MosMaiorum84

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 "Youth is gone, crew is dead... Ma ancora qualcosa da offrire c'era."

 "Non ascoltate questo disco sperando di ricavarne grandi ispirazioni, perché questo disco fa quello che vuole fare: riempire la serata in un live club di qualche periferia piena di skinhead che non aspettano altro che una rissa."

La recensione analizza 'Solo Per Noi' dei Duap, disco Oi! del 2001. Si evidenziano influenze di Colonna Infame Skinhead e riferimenti testuali a vari gruppi storici. Il sound è ritmico e diretto, pensato per la dimensione live, ma con qualche episodio ripetitivo. Non esente da testi discutibili, l'album è comunque consigliato agli appassionati del genere. Scopri anche tu il sound di 'Solo Per Noi' e lasciati travolgere dall'energia dei Duap!

 Non sarà oro bianco, ma è di certo un gioiello.

 È un disco da sentire tutto d'un fiato una volta assimilato 'Riportando tutto a casa' e lasciare che qualche pezzo ti entri nel cuore.

La recensione esamina 'La grande famiglia', secondo album dei Modena City Ramblers, sottolineando la solidità delle atmosfere folk e alcune scelte meno incisive rispetto al debutto. Nonostante un'energia complessiva inferiore, l'album offre canzoni di ottima fattura e momenti memorabili, risultando un degno successore del primo lavoro. Alcuni limiti di produzione e mancanza di brani travolgenti vengono messi in evidenza, ma l'opera resta nel cuore degli appassionati. Scopri tutte le sfumature di 'La grande famiglia' e lasciati conquistare dal folk italiano dei MCR!

 Questo disco ha un potere immenso, un potere che è il grande punto di forza dei Modena City Ramblers: ti porta tra stragi e lotte politiche, ti porta in balere e campagne verdi.

 Un disco magnifico intriso di memorie, riflessioni, atmosfere, una vita raccontata in un disco, tante vite raccontate in un disco che fa parlare ancora oggi.

La recensione celebra il primo album dei Modena City Ramblers come un autentico caposaldo del folk italiano. L'autore sottolinea la forza emotiva e politica delle canzoni, la varietà stilistica e l'impatto culturale dell'opera. Non manca una riflessione autocritica sulla fanbase e sulla scena italiana, rendendo il testo denso di memoria e analisi. Il disco viene visto come un baluardo per più generazioni e sensibilità. Riscopri 'Riportando tutto a casa' dei Modena City Ramblers e lasciati travolgere dalla sua energia!

 Detto questo, trovatemi qualcosa di più maestoso, elegante, feroce e black dei primi trenta secondi di 'Scars in the Landscape of God'.

 "This vision should not be seen as part of the upcoming viking trend". Serve specificare altro? No.

La recensione esalta 'Nachthymnen' degli Abigor come punto fondamentale nel filone medieval black metal, lodando eleganza, ferocia e maturità artistica raggiunta. L'album si distingue per il sound atmosferico e le scelte melodiche inedite nel genere, pur mantenendo la sua malignità black. Viene evidenziata l'originalità rispetto alle band contemporanee e solo piccoli cali di attenzione. In definitiva, un ascolto consigliato agli appassionati del metal estremo. Scopri la magia oscura di Nachthymnen e lasciati trasportare nel medioevo più black!

 Ci sono dischi che per apprezzarli devi entrare nella giusta atmosfera e dischi che nella giusta atmosfera ti ci catapultano. 'The Rebirth of the Middle Ages' è tra i secondi.

 Questo disco ascoltarlo è un piacere. E ha anche una grande importanza storica.

La recensione analizza come 'The Rebirth of the Middle Ages' dei Godkiller riesca a evocare un potente immaginario medievale nel panorama black metal. L'album viene apprezzato non solo per l'atmosfera unica e la maestria compositiva, ma anche per la sua influenza storica sul genere. Pur meno noto di altri colossi, il disco viene descritto come imprescindibile e piacevole all'ascolto, catapultando l'ascoltatore in un viaggio oscuro tra castelli e battaglie. Vuoi immergerti in un viaggio tra medioevo e black metal? Ascolta Godkiller!

