Jaco è stanco, malato, debilitato fisicamente e mentalmente.

 È un ultimo saluto controverso, bisogna essere comprensivi con un grande genio.

Il live di Jaco Pastorius a Roma nel 1986, documentato in questo album bootleg, mostra un artista ancora potente ma segnato dalla malattia e dalla fatica. Tra rock e jazz, il disco offre momenti intensi ma non rappresenta il miglior Jaco. È un addio malinconico, significativo soprattutto per appassionati che conoscono il contesto biografico dietro la registrazione. Ascolta l'ultimo tocco di un mito del basso elettrico, scopri il live di Jaco a Roma 1986.

 Questo album ha la capacità di aprirci le porte di un mondo antico, ma non impolverato, swing e sorrisi.

 L’orchestra di Basie fa una musica corposa, tutta sostanza e pochi orpelli.

The Complete Atomic Basie è un capolavoro del jazz swing, capace di aprire le porte a un'epoca d'oro fatta di grandi orchestre e atmosfere autentiche. Count Basie bilancia tradizione e modernità con stile e sostanza, offrendo un'esperienza musicale vivace e mai datata. Un disco consigliato sia ai neofiti del jazz classico sia agli appassionati delle origini del genere. Ascolta subito The Complete Atomic Basie e immergiti nel mito del jazz swing!

 Il protagonista è invisibile perché socialmente ignorato ed inutile, è un inetto, involontario, ma pur sempre inetto.

 Essere un uomo nel Novecento è dura, essere poi anche un afroamericano significa mettere in discussione anche l’identità fisica.

La recensione approfondisce 'Uomo Invisibile' di Ralph Ellison, un’opera che unisce simbolismo, filosofia europea e lotta contro il razzismo per raccontare l’identità afroamericana attraverso un protagonista inetto ma combattivo. La narrazione va oltre il realismo, offrendo una prospettiva unica e incisiva sul Novecento e sulle difficoltà di essere un uomo nero in America. Leggi 'Uomo Invisibile' e scopri la lotta contro l'invisibilità sociale.

 Così dovrebbero essere tutti i concerti del mondo, così di sicuro è questo in particolare.

 Quando finisce, mi chiedo sempre cosa diavolo suonino in quei cinque minuti, quale incantesimo eseguano sulle mie orecchie.

La recensione celebra l'atmosfera calorosa e festosa del live Mercy Mercy Mercy! del Cannonball Adderley Quintet, sottolineando la perfetta intesa tra i musicisti e il pubblico. L'album è un mix vibrante di energia, passione e swing, con l'elettrico tocco innovativo di Joe Zawinul al piano. Un classico che riscalda cuore e mente anche a decenni di distanza. Ascolta ora Mercy Mercy Mercy! e vivi l'emozione di un classico jazz dal vivo.

 Miles sembra tornare un po' alle radici bebop, la sua tromba stride e fa impazzire.

 Chissenefrega se le note incise qua non hanno cambiato la storia di Miles Davis né quella del jazz.

La recensione celebra il secondo giorno del concerto live di Miles Davis al Blackhawk, evidenziando una serata più intensa e vibrante rispetto al venerdì. Miles ritorna a sonorità bebop, con la tromba che si contrappone al sax di Mobley, segnato dall'ombra di Coltrane. L'album è un'esibizione di grande musica, fatta da cinque musicisti coinvolti e un pubblico consapevole. La recensione invita a non sottovalutare nemmeno registrazioni meno celebri, dove può nascondersi un capolavoro. Ascolta ‘Saturday Night’ e riscopri l'intensità del jazz di Miles Davis!

 Quando Miles Davis è in serata, comanda lui.

 Il sogno di ogni solista: una sezione ritmica straordinaria in ogni atmosfera.

La recensione celebra il live di Miles Davis al Blackhawk nel 1961, un momento di transizione tra periodi musicali fondamentali. Il disco cattura un quintetto solido e ispirato, con brani classici e atmosfere ricche di energia. Miles guida con maestria, supportato da una ritmica esemplare e da solisti validi. Un documento prezioso per gli appassionati di jazz e storia musicale. Ascolta ora questo storico live di Miles Davis e immergiti nel jazz autentico!

 Questo sì che è un disco come si deve. Questo sì che è grande jazz, moderno (1959 ma quanto suona fresco!), avanzato ma apparentemente semplice.

 Immagini talmente meravigliose da oscurare i bozzetti un po' naif del leader, sempre inventivo e geniale anche se questa volta un po' in ombra.

Blowin' the Blues Away è un capolavoro di Horace Silver che mescola jazz moderno e blues con un tocco fresco nonostante l'uscita nel 1959. L'album mette in luce l'abilità armonica e l'emozione del quintetto, con protagonisti Blue Mitchell e Junior Cook. Brani come "Peace" e "Sister Sadie" mostrano lo stile innovativo e un approccio ricco di sentimento, mentre le influenze orientali arricchiscono ulteriormente la proposta musicale. Ascolta subito questo capolavoro jazz e lasciati coinvolgere dall'energia di Horace Silver!

 "Davvero, è un disco misterioso. Non riesco a capire perché l'energia non irrompa nell'aria, non assalti me che ascolto."

 "Le melodie hanno linee di quelle che ti aprono il cervello, si accasano dentro e non c'è modo di sfrattarle."

La recensione analizza l'album d'esordio della Bootsy's Rubber Band, evidenziandone un'energia musicale trattenuta nonostante la presenza di grandi musicisti. Il disco si distingue per melodie memorabili e arrangiamenti curati, ma manca di quella spinta animalesca tipica del funk di quegli anni. Nonostante non sia un capolavoro, resta un lavoro riuscito che fa comunque muovere il piede e ballare. Scopri il lato nascosto del funk di Bootsy's Rubber Band, ascolta l'album ora!

 Ciò che emerge è il risvolto psicologico della segregazione, l’accettazione da parte dei neri della loro presunta inferiorità.

 Il Nord è più di un luogo fisico, è una condizione mentale, un’idealizzata frontiera della speranza.

Il libro racconta la difficile infanzia di Richard Wright, un ragazzo afroamericano nel Sud segregazionista degli Stati Uniti, tra violenza, paura e discriminazione. È un'autobiografia sincera che esplora il razzismo istituzionalizzato e il processo di adattamento di un ragazzo alla dura realtà. La speranza è incarnata dalla migrazione verso il Nord, idealizzata come terra di opportunità. Nonostante le difficoltà, il libro trasmette un messaggio di resilienza e forza morale. Scopri il potente racconto di Richard Wright sulla lotta contro il razzismo negli Stati Uniti.

 Eddie Hazel copre tutto. Il suo chitarrone di derivazione hendrixiana, in combutta con l’organo stridente di Bernie Worrell, ne fa di casino.

 Un diamante volutamente grezzo... un buon disco con qualche sferzata di genio.

La recensione descrive il secondo album di Funkadelic come un viaggio intenso in un funk psichedelico aggressivo e ricco di energia. La chitarra di Eddie Hazel, influenzata da Hendrix, e l'organo di Bernie Worrell dominano un sound graffiante e penetrante, alternato da momenti più gentili. L'album riflette uno stato creativo sotto effetto di acidi, risultando un'opera convincente e originale del 1970 che mescola psichedelia, soul e funk in modo unico. Ascolta ora questo capolavoro psichedelico e vivi l'energia unica di Funkadelic!

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