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Titubante dal fatto che la ristampa potrebbe essere pessima, ma chi se ne frega:ristampano un disco di Enzo!
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"Si va in scena"
Per la gioia del buon @[zotter]
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Mai avrei pensato di trovarlo in giro. Tra l'altro, ha 50 anni ed è praticamente perfetto. #Lavitaèbella
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Il primo di una lunga serie (di una serata)
Riprendiamo, signori. Anni 90 dicevamo. Dopo Bersani, spostiamoci nelle mura romane. La scuola romana che si riforma, grazie a personaggi interessanti come...Daniele Silvestri. E vogliamo vedere quel che ha fatto il buon figlio d'arte negli ultimi 27 anni? Tra alti clamorosi e bassi altrettanto clamorosi, il nostro è sempre riuscito a distinguersi grazie al continuo spaziare tra un genere e l'altro pur mantenendo la matrice propria invariata.
9°:Il latitante
Dopo 5 anni dal successo di Salirò e a 3 dal live in cui è incluso l'inedito Kunta Kinte, Daniele ritorna a Sanremo con un brano, La Paranza, che pur avendo buone intenzioni risulta essere troppo frivola, troppo caciarona, troppo sicura, troppo studiata per rifare un boom. E infatti, non ottenne solo il quarto posto nella gara nazionale ma fu anche uno dei brani più ascoltati in quell'anno. Ciò non prometteva esattamente bene per l'album, e guarda un po' Il latitante con estrema sorpresa è un album terribilmente sottotono. Ottimi colpi ci sono, niente da dire, l'iniziale Mi persi è da annoverare tra i classici del nostro, Sulle rive dell'Arrone è una bella riflessione sull'arrivo della mezza età, A me ricordi il mare è orecchiabile e con immagini tipiche dell'estate italiana, ma il resto arranca abbastanza. Faccia di velluto, Il suo nome, Gino e l'Alfetta e Love is in the air tentano di essere dei pezzi di vita e denuncia ma cadono malamente in una pochezza nell'approfondire le tematiche che risultano a volte modeste a volte dimenticabili. E poi, la nenia in romanaccio di Ninnetta nanna cosa dovrebbe rappresentarmi? Se c'è una lingua in cui è impossibile emozionarsi è proprio il romanaccio. Ma per la prima volta in un disco ho trovato un brano di cui per molto tempo ho rifiutato l'esistenza:Che bella faccia è un brano che tenta di essere impegnato con un andazzo scanzonato da marcetta ma finisce solo per essere 2 minuti e qualcosa inutili ed irritanti. Questo disco poteva essere un ritorno in grande stile e invece è stato il primo disco di Daniele Silvestri a cadere in ciò che negli anni precedenti riusciva alla perfezione, consegnandoci canzoni insipide, poco calibrate e con delle promesse quasi mai mantenute. Mi dispiace Daniele, ma stavolta hai toppato
Voto pignolo:4/5
La gemma:
Daniele Silvestri - Mi Persi
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Da quanto volevo farlo, su un sito come il debasio poi
Su questi lidi prossimamente
1° posto:L'oroscopo speciale
..ma di che stiamo parlando? A tre anni dal precedente disco, Samuele ritorna con quello che è uno dei capolavori italiani del terzo millennio. Se l'omonimo ha testimoniato una crescita vertiginosa nel songwriting, con L'oroscopo speciale si raggiunge il non plus ultra, tra immagini oniriche e vicende personali. La vita consumistica urbana di Morelli Mirko, gli equivoci su un omonimo nel citofono del proprio condominio in Non portarmi via il nome e l'inevitabile deriva di Il fossile rappresentano il lato più sarcastico dell'autore, quello che è venuto a galla già da Freak ma decisamente più maturo e centrato. Ma in L'oroscopo speciale non c'è solo questo:è un disco fortemente collegato al vissuto dell'autore, la titletrack per esempio racconta di un embolo polmonare realmente capitato a Samuele. Oppure Isola e Slavia, racconti di solitudine tra due amanti che dimostrano una sensibilità unica, o anche Lunedì in cui non si trova più un senso alla propria vita ma evitando di uccidersi e trovare un modo per stare meglio. E poi, ci sono 3 classici ormai immortali per motivi diversi:Il pescatore di asterischi, ritratto innocente di un amore che vive coi piedi per terra, Senza titoli che è probabilmente quella che più ha guadagnato dal film Chiedimi se sono felice di Aldo Giovanni e Giacomo (interessante come questo disco sia collegato in maniera viscerale al