Ma la bellissima voce rimane il marchio di fabbrica, sexy e bellissima.

 Perfetto quindi per passare una serata in compagnia di se stessi e per fuggire per un prezioso attimo dallo stress quotidiano.

La recensione esalta l’album di debutto dei Placebo, sottolineando la voce unica di Brian Molko e le atmosfere emozionanti create dalla band. L'autrice racconta un’esperienza personale legata alla musica, ideale per momenti introspettivi, ma mette in guardia contro possibili effetti malinconici. Grande attenzione alla tecnica strumentale e alla resa complessiva del disco. Scopri anche tu il fascino del primo album dei Placebo: lasciati trasportare dalle emozioni.

 Vi garantisco che il macello scatenato era assoluto.

 Grandi, per me uno dei concerti più belli e una band onesta che ci mette voglia, gioia e onestà.

La recensione racconta il live dei Fu Manchu al Columbiafritz di Berlino, tra sorprese sceniche, pubblico giovane e un sound stoner ancora più potente che su disco. Dopo qualche incertezza iniziale, la band incendia la sala con i suoi classici. L'interazione continua col pubblico e la voglia di suonare persino fuori scaletta rendono il concerto un evento memorabile. Consigliato a chiunque ami il rock sincero e diretto. Non perdere i Fu Manchu dal vivo: energia e sound travolgente ti aspettano!

 "Viene da urlare alla Damon Albarn a sentire il nuovo disco dei Cornershop."

 "Ma che voglia di vivere che emanano!!"

La recensione celebra il ritorno dei Cornershop con Handcream for a Generation, sottolineando la loro capacità di rinnovarsi pur restando riconoscibili. Tra suoni retrò, richiami alla disco e autocitazioni intelligenti, l'album riesce a trasmettere energia e ironia senza abusare delle sonorità indiane del passato. Pochi passi falsi, molta freschezza. Lasciati conquistare dall’ironia travolgente dei Cornershop: ascolta Handcream for a Generation!

 Mai più da allora ho avuto la fortuna di ascoltare qualcosa di simile: una musica campionata talmente violenta da 'spazzare nei rifiuti' tutto quello che precedentemente l'Industrial mondiale ci ha proposto.

 Talmente mostruoso che non merita nemmeno di essere commentato e consigliato a terzi: chi non dovesse averlo è un 'rifiuto solido urbano'.

L'album 'Rifiuti Solidi Urbani' degli RSU viene celebrato come un capolavoro inarrivabile dell'industrial italiano. La recensione elogia la potenza dei suoni campionati, i testi in italiano e l'impatto devastante dell'ascolto, definendo l'opera irripetibile e superiore ai classici mondiali del genere. Scopri questo incredibile album industrial e lasciati travolgere dalla sua potenza unica!

 Questo è l'album che consiglio a tutti coloro che hanno pregiudizi verso l'hardcore o che lo considerano monotono e ripetitivo.

 Vi verrà voglia di fare a meno delle vostre cinture per portare i pantaloni a mezza chiappa, di muovervi solo in skate e di odiare tutte le mentalità e ideologie.

La recensione elogia 'No More Dreams of Happy Endings' dei Damnation Ad come album capace di rivoluzionare le aspettative sull'hardcore. L'autore sottolinea la forza dei riff, la fusione di generi e l'energia trascinante, dichiarando il disco superiore ai lavori di Battery. Anche chi non ama l'hardcore rimarrà sorpreso. Dal vivo la band conferma la propria potenza. Scopri un nuovo volto dell'hardcore con i Damnation Ad: ascolta ora questo capolavoro!

 Compratelo, copiatelo da un amico, rubatelo!!!

 Amo Badly per la sua musica, i suoi genitori per averlo creato e messo al mondo.

La recensione elogia 'The Hour of Bewilderbeast' come uno dei migliori album indie rock degli ultimi anni. L'autore consiglia spassionatamente di ascoltarlo in ogni modo possibile, lodando lo stile musicale semplice e travolgente di Badly Drawn Boy. Si sottolinea il valore artistico, la brillantezza della chitarra e il carattere unico dell'album, in disaccordo con chi etichetta la musica dell'artista come semplice pop. Non lasciarti sfuggire questo capolavoro indie: ascoltalo subito!

 Il loro glasgowcore (...) non fa respirare nemmeno quando ai brani più veloci seguono delle "ballate" con tanto di piano e miniorchestra in sottofondo.

 Appena finito l'ultimo pezzo vi verrà voglia di riascoltare il cd da capo per poi scendere in strada a cantare 'Days of Being Wild'...

