editoriale di MaledettaPrimavera

Ogni tanto ne pescano uno – uno tra tanti, tutti uguali, depressi allo stesso modo – lo promuovono e lo buttano nel cesso ma siccome sono un tipo alternativo l’ho scoperto prima che tirassero la catena. La città è piena di questi sfigati (venditori e compratori): i pub, i club da 20 posti, le strade deserte da 2000 - cantano “sei il solco più profondo del mio cuore”, come quella poetessa indiana a cui faceva male forte, poi ha fatto la solita fine dei poeti e s’è buttata nel cesso.
Cos’abbia spinto la Virgin a promuovere Willy Mason lo sa il cielo e però hanno fatto in fretta a tirare lo sciacquone e così a Willy non lo voleva neanche la strada. “Hey, amico”, mi scrive nel libretto, “non so che cazzo hai in testa per comprare il mio cd ma a questo punto scrivimi che almeno ci conosciamo”. Dei milioni che hanno imbracciato una chitarra e mischiato Nick Drake e Woody Guthrie, Willy è uno dei più fortunati perchè in tanti hanno scritto e “Where the humans eat” è un piccolo gioiello. Alla Virgin il cesso dei disabili è sempre intasato e io mi sento sollevato perchè se ci sono di mezzo loro non ci crede mai nessuno che sono veramente alternativo.

 di più
editoriale di odradek

Ho dato un'occhiata a Celentano. Ma sono un ragazzo fortunato, e Celentano non c'era. C'era Patti Smith. Davanti al suo microfono. Stava cantando la canzone di Patti Smith che conoscono tutti, e nonostante qualsiasi considerazione (fatele voi, a me proprio non m'interessa) era magica e magnetica nella sua timida e assoluta presenza.

Ma l'attimo che voglio congelare qui è quello d'uno sputo.
Tra un ritornello e una strofa, piegando il capo d'un lato, condensato l'eccesso di salivazione, Patti se n'è liberata con una traiettoria diagonale, tesa e precisa. Ha sputato, sul palco, alla propria sinistra. Poi, fatto un passo avanti è tornata al microfono e ripreso a cantare.

Che sarà mai, sai gli sputi ai concerti. Certo, bello mio, appunto. Ai concerti, tra voi ggggiovani, nel mondo là fuori, sui palchi del "rock". Ma quel momento lì, quello sputo lì, sono la cosa più bella vista in tv da tanto, tanto tempo. Lo sputo più elegante della storia dello sputo. Un'immagine divina nella cloaca delle immagini.

 di più
editoriale di MaledettaPrimavera

Piano man è un ragazzo silenzioso che da 4 mesi si aggirava solitario nelle strade del Kent col suo antico strumento e suonava una sola, lunghissima nota. La sua figura dava adito alle svariate leggende: chi era convinto si trattasse di Tomas Strnad, genio cecoslovacco e virtuoso dello strumento; altri dicevano fosse un prete bulgaro e pure un po' finocchio. Intanto come un fantasma continuava a suonare la stessa nota e ti pareva che non gli davano del pazzo. Quando il Medway Hospital decise di intervenire, Andrea Grassl (tedesco e questo il suo vero nome) si rivelò un contadino che di piano non ne capiva molto - ma questa e' un'altra storia.
Mi è stato regalato il nuovo disco di Maria Taylor da una persona a cui devo molto. Maria appartiene a quella categoria di artisti (Kozelek, Molina, Callahan) per i quali non importa se soli, in coppia o in orgia tanto sono 15 anni che suonano sempre la stessa canzone: capolavori beninteso, e ti pareva che non mi davano del pazzo.

 di più
editoriale di puntiniCAZpuntini

Un anno fa moriva John Peel, luminare della musica odierna, scopritore di talenti e smuovitore di masse. Stasera, quando sarete soli nella vostra cameretta, mettete su "Teenage Kicks" degli Undertones e stappatevi una birra, in sua memoria.