cinema pur non essendo nelle intenzioni dell'autore quando l'ha pensato) e soprattutto Replay, inutile aggiungere altro, così come Giudizi universali è un capolavoro assoluto. Ragazzi...L'oroscopo speciale è qualcosa di unico:arrangiato in maniera eccelsa, testualmente siamo tra i climax di Samuele e abbiamo una bella manciata di classici, cosa vuoi di più? Ah, giusto, un'ultima perla:Chiedimi se sono felice, pubblicata nella seconda edizione de L'oroscopo speciale, è una piccola massima del quotidiano tenue e galante. Come un ultimo frammento che mancava e di cui si sentiva la necessità. L'ultimo ingranaggio che fa scintillare questo intero orologio chiamato L'oroscopo speciale
Voto pignolo:9/10
La gemma:
Replay
2° posto:Caramella smog
Dopo il successo del best of "Che vita", Samuele potrebbe un minimo adagiarsi sugli allori e fermarsi per un po'...e invece, lavora ad un altro album dove si reinventa totalmente. Se Samuele fino agli inizi del 2000 era un cantautore che aveva nelle sue canzoni una patina di leggerezza e ottimismo, con Caramella smog diventa un osservatore della realtà nei suoi aspetti più controversi e malati. I suoni si fanno molto più spigolosi, c'è l'ingresso di arrangiamenti leggermente più rockeggianti e c'è una tendenza a sperimentare qualcosa di diverso. Gli orrori del mondo vengono descritti nella rammaricante Socio di minoranza e nella più ostica e sperimentale title track, ma ci sono anche momenti più scanzonati come Il destino di un VIP o Salto la convivenza. C'è la destrutturazione dell'amore in Se ti convincerai, la malata piega dei mass media in Cattiva, frammenti di vita dura e quotidiana di Conforme alla CEE e Meraviglia e di vita artistica in Concerto e un altro pezzo musicalmente sperimentale come Binario 3. Ma, come in ogni disco di Samuele, c'è un intruso, un brano che in qualche modo spicca anche se magari non è bello come altri:in Samuele Bersani avevamo Giudizi universali che era diversa dalle altre per il suo forte cinismo, in L'aldiquà c'era Occhiali rotti che era una marcetta allegra su un argomento non così allegro, in Manifesto abusivo c'era un Valzer nello spazio davvero inusuale per il nostro, in Nuvola numero 9 c'erano Reazione umana, Spia polacca e Il re muore che andavano a cozzare con la leggerezza e gioiosità del disco e in Cinema Samuele c'era Il tuo ricordo unico pezzo più classicamente bersaniano del disco. E in Caramella smog c'è Pensandoti, un dolce ritratto di protezione e affetto verso un'altra persona a ritmo di bossanova. Nonostante il mondo ci stia crollando addosso, rimango io a sorreggerti, è questo il messaggio di fondo di Caramella smog:tutto andrà in malora, ma resteremo comunque qui
Voto pignolo:9+
La gemma:
Samuele Bersani - Cattiva (videoclip)
4° posto:L'aldiquà
Esce nel maggio 2006 questo sesto disco di Samuele Bersani dopo aver fatto il jackpot due anni prima alle Targe Tenco. E le aspettative non sono deluse...circa. L'aldiquà riprende il filone dell'attualità iniziato in Caramella smog e qui portato avanti attraverso alcuni brani in questo nuovo album. Si inizia con un andazzo quieto e sospeso, quello di Lascia stare, dove amore e lavoro sono diventate due finestre sul mondo troppo apparentemente alte per noi, per poi trasferirci in Iraq dove un giornalista è stato rapito e poi ucciso dall'esercito islamico iracheno e il tutto viene reso a suon di marcetta paradossalmente allegra. Riscontriamo poi due figure che rappresentano l'uomo nella sua condizione moderna:il primo che ci appare è un pollo mentre viene cotto sul fuoco, totalmente inerme in questa situazione catastrofica per lui, e lo scrutatore non votante, figura paradossale dei nostri tempi talmente preso dai suoi suddetti valori da non rendersi conto di essere propenso per il contrario di questi. Ma in tutto questo, torna l'amore...non subito ma ritorna:nonostante tutto sia precario nella vita, nonostante per ritrovarsi occorra sopportare ogni catastrofe, nonostante sia un meccanismo di illusione ed autosabotaggio, c'è ed è parte tangibile della nostra esistenza. E poi? E poi...ci sono altri tre brani. Maciste, Il maratoneta e Sogni, che non sono decisamente sugli standard di Samuele nonostante siano coerenti con i temi del disco; non sono dei brani dimenticabili ma in un disco con altri 7 brani d altissima fattura sono decisamente meno a fuoco e meno pungenti. Ecco perchè L'aldiquà è stato all'uscita un po' una delusione, Samuele era appena uscito da un periodo splendido e con L'aldiquà ancora era nella sua golden age ma tutt'ora L'aldiquà rimane un disco che con un minimo sforzo in più poteva essere sul livello dei suoi predecessori ma purtroppo rimane un poco più sotto rispetto a chi lo ha preceduto. Ma nonostante ciò, L'aldiquà rimane un ottimo disco dove vengono esorcizzati molti mali del nostro mondo odierno e che ogni giorno ti esorta ad andare avanti tra le trincee e le funi. E' tutta questione di equilibrio
