editoriale di Confaloni

Potrà sembrare una questione ormai superata la liceità di esporre immagini cosiddette ardite, al punto da scatenare una procedura censoria. Ma le cronache odierne ci colgono di sorpresa, quasi fossimo riportati indietro nel tempo (Controriforma e dintorni).

Riferiscono le cronache che lo scultore Jago (di cui sinceramente ignoravo l'esistenza) aveva pubblicato sulla sua pagina Facebook l'annuncio di una sua imminente mostra a Taormina, corredandola con le immagini della sua ultima opera titolata "La David", ovvero la statua di un corpo femminile nudo ispirato al noto "David" di Michelangelo. L'algoritmo del social ha prontamente reagito indignato a fronte di simile oscenità, oscurando sia le immagini, sia inibendo l'accesso alla pagina di Jago per tutti coloro che non sono follower dell'artista. Non sia mai che risulti visibile l'oscenità dal titolo "La David"!

Effettivamente, già in passato episodi del genere si erano verificati, proprio per il fatto che gli algoritmi censori di cui sopra non sono strutturati in modo tale da distinguere tra nudo pornografico e nudo artistico . A quanto pare un'immagine di nudo, secondo questi moderni strumenti, puo` turbare più di tutto il resto che viene diffuso in rete. Evidentemente, immagini di civili in condizioni disagiate in zone di guerra come Gaza e Ucraina sono più tollerabili di una foto di nudo.

Eppure, non posso non far notare al noto Mark Zuckerberg, presidente di società iper tecnologiche come Meta e Facebook e tanto solerte nell'incensare i nuovi politici potenti, che quegli algoritmi entrati in azione potrebbero essere potenziati. Tanto per dire, la censura potrebbe abbattersi anche su immagini allusive ad aspetti scabrosi della realtà. Un esempio potrebbe essere costituito da oggetti insospettabili: lo stesso aereoplano presenta una siluoette che richiama il fallo maschile. E che dire delle gambe di un pianoforte a coda che, nelle case altolocate dei tempi vittoriani, venivano opportunamente coperte per non evocare pensieri impuri?

Insomma, a guardare bene in giro ci sarebbe da censurare tanto, fin troppo. E resta la conferma che la censura sa essere bacchettona e stupida. E i censori hanno qualche problema a rapportarsi con la realtà.

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editoriale di Stanlio

Un mio post del 12 novembre 2025 sul web riportava quanto segue:

Nel 32° giorno dell'aggressione israeliana alla Striscia di Gaza, un mese e più di blocco, bombardamenti continui e massacri continui contro i civili palestinesi.

- 7 novembre 2023 -
Le informazioni sono fornite dal Ministero della Salute palestinese, l'Ufficio informazioni governativo e l'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari UN.OCHA, e sono aggiornate al 07/11/2023 alle ore 18:00.

Le persone uccise sono 10.328:
4.800 bambini,
2.550 donne
e 596 anziani,
le persone uccise che non sono state ancora identificate sono 995,
tra cui almeno 248 bambini,
il 70% delle persone uccise sono bambini e donne.

I feriti sono 24.808:
5.960 donne
8.067 uomini.

1.031 sono i massacri commessi dall'esercito israeliano direttamente contro le famiglie palestinesi.

42 bambini sono in terapia intensiva.

Sotto le macerie delle case bombardate risultano dispersi 2.660 cittadini,
tra cui almeno 1.270 bambini.

1.500.000 sono gli sfollati in vari governatorati della Striscia di Gaza, ovvero il 70% della popolazione della Striscia di Gaza.

493.000 donne e ragazze sono state sfollate dalle loro case.

710.275 sono accampati nelle scuole dell'UNRWA,
109.755 in altre scuole,
122.000 nelle chiese e negli ospedali,
557.970 ospiti di famiglie e distribuiti in altri luoghi.

Servizi medici:
Colpiti 120 strutture sanitarie,
18 ospedali
e 32 centri sanitari hanno interrotto il servizio,
40 autoambulanze distrutte,
192 operatori sanitari sono stati uccisi dall'esercito israeliano,
18 volontari della protezione civile sono stati presi di mira
e l'unico ospedale oncologico nella Striscia di Gaza ha smesso di operare dopo essere stato preso di mira dall'esercito israeliano.