 di più
editoriale di MaledettaPrimavera

Si racconta che una volta Madame Wong fermò l'esibizione dei Ramones per insistere che questi ultimi pulissero gli amplessi appena disegnati nei bagni. Alquanto affollati: dopo un concerto dei The Bags la cantante dovette lì rifugiarsi e preservare la virtù preferendo quelli sui muri a quelli veri.
Una delle storie più ironiche della musica la signora Wong: soprannominata la padrina del punk, aprì il "Madame Wong's" nel cuore di Los Angeles all'alba del 1970 e di sicuro non fu per l'apparizione della Madonna alla porta. The Screamers, X, Black Flag, The Knack e rifiuti sparsi mossero i primi passi tra le braccia grasse di una sessantenne che neanche aveva idea di chi stesse suonando, ma "erano venuti a bussare e poi in fondo questa musica non mi dà fastidio". La recente morte di Madame Wong mette fine ad un altro ricordo dell'epoca più innocente del rock & roll, quando chiunque con un po' di ingenuità poteva partecipare alla rivoluzione.

 di più
editoriale di MaledettaPrimavera

Che c'avrà da ridere Tim Farriss lo sa il cielo dato che l'unica cosa esilarante della sua vita è la camicia. E invece se la ride eccome Tim, mentre posa al fianco di Jason 'JD' Fortune, uno che fino a qualche tempo fa sbarcava il lunario imitando Elvis nelle fiere paesane e ora invece è il nuovo cantante degli INXS, fresco vincitore di 11 settimane di reality show: "INXS Rockstar". E chissà se Hutchence non si sia un po' rigirato nella tomba, alla vista di una battaglia di fans che si professano della prima ora ma a quanto pare non gli era sfuggita l'ultima. "Potresti essere tu!" era lo slogan che Farriss ripeteva tutti i giorni con la stessa camicia, e anche se l'impressione schifata si ebbe invero fin dai primi anni un po' mi dispiace perchè 'By My Side' mi ricorda ancora qualcosa ed è già molto. "Potresti essere tu!" - agitava i suoi baffetti da mafioso, e rideva e che c'avrà mai avuto da ridere.

 di più
editoriale di MaledettaPrimavera

1. Keane - Hopes And Fears: 2.250.000 copie
2. James Blunt - Back To Bedlam: 1.380.000
3. Coldplay - X&Y: 1.350.000
4. The Killers - Hot Fu$$: 1.290.000
5. Green day - American Idiot: 1.000.000
6. Kaiser chief - Employment: 900.000
7. Faithless - Forever Faithless: 850.000
8. Oasis - Don't Believe The Truth: 850.000
9. Gwen Stefani - Love Angel Music Baby: 800.000
1245. Nada Surf: The Weight Is A Gift: 5.410
Non ricordo più il disco che volevo consigliarvi.

 di più
editoriale di MaledettaPrimavera

Svelato il rapporto segreto dell’FBI sui nemici rivoluzionari fino all'epoca Nixon (la peggiore). Tutti assolti perchè drogati: Einstein perseguito per le amicizie sospette, la Monroe per un visto che chiese per visitare la Russia, i Doors per i testi “volgari e negativi”. John Lennon appare “radicalmente orientato” – si legge all’inizio – “ma la chiara influenza delle droghe non lo rende un soggetto realmente rivoluzionario”.
Con una tesi di laurea su Gramsci, un padre metalmeccanico mezzo scoppiato e un po’ di dolce ingenuità alle spalle il rapporto dell’FBI mi offende: mi ricorda se ce ne fosse ancora bisogno che della vita non ho capito un cazzo, dato che i vizi mi piaceva accoppiarli. E invece la morale è o mangi i bambini o fumi, e siccome sono un tipo che ci tiene agli ideali tolgo i bambini dalla dieta e prima di una fumata ci metto un bel caffè all’amerikana.

 di più
editoriale di odradek

Da qualche parte, in DeBaser, c'è il racconto di un mio incontro con un grande violoncellista, accaduto per caso e ricco di aneddoti, che vi risparmio.
Un breve dialogo, però, mi è rimasto impresso e credo valga la pena trascriverlo.
Mischa, a cena, mi disse:
– A prima vista qualcuno potrebbe scambiarti per un pessimista. Ma tu non lo sei. Sei un ottimista del tipo russo (lui è nato a Riga, in Lettonia)
Ed io, perplesso: – Come, Mischa, ottimista russo?
– Il pessimista dice: siamo rovinati, più in basso di così non si può andare.
E l'ottimista russo, sorridendo: – Si può, si può!

