telespallabob

DeRango : 11,31 • DeEtà™ : 6312 giorni

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Fantastico? Non saprei. Contiene cose bellissime ma anticipa anche i germi negativi dell'ultimo disco, una fetecchia clamorosa
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DeFeis è uno da stimare tutta la vita, il disco? Ancora dozzinale, grezzo. Il meglio verrà fuori un decennio dopo
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@Cappio, mi accorgo solo adesso di quanto scritto e lo dico adesso (con evidente ritardo): le mie parole non erano assolutamente rivolte a te, visto che non mi ero neanche accorto del tuo commento sopra. Erano semplicemente parole d'elogio verso un personaggio come Agosti che stimo ed apprezzo da parecchio tempo (da quando ho scoperto ed amato le "Lettere dalla Kirghisia"). E' stato un semplice qui-pro-quo del quale mi scuso in primis, visto che con le mie parole ho scatenato una diatriba semplicemente assurda perché non si basa su alcun presupposto ma nasce da un fraintendimento. Infine ringrazio Senzastile per essersi prodigato in mia difesa
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Uhm, non so dirti perché ma ne leggo e ne sento parlar benissimo eppure non mi convince. Non ho trovato la chiave per apprezzarlo o forse non è periodo oppure semplicemente non mi piace. Mi tengo i miei dubbi
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Agosti è un grande e basta, Iside ci ha offerto un esempio del suo genio. 5 quasi a prescindere
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Bellissima colonna sonora ma non sotterra l'altra. Sono sullo stesso livello (il film invece non regge il confronto con la serie)
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Zot! è l'ideologia! Così si deve fare!
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Forse adesso l'ho capito, forse no. Voglio dirti una cosa: quei figli di papà finti frustrati dei Distinti non hanno idea di chi siano i Clash. Parli d'appiattimento ed è vero, lo vedo proprio in quel mondo che stupidamente nel commento prima ho provato a difendere (guardando il dito e non la luna). Avrebbero diritto ad inneggiare contro la polizia se avessero dei motivi per farlo, se avessero degli ideali e dei valori da difendere. Ritrovarsi in mezzo ad un contesto (come può essere la curva di uno stadio) è, in apparenza, il sistema più facile per entrarci ed acquisire delle identità. Manca il passo ulteriore: addentarvisi e farne parte in prima persona. Hanno paura di restare fuori... sono fuori e qualcuno è cosciente di questo. Il mondo ultras e la sua crisi è una bellissima immagine di quale sia l'andazzo strutturale dell'eversione e della critica sovversiva. Molti del passato hanno mollato le redini troppo presto, senza costruire una generazione successiva che potesse ritrovarsi in certi valori e creare un riciclo delle persone oppure non le mollano perché non vi riescono. Quindi si ristagna. "Dove puoi praticamente fare quello che cazzo ti pare senza pagare alcuna conseguenza", quasi tutto. La libertà d'espressione la paghi carissimo come difficilmente la paghi in un qualunque altro luogo e questo per un motivo semplice: lo stadio ha una sua visibilità. Quindi il calcio è un ottimo volano per messaggi scomodi (contro anche il poliziotto, dove c'è una differenza tra chi parla di "primo nemico" e chi parla di "primo rappresentante del nemico"). Il messaggio scomodo, veicolato attraverso un centro sociale o una libreria od altri luoghi simili, diventa più facile da isolare ma uno striscione dove si denunciano abusi di polizia o speculazioni economiche quando ti possono inquadrare 5, 10 o 50 telecamere diventa pericoloso. Non sono cambiate le cose: in fondo gli abusi sono gli stessi e quindi la contestazione è la stessa. E' cambiata la testa delle persone perché adesso si parte da quell'assunto del rinnegare il '68 "perché si sono veicolati messaggi pericolosi" ed altre porcherie simili, quindi il dissenso dev'essere moderato. Da poter circoscrivere e ridimensionare. La colpa è nostra (della mia generazione) per non saper assimilare la storia e trarne linfa positiva ma è anche colpa di chi c'era prima perché ha provato a veicolare un messaggio, già all'epoca ci credeva poco, e quindi dopo si è ritrovato a rinnegarlo. E' un circolo vizioso, finisce pari ma perdiamo tutti. E comunque se ci avessi capito qualcosa da tempo non sarei qui ma scriverei lettere ed appunti da San Vittore...
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Non lo so, non condivido quella parte. Quella del "poliziotto primo nemico". Sarà che i meccanismi di quel mondo li conosco fin troppo bene per condannarli fino in fondo, sarà che non mi riguardano più ma quando ne leggo sbagliato e falso tendo a difenderli, sarà che per tanti motivi non mi appartengono fino in fondo. Sarà che forse ho un'immagine diversa di quello che scrivi, dell'amore che covo verso le tue recensioni passate, sarà perché abbiamo un maestro comune (Federico Fiumani) ma quella parte finale stona in un confronto favoloso con un tuo mito di gioventù. Concedimi il diritto di critica Carlo, ripensaci: non so a Napoli ma da altre parti (qui a Brescia, per esempio) sono tutto fuorché nazi-fascisti e domani ne avrò una conferma. Stammi bene, ti aspetto alla prossima recensione.
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L'ho visto e da un punto di vista meramente d'inchiesta è un buonissimo film, tira fuori molte questioni interessanti (a cominciare da quella dei "Grandi eventi" di bertolasiana proprietà). Logicamente Sabina non avendo un background direttamente giornalistico (come può essere quello che esce fuori da una qualunque inchiesta di Report) compie errori veniali ma resta comunque il buon giudizio complessivo. A Brescia lo fece vedere un piccolo cinema del centro-città