Fulminacci - Borghese in Borghese
il giovine a Sanremo farà faville
link rotto
Mi vogliono bene (circa). Vogliono rendermi l'inferno di Sanremo più dolce. Cover di CCCP/CSI realizzate dai Maneskin (bleah, però magari se non sono pezzi loro...) e Gazzè, Bersani che duetterà con Peyote e Colapesce e Di Martino con Povera patria. Il resto rabbrividisco (Irama e Cirano, puah, fermo con quella gola). Vabbè, e niente. Ritorno nel mio stato larvale
1.Creuza de ma (lo so che alcuni caratteri non sono precisi ma la mia tastiera è tanto scarsa)
Dopo L'indiano e la sua evoluzione musicale, De Andrè comincia una collaborazione col violinista Mauro Pagani che durerà per quasi un decennio. E il frutto di questa collaborazione si può definire superlativo e rivoluzionario. Perchè Creuza de ma traccia un nuovo percorso fatto di cantautorato etnico, dove vengono adottati anche testi in dialetto. Nel caso di Creuza è il genovese, che si rivela inaspettatamente ficcante e affascinante. Ma, al di là dell'uso di un unico dialetto, le tematiche e le vicende affrontate testimonia come Faber sia effettivamente in profonda ascesi creativa. Tutte storie legate da un'ambientazione marittima, a cominciare dai marinai partenti della title track e dal veneziano Ciga che diventa gran visir col nome di Sinan Capudan Pascià. Ma non c'è solo questo: c'è la sensualità di Jamin-a, che imprigiona in un eccitante gioco erotico il protagonista, c'è la guerra in Sidun, dove un padre perde un figlio schiacciato dai cingoli dei carri armati. E poi...c'è Genova e le sue figure, come la Pittima, uomo dal fisico rovinato che va dai cittadini per farsi pagare i loro debiti, o come le prostitute che la domenica escono per la città e magari può accadere che un uomo, mentre si disperde nel coro di calunnie verso le buttane, scopre che sua moglie fa parte di quella schiera di prostitute. Nel finale però, non c'è nessun ritorno. C'è solo un ennesimo uomo che parte, ma non con la speranza dei marinai di Creuza de ma, ma con l'amarezza di dover lasciare sulla riva la sua compagna che avrà sempre al suo fianco in una fotografia. E con questo finale malinconico e tenue il fiato rimane mozzato, con la voglia di rivivere questo viaggio ancora e ancora. Come un mulinello, ti attira man mano verso il suo epicentro e ti lasci trasportare da questi vortici dove possiamo ammirare dell'uomo, del viaggio, della guerra, della fortuna, dell'ironia, della tristezza, dell'abbandono, della speranza e di molto, molto altro
Voto pignolo:10 e lode
La gemma tra le gemme: Crêuza de mä (New Mix 2014)
2.Anime salve
Ancora 6 anni dall'ultimo disco. Ancora gli esperimenti etnici. Ma stavolta qualcosa cambia radicalmente. I brani si fanno testualmente più imprevedibili, più inafferrabili e più malinconici. Insomma, non è la lucida e tragicomica Don Raffaè, non è Monti di Mola, non è A dumenega. Ma non è nemmeno la vita marinara di Creuza de ma o la critica di La domenica delle salme, è una storia: una storia dalla durata di 46 minuti dove appaiono dei completi emarginati della società. Dalla Prinçesa che vive da donna in un corpo di maschio ai Rom che vagano da sempre per il mondo in Khorakane. Dal pescatore di acciughe alle famiglie in faida. Tutto circondato da un'aura bestiale che ricopre il mondo mentre questi reietti vivono. Il disco ne guadagna molto soprattutto per la presenza di Ivano Fossati, che ci mette molto del suo (anche la voce in certi frangenti), soprattutto nella title track Anime salve, canzone di viaggi (fisici o mentali, molto probabilmente la seconda) solitari verso una meta ignota che altro non è che il domani, altro non è che il futuro. Passano come vagoni queste storie, passano gli amanti il cui amore è finito disperso in un'alluvione genovese, passa la Cumbà ceduta ad un uomo che mal la custodisce, passa Nina che ritorna bambina in un ricordo d'infanzia. Ma alla fine passano tutti insieme, in un'ultima, disperata e smisurata preghiera che chiede a Dio di essere giusto e di cedergli infine un colpo di fortuna dopo tanto soffrire. Ma negli ultimi 3 minuti, le parole sono finite. C'è solo una musica, che mostra nel suo silenzio queste anime che vengono assolte, che raggiungono finalmente la felicità dopo una lotta con la vita. Così finisce l'ultimo discodi Faber:con un'ascesi dell'umanità minore, finalmente libera.
