Non basta cambiare nome e cognome, oppure la fotografia dal passaporto, per appropriarsi di una vita che non ci appartiene.

 Non siamo mai così poco liberi come quando tentiamo di recitare.

La recensione celebra Professione: Reporter di Michelangelo Antonioni come un capolavoro che esplora l'angoscia e la solitudine esistenziale del protagonista, interpretato da Jack Nicholson. Il film è un viaggio nel vuoto interiore e nell'impossibilità di assumersi una nuova identità. La regia, in particolare un lungo piano sequenza finale, è lodata per la sua audacia tecnica e poetica. Antonioni riflette sul senso del sé immerso in un mondo incomprensibile e distante. Scopri il capolavoro esistenziale di Antonioni e immergiti nel mistero di Professione: Reporter.

 Worlock è il capolavoro della poetica degli Skinny Puppy, l'essenza intrinseca di un'estetica che è partecipazione dolorosa all'esistente.

 Skinny Puppy urlarono il proprio dolore sordo attraverso le esibizioni masochistiche di Ogre e una forma canzone radicata nel più catatonico dei flussi di coscienza.

La recensione celebra Rabies, album centrale degli Skinny Puppy e pietra miliare nell'industrial music degli anni '80. Descrive l'evoluzione del gruppo nel contesto storico-culturale, evidenziando la potenza espressiva, i temi sociali trattati e la collaborazione con Al Jourgensen. Particolare rilievo è dato all'impatto visivo e alla denuncia sociale che caratterizzano l'opera, definendola un capolavoro indimenticabile del genere. Scopri l'epico sound di Rabies, icona dell'industrial anni '80!

 "Se amate il suono fuzz estremo, e non riuscite a starne senza, potreste sempre optare per farmaci meno conosciuti ma egualmente corroboranti: Michael Yonkers, Morgen e perché no questi Dragonfly."

 "La medicina perfetta per chi è stufo delle solite megacorporazioni del farmaco e cerca cure eterodosse per l’acidità cronica della mente."

La recensione di 'Dragonfly', unico album della band omonima del 1968, celebra un suono fuzz intenso e una fusione di psichedelia, hard blues e garage rock. Pur non essendo una pietra miliare, il disco è un ottimo documento storico e una cura ideale per gli appassionati del genere. Il tono tecnico ma appassionato svela dettagli sonori e riferimenti musicali affascinanti. Consigliato a chi cerca sonorità vintage e originalità fuori dai circuiti principali. Scopri subito Dragonfly per un viaggio vintage nella psichedelia più fuzzy!

 "Se amate il suono fuzz estremo, e non riuscite a starne senza, potreste sempre optare per farmaci meno conosciuti ma egualmente corroboranti: Michael Yonkers, Morgen e perché no questi Dragonfly."

 "La medicina perfetta per chi è stufo delle solite megacorporazioni del farmaco e cerca cure eterodosse per l’acidità cronica della mente."

La recensione di 'Dragonfly', unico album della band omonima del 1968, celebra un suono fuzz intenso e una fusione di psichedelia, hard blues e garage rock. Pur non essendo una pietra miliare, il disco è un ottimo documento storico e una cura ideale per gli appassionati del genere. Il tono tecnico ma appassionato svela dettagli sonori e riferimenti musicali affascinanti. Consigliato a chi cerca sonorità vintage e originalità fuori dai circuiti principali. Scopri subito Dragonfly per un viaggio vintage nella psichedelia più fuzzy!

 Un accolta di camaleonti capaci di assimilare e stravolgere generi musicali mantenendo un'identità riconoscibile.

 Il risultato è un calderone in perenne ribollimento, un inesauribile gioco di echi, rimandi, e citazioni incrociate nel quale le parole "noia" e "calo di tensione" non sono contemplate.

