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la "skunk" è un miscuglio tra Cannabis indica e Cannabis sativa, molto potente. Ci vuole quella per vederci musicalmente i Comus e zio Frankie negli Ozric oppure il progressive che non c'entra nulla. La direzione è quella spaziale-fricchettona descritta da antoniodeste, i Gong.
Anche se Wynn e compagnia attingevano molto da sonorità reggae e dub che andavano in voga nei club inglesi al periodo di Erpland e Pungent Effulgent
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e allora dopo la ...sigaretta prova con i Tripsichord, psycho. Per me sono eccezionali, non ho mai capito perchè non hanno fatto i miliardi...
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@vortex già, la rete è una fortuna per parecchi, la fortuna di poter dire qualsiasi stronzata, tipo onore all'assassino di John Lennon, senza essere obbligati a guardare in faccia chi ti ascolta. Di poter anonimamente mettere in piazza le proprie frustazioni, come quella di anfoxx che si rode il fegato della spocchia e dello snobismo della sinistra, quando invece la vera sinistra è il proletario che non riesce a tirare la fine del mese e dovrebbe forse essere rappresentato dalla destra sociale delle miliardarie annoiate come la Santachè? Ascanio Celestini è un affabulatore, un piccolo Davide che a teatro di trasforma in un Golia logorroico che ti fa pensare. Per lui fare un disco ha lo stesso significato dei Crass, la possibilità di dire la sua attraverso la musica, che passa in secondo piano,ed emergono i testi che parlano della gente e dei suoi problemi, di come viene presa in giro inducendola a pensare che alla fine il cane sta bene se sta bene il padrone. E' chiaro che a molti farà ridere e farà dire che palle, come secoli fa faceva dire che palle un cantautore schierato come Claudio Lolli, ma Celestini è soprattutto uno che va avanti con l'ironia ed è capace di raccontare, in un modo che può sembrare scomodo a molti, la nostra realtà. Anche attraverso la musica che pur passando in secondo piano ha vinto il Premio Ciampi 2007 come "Miglior debutto discografico dell'anno". Bella forza, direte, quello è un premio comunista....
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E' un disco straordinario, non c'è un brano imparentabile con l'altro. Twink attorno ai novanta oltre al disco con Bevis Frond ne ha fatto uno con gli americani Plasticland
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ma che ne dite dei Mandrake Memorial? a me "Puzzle" con quel suono dell'harpsichord elettrico impastato di acido mi fa andare in sollucchero...
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@pretazzo, ma è chiaro che un Thompson con questo disco va oltre la sua idea di psichedelia degli anni sessanta, ci mancherebbe, le esperienze con la scena punk- no wave lo portano a frammentare ancora più il suo modo di fare musica. Circa la sua freakaggine, intendo che mi sembra lontana da quella spontanea del primo Zappa, lui più che freak (al di là dei collegamenti free form freak out)mi è sempre sembrato uno che si "eleva" dalla società imperante per la sua stranezza che lo distingue dal mucchio. A suo modo un intellettuale eccentrico e strambo (un weird?)come si può vedere anche dal suo vestire inquietamente dandy (spesso con la cravatta...) Zio Frankie invece è sempre stato il freak cencioso per eccellenza, quello che impiega la satira e la scurrilità per irridere la società, per far credere ai benpensanti di essere migliori e più puliti di lui e ...ritenersi pure fortunati di esserlo nonostante il cervellino che si ritrovano. Il vero freak (il mostro da baraccone alla Tod Browning)è Zappa che esce dalla tazza del cesso.
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Ecco pretazzo, prendi l'album di Neil Young e poi quello dei Burrito, c'è una grossa differenza tra ballate di ROCK toste come Cinnamon Girl e Cowgirl in the sand e invece il COUNTRY di pezzi come Sin City dei Burrito con la steel guitar di Kleinow (che poi suonerà in Willin' dei Little Feat). Sono proprio due generi diversi, e ti assicuro che secondo me è molto più "ostico" quello dei Burrito, che usano il rezionario e dolce country per parlare di droga e mmalessere, piuttosto che il rock cantautoriale d'assalto di Neil Young che è molto più attrattivo e immediato sui giovani, non per niente il disco di Neil vendette subito a palate, mentre quello dei Burrito fu più difficile da digerire e far comprare nell'america abituauta ad un country ben diverso dall'approccio di Parsons e compagnia...
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si intendeva :<...non per niente gli Spacemen 3 ripresero la loro "Transparent Radiation" nel loro "Perfect Prescription"...>
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mah, io Thompson non l'ho mai visto proprio vicino alla stramberia freak, quella ben sintetizzata ad esempio dallo Zappa di "we are only...". A me ha dato sempre l'impressione di un dandy intellettuale strambo più che freak. Un accumulatore di esperienze e di generi che poi mise a disposizione in Inghilterra come produttore per la Rough Trade fine settanta-inizi ottanta, dei gruppi più disparati dal punk alla new wave, Stiff Little Fingers , Scritti Politti, Monochrome Set, Raincoats, i guastatori Swell Maps. Il risultato di questi confronti è questo disco e la via più semplice è ricondurre sempre tutto al Capitano e al solito minestrone di influenze più disparate, ma questo è un disco che mette la psichedelia (già perchè per me i Red Crayola sono una band psichedelica, non per niente gli Spacemen 3 ripresero la loro Perfect Prescription) sotto la lente della nuova scoperta punk- new-no-wave. Non a caso al sax c'è Lora Logic (X Ray Spex). Poi è chiaro che uno ci può vedere tutto, dagli Half Japanese agli Slint, che all'epoca erano parentele nemmeno allo stato di feto, ma che oggi con lo scibile musicale a portata di mano infiliamo dentro per far numero.
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troppo soft? e che dovevano fare nel 1969, l'hardcore country? La recensione mi sembra un pò povera per un gruppo che ha gettato le coordinate del country rock che è stato poi danneggiato da alcuni (tipo gli Eagles di Hotel California) e portato a vette ancora alte negli anni novanta con l'alt-country di gente come Uncle Tupelo. Parson aveva avviato il tutto qualche anno prima dei Byrds con la International Submarine Band, ma è un disco come questo che porta un genere (quello country) a parlare di cose nuove e attuali come le grandi metropoli del vizio,le droghe , la vita pericolosa (We are not afraid to die), il Vietnam, il malessere di vivere (Juanita). Per questo è uno spartiacque rivoluzionario e se ne accorsero pure i Rolling Stones che dedicarono qualche anno dopo proprio "Wild Horses" su Sticky Fingers al disco dei Burrito.