The Highspeed V - She Should Be Like Me (demo)

Una vera pepita… non trovo l’album - raccolta dei singoli -

Le belve primitive, è risaputo, amavano divorarsi tra loro. A qualsiasi latitudine. Fu così anche in Svezia, nell’era preistorica del neogarage anni Ottanta. E così, se gli Highspeed Five “divorarono” in qualche modo i Crimson Shadows, finirono per essere a loro volta inghiottiti dagli Stomachmouths e dai Wylde Mammoths. La storia degli Highspeed Five si consumò quindi in pochissimi mesi, bluffando sull’età dei musicisti (Jens e Niclas ringiovaniranno rispettivamente di quattro e di un anno tra un disco e l’ altro, Stellan invecchierà precocemente di quattro anni e Henrik addirittura di ventiquattro mentre Mats resterà un sempiterno diciottenne) e riservandosi un posto tra le meteore anziché tra le stelle del firmamento del garage punk svedese. A raccogliere le poche ossa lasciate, ci pensano i paleontologi della Groovie con questo Demented R&B che mette insieme tredici brani che cercavano di riadattare il maniacale rhythm‘n’blues nord-europeo che proprio in quel periodo si sostituiva nel cuore degli appassionati, grazie al lavoro di “estrazione” delle raccolte Trans-World Punk, all’ormai metabolizzato suono beat garage americano che aveva dominato nel biennio precedente e che era stato a sua volta scandagliato da Jens Lindbergh e Henrik Orrje con i Crimson Shadows. Gli Highspeed V ne davano una rilettura adeguatamente scompigliata e deragliante (Baby, French Blues, I will make), fitta di giungle Diddleyane in cui echeggiano le urla di scimpanzè come Pretty Things e Outsiders. Dunque se eravate e siete attratti dalle pellicce di mammuth più che da quelle sintetiche, l’acquisto di Demented R&B è un atto dovuto.
 
Nirvana - Immigrant Song (official video) …i bimbi si stavan divertendo, gli spettatori (5 o 6 o forse 7) non capivano. Sugli urletti il giovane Kurt aveva ancora da imparare….
 
Al Mercato Delle Pulci "Storia o Leggenda" è un bel disco, forse solo un po' troppo improntato sulla melodia lenta tot-court... Quasi, perché poi arriva questa.
 
Ego on the Rocks - Asylum

Che batteraio, Herr Rosenthal..
L'album in questione è un discreto delirio, ma è da ascoltare almeno una volta...
 
Scrivi il tuo messaggio, io ti risponderò

Se, come mè, da sempre hai avuto il desiderio di parlare con Padre Pio, da oggi SI PUO' FARE

Si Può Fare
 
Clutch - The Devil & Me

Una clutchcata al giorno …
 
The Cramps - Gravest Hits (1979)

Un passo indietro…

In quella macchina, quella sera, nasce una delle più belle storie d’amore di sempre.

Su quella decapottabile che viaggia verso il tramonto con la musica di Adkins che frusta l’aria, quella sera, nascono i Cramps.

Erick (nel frattempo diventato Lux Interior) e Kristy (ribattezatasi Poison Ivy) passeranno assieme i successivi 37 anni, fino alla morte di lui ma non si sposeranno mai, nonostante tutti continueranno a chiamarli marito e moglie.

Eppure celebreranno quell’unione ogni secondo della loro vita. Morbosamente attratti dalle stesse cose, mossi dalle stesse passioni, ossessionati dalle stesse fobie. Pericolosamente identici, straordinariamente perversi.

Ecco perché i Cramps diventeranno, in assoluto, la band più erotica della storia del rock ‘n roll. Rock ‘n roll ragazzi. Non quella pantomima di muscoli e smorfie da sollevatori di pesi che è il rock ma ROCK ‘N’ ROLL: stordimento maniacale, effervescenza ormonale, sudore, divertimento, dissacrazione, nichilismo e sovversione alle regole del buon gusto.

“Conosco un posto, lontano da qui, dove i benpensanti non oseranno disturbarci” canterà anni dopo Lux Interior. Ecco. I Cramps vivranno per 35 anni in quel posto lì.

Abbarbicati nel loro castello come dei Dracula, alimentano leggende sinistre e incutono terrore e fomentano odio.

Gravest Hits è ritenuto il loro debutto ma in effetti non lo è.

Si tratta di un mini-LP messo su dalla I.R.S. per celebrare la firma del contratto con la band più chiacchierata della scena punk newyorkese. Un’operazione di marketing strategico per presentare al mondo i primi due singoli della band di Lux e Ivy, già stampati in forma privata su etichetta Vengeance (del secondo esiste una versione con inchiostro fosforescente: se la possedete, siete al riparo da ogni riforma pensionistica, NdLYS): Surfin’ Bird/The Way I Walk e Human Fly/Domino. Il quinto pezzo aggiunto è un’altra cover, una sbilenca canzone scritta nel 1958 da Baker Knight e portata al successo da Ricky Nelson: Lonesome Town.

Il disco ha un suono deragliante. Si assiste impotenti allo stupro ai danni di Surfin’ Bird dei Trashmen così come si viene divorati dal ronzare maledetto dell’uomo-mosca, primo personaggio della lunga saga horror della galleria Lux & Ivy.

Altro che teddy boys e banane.

I Cramps umiliano il rockabilly. I Cramps sono lo scheletro del rock ‘n’ roll, non i suoi muscoli.

I Cramps hanno cattivi maestri.

I Cramps sono malsani, annichilenti, paradossali, grotteschi, dissacranti.

Forse sono davvero cattivi dentro, o forse no.

Ma chi li vede suonare ad inizio carriera, tra le mura del CBGB‘s o dentro l’area comune di qualche ospedale psichiatrico ha comunque un fremito dentro le mutande. Nessuno torna a casa com’era prima, dopo uno show dei Cramps.

E quando metti sul piatto un disco dei Cramps è come se lasciassi schizzare il tuo seme su un tizzone d’Inferno. Sempre.
 
L'imbarazzante intervista di Maurizio Costanzo a Rino Gaetano Ricordiamoli entrambi, questo è un video che dice tantissimo dell'epoca, ma tanto tanto, sia del cantante che del presentatore. Soprattutto dell'impatto che aveva Gaetano e di quello che era il presentatore, e che rappresentava il presentatore: da una parte il potere (Agnelli), dall'altra parte un cantante che stava un po' sui coglioni al sistema, in mezzo un iscritto ad una Compagnia degli anelli che difendeva, come in questo caso, lo status quo. Amo tantissimo Gaetano. Puro ed immenso. Tra tutti, ricorderemo te.