Voto pignolo:10 e lode
La gemma tra le gemme: Fabrizio De André - Anime salve (Still/Pseudo Video)
3.La buona novella
Il decennio più produttivo nella carriera di De Andrè ha per puro paradosso come prima pietra uno dei suoi lavori migliori. La buona novella prende a piene mani dai Vangeli apocrifi e li adatta al contesto storico di allora. All'inizio possiamo trovare Maria che alle prime mestruazioni viene cacciata dal tempio dove era cresciuta e lasciata in custodia a Giuseppe, che poco dopo partì per molto lontano e il cui ritorno avrebbe impiegato molto tempo. Al suo ritorno da Maria però essa dice che in un sogno capì che era incinta del figlio di Dio. Intanto passano gli anni, il figlio di Maria sta per essere messo in croce:essa prova a consultarsi col falegname che sta modellando la croce per suo figlio, dopodichè comincia la processione di Gesù e dei due ladroni per la Via della Croce. Ormai vicini alla morte, i tre personaggi vengono affiancati dalle loro tre madri, che piangono davanti ai loro figli ormai pronti per morire. Ma uno di essi, Tito, mostra nelle sue ultime memorie il pentimento e l'aver imparato cosa sia l'amore e la carità stando accanto al figlio di Dio. E a contraltare al canto iniziale di Laudate dominem appare sul finale Laudate hominem, ovvero una lode all'uomo. L'uomo, un essere come il Cristo, un essere capace di grandi cose e di grandi azioni ma che molte volte rimane inerme davanti a ciò che può vedere. O un uomo come Tito, che si pente in punto di morte, che capisce che la sua vita è stata si maligna ma in un attimo perde totalmente il suo valore. L'uomo sarà anche capace di tutto questo, ma il tempo ormai parla chiaro, l'uomo si è dimenticato dell'amore per la vita. E vive come una pianta la sua minuscola esistenza. Ma, seconda Faber, nulla è ancora perduto:l'uomo può ancora ritrovare questi valori. E lo può fare solo con un ultimo e disperato esame di coscienza. Per polverizzare i suoi peccati e per tornare a vivere come Dio comanda
Voto pignolo:10 e lode
La gemma tra le gemme: Il testamento di Tito
Il MOSTRO di FIRENZE: Un processo italiano (Parte 1)
Da 8 omicidi e 16 morti a "Viv'i dushe"
da un killer a quattro toscanacci mezzi scemi
da asportazioni di parti del corpo al vibromassaggiatore per le emorroidi
4.Non al denaro, non all'amore, né al cielo
De Andrè ormai da 5 anni prosegue periodicamente con un disco all'anno, andando man mano a crescere in maniera vertiginosa. E Non al denaro rappresenta senz'altro un ulteriore gesto della maturità costruita. Riprende Spoon river e adattare alcuni personaggi ad un contesto moderno, come una mummia perfettamente conservata. E che personaggi:il matto che per stupire i suoi concittadini si impara un dizionario a memoria per poi essere internato, un uomo di bassa statura che acquista l'alta carica di giudice, il blasfemo che viene picchiato a morte per le sue idee, il medico che per fare del bene finisce per truffare tutti quanti, il chimico che riconosce solo l'alchimia tra gli elementi e non tra le persone, il malato di cuore che vive di emozioni opache fino al suo primo