pier_paolo_farina

DeRango : 9,08 • DeEtà™ : 6950 giorni

 Il suono e lo stile ci sono... ma fanno difetto le canzoni riuscite, le melodie giuste, i momenti indimenticabili.

 I Renaissance appartengono a quella porzione di Dinosauri del Rock che non è stata capace di riciclarsi mantenendo interesse, freschezza, incisività.

La recensione traccia una breve storia della band Renaissance, dalle origini nel folk sinfonico fino al successo negli anni '70. L'album Tuscany del 2002 mostra lo stile classico del gruppo, con l'affascinante voce di Annie Haslam e arrangiamenti orchestrali, ma manca di freschezza e melodie incisive. Il disco, pur ben eseguito, risulta superfluo e destinato a pochi appassionati del progressive classico. Renaissance non riesce così a rinnovarsi efficacemente nel nuovo millennio. Scopri la storia dei Renaissance e ascolta Tuscany per un viaggio progressive unico.

 Il rock è morto. Non lo è? Allora è moribondo, in lunghissima agonia.

 Un’epoca nella quale le uscite discografiche rock ti investivano da tutte le parti... Adesso occorre il proverbiale lanternino per gustarsi uscite contemporanee di sano e solido hard rock melodico.

La recensione evidenzia la crisi attuale del rock, soffocato dai generi moderni come trap e rap. Unruly Child rimane un raro esempio di hard rock melodico di qualità, grazie a musicisti esperti e song writing raffinato. L'album Our Glass House è consigliato agli amanti del genere, grazie a brani ben prodotti e canzoni ispirate. Il disco rappresenta un prezioso filo diretto con un rock ormai raro e poco valorizzato nel mercato contemporaneo. Ascolta ora Our Glass House e riscopri l’essenza del rock melodico!

 La perfezione in quanto a gruppo coeso, originale, creativo, ironico fino al farsesco, brillante, persino virtuoso.

 Il miglior assolo di chitarra che io conosca... dura quasi tre minuti ed è semplicemente incredibile.

La recensione celebra l'album "Hanging Rope" dei Patto, un doppio LP del 2015 che raccoglie principalmente registrazioni BBC Sessions live di altissima qualità. Viene sottolineata la straordinaria tecnica e creatività del gruppo, soprattutto del chitarrista Ollie Halsall e del cantante Mike Patto. Il disco è visto come una preziosa testimonianza di un gruppo innovativo e versatile che spazia tra jazz, blues e rock. La recensione include anche aneddoti sul valore storico e umano della band e dei suoi membri. Ascolta Patto - Hanging Rope e lasciati conquistare da un capolavoro senza tempo!

 Il faccione in copertina del buon Steve non sembra affatto quello di chi ha trovato di nuovo il Sole.

 Steve Lukather è un musicista... scuro. La sua voce è scura, competente e decente, ma veramente scura.

Il nuovo album solista di Steve Lukather, 'I Found The Sun Again', presenta un lavoro competente e solido, registrato velocemente con collaborazioni efficaci. Tuttavia, emerge una certa oscurità nel tono vocale e strumentale che rende l'ascolto a tratti monotono rispetto alle atmosfere più solari dei Toto. Nonostante le cover e le composizioni originali variegate, l'ispirazione sembra contenuta. Un album che conferma la professionalità del chitarrista ma senza grandi novità. Scopri il nuovo capitolo solista di Steve Lukather e giudica tu stesso la sua musica.

 I primitivi demo, esausti ed approssimativi, sono stati restaurati e lucidati fino ad assumere una veste, se non allo Stato dell’Arte, almeno professionale.

 Certo che l’album di quattro anni fa “The Symbols Remains” è di ben altro livello.

Ghost Stories dei Blue Öyster Cult è una raccolta di demo restaurati degli anni 70 e 80, offerta principalmente ai fan storici. Grazie alle moderne tecnologie e al lavoro di Richie Castellano, i brani hanno una veste professionale. Il disco mostra sia l'energia che un'artificialità, con contributi vocali insoliti e una cover dei Beatles. Pur non essendo al livello degli album migliori, rimane un interessante pezzo di storia. Scopri il passato restaurato dei Blue Öyster Cult con Ghost Stories!