La recensione celebra Electric Masada come un progetto di John Zorn che fonde free jazz, klezmer, funk e heavy metal in una performance dal vivo esplosiva e creativa. Il doppio album cattura l'intensità e la versatilità dei musicisti, esaltando l'affiatamento e la sperimentazione sonora. Le tracce mostrano momenti di grande energia e riflessione, confermando l'originalità e la qualità artistica del progetto. Ascolta Electric Masada e immergiti in un viaggio sonoro irripetibile!

 dARI sono alfieri di un sound definibile come EMOTRONIK: Depeche synths, chitarre distorte, e un'inclinazione naturale e involontaria al ritornello riempi pista headbanger mani in alto...

 Anticonformisti già dalla grammatica idiosincratica che interpreta le "W" al posto delle "V" a causa di una computer keyboard difettosa.

La recensione evidenzia il sound unico di dARi, definito 'emotronik', un mix di synth anni '80, chitarre distorte e ritornelli coinvolgenti. L'autore apprezza le influenze di Bowie, Depeche Mode e Bluvertigo, sottolineando l'originalità stilistica e l'approccio anticonformista della band. Il tono ironico accompagna i riferimenti curiosi e le considerazioni sulla scrittura dei testi. Un'opera premiata con il massimo dei voti, consigliata agli amanti della scena alternativa ed elettronica. Ascolta dARi e scopri il sound emotronik che conquista le radio!

 I difetti e i buchi di sceneggiatura di Omicidio a luci rosse sono riscattati da uno stile potentissimo, che regala momenti fra i più indimenticabili del cinema depalmiano.

 Omicidio a luci rosse è un tipico esempio di come un talento visivo fuori dal comune possa pienamente riscattare i difetti e le banalità di una sceneggiatura non proprio di ferro.

La recensione analizza 'Omicidio a luci rosse' di Brian De Palma come un manifesto del suo cinema che fonde il thriller erotico con un forte omaggio a Hitchcock. Nonostante una sceneggiatura debole, il film conquista grazie a una regia barocca e visivamente affascinante. Le sequenze emblematiche e l'atmosfera sensuale ed elegante compensano le lacune narrative, confermando De Palma come un autore visivamente straordinario. Scopri il fascino visivo di Omicidio a luci rosse, pietra miliare di De Palma.

 "È la punta del pugnale che ti arriva addosso all’improvviso, sono le nocche del pugno che ti viene sfoderato sulla faccia."

 "Il risultato è musica da camera per strumenti rock, e la precisione degli intrecci musicali è tanto magica quanto radioattiva."

La recensione analizza 'The Ascension' di Glenn Branca come un capolavoro di noise-rock e avanguardia musicale. Il disco, uscito nel 1981, combina rumore controllato e innovazione strutturale attraverso l'uso di chitarre elettriche accordate in modo non convenzionale. Branca si conferma come un maestro che fonde istinto e rigore matematico, influenzando generazioni future e definendo nuovi standard del genere. L'album è descritto come potente, ipnotico e con un'anima profonda, capace di sorprendere l'ascoltatore. Ascolta 'The Ascension' e lasciati travolgere dal suono unico di Glenn Branca!

 E' un peccato che un film di tale spessore sia stato triturato per quasi quattro decenni.

 La tecnica è davvero magistrale, in alcuni punti anche meglio di geni come Kubrick, Welles, Murnau.

Soy Cuba è un film rivoluzionario girato negli anni '60, che racconta la complessa realtà cubana attraverso quattro episodi intensi e poetici. Iconico per la sua fotografia bianco e nero e riprese innovative, il film è stato riscoperto grazie all'interesse di registi come Scorsese. Una pellicola che combina impegno politico e poesia visiva, consigliata a chi ha una solida cultura cinematografica. Guarda Soy Cuba per scoprire un capolavoro nascosto e vivere la rivoluzione attraverso immagini indimenticabili.

 Qui si parla di religione: di una religione laica che ubbidisce solo alle regole della spontaneità.

 Se un mediocre artista come LLoyd può concepire un miracolo come 'Green', allora c'è ancora speranza.