 di più
editoriale di MaledettaPrimavera

Conviene passarci di sabato lungo Abbey Road se si vogliono ammirare al meglio i turbamenti del Beatles-fan, quello per intenderci che l'ha pagata cara. Devi però sbrigarti, perchè la domenica c'è cleaning day e due sciagurati vengono pagati con le mie tasse per ripassare il bianco. Johnny e Jenny maturano la pensione pulendo Abbey Road: sono 40 anni che la domenica si svegliano all’alba e mettono su i Beatles. Avevo letto su Time Out che l’orario preferito per buttarsi sotto la metro è la domenica alle 11 e allora penso che insieme ai Beatles venga probabilmente una grattata di palle. Se lo dice Time Out c’è da crederci: i numeri delle chat-line non sono mai fasulli. In una c’è scritto “the best chat at the right price” ma non me lo dice qual’è il giusto prezzo per una parola e allora giro pagina e preferisco la rubrica Gay & Lesbian e stasera non si chiacchiera.

 di più
editoriale di MaledettaPrimavera

“Una volta ero il tuo gallo, ora solo uno dei tuoi cazzi” canta Mick Jagger in una canzone del nuovo album dei Rolling Stones (c’è il gioco di parole rooster-cock) e siccome sono un tipo romantico – spero ancora che la vita sia giusta – immagino un cazzo di 60 anni e la canzone non mi piace. “Muoviti, scopri le tette e fammi sentire a casa” prosegue in “This house is empty" e siccome sono un tipo ingenuo – a proposito della vita e della giustizia – immagino delle tette di 60 anni e neanche questa canzone riesce a piacermi.
“Che vita solitaria” strimpella Richard Thompson una volta che ho spento tutte queste turbe sessuali e riacceso tutto il resto. “Una vita di orizzonti grevi, debole come il cielo di metallo sopra i miei passi sulle piane del North-West” - e mi dice “The moon is peeping through” e io quasi faccio per affacciarmi alla finestra che guarda nella stessa direzione. Poi qualcuno mi riaccende le pulsazioni sessuali e riappare la vecchia: ognuno invecchia a modo suo – dice mentre si scopre le tette, e probabilmente va ad accoppiarsi.

 di più
editoriale di MaledettaPrimavera

Su Uncut dispensano agli ignoranti i 100 eventi fondamentali di non ho capito bene che storia e mischiano un po' di tutto così siamo tutti felici. In prima pagina un paio di mummie che vagamente mi risvegliano i ricordi: Paul McCartney e Keith Richards che si fanno le coccole; all'interno Paul mi convincerà a comprare il nuovo disco e Keith mi inviterà alla tournèe milionaria. "Beatles o Rolling Stones?" è una domanda sempre attuale perchè dichiara una necessità fondamentale dell'uomo: l'appartenenza. Siamo andati avanti così per millenni ma ora ci tolgono pure questo vizio: li mettono insieme per far capire che abbiamo vinto tutti. Vado dagli Yo La Tengo al Koko e ci trovo Fabio: un paio d'anni fa aprì per i Weezer a Monaco e questi lo fecero fumare così tanto che sul palco scoppiò. Alla fine ha toccato il fondo e ora ci incontriamo spesso. Il suo disco neanche era male: l'ha mandato pure ad Uncut perchè se esci su Uncut allora è l'inizio di ogni cosa. Al Koko passano 'Saturday' e io ascolto e mi domando se sia più Beatles o Rolling Stones se è ancora qualcosa, mentre ci continuano a propinare le stesse facce, le stesse dita che non toccano note decenti da vent'anni eppure stanno sempre lì a ricordare al mio amico che la parte peggiore non era l'inizio ma la fine.

 di più
editoriale di zzzzzzzzzzzzzzzzzzzz


E' morto Moog.
Moog oscillava, filtrava a inviluppo, dava forma alle onde e risuonava misterioso.
Moog era analogico. Mica paglia, A N A L O G I C O. Una quadratura del cerchio che non tornava mai.
Elettronica, ricerca, arte e sperimentazione.
Moog, forse, era già morto da un pezzo.

