Questa volta solo quello. Rispetto.

 Questo 'Let it Come Down' però mi lascia freddo, non è bello come i primi tre album imperdibili e sa di già sentito.

La recensione analizza 'Let It Come Down' come il quarto album degli Spiritualized, segnando una svolta sinfonica rispetto al passato. Il recensore evidenzia la perdita dell'originalità e una sensazione di déjà-vu rispetto ai lavori precedenti della band. Nonostante la perizia tecnica e l'uso di orchestra, il disco viene considerato meno ispirato e meno emozionante dei primi tre album. Spiritualized rimane comunque un gruppo degno di rispetto. Scopri se il nuovo corso sinfonico degli Spiritualized fa per te!

 Grandissimo potenziale ma disco ancora così così.

 ‘Grace Kelly With Wings’ (di nuovo: un capolavoro!) la canzone più tipicamente indie, faranno grandissime cose.

La recensione analizza il secondo album dei Piebald, band di Boston attiva nel circuito hardcore. Nonostante l'eclettismo stilistico e un grande potenziale espresso in brani come 'Grace Kelly With Wings', il disco fatica a mantenere costanza, risultando a tratti acerbo e dispersivo. Alcune tracce spiccano per originalità, altre scivolano nel generico college pop. Il gruppo mostra comunque spiragli di crescita e promessa. Scopri se il secondo album dei Piebald fa per te e ascolta 'Grace Kelly With Wings'.

 "...this could be where it all goes wrong, this could be my swansong… this could be the very last thing that you hear from me"

 "Così dovrebbero essere gli Oasis se già dopo il primo disco non avessero deciso di diventare la caricatura di loro stessi"

La recensione di Swansongs dei Polak evidenzia un indie rock autentico, segnando il simbolico addio della band. La scrittura, nostalgica e personale, sottolinea la qualità delle chitarre e la semplicità efficace dei brani. L’album viene apprezzato per l’onestà delle sue dieci tracce e la sua coerenza stilistica, distinguendosi dalle influenze passate dei Bardots e Adorable. Scopri perché Swansongs è un album da non perdere per gli amanti dell’indie rock autentico!

 Un disco sottotono per i Mogwai e stranamente soft. Non esplode mai.

 In effetti 'Rock Action' è un 'Come On Die Young' di troppo.

La recensione mette in luce come 'Rock Action' dei Mogwai segua la strada della psichedelia moderna, ma risulti troppo soft e controllato rispetto ai precedenti lavori. Si salvano alcuni brani strumentali, mentre i pezzi cantati e le sperimentazioni risultano poco convincenti. L'album non riesce mai davvero a esplodere d'intensità, apparendo come una copia sbiadita di 'Come On Die Young'. Scopri se Rock Action fa per te: leggi la recensione completa.

 Mascis è anche quello che ha reso di nuovo ascoltabile l’assolo di chitarra virtuoso, bandito dal punk.

 Un bel disco come tutti quelli dei Dinosaur, anche se manca il hit single come su 'Where You Been'. Un disco senza tempo.

La recensione celebra 'More Light', album di J. Mascis + The Fog, per la coerenza con lo stile dei Dinosaur Jr e l’apporto di Kevin Shields. Il suono è sperimentale e potente, seppur senza hit memorabili. Mascis si conferma maestoso nella sua semplicità, offrendo ancora una volta un disco senza tempo. Leggi la recensione completa e scopri se More Light fa per te!

 "Con questa immagine si spiega al meglio la musica degli Shellac, rock semplice, spartano, minimale, analogico, registrato senza overdub, in presa diretta."

 "Un disco magistrale e senza tempo, per una delle band più influenti di oggi."

La recensione esalta '1000 Hurts' degli Shellac come emblema del rock minimalista. Steve Albini e compagni offrono un sound nudo, diretto e senza fronzoli, dove dinamica e tensione prevalgono sul virtuosismo. Un disco che esprime forza e autenticità, mostrando come il meno possa sicuramente essere di più. Scopri l'essenza del rock minimalista: ascolta '1000 Hurts' degli Shellac!

 Una chitarra acustica introduce la canzone ed in corrispondenza del primo verso 'snow came on friday, I gotta go, spending the winter in buffalo , esce da sotto una chitarra distorta addormentata.'

 Due grandi canzoni, due niente male e le altre dei riemipitivi, ma comunque un disco piacevole, forse solo sfortunato.

La recensione esamina l'album Hologram of Baal dei The Church, evidenziando alcune tracce riuscite e altre meno incisive. L’album, poco promosso, resta comunque gradevole pur non raggiungendo i vertici del passato. Il CD bonus Bastard Universe viene giudicato trascurabile. Un lavoro penalizzato dalla sfortuna e da scelte editoriali discutibili. Scopri se anche tu trovi le perle nascoste di questo album dimenticato.

 "I Pixies sono stati la band più influente degli ultimi 15 anni."

 "Dal vivo incredibile è 'Where Is My Mind' col pubblico che urla il 'yuhuuuuuu' dell'introduzione."

La recensione celebra "Death to the Pixies" come raccolta imprescindibile per chi non possiede già i loro dischi. Viene elogiata la sua forza dal vivo, l’impatto storico della band e la qualità dei brani inclusi, enfatizzando anche le versioni live e la particolarità dei testi e delle copertine. Scopri perché i Pixies hanno fatto la storia: ascolta questa raccolta unica ora!

 Chi lo avrebbe detto che sarebbe stato possibile vivere queste canzoni dal vivo?

 Questa è Storia. Concerto bellissimo.

La recensione racconta con entusiasmo il concerto dei New Order alla Brixton Academy, evidenziando il mix di storia musicale tra Joy Division e New Order. L'atmosfera coinvolgente e la risposta del pubblico sottolineano l’unicità dell’evento, reso memorabile anche da momenti di ironia e virtuosismo sul palco. Un live imperdibile per fan e nuovi ascoltatori. Rivivi l’energia del live: leggi la recensione e lasciati trasportare dai New Order!

 "Questo disco è mediocre, le prime due canzoni non dicono nulla."

 "I Pavement erano più della somma delle parti e qui c'è una parte sola, seppure l'autore principale."

Il primo album solista di Stephen Malkmus non convince pienamente l'autore della recensione. Spicca una sola traccia davvero memorabile, mentre il resto si muove in territori già battuti dai Pavement, ma senza la stessa efficacia. Diverse influenze sono presenti, ma il disco soffre di autocompiacimento. Nonostante alcuni spunti validi, il paragone con il passato pesa sul risultato complessivo. Scopri se il debutto solista di Malkmus fa per te leggendo la recensione completa!