La recensione analizza l'album Watching Angels Mend di Alex Lloyd, focalizzandosi sulla canzone 'Green' e il suo video ambientato in una classe australiana. Pur riconoscendo la natura convenzionale del folk pop, il recensore evidenzia la forza emotiva e la riflessione sulla religione laica e l'umanità, trovando in 'Green' un vero miracolo e una speranza artistica. Scopri il lato emozionale di Alex Lloyd con 'Watching Angels Mend' e lasciati sorprendere da 'Green'.

 I personaggi restano prigionieri dei condizionamenti sociali, delle barriere imposte dal mondo esterno.

 Il pregio del film è dato dal movimento che sembra muovere questi personaggi, ma alla fine tutto ritorna a una situazione di fissità e immutevolezza.

Il film 'I Delfini' di Francesco Maselli offre un ritratto della piccola borghesia provinciale degli anni Sessanta, intrecciando storie di gioventù annoiata e intrappolata nelle rigide convenzioni sociali. Sebbene la regia e la fotografia in bianco e nero siano pregevoli, i personaggi risultano stereotipati e moralistici, limitando la profondità psicologica. Le atmosfere di staticità e noia dominano, sottolineate da una colonna sonora malinconica. L'opera riflette sulle difficoltà di evadere dagli schemi sociali e culturali, evocando analogie con altri grandi registi italiani. Scopri il ritratto amaro della borghesia anni '60 con 'I Delfini' di Maselli, un classico da vedere e riflettere.

 Non sono emozioni a buon mercato quelle che può suscitare l'ascolto di questo lungo brano di musica elettronica di Luigi Nono.

 Il risultato è un magma sonoro che assedia l'ascoltatore per 40 minuti, ora con il suggestivo intreccio delle voci, più spesso con violente scariche di suono che si è trasformato in rumore.

La recensione analizza l'opera 'A Floresta é jovem e cheja de vida' di Luigi Nono come un'intensa esperienza musicale e politica. Attraverso una combinazione di suoni elettronici, dal vivo e materiali vocali di avanguardia, Nono crea un magma sonoro che coinvolge l'ascoltatore emotivamente e intellettualmente. Sebbene l'opera risulti oggi un po' appesantita dall'ideologia, rimane un esempio potente di musica che interagisce col tempo e la società. Scopri come Luigi Nono fonde musica e impegno politico in un'opera unica.

 Musica che racconta storie con la dolcezza di una mamma che canta di personaggi da fiaba per calmare il proprio bambino spaventato e l'intransigenza di marinai che si producono in iperboli.

 Forse questo "autoprodotto" non sarà mai annoverato fra i capolavori della musica americana, ma incarna perfettamente l’anima, il cuore e la pelle.

La recensione celebra l'album "All We Could Do Was Sing" di Port O'Brien, mettendo in luce la potente fusione di sensazioni marine, esperienze personali e riferimenti musicali. Il disco si distingue per la sua intensità emotiva e per un folk indie che fonde dolcezza e rigore, facendo emergere autentici racconti di vita e natura. Anche se autoprodotto, l'album incarna profondamente lo spirito della musica americana. Ascolta l'autentico folk indie di Port O'Brien e lasciati trasportare dalle loro storie uniche.

 Il riciclato/bile propellente utilizzato, di stretta composizione elektro-nebulo-Kraftwerkiana, è sinonimo di garanzia.

 Komandante: mi impresta la navicella per another elektro-giro?

La recensione descrive 'My Name Is Beuys Von Telekraft' di Anthony Rother come un viaggio musicale nello spazio techno, ricco di atmosfere robotiche e influenze Kraftwerk. L'autore evidenzia la capacità dell'album di trasportare l'ascoltatore in un paesaggio sonoro digitale e siderale, con passaggi dub e pulsazioni elettro-futuristiche. Nonostante alcune difficoltà sonore, l'esperienza complessiva è apprezzata e consigliata per gli amanti dell'elettronica. Scopri il viaggio elektro di Anthony Rother e lasciati trasportare nello spazio sonoro!

 Ben otto brani su un totale di dieci sono stati deturpati con gli ormai celebri 'voice-overs'.

 E la musica (nel caso specifico il thrash metal)? Evidentemente un optional.

