Se un uomo conduce una esistenza felice pensando di essere un cavallo, perché mai bisognerebbe farlo soffrire cercando di farlo essere qualche cosa che invece lo renderebbe infelice.

 Il film non nega l’esistenza delle malattie mentali né applica quel principio falso buonista secondo cui alla fine saremmo tutti sani oppure tutti matti a seconda della situazione.

Stonehearst Asylum, diretto da Brad Anderson, è un thriller psicologico che esplora la complessità della mente umana attraverso una storia ispirata a un racconto di Edgar Allan Poe. Ambientato in un manicomio vittoriano, il film si distingue per il suo finale misterioso e simbolico. Le interpretazioni di Ben Kingsley e Jim Sturgess sono particolarmente apprezzate. La pellicola non banalizza la follia, ma invita a riflettere profondamente sulla condizione umana. Scopri l'intrigante mondo di Stonehearst Asylum, un film che sfida la realtà della mente umana.

 Più che l’alta tensione, la ragione principale di questo interesse va ricercata in quella vera e propria paura davanti a catastrofi naturali che non possono essere contrastate.

 La storia è abbastanza piatta e peraltro non sussiste nessuna spiegazione scientifica più o meno credibile sul funzionamento del "Dutch Boy".

Il film Geostorm di Dean Devlin affronta il tema del cambiamento climatico attraverso una trama apocalittica e un sistema satellitare immaginario. Nonostante un cast di star note, la storia risulta piatta e poco credibile, con scarsa spiegazione scientifica e protagonisti poco incisivi. La recensione sottolinea l'importanza della collaborazione internazionale, ma critica la sceneggiatura e la resa complessiva del film. Scopri perché Geostorm non convince nonostante il cast stellare.

 La volontà manifesta è quella di trarre il meglio da quella che potrebbe e che di fatto è la combinazione tra due culture millenarie.

 Dopo un inizio promettente, questo EP si perde in composizioni magari divertenti ma sul piano dei contenuti musicali poco interessanti se non addirittura vacue.

Il nuovo EP di Ouzo Bazooka, Songs From 1001 Nights, propone un mix di surf-rock psichedelico e sonorità mediorientali, riflettendo la fusione culturale di Israele e Palestina. Pur con un inizio promettente e idee interessanti, l'EP perde slancio con composizioni meno originali e contenuti musicali poco coinvolgenti. La proposta è ideologicamente stimolante ma musicalmente altalenante. Ascolta l'EP per scoprire un intrigante mix di culture e sonorità dal cuore del Vicino Oriente.

 Questo disco è veramente brutto.

 Un'opera lunga - quasi interminabile... - e priva di ogni contenuto rilevante sul piano emotivo.

La recensione critica l'ultimo album di Jonathan Wilson, Rare Birds, definendolo un lavoro lungo e manierista, privo di contenuti emotivi significativi. Nonostante le prestigiose collaborazioni, l'album delude le aspettative e si presenta come un'immobile riproposizione vintage, risultando noioso sia in studio che dal vivo. L'autore consiglia di non perdere tempo con l'ascolto. Scopri perché Rare Birds non convince gli appassionati, leggi la recensione completa!

 Il titolo "There’s A Riot Going On" si può benissimo definire una specie di truffa.

 Il disco suona come un nastro consumato fino allo sfinimento dentro un vecchio scadente videoregistratore.

L'ultimo album di Yo La Tengo, There’s A Riot Going On, rappresenta un ulteriore declino per la storica band indie pop. Nonostante il tentativo di omaggiare Sly and The Family Stone con un contenuto politico-sociale, il disco risulta privo di energia e originalità. Le sonorità sono piatte e ripetitive, alternate a sperimentalismi poco convincenti. Una delusione su disco, soprattutto rispetto alle performance dal vivo della band. Scopri perché questo album ha deluso i fan storici degli Yo La Tengo!

 Lo shoegaze dei Moaning assume a tratti connotati tipicamente dark-wave e si caratterizza per accelerazioni hardcore.

 Un sound complessivamente easy-listening, sebbene i toni siano per lo più oscuri e cavernosi e i testi affrontino tematiche complesse.

Il debutto omonimo dei Moaning è un interessante ritorno alle radici più rumorose e oscure dello shoegaze, contaminato da elementi post-punk e dark-wave. Il disco propone brani brevi ma intensi, con sonorità cavernose e testi complessi. Sebbene la qualità generale sia sufficiente, la vera evoluzione del genere dipenderà dalla visibilità che l'etichetta Sub Pop saprà garantire alla band. Ascolta il debutto dei Moaning e scopri il nuovo shoegaze oscuro.

 James Hunter è chiaramente una delle migliori voci soul attualmente in circolazione.

 Il disco è un vero e proprio gioiellino con arrangiamenti mai eccessivi e una produzione di un vero numero uno.

L'album "Whatever It Takes" di The James Hunter Six rappresenta un concentrato di soul e rhythm and blues raffinati, con influenze che spaziano da Ray Charles a James Brown. Prodotto dalla celebre Daptone Records, il disco si distingue per arrangiamenti misurati e la qualità vocale di Hunter. L'opera è un must per gli amanti del soul contemporaneo con radici vintage e offre una perfetta sintesi tra tradizione e modernità musicale. Ascolta subito Whatever It Takes e lasciati trasportare dal soul autentico di James Hunter Six!

 Un’opera dal carattere e toni inevitabilmente drammatici che trasmette più che paura una profonda malinconia.

 Il disco è stato concepito come colonna sonora del Doomsday Clock, evocando il rimpianto per una fine ormai inevitabile.

Midnight Colours di Rafael Anton Irisarri è un album post-minimalista ispirato al Doomsday Clock e alla crisi globale. Con otto tracce registrate su nastro, il disco esplora toni profondamente malinconici, riflettendo una visione disincantata ma intensa del mondo contemporaneo. Un lavoro evocativo che fonde sperimentazione e cinema immaginifico. Ascolta Midnight Colours e immergiti in un viaggio sonoro unico e riflessivo.

 Mute è un’opera citazionista (forse troppo): i riferimenti vanno ricercati principalmente in Metropolis e M di Fritz Lang.

 Sul piano recitativo menzionerei la prova di qualità di Paul Rudd e la grande bravura di un nome meno noto come quello di Noel Clarke.

Mute, diretto da Duncan Jones, è un film di fantascienza ambientato in una Berlino futurista del 2052. La trama segue Leo, un bartender muto e Amish, alla ricerca della sua amata Naadirah. La pellicola fa ampio uso di riferimenti a film classici come Metropolis e M, e all'estetica di Bowie, ma rischia di risultare troppo citazionista. Pur non annoiando, non sembra destinata a replicare il successo di Moon. Scopri il mondo futurista di Mute e i suoi riferimenti cinematografici unici.

 Grant-Lee Phillips si può considerare per la sua generazione quello che negli anni sono stati i vari Johnny Cash, Willie Nelson, Kris Kristofferson e Merle Haggard.

 Le canzoni raccontano tutta una serie di storie di personaggi canaglie e ciarlatani, tiranni e veggenti, con riferimenti simbolici tipici di Bob Dylan.

Il nono album solista di Grant-Lee Phillips, "Widdershins", offre un rock elettrico vivace con testi socialmente impegnati. Registrato a Nashville in soli quattro giorni, il disco richiama la tradizione dei grandi cantautori americani, mescolando riferimenti culturali e sonorità di ispirazione anni settanta rivisitate in chiave moderna. Un lavoro solido che conferma la classe e la coerenza artistica di Phillips. Ascolta Widdershins e scopri il coinvolgente rock sociale di Grant-Lee Phillips!