Elettricità e comunicazioni:
Interruzione completa delle forniture elettriche alla Striscia di Gaza dall'11 ottobre 2023.

L'83% delle linee telefoniche nella Striscia di Gaza sono fuori uso.

Il 50% delle principali linee Internet non funziona a causa di danni alle infrastrutture e carenza di carburante.

Il 54% dei siti web sono inattivi.

Attività scolastica:
2.510 studenti di diversi livelli di istruzione sono stati uccisi dall'inizio dell'aggressione.

246 scuole sono state bombardate, comprese 60 scuole fuori servizio nella Striscia di Gaza.

625.000 studenti sono senza accesso all'istruzione o ad un luogo sicuro dal 7 ottobre 2023.

Mezzi di sostentamento:
Le attuali scorte di beni di prima necessità sono sufficienti solo per cinque giorni.

Solo 5 panifici su 24 panifici convenzionati con il Programma Alimentare Mondiale sono operativi e forniscono pane ai cittadini.

La mancanza di carburante minaccia di fermare tutto questo in qualsiasi momento.

11 panifici nella Striscia di Gaza sono stati bombardati dall'esercito israeliano.

L'unico mulino funzionante a Gaza non è in grado di macinare il grano a causa della mancanza di elettricità e carburante.

La distribuzione di qualsiasi tipo di aiuto alimentare agli sfollati nel Nord di Gaza è stata interrotta, in seguito all'intensificarsi delle operazioni di terra da parte dell'esercito israeliano.

Acqua e servizi igienico-sanitari:
Centinaia di migliaia di residenti nella Striscia di Gaza si trovano ad affrontare gravi carenze idriche, il che fa temere la siccità e le malattie trasmesse dall'acqua a causa del consumo di acqua da fonti non sicure.

C"è un'interruzione completa della fornitura nelle reti di distribuzione dell'acqua.

65 le stazioni di pompaggio delle acque reflue si sono fermate, aumentando il rischio di straripamenti di liquami.

60 pozzi d'acqua hanno smesso di funzionare a causa di un'interruzione del carburante.

La quota media pro capite di acqua potabile e per tutti gli usi è scesa a soli 3 litri al giorno.

Distruzione di case e strutture:
25.000 tonnellate di esplosivo sono state sganciate sulla Striscia di Gaza, l'equivalente di due bombe nucleari.

52 moschee sono state completamente distrutte e 3 chiese gravemente danneggiate.

200.000 unità abitative sono state danneggiate dall'aggressione israeliana.

88 sedi governative e decine di strutture pubbliche e di servizio sono state completamente distrutte.

8.000 edifici residenziali sono stati completamente distrutti e inabitabili.

Questo succedeva il 7 novembre 2023 e dei successivi numeri letti sui giornali finora ho perso il conto oramai ma stanno scritti nero su bianco per sempre.

La Palestina ed i palestinesi devono tornare liberi subito ed Israele deve smettere i suoi crimini che durano da quasi 80 anni!

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editoriale di dado

Sono giorni di tremenda calura nel cagliaritano. Ieri pomeriggio, alla fine del primo set di una partita di tennis, ho dovuto cambiarmi la maglietta. Era madida, zuppa: peso stimato tre chili. E’ naturale che poi il vicino, al mio rientro, mi abbia detto per l’ennesima volta: “Stai dimagrendo?” e io: “Sono solo delle partite di tennis”, ma so che in realtà è della mia sanità mentale che si tratta. Il tennis è una medicina: riempie le ore vuote di questi pomeriggi estivi e manda il cervello in vacanza per un pò, prima che i pensieri diventino realmente insopportabili quanto questa afa estiva.

Oggi, diciotto agosto, nuovamente si riparte con la stessa aria opprimente. Nonostante ciò, si trascorre una serena mattina: un po’ di riposo, qualche lettura (compreso un salto su debaser) e una seconda visione di Hollywood Party. Ma è il pomeriggio l’ora del giorno in cui i pensieri si adombrano. Al rientro a casa, dopo un pranzo frugale, la mente vaglia le due opzioni: tengo spenta l’aria condizionata e mi sdraio su un duro materassino sul quale col mio sudore lascerò la “mia” sindone o la accendo e mi isolo dal resto del mondo per restare solo coi miei pensieri?