La recensione esprime un giudizio severo su D.E.V.O.L.U.T.I.O.N. dei Destruction, criticando duramente l'inserimento di voice-over promozionali che deturpano l'album. L'autore ritiene che l'azione sia frutto di una responsabilità condivisa tra band ed etichetta, rovinando l'ascolto e sminuendo il valore della musica thrash metal proposta. Viene sottolineata la delusione per un gruppo che festeggia 25 anni di carriera con un prodotto così compromesso. Scopri perché D.E.V.O.L.U.T.I.O.N. ha deluso i fan del thrash metal!

 Il titolo infatti va inteso in senso etimologico, quello di fare "suoni insieme".

 Questa terza parte di "Sinfonia" è il miglior esempio della fantasia irrefrenabile di Berio.

La Sinfonia di Luciano Berio, composta nel 1968, è un'opera sperimentale che combina orchestra e otto voci amplificate. Suddivisa in cinque parti, intreccia testi di Lévi-Strauss, richiamo a Martin Luther King e citazioni da Mahler e Beckett. Questo lavoro rappresenta un ricco mosaico di tradizione e avanguardia, che premia un ascolto attento e profondo con emozioni e scoperte continue. Immergiti nella Sinfonia di Berio e scopri un viaggio musicale senza precedenti.

 Le lacrime sono il sangue dell’anima.

 La pressione sale, l’equilibrio vacilla, gli occhi che nuotano nel buio illuminato da fari stanchi.

La recensione di Pink Moon di Nick Drake è un intenso viaggio emotivo che esplora dolore, solitudine e verità della vita. Con una narrazione poetica e personale, l'autore descrive come la musica di Drake accompagna momenti di profonda riflessione notturna. L'album emerge come un compagno di viaggio nell'anima, capace di evocare lacrime e speranza al tempo stesso. Un omaggio sincero che celebra la magia e la fragilità dell'esistenza umana. Ascolta Pink Moon e lascia che Nick Drake tocchi la tua anima.

 La voce di Waits [...] alla fine ruggisce con ardore.

 Pazzo. Pericoloso. Maledetto Genio.

La recensione descrive il concerto di Tom Waits al Teatro degli Arcimboldi a Milano, evidenziandone il carisma travolgente e la potenza vocale. Nonostante una band giudicata poco ispirata, il live risulta intenso e variegato, spaziando tra brani classici e pezzi più recenti. La serata è un’esperienza emozionante, con momenti intimi e ruggenti, capaci di coinvolgere il pubblico in un’atmosfera unica. Scopri l'energia unica di Tom Waits nei suoi concerti dal vivo!

 Sette liturgie pagane belle come una donna che balli intorno al fuoco senza sapere di essere vista.

 La voce altera e seducente di Magnus Pelander ci dice di non chiudere gli occhi e di avere paura.

La recensione celebra 'The Alchemist' dei Witchcraft come un viaggio magico che unisce il doom rock anni '60/'70 con suggestioni di folk e blues. L'album si distingue per la sua capacità di evocare atmosfere ancestrali, arricchite da una strumentazione varia e una voce intensa e seducente. Il gruppo svedese riesce a rinnovare il classicismo rock, mantenendo però salda la propria radice esoterica e oscura. Scopri l'alchimia sonora di Witchcraft, ascolta 'The Alchemist' ora!

 Immaginatevi sospesi in un utero, ascoltare il suono della vostra madre disperata divenire i vostri pensieri.

 Voi e la voce di velluto di Erin Moran... Voi e il vostro cuore spezzato.

La recensione esalta il debutto di A Girl Called Eddy come un album soul-pop intenso e raffinato, perfetto per momenti di solitudine e riflessione. La voce calda di Erin Moran e la cura dei dettagli musicali rendono il disco un'esperienza emotiva unica, ideale per ascolti estivi al tramonto. La varietà dei brani, tra ballate malinconiche e momenti più ritmati, conferma la maturità dell'artista anche al primo lavoro. Ascolta A Girl Called Eddy e lasciati avvolgere dalla sua voce indimenticabile.