bacio, così intenso da ucciderlo, l'ottico che prova nuove lenti per poter far vedere piani diversi della realtà alle persone normali. Ed alla fine c'è lui, il suonatore Jones, che lascia alle ortiche le sue terre per poter suonare il flauto (in Spoon river suona un violino) fino al giorno della sua dipartita; suonare gli tocca per tutta la vita, conserva i molti ricordi in se ma non c'è posto per nemmeno un rimpianto. E' così bello vedere come tutti questi personaggi parlino della propria morte come fosse una semplice caduta per terra, magari con qualche sbuccio, ma come se niente fosse. Come se la loro vita alla fine non conti poi tanto, dato che in un modo o nell'altro tutti si ritroveranno lì, sulla collina, diversi destini, diverse anime unite da un'unica destinazione. Impossibile dire in un ascolto tutti i significati possibili che questo disco ha in se e tutt'oggi è ancora impressionante vedere come Non al denaro sia ancora un disco che fa venire molte domande sulla propria esistenza e sulla sua vacuità, sul fatto che prima o poi deve finire e su come essa possa apparire una come altre ma
che in se è unica
Voto pignolo:10 e lode (lasciandomi andare alle emozioni)
La gemma tra le gemme: Il suonatore Jones
5.Storia di un impiegato
L'album politico per eccellenza, una piccola gemma sul 68 e sulla rivoluzione umana. Il disco si può definire come uno dei più coraggiosi e schierati di Faber, mettendo a nudo il suo lato anarchico attraverso la storia di un impiegato appunto che, ritrovatosi in una folla di ragazzi in rivolta, decide di compiere la sua piccola rivoluzione per poterla letteralmente farla scoppiare sul Parlamento. Viene convinto da una sequela di sogni, dove all'inizio si ritrova in un ballo mascherato popolato da personaggi noti che fa saltare in aria con una bomba. Successivamente si trova in tribunale, dove viene dichiarato non solo innocente ma anche portatore di potere, prendendo il posto lasciato da suo padre morto durante il ballo mascherato. Ma ben presto il sogno diventa un incubo e l'impiegato, rivolgendosi al giudice che lo ha giudicato, gli dice che appena si sarebbe svegliato lo avrebbe incontrato di nuovo nella vita reale. Dopodichè si mette a costruire una bomba da scagliare contro il Parlamento, ma il suo piano fallisce miseramente e finisce per distruggere un chiosco di giornali. E dopo una toccante preghiera alla moglie di non vendere il loro amore ai giornalisti, l'impiegato finisce in prigione. Lì giunge ad una conclusione:le rivoluzioni non possono essere svolte in solitudine ma hanno bisogno di tante persone che cooperino insieme per uno scopo. Un filo di 39 minuti brillante, feroce e ispirato, circondato da basi musicali si cantautorali ma molto misteriose ed eleganti, che aggiungono un tocco di pathos a tutto il lavoro. Certamente uno dei migliori lavori di Faber, che tenta di discostarsi molto dal suo recente passato
Voto pignolo:10
La gemma tra le gemme: Verranno a chiederti del nostro amore
Ho La Testa
Ciao Erriquez. Sei stato motore di grandi feste e ingresso al mondo musicale. Capovolgi l'oltretomba con la tua energia!