 di più
editoriale di MaledettaPrimavera

E' tempo di risultati per il Make Poverty History. In teoria: 10 miliardi di dollari di debito scesi a 9 nei prossimi 18 mesi (magari 9,2); aiuti umanitari per 48 miliardi entro il 2010 (poi chi vivrà vedrà); a fronte della richiesta di regole di mercato "più giuste" si è ottenuta la promessa di "migliori accessi al mercato" (scusate l'ignoranza ma non ci arrivo).
In pratica: il best of dei Pink Floyd, "Echoes", ha incrementato le vendite del 1343% nei due giorni successivi la perfomance; la catena "Tesco" registra una vendita di 650.000 cassette per VHS nei giorni precedenti l'evento. Tutto passabile per carità, ma mi riesce doloroso accettare come il gruppo più odioso degli ultimi anni (la mia è una personale crociata) rientri nella top 10: il debutto dei Razorlight incrementa le vendite del 335% - poco meno fanno The Killers, Keane e Joss Stone.
Hanno tutti promesso che devolveranno parte degli incassi ai poveri: ammetto di essermi divertito e parecchio al Live8, ma devo lamentare che ancora non ho visto una lira.

 di più
editoriale di MaledettaPrimavera

Visto “Alien vs. Predator” in televisione: avevo giurato di evitarlo come la peste ma alla fine ci sono riusciti e sono arrivati fino a me. E’ che ci vogliono bene, si preoccupano del nostro amore per il cinema, ci fanno risparmiare: due mostri al prezzo di uno. Una volta pagavo il biglietto e mi vedevo un film, ora torno che ne ho visti due.
Occorre approfittare di questa grande scoperta per promuovere un grande campionato dei mostri: chi vince passa il turno e affronta il successivo (Freddy vs. Jason). Sono già iniziate le selezioni: ce la farà l’affamatissimo Tremor a divorare in una notte tutti i morti viventi di Romero? Ed E.T. telefono casa sopravviverà se risponde quello di Scream? E “Hulk vs. Bush”?
In ogni caso la battaglia si profila interessante: se nessuno vince parte una cosa tipo “Gremlins vs. Godfather seconda ripresa”, mostrano un po’ di tette così a caso, qualche bel culo e poi riprendono le mazzate.

 di più
editoriale di MaledettaPrimavera

Tutte le volte che rivedo “My own private Idaho” l’impressione è così forte che per qualche giorno mi assale l’idea di essere gay – così, per migliorarmi la vita – ma la natura ahimè s’è accanita per principio e d'altronde sarei stato infelice uguale.
Nessun desiderio di crociata per carità – me ne mancherebbero i mezzi – ma il revival degli sciagurati, dei morti ammazzati, delle anime inquiete e maledette (per loro – ma chi non lo è per se stesso) non sono mai riuscito a digerirlo. Che poi al carro si attacchi Gus Van Sant – colui che ha tentato meravigliosamente di portarmi a perdizioni gay – mi fa male e pure tanto e il disgraziato in questione Kurt Cobain, vivisezionato, masticato e sputato in una pellicola irritante e instabile: un’operazione commerciale che a prescindere dai contenuti consiglio di evitare.
Nella società impazzita in cui ci sbattiamo è già un lusso lasciar stare i vivi figurarsi i morti: tutte le volte che ripenso a “Last days” l’impressione è così forte che per qualche giorno mi assale l’idea di non morire mai; tutti tesi a raccontarmi di una storia che già conosco e che non mi piace e non per questioni musicali nè per le vicissitudini della vita quanto per il senso di speculazione che ne pervade la morte.

 di più
editoriale di MaledettaPrimavera

Al momento dell'esplosione Hiroshima era abitata in maggior parte da vecchi, donne e bambini: 150mila persone sulle cui teste il bombardiere B-29 Enola Gay sganciò - la mattina del 6 agosto di 60 anni fa - 63 chili di uranio arricchito chiamati Little Boy. Nel giro di 40 secondi il Ragazzino rasò al suolo l'intera città e chi non ebbe fortuna di incenerirsi all'istante scelse la sorte tra leucemia e tumore: gli effetti durarono per oltre due lustri e si moltiplicarono le leggende sull'equipaggio dell'Enola, si diceva che s'erano impiccati, che s'erano trasformati in monaci impazziti.
Mi capita di leggere una bella intervista di Kasuko Kojima, nel suo bel bar dove tiene alle pareti Radiohead e Metallica mi parla una donna che ha vissuto l'orrore senza - cosa strana - trasformarsi essa stessa in orrore. Racconta che non odia gli americani per quello che è successo ma le è impossibile perdonare se la guerra non finisce mai, "e il nostro dramma non è servito a nulla". Kasuko è la donna che ha ispirato il poeta pacifista Kurihara alle cui belle poesie vi invito, perchè se 60 anni dopo Hiroshima abbiamo ancora bisogno di poeti che cantino di pace allora nulla è davvero cambiato.