 Un disco che rimane scolpito, dopo l’ascolto del quale, beh, si sente che si è aggiunto qualcosa alla propria personalità.

 Sinfonicità portata ai massimi livelli, gusto progressive portato ai massimi livelli, epicità ai massimi livelli: bellissima questa parte.

La recensione elogia l’album omonimo dei Quella Vecchia Locanda come eccellenza del prog italiano, capace di fondere atmosfere sinfoniche, folk e drammatiche. L’autore sottolinea le influenze Jethro Tull, l’alto livello di arrangiamenti e testi, e la profonda esperienza emotiva suscitata dall’ascolto. Un’opera complessa, avvolgente, che arricchisce chi la ascolta e rimane impressa nella memoria. Immergiti nell’ascolto di questo capolavoro e lasciati ispirare!

 Il disco gode di salute propria e non è solo un fratellino dell’insuperabile 'Strade smarrite', ma diciamo che almeno cuginetto lo è.

 Qua infatti un punto cruciale: i Bull Brigade dimostrano che non c’è scritto da nessuna parte che se fai punk devi essere una capra a suonare. Suonano ammodino, come si dice dalle mie parti.

La recensione analizza Vita Libertà dei Bull Brigade, evidenziandone sia i momenti energici sia le nuove contaminazioni stilistiche meno convincenti. Pur risentendo del confronto con il precedente Strade smarrite, il disco mantiene qualità e spunti interessanti, mostrando una band tecnicamente solida. Non privo di difetti, resta un album consigliato sia ai fan che ai nuovi ascoltatori amanti del punk italiano. Scopri come i Bull Brigade uniscono tradizione e novità nel loro disco più maturo!

 Una voce che più HC non potrebbe essere e una sezione strumentale che va a mille all'ora.

 Valore storico più che musicale? Forse; la parte musicale si difende bene, ma mi piace vedere i dischi come questo come se fossero tutti insieme solido cemento che creva qualcosa di grande.

La recensione esamina ‘Morire di tolleranza’ dei Tear Me Down, album punk-hardcore denso di rabbia e schiettezza, centrato più sul messaggio e l’energia che sulla perizia tecnica. Pur riconoscendo limiti musicali, l’opera viene valorizzata come manifesto generazionale, capace di coinvolgere e rispecchiare chi ha vissuto la scena punk degli anni ‘90. L’album trasmette atmosfere genuine e storiche, restando un riferimento identitario. Rivivi la rabbia e l’energia della scena punk: ascolta ora ‘Morire di tolleranza’!

 Esso è infatti una dichiarazione di forza e resistenza che ricorda a tutti gli skinhead del nuovo millennio da dove vengono e chi c'è nel loro Olimpo.

 Opera, dal merito più storico che artistico, si rivela un buon modo di passare dieci minuti di sano punk cantato in italiano come ci piace.

La recensione analizza uno split album tra due pilastri del punk Oi! italiano, i Nabat di Bologna e i Colonna Infame di Roma. Pur non essendo il miglior disco del genere, il lavoro si distingue per la sua importanza storica e il sound energico, celebrando le radici e la resistenza della scena skinhead. L'autore apprezza la coerenza stilistica delle band e riconosce il valore simbolico della copertina. Ascolta lo split e rivivi la carica del punk Oi! italiano!

 "L'ultimo grande disco heavy metal classico? Probabile."

 "Di gruppi così non ce ne sono più. Dischi così non ce ne sono più."

La recensione esalta Kings of Metal come uno degli ultimi grandi album dell'epic/heavy metal classico. Analizza la qualità tecnica dei Manowar e il valore simbolico del disco nella storia del genere. Vengono celebrati i singoli brani e le capacità dei membri, sottolineando il senso di comunità e fratellanza tra i fan. Una riflessione nostalgica che difende l'autenticità del metal degli anni '80. Scopri perché Kings of Metal è ancora leggenda: ascoltalo e unisciti alla fratellanza del metal!

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