noveccentrico

DeRango : 2,49 • DeEtà™ : 4276 giorni

 Commercial Suicide è una bella produzione, con una cura dei suoni che merita di essere conosciuta e apprezzata.

 Gli anni Ottanta hanno lasciato piccoli grandi capolavori nascosti o poco raccontati. Commercial Suicide, indubbiamente, è uno di questi.

La recensione celebra l'album del 1986 di Colin Newman, Commercial Suicide, come un gioiello nascosto degli anni Ottanta. Il disco si distingue per la produzione curata, l'uso sofisticato dei sintetizzatori e un mix di atmosfere eteree e romantiche. Pur non avendo raggiunto il successo di contemporanei come David Sylvian, l’album si rivela una raffinata testimonianza di un decennio di transizione sonora e stilistica. Ascolta ora Commercial Suicide e riscopri l’eleganza degli anni ’80.

 Ventisei dollari nella mia mano il cui valore supera, e di molto, quello della mia speranza.

 Il bus è arrivato a destinazione: è l'era dell'orrendo.

La recensione di John Murry - The Graceless Age è un racconto emozionale che accompagna l'ascoltatore in un viaggio notturno attraverso l'America più dura e desolata. La musica diventa cornice per una storia di disperazione, speranza e lotta contro la dipendenza. Un'opera intensa e poetica che cattura la fragilità umana. Scopri l'intensità di John Murry in The Graceless Age, un viaggio musicale da non perdere.

 “La gente può anche dire che non so cantare, ma nessuno potrà mai dire che non ho cantato.”

 “Era solo una mente stonata con un’anima dal tocco delizioso.”

La recensione esplora la vita e l'opera di Florence Foster Jenkins, cantante nota per la sua voce stonata ma dal grande cuore generoso. Viene analizzata la sua ambivalenza tra l'essere derisa e la sua volontà di sostenere giovani musicisti. Il testo riflette con ironia e profondità sulle contraddizioni della musica tradizionale e dell'avanguardia, immaginando una Jenkins consapevole e sovversiva. Il racconto si arricchisce di riferimenti culturali e musicali, mostrando un quadro complesso e umano dell'artista. Scopri la storia unica e straordinaria di Florence Foster Jenkins, un'icona musicale imperfetta ma indimenticabile.

 Forse le opere di Penderecki, per alcuni, fanno paura. Non hanno mai ascoltato questo disco.

 Un girone dantesco. Sarà per questo che quando ho trovato “Qui dove tu ci chiami” di Pierangelo Sequeri, ho intuito almeno un briciolo di narrativa.

La recensione analizza l'album 'Qui dove tu ci chiami' di Pierangelo Sequeri, un lavoro che si colloca tra la musica sacra tradizionale e approcci più semplicistici post-Concilio Vaticano II. L'autore sottolinea l'estetica elementare dell'album, il contesto storico degli anni Settanta e la valorizzazione di arrangiamenti liberi, evidenziando una certa freschezza rispetto alla pesantezza di altre produzioni liturgiche coeve. Il tono è ironico e critico verso certe usanze musicali dell'epoca, ma riconosce anche il valore narrativo e artistico dell'opera. Ascolta 'Qui dove tu ci chiami' e scopri la musica sacra fuori dagli schemi!

 “Senza il silenzio, la musica sarebbe solo rumore.”

 “Silence is not sexy at all.”

La recensione analizza la compilation "Sounds of Silence" che raccoglie tracce musicali silenziose del Novecento. L'autore riflette con ironia e profondità sull'uso e il significato del silenzio nella musica, citando grandi artisti e la visione di John Cage. Pur apprezzando l'originalità dell'idea, pone in discussione il valore comunicativo di molti silenzi inseriti, sottolineando come in questa raccolta il silenzio parli troppo invece di essere semplicemente assenza di suono. Scopri il valore nascosto del silenzio nella musica con questa compilation unica!

 Gli animali che usiamo per le installazioni non muoiono inutilmente. Poi ce li mangiamo. Io ho una fattoria.

 Se vi impressiona Nitsch [...] provate a leggere i diari di santa Veronica Giuliani, robe che un’installazione del nostro Hermann, poi vi sembrerà il percorso delle bambolette a Disneyland.

