Thee Fourgiven - I sympathize Per ora forse la più emozionante news dal libro… due album assolutamente strepitosi …
Questo è il primo … e la prima puntata del Rev … così ne ascoltiamo un paio…
THEE FOURGIVEN – It Ain‘t Pretty Down Here (Dionysus)
Qualcuno si ricorda dei Donovan‘s Fairies?
Lasciate perdere Wikipedia, non servirà.
Era una cover band di Los Angeles dedita al recupero di vecchia robaccia anni Settanta. Vecchi stracci glam, musicali e non solo.
Siamo nella metà degli anni Ottanta e i Fairies vestono come i Turbonegro ma allora quel look non piace a nessuno.
Durante i loro concerti al Cavern e allo Spaceland vola sempre qualche insulto, a volte anche qualcos’altro.
Di loro non parlerà mai nessuno, se non per dirne male.
Allora perché ve ne parlo?
Semplice.
Primo perché ho, per dirla alla stregua di un tale, una “adorazione venerea” per tutte le band di serie Z.Quelle senza nessuno dalla loro parte.
Nessun discografico con la villa e amante a Malibu, non un John Peel, nemmeno un Usuelli o uno Scaruffi di serie B.
Spesso senza nemmeno un briciolo di autostima.
Secondo perché, se guardate alla destra e alla sinistra del palco durante un gig dei Donovan‘s Fairies e se conoscete un minimo di fisionomia rock ‘n’ roll, riconoscerete due personaggi chiave per la storia di cui vi sto per parlare.
Uno ha un caschetto corvino talmente fitto da sembrare un fumetto di Rudi Protrudi.
Solo che lui è uno in carne ed ossa e risponde al nome di Lee Joseph.
L’altro è un cencioso ex-punk che qualcuno ricorda di aver visto in azione nei club punk dell’Indiana con quel gruppo di tamarri chiamati Gizmos e che adesso bazzica i locali di Los Angeles. Si chiama Rich Coffee.
Le vite dei due si intrecciano attorno a quella di Shelley Ganz, il vate del garage sound di Los Angeles, allora stabilmente alla guida della macchina Unclaimed.
Lee e Rich prestano i loro servigi al Re ma danno vita ad altre creature.
Per Lee sono gli Yard Trauma, per Rich i Fourgiven e vivono nella stessa gabbia, costruita da mr. Joseph in persona e chiamata Dionysus Records.
Nata come una label irregolare per la pubblicazione di qualche cassetta pirata nel negozio di dischi che Lee gestisce a Tucson (il Roads to Moscow, NdLYS), nel novembre del 1983 diventa un’etichetta legittima con l’uscita del primo 45 giri degli Yard Trauma.