6.Fabrizio De Andrè (noto anche come L'indiano)
Da qui cominciano gli anni 80 di Faber, un decennio di grandi cambiamenti sfruttato poco e benissimo dal nostro cantautore che nell'arco di quei 10 anni ha pubblicato solo 2 album. Il primo è questo Fabrizio De Andrè che conoscerete tutti come L'indiano, uscito nel 1981 in collaborazione con Massimo Bubola che aveva già collaborato a Rimini.Il concept che impermea il tutto è forse uno dei più interessanti:il rapporto tra gli indiani d'America e i Sardi, due popoli perseguitati e che hanno dovuto affrontare nel corso della storia molteplici difficoltà. L'incipit è affidata alla blueseggiante Quello che non ho, dove il materialismo della vita quotidiana non basta più, dove quello che non abbiamo non ci interessa più. Segue poi nel lato A un palleggio continuo tra America e Sardegna: si passa dai monti dove risiede un pastore selvaggio alle rive del Sand Creek appena saccheggiato dai conolizzatori per poi infine farci trascinare dalle note della tradizionale Deus ti salvet Maria. Sull'altro lato invece, posta all'inizio proprio, c'è un piccolo miracolo fatto a canzone:una canzone d'amore, di sofferenza, di tempo passato, di difficoltà e di attesa. Questa è Hotel Supramonte, racconto del rapimento che Faber e Dori Ghezzi subirono nel 79, superando un evento che fu uno shock emotivo per entrambi. E come Faber è riuscito a incastonare quel momento in una canzone così dolce è veramente dote rara. Restiamo un altro poco in Sardegna a goderci la storia di Franziska, ragazza con un bandito come fidanzato che non può essere sfiorata o guardata da nessuno. Segue un'altra canzone d'amore dove la banalità non vi trova posto già dal titolo, Se ti tagliassero a pezzetti, pezzo magico e assolutamente imperdibile e una chiusa assai bizzara, un simil-reggae che porta il nome di Verdi pascoli, un esperimento decisamente carino che chiude bene il disco. A livello lirico Faber non ha più nulla da dimostrare, rimane una penna unica nel nostro repertorio cantautorale. Quel che cambia in questo disco è la musica, che si fa più corposa, più varia e meno attaccata ai preconcetti cantautorali. Questo è un ottimo fattore, testimonia effettivamente che le intuizioni musicali di Rimini sono state assimilate. Ma nel futuro questo fattore esploderà letteralmente dando molti frutti che ancora oggi dobbiamo finire di cogliere
Voto pignolo:9 e 1/2
La gemma tra le gemme: Hotel Supramonte
7.Le nuvole
Dopo il grandissimo esperimento di livello internazionale di musica etnica in genovese di Creuza de ma, De Andrè si prende molti anni per un nuovo lavoro. Ma la lunga attesa venne ripagata totalmente con l'eccezionale Le nuvole. Un album dove l'esperienza del precedente album viene amalgamata in un ennesimo concept album dove vengono analizzati da un lato i potenti e dall'altro i poveri cristi che vivono perennemente all'ombra di questi personaggi. Il disco però si apre in modo molto particolare, con la titletrack:un monologo recitato da due signore (una più giovane ed una più anziana) dove viene descritto in modo molto poetico il continuo movimento delle nuvole. Dopo un carico di pathos di queste dimensioni si passa ad un'interessante Ottocento, che se vogliamo racchiude il significato dell'intero disco, una strafamosissima Don Raffaè (scritta con Ivano Fossati, che darà il suo contributo anche in A çimma) ed una distopica e straziante La domenica delle salme, dove il degrado morale e politico dell'Italia viene reso con una disillusione totalmente spiazzante. Il secondo lato se vogliamo affronta tematiche più leggere, storie di vita spicciola di un uomo ipocondriaco (Megù megùn), un cuoco che cucina un piatto tipico genovese cominciando alle prime luci del mattino (la già citata A çimma) ed un uomo che si innamora di un'asina (Monti di Imola, che per la gioia dei de-sarder è cantata completamente in sardo). Le nuvole testimonia ancora una volta la crescita artistica di De Andrè, dove riesce a trovare un equilibrio tra le sperimentazioni di Creuza de ma e la sua produzione passata