Tudutudutututututu Tudutudutututututu Tudutudutututututu Tudutudutututututu

“Ciao pa’, dimmi?”

“Davide, qualche parte sta piovendo. Andiamo a vedere?”

Ok, il materassino non mi avrà.

Dopo due estati di caldo infernale e siccità sahariana, in questo agosto stanno tornando i temporali. Sin da bambino ne sentivo parlare, quando, senza macchine refrigeranti, al caldo non c’era nessuna risposta, fino a che, dopo Ferragosto, arrivava la pioggia e ci si preparava a vendemmiare”.

Insomma, in tre minuti, sono in macchina, e dopo altri tre sono da mio padre che, con i temporali all’orizzonte, non riesce a stare chiuso in casa.

“Dove andiamo?” Nel campidano il cielo è terso (come sempre), ma a nord-est in lontananza si scorgono delle nubi: “Sembrano troppo lontane e nel corso del viaggio potrebbero dileguarsi”. “Usciamo dall’abitato e vediamo meglio”. Un paio di chilometri e l’orizzonte si apre davanti a noi: dall’altra parte, a est, oltre Cagliari, oltre lo stagno, non si vede nulla! Le montagne che dal Campidano vanno fino all’iglesiente - dando le spalle alla costa di Pula con le sue meravigliose spiagge - sono coperte da delle imponenti nuvole nere.

Io e mio padre siamo due persone abbastanza riservate, poco inclini a parlare in modo diretto dei nostri affetti e dei nostri sentimenti. Il nostro pensiero sul mondo, le nostre sensazioni sulle nostre vite le condividiamo nelle pieghe di altri discorsi o dentro un’espressione del viso. Il nostro legame è viscerale.

Il viaggio, quindi, trascorre piacevolmente, in sottofondo Nico mi parla del suo cuore:

"My heart is empty

But the songs I sing

Are filled with love for you"

Per chi sia l’amore a cui sto pensando non importa. Siamo quasi a Capoterra, quando, sulla strada per Gutturu Mannu, la grande gola, e per la riserva WWF, mio padre mi avverte: “Tra trenta secondi inizia a piovere”. Non azzecca spesso, gli piace provarci e poi riderci sù.

Questa volta è diverso.

Venti, ventuno, ventidue.

Arriva la prima goccia, poi la seconda, la terza, mentre l’intensità aumenta.

Trenta, trentuno, trentadue.

E’ iniziato il nubifragio, io rallento, ma, nonostante qualche titubanza, di rientrare non se ne parla. Improvvisamente, si procede a passo d’uomo, ma si procede, timorosamente.

Perché le sensazioni che dà la pioggia estiva sono molteplici. Rigenera, alleggerisce, libera.

Il paesaggio intorno a noi, non è più quello delle spiagge cristalline o quello di Cagliari, la città di mare. Ci siamo addentrati nel bosco fatto di carrubi e querce. Siamo nella penombra, mentre il sole batte dieci chilometri più in là. I brutti pensieri pure.

Al rientro, Nico ha lasciato il posto a Dave Gahan che canta:

I’m taking a ride with my best friend

Eh, sì, caro Dave, oggi va proprio così.

Al rientro per un attimo mi viene in mente Woody Allen, in Manhattan:

“Be’, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Be’, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me… io direi… il buon vecchio Groucho Marx tanto per dirne una, e Joe DiMaggio e… il secondo movimento della sinfonia Jupiter… Louis Armstrong, l’incisione Potato Head Blues… i film svedesi naturalmente… L’educazione sentimentale di Flaubert… Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili… mele e pere dipinte da Cézanne, i granchi da Sam Wo, il viso di Tracy…”

… una corsa col papà, verso un temporale estivo.

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editoriale di cofras

La cosa si ingrossa. Titolo appropriato per questo fenomeno della canzone oscena. E apposta si chiama Cantoscena una delle produzioni non meglio identificate che propone codeste canzoni. Presunti ripescaggi, dicono loro, di vecchie cose, gardacaso boicottate negli anni 60, 70 e 80 da quei benpensanti dell RAI e delle case discografiche.