 di più
editoriale di MaledettaPrimavera

Sebbene possa trarre in inganno la vita di Curtis Mayfield non fu una tragedia. Mente parecchio illuminata la sua, prima che per la musica e l'impegno politico per l'acutezza con cui affrontò il music business: rimanendo sempre padrone della sua arte fin dai primi passi Curtis dimostrò al mondo come il sistema potesse essere sconfitto lottando dall'interno. Tra pochi giorni ricorrerà il quindicesimo anniversario della sciagura di Brooklyn e questa l'amara leggenda: Mayfield sta suonando "Superfly" quando un tornado si abbatte sul palco scaraventando l'impianto elettrico sull'anima soul e 3 vertebre, spina dorsale e mezzo collo andati perduti la fine della suddetta leggenda. Non fu tragedia si è detto e anzi la sua una dimostrazione della grandezza umana, che solo una dolorosa depressione, una gamba amputata e un diabete impietoso riuscirono a vincere 10 anni più tardi.
"Superfly" era un concept sulla miseria del sogno amerikano e lui il re dei ghetti, l'eroe dei diritti umani, il signore della musica nera e me lo consigliò la prima volta Kurt Wagner in un buon concerto di Roma: ero ubriaco e insistevo affinchè sapesse che trovavo "Nixon" pomposo, e neanche me lo ricordo più perchè insistevo così tanto che col senno di poi tanto deve a Mayfield e tanto rivalutai, ma lo trovò un buon motivo per togliermi dalle palle.

 di più
editoriale di MaledettaPrimavera

Se fossi un giornalista pagato a parole, inizierei col titolo: “Sufjan Stevens invites you to: come on! Feel the Illinoise”, ma siccome non sono pagato neanche a stronzate mi fermo quì. Bel talento e faccino quelli di Sufjan, fanciullo appena uscito da uno di quei corsi di laurea in “Scrittura Creativa” – una cosa parecchio fica, converrete – e pure il sottoscritto c’aveva fatto il pensiero ma costa 1000 sterline al mese e il pensiero è finito lì. Un album all’anno per ognuno degli Stati Americani: questo il progetto e i primi due (la partenza era affidata al Michigan) eletti nientemeno che album del mese per Uncut e Mojo (e pure per me, ma non fotte a nessuno come si direbbe con scrittura creativa). Ambizione interessante d’altronde, e non tanto per ostacoli pratici (tra 50 anni gli Stati Americani saranno diventati 200) quanto per ostacoli culturali: di qualunque posto si tratti, sembrano tutte uguali le facce, e tutte uguali le storie di maniaci, pazzi, falliti, traditi e traditori, e pure i luoghi finiscono per rassomigliarsi un pò tutti, calpestati da una folla che neanche si ricorda più dove si trova. E forse è proprio questa la morale e ci sono arrivato pure io, che non ho i soldi per dirla in modo creativo ma almeno non ho dovuto aspettare che gli U.S.A. terminassero la conquista del mondo, e ora la consiglio pure a voi.

 di più
editoriale di zzzzzzzzzzzzzzzzzzzz

Mah.
Dopo lunga vacanza in terra sicula mi sento confuso.

Eppure da San Vito Lo Capo a Capo Passero sembrava tutto così chiaro, il ciliegino di Pachino era una certezza quotidiana, come la crema alla ricotta, la granita alla mandorla, il sole, il cielo blu ed il vento pomeridiano, ottimo per far volare l'aquilone (prima volta nella vita che ci riesco).

Adesso leggo DeMail da lunghi quartidora e le-news-i-gigs-le-note-degli-editors-il-freedb mi sembrano meduse (abbondanti nelle acque di Favignana): belle, bellissime, ma mi spaventano un po', quando non ho la muta.

Vado a indossarla, va là, poi mi ci rituffo.

 di più