Di tutte le favole del rock quella del cosiddetto post-punk è forse la più affascinate: una generazione di musicisti svezzati da David Bowie e Lou Reed e violentemente sverginati da Johnny Rotten... non poteva che uscirne una schiera di artisti maledetti, dannati, assoluti geni irraggiungibili nella storia del rock. Intendo Joy Division e The Cure, fondamentalmente. Questi due gruppi hanno saputo fondare un suono in grado di essere un ponte diretto tra la loro anima e gli ascoltatori: le note derivanti da quei bassi pulsanti, non più ritmici ma elevati a chitarre oscure e profonde, da quelle acide chitarre anni '70 e da quelle batterie ossessive e metronomiche, erano la traduzione musicale dei demoni che albergavano nei loro spiriti.

I The Cure, come forse nessun altro gruppo nella storia, sono riusciti a dar vita in poco più due anni a tre capolavori inarrivabili, riassumendo tutto ciò che di "sbagliato" e controverso esisteva nel rock. "Seventeen Seconds" è uno scrigno pieno di spettri e segreti in cui lo spirito punk della band gioca col suo lato oscuro, mentre in "Faith" il gioco si infrange funestato dalla morte di Ian Curtis e Smith cerca una salvezza nella spiritualità e nella morte.

Nei primi anni ottanta Robert Smith è un uomo allo sbando, che non ha più appigli e non ha più certezze, che sprofonda sempre più nella disperazione e nel mondo che ha creato per gioco e che ora lo inghiotte al pari delle sabbie mobili. Le tensioni col pubblico, impreparato ad accogliere atmosfere così intense, sono sempre più pesanti, l'emotività di Smith non riesce più a reggere le sue stesse canzoni e si avvicina sempre più al tracollo nervoso. Anche le tensioni interne della band sono sempre più palpabili... un clima dal quale non poteva che scaturire un capolavoro assoluto, tra i più grandi di sempre.

"Pornography" è stato scritto in breve tempo, le idee erano già chiare e l'urgenza di trasformarle in arte ha fatto il resto. I The Cure sapevano benissimo che stavano incidendo il loro più grande capolavoro, lo si respirava nell'aria, era chiaro. Una lavorazione pesantemente segnata dalla cocaina e dall'alcol consumati in quantità industriali, ma le droghe non hanno svolto una funzione fine a se stessa o alla crestività, bensì hannno solamente contribuito ad amplificare il degrado umano della band, ormai allo stremo... "One Hundred Years", "A Short Term Effect", "The Hanging Garden", "Siamese Twins", "The Figurehead", "A Strange Day", "Cold", "Pornography" ...otto pilastri di granito; non si possono commentare con semplici parole perchè non sono ancora stati inventati sostantivi e aggettivi giusti per farlo.

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