La recensione esprime grande entusiasmo per l'album 'Source Tags & Codes' dei Trail of Dead, sottolineandone l'energia, la maturità acquisita e l'assenza di brani noiosi. Il suono unisce potenza e melodia, ricordando talvolta gli At the Drive In ma mantenendo originalità. L'album è consigliato specialmente a chi cerca uno sfogo dopo giornate stressanti. Scopri questo disco esplosivo: ascolta subito Source Tags & Codes!

 Sembra quasi non si sappiano decidere fra le parti lente e morbide ed i chitarroni pesanti tentando un approccio eclettico che ha come risultato di non essere né l’una né l’altra cosa.

 Sarebbe stato meglio avessero cantato in spagnolo, in questo caso sarebbero sembrati più provinciali, per gli stilemi scelti, ma senza dubbio più interessanti.

La recensione sottolinea l'eclettismo poco efficace dei Dover nel loro album indie rock. Piacevoli a tratti, le canzoni non riescono a coinvolgere completamente per la debolezza della voce e per strutture troppo simili. L'assenza di 'catchphrase' memorabili e la scelta della lingua inglese penalizzano ulteriormente l'album. Scopri se questo album dei Dover può sorprendere anche te: leggi la recensione!

 Ed è questo che ci piace, non capire niente del testo, come quando da piccoli non capivamo nulla delle canzoni in inglese. Ma ci piacevano lo stesso. Meraviglia.

 Indie che potrebbe essere uscito dall’ Inghilterra.

La recensione elogia 'Team Rock' dei Quruli come una ventata di freschezza nell'alternative rock. Il disco, cantato in giapponese, colpisce per melodie coinvolgenti nonostante la barriera linguistica. Le canzoni scorrono compatte e piacevoli, e la produzione vanta contaminazioni pop e indie. L'unico ostacolo è l'elevato prezzo d'importazione. Scopri il fascino dei Quruli e lasciati sorprendere da 'Team Rock'!

 Di questo disco non mi convince niente, è formalmente bello, ineccepibile, coi bassi profondi che entrano sui hi-hat... ma non c’è una sola canzone per la quale mi venga voglia di scavare nella pila di cd.

 Di questo disco non mi rimane niente, anche se ascoltarlo in sottofondo in un bar mi farà piacere. Rispetto, ma non più di quello.

La recensione esprime una chiara delusione per Come With Us dei Chemical Brothers. L'album, seppur tecnicamente valido, non lascia traccia emotiva né brani memorabili. I singoli e le collaborazioni spiccano poco e il disco non invoglia a ripetuti ascolti. Apprezzato solo come sottofondo. Leggi la recensione completa e scopri se anche tu condividi questa opinione su Come With Us!

 "36’27’’ di capolavoro, un vero disco rock breve e perfetto, con parole che ti restano nella testa"

 "Canzoni perfette dalle parole alla musica alle suggestioni che evocano. Un capolavoro e non voglio aggiungere altro. La perfezione non va commentata. È."

La recensione esalta Is This It degli Strokes come disco rock perfetto e rivoluzionario, che cattura con il suo stile essenziale e brani indimenticabili. L'autore parte scettico, ma la potenza e la freschezza dei brani lo conquistano completamente. L’album viene paragonato a lavori seminali di altri artisti e definito senza mezzi termini 'perfezione'. Un elogio appassionato all’estetica e all’impatto sonoro degli Strokes. Rivivi il mito: ascolta Is This It e lasciati travolgere dagli Strokes!

 Riescono a produrre momenti di occasionale bellezza, sui pezzi più ritmici, partendo da un tappeto ambient per un crescendo inarrestabile col ritmo sincopato.

 Un bel concerto, alla fine più i momenti belli di quelli brutti, anche se non siamo di fronte al non plus ultra. Onesti.

La recensione racconta il concerto dei Röyksopp a Monaco, tra sequencer, synth vintage e drumpads. Il set, a tratti minimalista e ossessivo, offre diversi momenti di notevole bellezza, pur con qualche limite nel mixaggio e nell'uso eccessivo del vocoder. Nel complesso, un live onesto e coinvolgente che spicca per inventiva e dinamismo. Scopri l'esperienza live dei Röyksopp e lasciati trasportare dal loro sound nordico!

 Semplicemente l’effetto totale non dà più della somma delle parti.

 Diverrà l’Eminem inglese, ma a noi questa roba non interessa neanche a fini di studio sociologico.

La recensione stronca Original Pirate Material dei The Streets, album d'esordio di Mike Skinner, accusando scarsa originalità e produzione approssimativa. Il rap, benché con accento inglese marcato, ricorda troppo Eminem, mentre i testi si limitano a cliché sulle periferie londinesi. Le basi musicali sono giudicate statiche e costruite su preset privi di personalità. Pur riconoscendo un possibile appeal per giovani suburbani, la recensione non trova motivi di interesse. Leggi la recensione per scoprire perché l'album ha diviso la critica.

