Pino Daniele - Toledo ... #pezziminori ... stasera va così ... vai mò Pinù
 
10cc - Old Mister Time
Quanta Arte è uscita dalla Scuola 10cc...fenomenali dal primo fino agli anni 90 con Meanwhile e Look hear...il bassista riccetto che negli 80's forma un progetto con Andrew Gold sotto il nome di Wax...Godley e Creme che infestano l'Inghilterra experimental dei 70's/80's...
 
GET LOST! - never come back - FULL ALBUM

Non lo conoscevo. Grande album. Se uno, ignorante di garage e dintorni, con un solo album, volesse “rendersi conto”, potrebbe essere uno dei papabili. Vario, essenziale, qualitativo. Butler e Mohr, mica gianni e pinotto.

Registrato in soli quattro giorni, Never Come Back è il “rientro in scena” dei Miracle Workers che tutti aspettavano dai tempi di Inside Out. Come se tutto quello che fosse successo dopo quel disco non fosse mai esistito, Robert Butler e Gerry Mohr si ritrovano quasi per caso in Svizzera e decidono, assieme ad un altro rifugiato americano (attualmente al servizio dei Jackets) e a Kat Aellen già al fianco di Butler nei Bishops Daughter, di mettere in piedi un progetto estemporaneo che suoni come suonavano i Workers ai tempi della Moxie, più di quindici anni prima. Il disco che ne viene fuori è un croccantissimo album di garage punk old-school, dove tutto ciò che sbrodola è fermentato nel fuzz e ogni nota sembra portarci indietro ai tempi dei Gravedigger Five (la cover di Spooky), Gruesomes (lo yè yè divertente di Mdmation), Chesterfield Kings (la Hey Tiger dei Topsy Turbys già nel repertorio dei Cavemanish Boys e che qui raggiunge vette di assoluto splendore), Fuzztones (la cripitca e sinistra Elevator che chiude l’album), Morlocks (la loro versione di One Way Ticket è assolutamente devastante), Tell-Tale Hearts (il dutch-beat sporcato di Outsiders e Q65 di Love Is a Garden).

Insomma, come dover compilare una raccolta del miglior neo-garage degli anni Ottanta e trovarsela già pronta.

Comodo e devastante.

Franco “Lys” Dimauro
 
Death at One's Elbow (2011 Remaster) #pezziminori Ah che bei tempi ... sono molto legato a quello che fu l'ultimo album di Marr e soci ... vinile praticamente consumato al tempo ... ovviamente questo non è fra i gioielli preziosi del loro repertorio ma l'ho sempre trovato molto coinvolgente soprattutto dal punto di vista ritmico. Testo non fra i più ottimistici...
 
The New - Interpol (lyrics)
Dengler al basso qui fa meraviglie
 
BOHEMIAN BEDROCKS - I got nightmares

Le facce torve dei fratelli Portnoy sono una delle immagini più belle della rivoluzione neo-garage degli anni Ottanta. Fianco a fianco o separate le avremmo trovate sopra o dentro le copertine dei dischi di Fuzztones, Outta Place, Twisted, Optic Nerve, Headless Horsemen, Lone Wolves, Handouts. Chi frequentava New York nella metà di quel decennio li avrebbe anche visti per un brevissimo periodo vestiti come dei dandy dell’Ottocento con una formazione chiamata Bohemian Bedrocks a suonare piccoli classici di un mondo perduto come I Got Nightmares dei Q65, She Lives dei 13th Floor Elevators, You’re Too Much degli Eyes, I Was Alone degli Exotics, Declaration of Independence dei Count Five e mostrando gli embrioni già formati dei feti poi espulsi con le band successive come I See the Truth o Ain’t That a Man, con strumentazione e sala prove in prestito.

Il frutto di quelle poche settimane di prove che per anni sono stati l’Eldorado, il tesoro sepolto del garage-punk della costa Est escono dopo quasi trent’anni per la Screaming Apple e costituiscono ancora oggi uno degli scheletri meglio conservati di quella stagione ormai lontanissima.

Un disco garage nella sua tipica accezione anni Ottanta, quando le compagini neo-garage sembravano ciurme di pirati in missione per sondare l’oceano in cerca di vecchi, preziosi forzieri sommersi dal tempo e dalle acque e noi sull’arenile ad aspettare l’approdo di queste immense navi che ci portavano la lieta novella e le tangibili prove di epoche lontane.

Un disco, un gruppo, immensi.