In pochi giorni dagli iniziali pochi ascolti, in un crescendo fantasmagoricorgasmico sono arrivati ad oltre 100000 e non si fermano più. La cosa che un pò preoccupa è il livello, che dire infimo è fargli un complimento, dei commenti sul tubo.

L'ultima che ho sentito è Amore Nero di tale Gina Gocci, probabile sorellina, ma questo lo dico io, di Gino Soccio visto il contenuto musicale. E il contenuto, a parte i testi osceni, non è nemmeno male. Un bel funky che non avrebbe sfigurato nelle discoteche anni '70.

C'è poi La Topastra di tale Mary Blu datata 1969 con tanto di storia fasulla allegata e persino dotata di copertina 45 giri usurata a sufficienza da sembrare vera. Anche qui il testo è veramente pornografico e tratta di una ragazza di periferia ribelle e disinibita. In pochi giorni ha raccolto quasi 100000 visualizzazioni.

Ma non è tutto qui. C'è Vera Luna, c'è Marika Ragazza Pepe e varie altre, tutte molto brave e molto porche.

Ma non si sarebbe potuto fare di meglio con l'intelligenza artificiale. Qui di intelligenza sembra essercene ben poca.

Ma #forse è solo una sensazione...

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editoriale di Stanlio

Max tra le tante cose compone canzoni, suona la chitarra, ed è un mio ex collega genovese, andato in prepensionamento da uno o due anni, ogni spesso mi manda una email a me e ad una lunga lista di gente che non conosco ma lui sì, gli ho risposto che avrei copiaincollato la sua ultima qui sul DeBasio e l'ho invitato ad iscriversi e partecipare, chissà forse se gli gira giusto lo farà, l'oggetto della mail in questione l'ho meso come titolo dell'editoriale, premetto che a Max piace saltare da palo in frasca riuscendo a legare tutto il discorso a modo suo, eccovela qui:

.:. Gianfranco Saracino, il ragazzo della Floris che gli piace giocare a scacchi. Ha un Potere Sconosciuto.

Gianfranco e' Forte. Non parla mai,

Non ti saluta.

Pero' se lo fa allora vuol dire che gli sei simpatico !

E' un analista programmatore estremamente specializzato in Informatica. Tortura le Intelligenze Artificiali, le sfianca Sa tutti i loro segreti. Conosce i loro programmi che cosa gli abbiano impiantato dentro la schiena, di disco rigido. Me lo fa vedere sul Monitor, le loro analisi di questi signorine, analisi, o grafici preimpostati, dati. I linguaggi.

Praticamente, e' lui l' Intelligente Naturale che conosce come sono impostate quelle Artificiali.

Vengono vestite con gonne a pois blu su tessuto bianco raso. Lui, tonno al naturale Palmiera, adopera di inverno i classici blue jeans e la maglietta con sopra il maglione. Va in giro cosi'. Come faccio io. Di necessità vestizionaria.

Halt, non modiferoja. Mai non sara' possibile, altro.

Ha un Potere Unico nelle sue mani. Narrano delle Leggende su lui. Che venga da un Mondo Sconosciuto. Nemmeno Alieno, perche' gli Alieni ormai si conoscono.

Dicevo, me le fa vedere. Dice, "Guarda". E io guardo. "Guarda qui", e io guardo li'. Col microscopio.

Sovviene Abantantuono in un vecchio trailer suo.

Spot.

Passeggia au' e giu' per la stanza fumando, un po' ricurvo, coi capelli lunghi grigi da INVENTORE.

Con le pantofole grigie rotte. Sembra me, ma io non fumo. E sin Ignorante, rispettabile.

"Rispettabile, formage et supple' Elementari, Medie e Superiori. Corso di Laurea, Watson. E Dottorato pure, Roger Watson !"