Voto pignolo: 9+
La gemma tra le gemme (con annesso videoclip stupendo): Fabrizio De André - La domenica delle salme (Official Video)
8.Tutti morimmo a stento
Chiudiamo la prima parte della classifica con uno degli album più ingiustamente bistrattati del repertorio di Faber. Per essere un disco pubblicato nel 68, Tutti morimmo a stento è veramente avanti. Un disco cupo, claustrofobico, dove le follie e le paura del genere umano vengono racchiuse in una musica epica e orchestrale che inquadra alla perfezione ciò che De Andrè voleva rappresentare. L'incipit Cantico dei drogati è veramente da pelle d'oca e quando parte il ritornello "come potrò dire a mia madre che ho paura" è un pugno allo stomaco ed ad ascoltarla ancora oggi si rimane storditi. Nel disco poi si passa dalla pena di morte della ballata degli impiccati alla pedofilia in Canzone di Natale.Da segnalare assolutamente Inverno, uno dei pezzi più belli del repertorio di Faber e Girotondo, assai particolare. Il tutto si conclude col Recitativo/Corale che può risultare un po' anticlimatico ma ben si addice come epilogo. Nonostante l'autore l'abbia sempre rinnegato, Tutti morimmo a stento è indubbiamente il primo mattone di un certo livello nel repertorio di Faber
Voto pignolo:9-
La gemma tra le gemme: Cantico dei drogati
9.Volume 8
Dopo il già citato Canzoni, De Andrè instaura una collaborazione con un giovane De Gregori, che darà origine a 5 brani che andranno a comporre l'album Volume 8. Essi sono in ordine sparso:La cattiva strada, pezzo che a detta di De Andrè narra di Gesù, Oceano, pezzo misterioso con una dedica al figlio Cristiano, Le storie di ieri, completamente di Francesco, Canzone per l'estate, uno dei testi più profondi e amari del suo repertorio e Dolce luna, storia marinara tanto criptica quanto sottovalutata. Al nostro caro cantautore verranno fuori solo 3 pezzi...e che pezzi! Il primo è Nancy, traduzione di un pezzo di Cohen che a dire il vero passa abbastanza in secondo piano, Giugno 73, una pellicola praticamente, dove De Andrè analizza una sua recente relazione e di come in fondo è stato meglio abbandonarsi che non essersi mai incontrati. Ma soprattutto, soprattutto, LA canzone DI De Andrè:la sua canzone più rappresentativa, la più amara, la più personale, la più vera, quella in cui si possono percepire il rosso del sangue e del vino mischiarsi in un vortice immenso di sussurrata sofferenza. E quest'ultimo pezzo basta e avanza per sollevare questo album verso lidi miracolosi
Voto pignolo:9-
LA GEMMA ASSOLUTA: Amico fragile
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ormai da settimane ricevo chiamate sospette da Ivrea...qvesta è il svo identikit.
In caso fosse qvella canaglia di @[Falloppio], prima servo il cappvccio poi arrivo
10.Rimini
Nel 78 Faber ritorna con un nuovo disco di inediti dopo il non molto fortunato Volume 8. Dalla maggior parte del fandom questo è l'album meno bello nella discografia di De Andrè e per dirlo ci sono dei buoni motivi. Ma io e solo io proverò con sole 4 motivazioni a dargli un piccolo riscatto:ha un concept interessante, ovvero quello della borghesia, ha una freschezza negli arrangiamenti grazie anche al lavoro con Massimo Bubola, la qualità media dei brani è maggiore rispetto al precedente ma soprattutto...Andrea, una storia di guerra e omosessualità che finisce nel più tragico dei modi. Un pugno allo stomaco lanciato in modo anticonvenzionale per quel periodo. Il disco però viene frenato in alcuni momenti da qualche piccolo azzardo (London Valour), ma non è un grandissimo problema per la sua riuscita. Certamente non è il miglior disco di Faber ma testimonia comunque una crescita a livello musicale che in futuro darà molti frutti
Voto pignolo: 8/9
La gemma tra le gemme: Andrea/Tema di Rimini
11.Canzoni