Voto pignolo:8/9
La gemma:
Una Delirante Poesia
5° posto:Samuele Bersani
Ci sono casi nel mondo della musica dove un cantante esordiente nel giro di pochi anni riesce a compiere una crescita a livello artistico spaventosa:per esempio, Dalla dopo qualche anno di gavetta e due dischi non particolarmente brillanti è riuscito a partorire Storie di casa mia, Battisti in 6 anni è passato da Una giornata uggiosa ed E già al capolavoro Don Giovanni, Battiato in neanche un anno ha sfornato L'era del cinghiale bianco dopo L'Egitto prima delle sabbie e così via. Ciò è avvenuto anche per Samuele:dopo l'onestissimo Freak, passano tre anni prima di un nuovo album, e che album! Finalmente Samuele riesce ad uscire dai ranghi prestabiliti e ad esprimersi in maniera creativa e vulcanica. Basta ascoltare la storia d'amore omosessuale in Braccio di ferro, l'avventura in un museo di Crazy boy, l'amicizia che non passerà mai in Coccodrilli, la ricerca di una ragazza in Tonight, la disperata solitudine di Coppa Uefa e L'istinto...non sembra neanche di parlare più del cantante di qualche anno prima. Ovviamente il disco non è perfetto, ci sono degli episodi meno penetranti ed altri decisamente più scadenti (La risposta, con un testo scritto da Dalla che sembra quasi essere un modo per ripagare il testo di Canzone) ma comunque il disco non viene intaccato più di tanto, rimane il primo colpo da maestro di Samuele ma che come Nuvola numero 9 non ha il pezzo che spicca e che ti fa pensare "questo è il capolavoro del disco"...giusto? Sapete già tutti di quale pezzo sto parlando:il più famoso di Bersani, quello che l'ha consacrato per sempre dell'Olimpo dei cantautori, la punta di diamante di questo terzo disco, proprio lui...Giudizi universali. Inutile spiegare a parole questo brano, è semplicemente un pietra miliare assoluta che da sicuramente una marcia in più all'intero album. Senza quel pezzo, questo omonimo album sarebbe decisamente meno memorabile ed elegante
Voto pignolo: 8½
Credo che sia inutile dire quale è la gemma
Samuele Bersani - Giudizi universali (Official Video)
6° posto:Nuvola numero 9
Dopo il Manifesto abusivo da cui Samuele ne è uscito con un po' di ossa rotte e il best of "Psyco", Samuele si chiude in studio per comporre l'album che ha avuto la gestazione più corta in tutta la sua carriera. Se solitamente Samuele ci mette anni interi per finire un album, questo Nuvola numero nove ha impiegato solo 5 mesi per ultimarlo. E il risultato è un disco spensierato e pop, di una solarità che non si vedeva da un po' di tempo nella produzione del nostro, con anche qualche brano divenuto un istant classici del suo repertorio come En e Xanax o Complimenti. Se proprio bisogna trovare un pelo nell'uovo, manca il capolavoro memorabile che in quasi tutti i dischi di Samuele possiamo trovare, però ci si può passare anche sopra. Certamente ci sono momenti più pirotecnici e ricercati sia a livello di arrangiamenti (Settimo cielo) sia a livello testuale (Reazione umana), con annessi anche la fiaba urbana di Desirée, la critica al nostro paese di Chiamami Napoleone, la vita mediocre e paradossale degli studenti del DAMS e storie d'amore tossiche come quelle di Ultima chance e Spia polacca. In conclusione, possiamo dire con certezza che questo Nuvola non sia l'album più profondo di Bersani o quello con i pezzi più memorabili del suo repertorio ma rimane in assoluto un gran bel disco leggero e molto originale (e quando mai Samuele non ha fatto qualcosa in cui ci mette molto del suo)
Voto pignolo:8+
La gemma:
Samuele Bersani - En e Xanax (Official Video)
7° posto:Manifesto abusivo