In effetti osservo uno schermo nero, pieno di numeri strani, simboli alfanumerici che....che..... soltanto lui conosce. Un linguaggio nuovo. Di un Altro Universo Parallelo, pare. Lo chiameremo Y. E' una nuova Scienza, che non ha niente a che vedere con la Scienza che conosciamo. E' uno.. Scienziao Pazzo. Qui ha i capelli corti, ma di solito sono lunghi e grigi. A me piace la sua figura. Rievoca il Genio Compreso si', ma Mistefioso. E Matto. E' impenetrabile.

Fuma un casino ma non ricordo bene quali marche di siga. Credo che sia piu' giovane di me, ma di poco. E' Henry. Henry il Potente Laser miratore. Mirafiore. Mira come Marty Feldman, l' Occhio che Uccide. 40° gradi Fahrenheit all' Ombra del Lenzuolo. Lo Squadratore Biochimico. Ali', il Fisico. L' Esaminatore degli Screening. Lui apprende quello che uno sa guardandolo in faccia. Capta tutte le informazioni. I Raggi dei suoi occhi portano dentro di lui tutte le informazioni che vede dentro il cranio di chi e' ignaro di essere una cavia per spionaggio astrale.

E' Cosmico. Paranormale. X- Files.

Quando gioca non e' lui che gioca a scacchi, ma sono gli scacchi che giocano con lui, lo vogliono sempre sfidare. Gli fa Rabbia. E' l' Uomo che Sapeva Troppo.

Una Teoria di questo Illustre Scienzuato, una delle tante, che mi ha spiegato, e che io ho' Honore' di conoscere, ovviamente e lui, non la Teoria, ma poi si', anche la Teoria, e' questa (e' famosa vediamo se me la ricordo ... mm non me la ricordo.. una e' la Teoria dell' Atomo, mi sembra. L' Infinito... E' inutile, non me la ricordo). Vorrei parlarvi del suo Potere Misterioso. Credo di Poterlo fare. Non il Potere. Non credo che mi abbia detto che fosse un Segreto. Mah' quasi quasi.. ve lo dico. Tra l' altro e' anche Depositario di un Segreto troppo importante che non posso dire, davvero, e non lo sa. Non lo sa, ma bisogna che si seppia.

Quello che detiene di Potere Incredibile, e' questo

(straordinario) : Da come tu gli parli, da come tu ti muovi, e i gesti che fai, lui capisce se stai dicendo la Verita' oppure se e' una Bugia.

Se tu gli racconti la Verita' accompagnata pero' da piccoli segni distorti e comunque gli sei simpatico ti parla e ti spiega normale. Ma se tu gli menti, se ne accorge e te lo fa capire.... lo capisci.

Da quel momento ...

in poi si chiude a riccio a Riccione. Gli salgono i granchi sul materassino mentre fa il Morto al Largo. Ogni menzogna mette da parte di chi la racconta una specie di muro tra la persona e lui.

Chi Mente si gioca completamente un Amico.

Altri, non come lui, non sono capaci di tale coerenza. Fingono di continuare di essere Amici, ma in realta' tutti se la legano al dito, con l' intento alla prossima occasione futura che lo permetta, di restituire. E' anche logico e normale, se vogliamo, pero' e' Ipocrita. Molti accettano l' Ipocrisia per paura di rompere relazioni, si sforzano di dimenticare, perdonare, soprassedere.

E' proprio qui che entra in scena il Diavolo.

Vede nella tua spaccatura, un' ottima occasione.

Se non siamo capaci, si offre lui di aiuto poiche' il Dio cattolico che ci hanno preconfigurato, non potra' mai farlo direttamente. Manda finti Angeli ad aiutarci. Ma li manda. E questo ci compromette. Altro non puo'.

D' altronde uno che vuole mettere un rubinetto non e' di solito capace a costruirlo. Deve fidarsi di uno che lavori per lui, uno specialista, un artigiano.

L' Idraulico dovrebbe appartenere all' Arcano Maggiore del Demone Leviathan, il Mostro Marino, che Governa le Acque.

Se uno gli piace fare il Ricercatore Demonologo, potrebbe cercare a quale Arcano Maggiore di Demone appartenga invece Gianfranco Saracino.

Pensandoci, mi vengono in mente dei nomi di Diavoli noti, ma non ne sono sicuro.

