pier_paolo_farina

DeRango : 9,02 • DeEtà™ : 7093 giorni

 La musica è tutto meno che vanesia ed edonista.

 Riesce ad essere ben superiore all’originale, già notevole, con un pianetto rock’n’roll irresistibile e un arrangiamento perfetto.

La recensione celebra ...Twice Shy dei Great White come apice della loro carriera, distinguendoli per un sound hard rock autentico lontano dalle mode del periodo. L'album viene elogiato per la qualità di tutte le tracce e la maestria dei musicisti, evidenziando brani come 'Move It', 'House of Broken Love' e la cover di 'Once Bitten Twice Shy'. L'autore ripercorre anche le vicende del gruppo, sottolineando la tragedia del 2003 e l'attuale rinascita, legando così musica e storia personale della band. Leggi la recensione e scopri perché ...Twice Shy è l'album che ha segnato la storia dei Great White.

 Wilson è un autore poppettaro di limpidissima personalità e di notevole influenza nelle vicende della musica popolare.

 Niente di trascendentale quindi, ma buon pop di proverbiale personalità.

L'album solista del 2004 di Brian Wilson conferma l'unicità del suo stile pop, grazie anche alla presenza di ospiti illustri come Clapton, Elton John e McCartney. Pur non essendo un capolavoro, il disco offre canzoni di buon livello, esprimendo la tipica personalità musicale di Wilson, tra melodie gioiose, arrangiamenti ricchi e cori riconoscibili. Scopri come Brian Wilson ha reinventato il suo pop in questo album ricco di ospiti speciali.

 La classe regna sovrana e c’è sempre il prodigioso soprano di Shorter a dire l‘ultima parola.

 È il disco più ricco di accompagnamenti “sintetici” di Joni Mitchell, il che non toglie un grammo di calore e fascino alla sua musica, immortale e impossibile da clonare.

La recensione esalta Taming the Tiger come l'album della maturità artistica di Joni Mitchell, arricchito da sonorità elettroniche innovative e stratificazioni jazz. Dai testi traspare coscienza personale e sociale, mentre la parte strumentale sperimenta nuove tecnologie mantenendo calore e fascino. Un disco affascinante, sofisticato e impossibile da imitare. La Mitchell si conferma icona in continua evoluzione. Scopri l’anima elettronica e senza tempo di Joni Mitchell: ascolta Taming the Tiger!

 La mia riconoscenza verso questa artista è infinita e mi sorprendo ancora ad emozionarmi intensamente quando, per l’ennesima volta, risento queste profonde musiche di somma ispirazione, maestria e comunicativa umana.

 Sette minuti interi di un’amareggiata e pessimistica Joni che si mette a nudo ancora una volta e fa dialogare le sue tante voci, per la nostra riflessione e il nostro piacere.

La recensione celebra Turbulent Indigo come un apice della carriera di Joni Mitchell, mettendo in risalto la profondità emotiva dell’album, le tematiche malinconiche legate alla sua vita personale e la qualità raffinata degli arrangiamenti. L’autore evidenzia la padronanza tecnica della cantautrice e la forza comunicativa della sua musica. Scopri perché Turbulent Indigo è ancora oggi un ascolto imprescindibile.

 Joni è decisamente cibo per musicofili, per gente un minimo raffinata, senz’altro per tantissimi musicisti che vedono in lei una chiara avanguardia e un’inesauribile fuoriclasse.

 Nessuno copia la Mitchell, è troppo peculiare ma, chi ci capisce, la ama per forza.

La recensione esamina 'Night Ride Home', quattordicesimo album di Joni Mitchell, sottolineando la centralità della chitarra, la maturazione vocale e le prestigiose collaborazioni con artisti jazz. L'atmosfera è raffinata, le melodie meno innovative ma sempre espressive. Un disco consigliato per musicofili e appassionati di generi sofisticati. Scopri la magia di Night Ride Home e lasciati ispirare dal talento inconfondibile di Joni Mitchell.

 Il disco risente dei tempi ma, vivaddio, solo di striscio: le musiche presenti sono sostanziose, godibili e talvolta preziose.

 Ma averne, di dischi così… Del resto lei di album scarsi non ne ha mai fatti, ed anche in questo caso vi è un bel sentire.

L’album del 1988 di Joni Mitchell abbraccia le sonorità anni ’80 senza rinnegarne l’eleganza. Ricco di illustri collaborazioni, il disco offre arrangiamenti complessi e stratificati. Pur essendo meno intimo rispetto agli esordi della Mitchell, rimane un lavoro godibile e di classe, dimostrando la coerenza artistica della cantautrice. Nonostante qualche concessione alle mode, brilla tra i dischi dell’epoca. Scopri perché Chalk Mark in a Rain Storm merita un ascolto attento.

 Grandinano note sicuramente sublimi dalla Les Paul di Gary in questa bellissima foto di un suo concerto all’aperto, disturbato dal maltempo.

 Si fa del blues tradizionalista, ma forte e potente e questo è l’ambito dove il compianto nord irlandese ci manca veramente. Perché era il migliore, in queste cose.

La recensione elogia l'ultimo album di Gary Moore, Bad for You Baby, come un sentito ritorno alle radici blues. L'autore sottolinea la perizia chitarristica e il mix di influenze storiche. Il disco si compone di sette brani originali e quattro cover, e mostra una sezione ritmica affiatata. Pur senza rivoluzioni sonore, il lavoro si distingue per intensità e autenticità. Ascolta Bad for You Baby per scoprire il blues autentico di Gary Moore!

 La chitarra di Moore in forma smagliante nobilita la parte centrale della canzone, lanciandosi in animose escursioni sulla tastiera.

 Quando mi ci rimmergo, penso che i grandi amori non finiscono mai, e che mi manca molto.

La recensione esalta Old New Ballads Blues come un album che incarna la maturità artistica di Gary Moore. Vengono analizzati i brani tra ballate malinconiche e strumentali potenti, con omaggi ai grandi del blues. L'esecuzione chitarristica di Moore viene considerata il punto di forza dell’opera, tra interpretazioni personali e cover ispirate. L'album risulta autentico e coinvolgente, apprezzato dai fan storici e dagli appassionati di blues. Riscopri la magia di Gary Moore e immergiti nei suoi indimenticabili blues.

 Questo è proprio un disco di schietto hard blues settantiano, con gli esperimenti e gli 'aggiornamenti' degli anni precedenti azzerati.

 La buona musica, passionalmente eseguita, va bene per sempre e non solo nella sua epoca.

L’album Power of the Blues segna il ritorno di Gary Moore a un hard blues ortodosso, potente e coinvolgente. La recensione evidenzia la qualità dei brani sia originali che cover, le performance chitarristiche travolgenti e la totale dedizione allo stile blues-rock anni ‘70, privo di contaminazioni moderne. Consigliato a chi ama il blues puro. Scopri la potenza e la passione del blues di Gary Moore in questo album!

 Il suono di questo disco non è il classico di Moore: è più acido, più 'moderno'.

 A molti sicuramente il suono piuttosto psichedelico e drastico di quest’album può costituire una piacevole sorpresa.

L'album 'Scars' segna un importante esperimento nella carriera di Gary Moore, abbracciando sonorità più moderne e psichedeliche lontane dal suo classico rock-blues. Il trio formato con Mooney e Lewis propone groove decisi e atmosfere asciutte. L’autore esprime una moderata delusione ma riconosce le innovazioni, in particolare nei brani come 'Ball and Chain' e lo slow blues finale. Scopri con le tue orecchie se 'Scars' saprà sorprenderli come non ti aspetti!