be Forest!

 L'opera decolla col terzo brano 'Castles In The Sand': ceselli di chitarra dodici corde e mandola, registrati e missati con classe sopraffina.

 'Wayland The Rabbit' è una canzone un po’ triste e quindi non per tutte le occasioni, ma veramente toccante.

L'album 'I'll Play For You' di Seals & Crofts del 1975 si distingue per le sue armonie vocali raffinate e atmosfere morbide tipiche del soft rock e folk californiano. Nonostante qualche brano meno riuscito, la qualità musicale, la produzione di Louie Shelton e la partecipazione di musicisti di alto livello rendono questo disco uno dei migliori della loro carriera. Brani come 'Castles In The Sand' e 'Wayland The Rabbit' emergono per complessità e intensità emotiva. Ascolta l'album 'I'll Play For You' e immergiti nel soft rock raffinato degli anni '70!

 “Questi sono per me i locali migliori per gustarsi un vero concerto.”

 “Il finale così intimo, struggente, emozionante lascia senza parole.”

La recensione celebra l’ultimo concerto registrato dei Thin White Rope, tenutosi in un piccolo club belga nel 1992. L’album live "The One That Got Away" cattura l’atmosfera intima, claustrofobica e intensa del gruppo, ormai allo sfaldamento ma ancora potente musicalmente. Il testo sottolinea l’importanza storica della band nel rock psichedelico anni ’80 e ne esalta la qualità sonora e l’impatto emotivo. Ascolta ora l’ultimo live dei Thin White Rope e immergiti in un viaggio sonoro unico.

 Ridurre i Velvet Underground al solo gruppo d'accompagnamento di Lou Reed è l'errore più grande che si possa commettere.

 Sister Ray rappresenta la summa, il centro musicale a cui tutti questi bivi han portato.

La recensione di White Light/White Heat evidenzia l'album come un capolavoro di sperimentazione sonora e minimalismo estremo. Consonanze dissonanti, testi decadenti e una carica punk senza precedenti, l'opera riflette la vera essenza dei Velvet Underground. Nonostante problemi tecnici, l'energia cruda e l'impatto culturale sono indiscutibili. Ogni traccia è un viaggio in un universo sonoro unico e rivoluzionario. Ascolta White Light/White Heat e scopri l'icona del rock sperimentale.

 «Gran Budapest Hotel non farà cambiare le opinioni antitetiche di detrattori e fans.»

 «Quest’opera è una fellatio per gli occhi.»

Il film di Wes Anderson è un mix di estetica colorata e malinconia nascosta, ambientato in un’Europa prebellica segnata da nazionalismi. La narrazione ironica si accompagna a una costruzione scenica impeccabile e a un cast ben calibrato, anche se alcune scelte risultano meno organiche. L’opera resta una festa visiva, nonostante non sia il miglior lavoro del regista. Scopri la magia visiva e i temi profondi di Grand Budapest Hotel!