Negli anni 2000 la carriera di Samuele decolla in maniera vertiginosa con dischi e canzoni elogiate sia dalla critica che dal pubblico, guadagnando anche diversi riconoscimenti. Niente sembra fermare l'ascesa del nostro e nel 2009 è pronto a tornare a stupire tutti. E' questa la reazione che si prova vedendo tutto ciò che gira intorno a questo Manifesto abusivo:stupore. La penna di Samuele rimane quella, a volte burlona, a volte critica, ma chissà perchè la critica stroncò in maniera abbastanza dura questo album arrecandogli anche parole che non si merita ed anche il pubblico tende a considerarlo un episodio minore nella sua carriera. Ma, ascoltando l'album, si potrebbe anche capire perchè viene così tanto criticato:la matrice è quella di Samuele, ma la scrittura e la composizione dei brani è divenuta più criptica e contorta. Gli arrangiamenti vanno dalla ballata al rock, da balli folk al valzer con una spruzzata di jazz e cantautorato. Se si pensa ai dischi precedenti, gli arrangiamenti erano quasi tutti su un pop cantautorale con in certi casi una dose di rock. Insomma, musicalmente è un disco più corposo degli altri e meno convenzionale...ma i testi avranno subito questo cambiamento? A giudicare dall'ascolto, assolutamente si. Neanche i testi dei singoli Un periodo pieno di soprese e Ferragosto (già edita da Sergio Cammariere nel 2004) usano parole convenzionali o ritornelli di facile presa (quando mai è successo che Samuele ha usato ritornelli di facile presa poi?), molto spesso i testi non hanno una forma "standard" e quindi poi vanno a formare un amalgama che può risultare complicato per un ascoltatore qualunque. Pezzi come Manifesto abusivo, 16:9, Lato proibito o A Bologna non sono per niente pezzi da easy listening, magari possono anche piacere ma necessitano molti ascolti per essere assimilati. E' forse questo il limite maggiore di Manifesto abusivo:è un disco molto più contorto e criptico del normale, si chiude a riccio in arrangiamenti particolari e testi anche troppo ricercati e questo disorienta parecchio durante l'ascolto. Ma parliamo pur sempre di un gran bel disco, che nonostante la sua complessità rimane un prodotto di ottima fattura.
Voto pignolo:7/8
La gemma:
16:9
Here we go. Non so quanto andrà bene questa nuova stagione, non parlerò neanche di mostri sacri sui livelli di De Andrè o Carella o anche solo Ivan Graziani ma a questa ci tengo particolarmente. 5 cantanti che sono stati adottati dagli anni 90 e che tutt'oggi continuano a produrre dei gran bei dischi...circa. E partiamo da chi ha avuto per primo il suo esordio nel mondo discografico:Samuele Bersani. Credo che tutti sappiano cosa penso di lui, lo ascolto da quando ero piccolo perciò la difficoltà di stilare una classifica dei suoi album in maniera oggettiva è stata incredibile. Ma eccola qui, pronta per uscire allo scoperto. E partiamo!
9° posto:C'hanno preso tutto
Partiamo dai fatti:è il 1992, Samuele è appena uscito dall'esperienza del Tour di Lucio Dalla per l'album Cambio dove ha avuto un suo momento sul palco per cantare la sua prima canzone ufficiale, Il mostro. Successivamente, nel corso di quell'anno pubblica un altro singolo, Chicco e Spillo che ebbe un discreto successo nonostante come pezzo fosse molto inusuale. Da queste premesse, ci si aspetterebbe un album d'esordio vicino all'eccellenza...giusto? E' difficile per me parlare di questo album, è qualitativamente lontano anni luce da quello che Samuele ha prodotto dal 97 in poi. Musicalmente è abbastanza plasticoso e poco originale, testualmente ci sono delle frecciatine al pubblico gggggiovine abbastanza tediose (Restiamo ancora qui, Dalla piccola finestra), storie di tradimenti (Due settembre) e pure quadretti sognanti (Voglio un pianoforte). C'è personalità e episodi buoni ma non memorabili come Domatore o Bottiglie vuote lo dimostrano, ma al primo giro Samuele non riesce a esprimere quel che sta cercando di comunicare. Nei primi anni della sua carriera rimane chiuso in questo personaggio creato su misura del "belloccio sfasciacuori che piace tante alle ragazzine", creandogli un enorme limite a livello di creatività:tutte le sue idee venivano filtrate e molto spesso sterilizzate dal fattore "devi piacere ai teenagers". Nonostante ciò, rimangono ancora le due gemme in apertura, Il mostro e Chicco e Spillo che sono tutt'ora alcuni dei pezzi più ricordati e suonati del nostro.
Voto pignolo:6+
La gemma (nella sua prima versione su disco in assoluto):
Il Mostro (Live)
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