 Se invece sei una testa di cazzo qualsiasi meriti di avere nella tua discografia Badmarsh & Shri.

 Un Dj londinese ed un musicista di Bombay hanno messo insieme un capolavoro.

La recensione elogia l'album 'Signs' di Badmarsh & Shri come esempio raffinato di nu-asian cool. Sottolinea l'originalità del duo londinese-bombayano e la ricca miscela di strumenti etnici e moderni. L’unico difetto è una cover poco riuscita di James Brown. Nel complesso, è consigliato come un disco immancabile. Ascolta 'Signs' di Badmarsh & Shri: lasciati sorprendere dal mix di oriente moderno!

 Brutto disco, non c'è che dire, pieno di tanti canoni tipici dei Garbage…

 La teoria di Billy Corgan è confermata: dopo il terzo disco un gruppo ha poco da aggiungere.

La recensione stronca Beautiful Garbage, terzo album dei Garbage, evidenziandone la mancanza di originalità e la scelta di suoni poco incisivi. Solo pochi brani salvano un disco ritenuto inferiore alle precedenti produzioni. L'autore rimpiange il produttore Butch Vig dei grandi successi rock e sostiene che la band non abbia più nulla da dire. Condividi la tua opinione su Beautiful Garbage e partecipa alla discussione!

 Questa raccolta, se ha un merito, ha il merito del ricordo, di ricordarci quanto era divertente il 1991(!).

 Come disco consigliamo una bella versione special price di 'Schubert Dip', se c’è, e se non c’è la faranno uscire.

La recensione racconta la raccolta degli EMF nel contesto degli anni '90, tra ricordi e hit come Unbelievable. Il disco è visto più come omaggio nostalgico che come imprescindibile raccolta. Interessante per collezionisti e appassionati, meno per chi cerca novità o tendenze attuali. Scopri l’energia degli EMF e rivivi i grandi successi anni '90!

 Un bel disco davvero dal sapore antico ma diverso, quel sottile filo di malinconia diffusa che ti tiene paradossalmente compagnia.

 Lo ascoltavi immaginandoti paesaggi piovosi irlandesi o scogliere della Normandia.

L'ascolto casuale del debut album dei JJ72 trasporta l'autore in un viaggio tra sonorità malinconiche e ricordi di band alternative anni '90. Il disco è intenso ma leggero, evocando paesaggi piovosi e un senso di solitudine benefica. Un'opera che sorprende e accompagna piacevolmente, anche senza averne memoria immediata. Riscopri l'emozione unica dell'album JJ72: ascoltalo e lasciati trasportare.

 Questo disco non ci soddisfa, È più difficile, contorto lontano dalla perfezione pop di quasi tutte le sue produzioni della Donelly.

 "The Shadow" invece sembra una canzone dei Portishead, a cominciare dalla spettrale batteria...

La recensione analizza il secondo album solista di Tanya Donelly, 'Beauty Sleep'. L'autore esprime nostalgia per il passato pop energico dell’artista, trovando il nuovo lavoro più complesso, lento e cantautorale, lontano dalla freschezza dei precedenti progetti come Belly. Alcune collaborazioni e atmosfere cupe non convincono del tutto il recensore. Scopri se 'Beauty Sleep' è il disco di Tanya Donelly che fa per te: leggi la recensione e condividi la tua opinione!

 Sarà che adoro il locale, perfetto per i concerti, piccolo quanto basta, acustica perfetta...

 Questi gallesi dalla voce tipo Bryan Adams non è che abbiano scoperto chissà quale genere musicale. Non hanno nell'originalità la loro caratteristica migliore. Si fanno apprezzare per un buon sound...

La recensione racconta la performance degli Stereophonics ai Magazzini Generali di Milano, elogiando la qualità del locale e del suono. L'autore, spettatore affezionato, considera questo il loro miglior concerto. Pur riconoscendo una limitata originalità, premia la solidità e il coinvolgimento. Citati alcuni brani salienti eseguiti durante la serata. Scopri perché questo live degli Stereophonics ha lasciato il segno!

 Questa volta solo quello. Rispetto.

 Questo 'Let it Come Down' però mi lascia freddo, non è bello come i primi tre album imperdibili e sa di già sentito.

La recensione analizza 'Let It Come Down' come il quarto album degli Spiritualized, segnando una svolta sinfonica rispetto al passato. Il recensore evidenzia la perdita dell'originalità e una sensazione di déjà-vu rispetto ai lavori precedenti della band. Nonostante la perizia tecnica e l'uso di orchestra, il disco viene considerato meno ispirato e meno emozionante dei primi tre album. Spiritualized rimane comunque un gruppo degno di rispetto. Scopri se il nuovo corso sinfonico degli Spiritualized fa per te!