La recensione esplora l'album di Hermann Nitsch pubblicato da Alga Marghen, espressione musicale dell'azionismo viennese caratterizzata da droni, noise e performance estreme. L'autore riflette sul rapporto controverso tra arte e violenza, il valore sacro nell'opera di Nitsch e il contesto culturale in cui si inserisce. Non manca una critica ironica verso le giustificazioni dell'artista sull'uso di carcasse animali, mentre emerge una visione consapevole del contributo dell'azionismo nell'arte contemporanea. Scopri il lato oscuro e sacro dell’arte estrema di Hermann Nitsch.

 Brian, sei il mio compositore new age preferito.

 Di te si dice che sei un “non musicista”. È un modo figo e yéyé per dire che non sai fare un cazzo e ti è andata di culo masturbando due manopole?

La recensione è un profilo ironico e pungente di Brian Eno, che mette in discussione alcune sue scelte artistiche e il suo ruolo nel panorama musicale. Il testo mescola ammirazione e critica, con un uso satirico del linguaggio e domande provocatorie immaginarie rivolte al musicista. Viene evidenziata una distanza tra il mito costruito attorno a Eno e alcune realtà meno gloriose della sua carriera. Scopri cosa c'è dietro il mito di Brian Eno con questa recensione tagliente!

 Solo Piano, logos fatto melos, dice cose bellissime.

 quel suono di campanello alle 20 che accoglieva la mamma del compagnetto e con lei la fine del pomeriggio di giochi.

La recensione racconta l'esperienza intima e multisensoriale dell'ascolto di Solo Piano di Chilly Gonzales, un album pianistico di alto livello con influenze vintage e malinconiche. Grazie al vinile bianco e alle melodie accessibili, l'opera si rivela un compagno ideale per momenti di riflessione e comfort emotivo. Il recensore sottolinea la profondità emotiva delle tracce e la bellezza della produzione, consigliando l'album anche ai non amanti del genere. Immergiti nell'incanto di Solo Piano, una carezza sonora da ascoltare a volume basso.

 Solo toccando il fondo riesci a capire quanta acqua c’è sopra o a che altezza ti trovi.

 Il momento di pace che riusciamo a trovare nel nostro quotidiano è la ricompensa per aver avuto pazienza.

La recensione analizza l'album Clic di Franco Battiato come un viaggio introspettivo e sperimentale che esplora temi di angoscia, sofferenza e rinascita. L'autore racconta il proprio rapporto personale con l'opera e la musica di Battiato, sottolineando la sincerità e la profondità dell'artista nel trattare emozioni complesse. L'album è visto come un passaggio necessario per comprendere se stessi e trovare pace interiore. Il racconto si arricchisce di riferimenti personali e culturali che evidenziano l'importanza dell'opera nel panorama musicale italiano. Scopri il lato sperimentale e intimo di Franco Battiato con l'ascolto di Clic!

 Probabilmente, Loop era una di quelle creazioni che non aveva trovato spazio nel disco banana; una di quelle fulminazioni dell’estro creativo, nate tra una session e una serata borderline alla Factory.

 Walker amava suonare la chitarra come un sitar: un suono più grave a fare da bordone e a seguire uno psichedelico incrocio tra Raga e Flamenco.

La recensione esplora il flexi disc del 1966 che unisce due brani strumentali: 'White Wind' di Peter Walker, con influenze sitar e psichedeliche, e 'Loop' dei Velvet Underground, un pezzo di feedback chitarristico eseguito da John Cale. Il testo analizza il contesto culturale e musicale dell'epoca, sottolineando l'importanza e la bellezza di queste tracce sperimentali e il loro ruolo di cult nel panorama musicale di quegli anni. Ascolta questo cult psichedelico e scopri il lato sperimentale degli anni '60!

Utenti simili
Giorno serale

DeRango: 0,47

tia

DeRango: 13,13

imasoulman

DeRango: 17,18

Buzzin' Fly

DeRango: 2,44

enbar77

DeRango: 6,26

RIBALDO

DeRango: -7,38

sotomayor

DeRango: 14,54

luludia

DeRango: 18,58

woodstock

DeRango: 5,81

HOPELESS

DeRango: 11,24