Dopo il manifesto anarchico e rivoluzionario di Storia di un impiegato, De Andrè pubblica un album che funge un po' da allenamento per le sue doti di traduttore. Infatti molti dei brani in scaletta sono traduzioni di pezzi esteri, presi tal volta dalla canzone francese (Le passanti, Fila la lana, già precedentemente edita), da cantautori americani come il sommo Leonard Cohen (Suzanne, Giovanna D'Arco) e il leggendario Bob Dylan (la lunghissima Via della povertà). In tutto ciò trovano spazio anche qualche piccola perla dispersa nel passato remoto:su tutte svettano la ballata dell'amore cieco, tragicomica storia di un amore malato, e Canzone dell'amore perduto, brano molto apprezzato dagli ascoltatori del nostro. Canzoni è nato per essere un album spartiacque tra un album concettualmente forte e un album più oscuro e ermetico ma comunque regala molte perle nel suo passaggio
Voto pignolo: 8 e mezzo
La gemma tra le gemme: Canzone dell'amore perduto
Max Gazzè - Il Timido Ubriaco
E' così bello rimettersi ad ascoltare Gazzè
12.Volume 1
Ecco un disco dove magari i classici scarseggiano un po' ma che comunque rimane su livelli altissimi.L'iniziale Preghiera in gennaio è veramente commovente e a tratti inquietante con il ricordo angelico di Tenco a regalare ancor più pathos al pezzo.Seguono piccole profezie per progetti futuri (Si chiamava Gesù, che già anticipa un po' il concept de La buona novella), sviolinate di stile come Spiritual ma soprattutto grandi classici:Via del Campo conosciuta anche per un suddetto plagio di un pezzo (assai minore, aggiungo) di Jannacci e Fo, Bocca di rosa che credo non abbia bisogno di ulteriori parole e Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poiters, pezzo assai comico/goliardico che sicuramente ha suscitato un riso.Il resto dell'album difficilmente tiene il passo a questi pezzi, calando qualche buona intuizione in Marcia nuziale e La morte e qualche pezzo ancora troppo acerbo (La canzone di Barbara).Come esordio è comunque decisamente riuscito ma l'artista riuscirà a fare di meglio
Voto pignolo:8 e mezzo
La gemma tra le gemme: Via del campo
no title
chi è qvesto complottaro?
PARAPAPARAPAPARAPA
PARAPAPARAPAPARA PAAAAAAAA
Bentornati debaseriani, consenzienti, satanassi e tigroni nelle RECENSIONI-ASCOLTI DI FRATE MARTELLO
a questo giro si rischia il tutto per tutto
a questo giro vedremo i dischi di un artista che non ne ha sbagliata mezza
un artista colossale ancora oggi lodato...De Andrè. E qua dove si pesta ci si fa malissimo.Vedremo insieme i suoi album dal leggermente meno bello al capolavoro assoluto e indiscutibile.
Date fiato alle trombe, che l'ultima posizione farà incazzare molti:
13.Volume 3
Si, nonostante questo album sia una pietra miliare in tutto e per tutto è nel punto più basso di questa classifica.Praticamente una trafila di grandi classici della canzone d'autore, da Marinella a La guerra di Piero, dal Michè al Testamento, passando anche per Amore che vieni amore che vai.E allora qual'è il problema in un disco considerato dai più perfetto? Gli inediti. Ovviamente a parte Il gorilla, traduzione di uno dei capisaldi di Brassens, e S'i fossi foco, il resto degli inediti non spicca eccessivamente. Nell'acqua della chiara fontana e Il re fa rullare i tamburi lasciano trapelare che il legame tra De Andrè e la Chanson francese si sta man mano indebolendo, infatti da La buona novella in poi De Andrè abbandonerà quasi completamente questo filone. Ma nonostante questa piccola pecca il disco fila liscio come l'olio e s lascia ascoltare sempre con piacere.
Voto pignolo: 8 e mezzo
La gemma tra le gemme: La guerra di Piero
Il bacio sulla bocca
domani qva abbiamo vn maggiorenne
preparate i tamburi
alle 3 comincia la fiera
servite gli spvmanti
Disordine D'Aprile
anche Maximilian è una bella bombetta di disco
pop e sperimentale, paracvlo qvanto basta per non risvltare troppo complesso e con qvalche azzardo per non risvltare troppo frivolo
Oggi è andata
domani........suprise