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ma i Flipper erano di San Francisco che aveva un hardcore politicizzato e/o dissoluto e diciamo pure rock non solo nella musica ma anche nella etica:-) La fissa per lo straight edge era roba dei ragazzi di Washington e Boston
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alessio sai benissimo che il mio è stato un paradosso polemico, non c'è dubbio che questi erano dei nerds borghesi e Mcackaye era uno che a vent'anni era capace di fare il boss nella scena di Washington, lessi che una volta calmò il pubblico che voleva cacciare a calci in culo gli Scream dei fratelli Stahl (che sono finiti nella bolgia stonata degli stoner) Per questo l'ho definit il monaco, non si può dire lo stesso di tanti di quei ragazzi con le x sulle mani passati al metal scontato.
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meno male che te ne sei reso conto, perchè messa così questa recensione è di un pressapochismo allucinante, questo è un'altro che c'è l'ha con gli hippies buoni a creare solo l'AIDS (ufficialmente nato nel 1981, quando la summer of love era finita da 14 anni...) Detto questo secondo me è pure imbarazzante che illustri critici alla pretazzo si siano sbattuti per delineare come dei precisi farmacisti le differenze tra punk e hardcore e invece nessuno abbia preso le difese del rock dicendo che DON'T SMOKE, DON'T DRINK, DON'T FUCK è la sua NEGAZIONE . E l'aggravante è che questo e "OUT of Step" sono dischi di ROCK come non se ne sentivano dai tempi di Chuck Berry. L'unica scusante per MacKaye e compagnia era che erano dei mocciosi brufolosi a corto di figa e senza i soldi per sballarsi. Per la serie chi disprezza vuol comprare. Fatto sta che appena raggiunta la ventina d'anni e in seguito allo sciogliete le righe da parte del monaco MacKaye, gli altri componenti si sono dati allo sbevazzo e alla figa, come ad esempio Brian Baker che dopo i Dag Nasty se ne andò a fare il chitarrista in una band di street metal come i Junkyard con la fissa per le ragazze e lo sballo( e dove credo che non ci sia bisogno di spiegare il nome della band)
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la cover di Tori Amos è la negazione di tutto il significato di "Smell like Teen Spirits" di Cobain che grida la sua rabbia e frustrazione contro un mondo di plastica. Vedere un anthem come questo ridotto a ballata sbollentata per salotti radical chic è davvero triste...
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"New York,1971. Al Max Kansas’ City Richard Sohl incontra Patti Smith da poco arrivata nella Grande Mela" che mi risulti Patti Smith a NY ci arrivò nel 1967 che aveva vent'anni e prima di esordire nella musica aveva pubblicato tre volumi di poesie (Seventh Heaven, Kodak, Witt) e aveva scritto con il gande Sam Shepard una commedia (Cowboy Mouth). Caro pixies, secondo il tuo illuminato De Andrè che era un cantautore che fregava i testi ai poeti, come si sarebbe dovuta presentare? "Caro Richard Sohl, io sono una lavandaia"?
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ciao bubi, ma in musica le incoerenze non significano automaticamente deficienze.Il fatto è che Oldham ,che ho ascoltato strabuzzando le orecchie (si può dire?)per la gioia per la prima volta con il disco dei Palace Music, ha sempre fatto questo, la ballata stralunata introspettiva, è la sua pelle, in quel campo è un fuoriclasse. Secondo me questo non è il territorio di Dan, non è la sua pelle. Apprezzo il suo tentativo di affrancarsi dal casino dei Black Keys, ma nella ballata diciamo così alla Oldham personalmente lo trovo uno dei tanti.
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@Blech:se devi iniziare prendi "damaged" a scatola chiusa
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per me il discorso appena fatto per lewistollani vale anche per pablo, che è un vecchio utente;-) Come dice lui per Ginn e compagnia era difficile ripetersi con la stessa rabbia degli esordi, ma con dischi come "In My Head" dello stesso anno sono ancora a buttarci in faccia le loro sensazioni di odio, solitudine, paranoia, quelle di una generazione emarginata e senza speranza come quella dell'hardcore. E un pezzone come "Annihilate This Week" sta a confermarlo
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@coccagnocca la Fat Possum è il Diavolo e questo disco c'entra poco con il Diavolo
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mi tengo stretti recensori come lewis, soprattutto ora che debaser sembra invasa da una frotta di utenti babbidiminkia,citando a caso yosif, pepsiforever, romeo1985 e i migliori cominciano a latitare ...detto questo a me il disco non mi ha entusiasmato, soprattutto nelle ballate lente citate da bubi o ruffianate come "real desire" o "my last mistake", che mi puzzano di muffa. Per me il meglio Dan lo dà nelle tirate garage blues e allora mi chiedo che bisogno c'era di fare un disco "solista" quando il resto della band era appena il compare batterista giusto complemento di questo filone.