 "Rocket Roll è bello tosto e intenso, diciamo il più hard del mazzo, con suoni più profondi ed efficaci."

 "Led Zeppelin sono stati la miglior band hard al mondo... Rock sono le palle, la forza... invece Roll è il blues, il Soul."

Rocket Roll è l'ultimo album in studio dei Rockets, pubblicato nel 1982, con un sound più duro e profondo rispetto al passato. Le tracce evocano band come Status Quo, AC/DC e Cheap Trick, con influenze soul e rock'n'roll. L'inno alla città natale Detroit e la potente interpretazione di David Gilbert si uniscono a momenti di grande ispirazione chitarristica. Il disco rappresenta la chiusura di un capitolo importante per la band, con un mix di energia e introspezione. Ascolta Rocket Roll, un viaggio potente nel cuore del rock anni '80!

 "Remember the name Jim McCarty. He is as important as Bo Diddley and Chuck Berry and Les Paul… a god on guitar!"

 Bella la copertina. Mi ricorda certe donne che hanno incrociato la mia vita... tanto belle e affascinanti, quanto sempre a questionare su quello che dici o non dici.

Il quarto album dei Rockets, Back Talk (1981), offre un rock’n’roll robusto e diretto, arricchito da una vena melodica e assoli eccellenti di Jim McCarty, chitarrista leggendario. L’album alterna brani più energici e altri con influenze soul e southern rock, mettendo in mostra grande tecnica e ritmo. La recensione apprezza particolarmente alcune tracce come “Love for Hire” e “Lie to Me”, evidenziando la qualità complessiva e lo charme della copertina. Ascolta Back Talk e scopri il rock blues firmato Rockets!

 Nulla si crea, ma nulla suona fuori posto in questo sestetto. C'è tutto, basta farsi piacere il rock’n’roll anni settanta.

 Ma quanto mi piaci McCarty! Una gragnuola di note che è da Belle Arti: stende, meraviglia, appaga, fa godere.

La recensione celebra 'No Ballads', terzo album degli americani Rockets, un gruppo hard rock autentico e poco glamour di Detroit. L'album, guidato dal batterista John Badaniek e dai chitarristi tra cui Jim McCarty, offre un rock energico e fedele alle radici del rock'n'roll. I brani evidenziano tecnicismi chitarristici e un suono vintage che resiste alle mode. Nonostante la mancanza di grande fortuna commerciale, il disco emerge come un solido tributo agli eroi del rock classico. Scopri il rock autentico dei Rockets con 'No Ballads', un classico da riscoprire!

 Una cover perfetta, rispettosa e convinta di 'Oh Well', capolavoro dei primi Fleetwood Mac.

 Un rock’n’roll variegato ma deciso, piacevole e grintoso, senza lustrini e mancamenti.

La recensione esplora l'album dei Rockets, band blues rock americana di Detroit attiva tra il 1977 e 1983. Il sound è grintoso e variegato, con influenze di AC/DC e Nazareth, e spicca la cover di 'Oh Well' dei Fleetwood Mac. Lo stile è piacevole e ben eseguito, con performance solide dei musicisti, soprattutto del chitarrista Jim McCarty e il cantante David Gilbert. Ascolta Rockets e riscopri il rock grintoso di Detroit anni ’70!

 La migliore del lotto è la dodicesima ed ultima “Once Was A Time I Thought”: deliziosa, swingante, eseguita a cappella.

 È la California di sessant’anni fa, allo stato puro.

La recensione descrive il secondo album dei Mamas & the Papas del 1966, evidenziando sia le canzoni memorabili sia le dinamiche personali all'interno del gruppo. Si sottolinea il talento vocale e la qualità musicale, con riferimenti a momenti di tensione e cambi di formazione. La musica rimane una testimonianza della California degli anni '60, tra armonie vocale e composizioni classiche. Scopri l'intramontabile magia musicale e le curiosità dietro il secondo album dei Mamas & the Papas!