Gia' e' difficile riuscire ad inquadrare personalita' complesse e indecifrabili come Gianfranco. Figuriamoci associarlo ad un Diavolo di appartenenza, specifico mandante, e saperne il nome

I Principali sono 7 .:.

Poi ha messo una foto (quella che vedete sopra e che presumo sia quella di questo famigerato Gianfranco Saracino) & il link di questo video

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editoriale di Buckley

Mi piacerebbe sapere qual'é il livello di masochismo che spinge molti utenti di questo sito ad esporsi a qualsivoglia insulto e/o apprezzamento nello scrivere una recensione. Questi "eroi" perché sono eroi, hanno tutta la mia ammirazione che desidero condividere con questo mio mini editoriale.
Cordialità

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editoriale di G

Noi siamo DeBaser e voi ci fate schifo.
Ci fate schifo voi e ci fa schifo come avete ridotto l’Internet.
Ci fanno schifo i contenuti monetizzati, i cookies e gli algoritmi di tracciamento, il SEO taroccato, la pubblicità invasiva e onnipresente.
Ci fa schifo il mercato dell’attenzione.
Ci fanno schifo i bilioni di dollari fatti offrendo servizi “gratuiti”, e i polli che non si accorgono che quel gratuito, gratuito non è.

Che il prezzo lo pagano quando non si ricordano più quello che stavano facendo e perché lo stavano facendo.
Quando finiscono col comprarsi un orologio che non volevano e che adesso è solo la misura del tempo che hanno sprecato regalando i loro pensieri a certi sciacalli.

Noi siamo DeBaser e non vendiamo orologi.
Noi ci facciamo da noi e diventiamo quello che vogliamo diventare.
Noi cerchiamo per trovare qualcosa da ricordare e di cui scrivere.
E per questo usiamo i ricordi degli altri.
A questo serviranno i nostri ricordi.
Condividere non è una parola in vendita.

A noi interessano le opinioni, le idee, non le persone o i “fatti”.
Le idee non comprano orologi, le opinioni sono più oneste dei fatti quando si parla di arte.

DeBaser non è un social network.
Non è un contenitore di immagini, trend o battute virali.
DeBaser è un luogo di pensiero e confronto, una comunità in cui si parla di musica, cinema, arte e cultura con rispetto e passione, ma senza compromessi.

Il nostro primo slogan diceva:
“de-stroy, de-regulate the editorial business.”
Contro gli schemi di un’industria editoriale che aveva trasformato la cultura in merce da vendere, visibilità da acquistare e traffico da manipolare.

Quel business editoriale — con tutte le sue contraddizioni e disonestà — era almeno riconoscibile: pagavi una copia di un disco o un libro, pagavi un giornale o una rivista, andavi in edicola (quando ancora esistevano) o in libreria (quando ancora c’erano), e in cambio ricevevi contenuti reali, spesso corposi, frutto di lavoro e passione.

Oggi, però, la cultura è entrata in un nuovo vortice di mercificazione: i social media hanno trasformato tutto in un flusso infinito, un ciclo di distrazione continua.
Il valore si misura in secondi di attenzione, non in qualità o riflessione.
Le librerie si svuotano, le edicole chiudono, e il contenuto si riduce a un prodotto consumabile e subito dimenticabile.

Sui social, la cultura si piega alla logica dell’immediato e del superficiale, dove la visibilità si compra e si vende, dove l’algoritmo detta legge su ciò che “merita” attenzione, e dove l’interesse vero viene soffocato in nome del consenso facile.

In questo scenario, DeBaser è un atto di resistenza.
Non siamo qui per assecondare quel sistema.
Non vogliamo accodarcisi o nutrirlo.
Vogliamo sovvertirlo, ricostruire spazi di senso dove il tempo non sia più un nemico, ma un alleato.

Non siamo qui per intrattenere passivamente. Siamo qui per coinvolgere attivamente.
Perché ogni disco, ogni film, ogni opera d’arte merita più di uno scroll distratto.
Merita un ascolto vero, una lettura attenta, una parola che faccia la differenza.

DeBaser è fatto da chi ama scrivere senza inseguire premi o audience,
da chi legge senza voler essere profilato o venduto,
da chi commenta senza cercare facili consensi o applausi.

