Voto:
riguardo al genere "pure (power)pop for pure people", dal mucchio citato da imasoulman tiro fuori di parecchie spanne i Game Theory di quel fine scrittore di canzoni simil Big Star che era Scott Miller, il loro "Lolita Nation" è un capolavoro, peccato che i quattro soldi rimediati non bastarono a garantire loro longa vita.
Voto:
Quasi cinque, che se lo becca il precedente "Mars needs guitars". Dave Faulkner, per dirla alla psiconano, è più bravo che bello ma ha una voce fantastica per sto tipo di cose. Non riesco a capitre come questi non abbiano sfondato e fatto i miliardi, ed infatti questo disco fu registrato per gli americani e si sente rispetto alla miscela pop/rock/ garage dei primi due dischi. Ma comunque pure sotto le indicazioni dei venditori di dischi, e quindi la produzione levigata, gli Hoodoo Gurus fanno vedere di che pasta sono fatti. D'altronde qualcuno veniva dai garagisti Scientists e nella prima formazione c'era James Baker andato a finire nel supergruppo sbevazzone Beasts of Bourbon. Una delizia poprock
Voto:
d'accordo sulla liricità degli Anastasia Screamed, a volte un po' huskerduriamente manierata in più di un brano che a me fa abbassare il voto di qualche mezza pallina rispetto al quattro. Chick Graining è un cantante assai strano da un pezzo all'altro ( un po' come lo era l'incommensurabile Andrew Wood)che si è preso un po' di rivincita dal quel ruolo di perdente con il successo di Days Like This con gli Scarce. Parlando di magnifici perdenti dell'indie-rock a cavallo degli 80-90 ci sono senz'altro gli Eleventh Dream Day di Rick Rizzo con quel fantastico "Lived to tell" dello stesso (se non sbaglio) anno di questo degli Anastasia che è più bruciantemente rockattaccato alla tradizione un po' come lo erano gli X
Voto:
Troppa trama e sinceramente non sono d'accordo su un sacco di cose ma il cinema è bello perchè ognuno si fa la propria storia. Joker non riga dritto per l'addestramento del sergente, anzi lui è l'unico che riesce a reggere in quella specie di ambulatorio tutto bianco dove ti iniettano il virus della guerra e quindi quello del criminale. Cede allo stato di criminale solo quando spara alla vietcong anche se sembra un gesto pietoso ed è un passaggio infernale come mi sembra voglia significare Kubrick con il finale quando Joker invece di gettare il fucile e prendere coscienza (come i ribelli del cinema antivietnam) si aggrega agli altri in quella marcia tra le fiamme nelle tenebre. Canta la marcia di Topolino, ma ha perso l'innocenza del bambino ed è diventato criminale e a questo punto non si torna indietro, ha contratto il virus. Un film nerissimo. Grande.
Voto:
be se Sanderson si riferiva ad uno/una special one da quella notte era destinato/a a lasciare questa valle di lacrime. Se si guarda attentamente la copertina si capisce che quello è un suicidio di coppia
Voto:
Del resto basta prendere la splendida "My life to live" dall'LP "Forever Came Today" dei Flesheaters e rallentarla di quanto basta per avere "Carry Home" su "Miami" dei Gun Club dello stesso anno (1982)
Voto:
acrobazie o pressapochismo? Come dici tu i Wall of Voodoo non c'entavano niente, più ravvicinate sono certe cose dei Flesheaters di Chris Dejardins che era stato il produttore del primo disco dei Gun Club.
Voto:
anche il mio vinile di Fire of love ha la stessa copertina con gli zombies del cd di alfredo, è l'edizione francese della benemerita New Rose cha ha pubblicato frotte di "figli di un dio minore" del rock USA, mi viene in mente Tav Falco and the Panther Burns. Fantastica era l'originale USA con Jeffrey, Ward Dotson e Terry Graham appoggiati allo steccato di qualche retro di cortile immagine:gun+club
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ambiguo forse non è il termine giusto, ma mi riferivo al trapasso da parte di un buon regista come Pollack da un certo tipo di cinema costantemente decente e pure impegnato negli anni 70/80 (Non si uccidono cosi' anche i cavalli?, Yakuza, I tre giorni del condor) a quello più recente costellato da una sequenza di pacchianate tipo Havana, il remake di Sabrina e quella mondezza di Destini Incrociati.
Voto:
ma più che Pollack (regista alquanto ambiguo ) qua c'è la mano ferrea del grande John Milius alla sceneggiatura che mette sempre in primo piano il confronto dell'uomo con la natura e i suoi elementi (pure in Un mercoledì da leoni). In realtà Jeremiah Jonson cerca di sfuggire dalla propria appartenenza sociale e si trova coinvolto in quella degli indiani e fallisce nonostante il senso dell'onore, la sincerità e il rispetto, quei sentimenti derivati da John Ford di cui Milius è grande estimatore. La libertà individuale non esiste, l'uomo è visto come centro di tutte le cose ma poi si confronta con la natura e qua sono cazzi. Lo sono stati pure per Chris McCandless 35 anni dopo Into the Wild