Non edulcoriamo, non banalizziamo, non cediamo alle logiche del mercato.
Non siamo un prodotto da vendere, né un palcoscenico da calpestare per un like.
Scriviamo perché crediamo che parlare di arte sia un atto di resistenza culturale, un antidoto alla superficialità.

Non cerchiamo il consenso di massa.
Cerchiamo la sincerità di pochi.
Non vogliamo piacere a tutti.
E questo ci rende liberi.

Siamo la voce di chi non si accontenta, di chi vuole capire, discutere, cambiare idea.
Siamo il rifugio per chi non sopporta più la cultura usa-e-getta.
Siamo la casa di chi ha bisogno di spazio per il dubbio, per la contraddizione, per la scoperta.

Siamo DeBaser.
Siamo ciò che non si vede subito, ma che fa la differenza nel tempo.
Siamo la scintilla che riaccende l’interesse vero.
Siamo la comunità che non smette di cercare.

E se questo manifesto ti parla, allora sei dei nostri.

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editoriale di Stanlio

Due notizie di oggi ricavate dal Fatto Quotidiano & dal Manifesto giusto per non girarsi dall'altra parte e restare indifferenti di quanto continua ad accadere sotto i nostri occhi...

Ora che i bombardamenti israeliani han ferito (in maniera lieve ad una gamba) padre Gabriel Romanelli a Gaza, s'è svegliato il nuovo Papa, dalla Diocesi di Roma: "Dopo 60mila morti palestinesi servono tutte le misure per fermare un deplorevole bagno di sangue"

Riferisce il Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin "A seguito dell’attacco militare israeliano contro la parrocchia cattolica della Sacra Famiglia a Gaza. Comunità che dall’inizio della guerra ha dato rifugio a oltre cinquecento persone in fuga. È stato ferito anche il parroco, padre Gabriel Romanelli, a cui Papa Francesco, dopo l’attacco del 7 ottobre 2023, telefonava ogni sera, verso le 19 italiane, per tenersi informato sull’evolversi della situazione nella Striscia di Gaza e per manifestare a tutti gli abitanti la sua vicinanza. Bergoglio ha telefonato al sacerdote fino a due giorni prima di morire."

Anche il parroco (del nostro quartiere a Marghera) degli "ultimi" non sta zitto di fronte ai 60.000 morti ammazzati in Palestina durante quesi ultimi 2 anni, grazie ai bombardamenti quotidiani voluti in primis da Netanyahitler (il quale ha il suo "bel" tornaconto a non mettere la parola fine).

«Ciò che è criminale è il genocidio. E finora non è stato condannato» così risponde alla giornalista Laura Kocci de "il manifesto":

«La notizia non è che è stata attaccata la parrocchia di Gaza.

La notizia è che sono stati uccisi altri palestinesi, dopo gli oltre sessantamila già ammazzati in questi mesi.»

D. Don Capovilla, è grave che l’esercito israeliano abbia attaccato una parrocchia?

R. Che venga bombardata una chiesa o una moschea, che i morti siano musulmani o cristiani è secondario. Ciò che è criminale è il genocidio del popolo palestinese. E finora — penso anche al governo italiano,- il genocidio non è stato condannato.

D. Israele ha sempre dichiarato di non voler colpire “luoghi sacri”…

R. Ogni persona è un luogo sacro.

D. Si parla di un errore di tiro da parte di un carro armato…

R. Bisogna sempre trovare giustificazioni per le azioni di Israele. Ma sono scuse che non valgono nulla. Bombardamento intenzionale o no, l’obiettivo è chiaro: l’allontanamento e l’eliminazione del popolo palestinese. Da questo punto di vista, non è vero che hanno sbagliato mira.

D. In che senso?

R. Quando il ministro degli Esteri israeliano Katz annuncia di voler deportare in un’area circoscritta vicino Rafah prima le centinaia di migliaia di palestinesi che ora si trovano ad al Mawasi e poi l’intera popolazione della Striscia di Gaza, significa che si sta pianificando un genocidio. Non sono ipotesi, è un obiettivo chiaro. La mira quindi l’hanno presa molto bene.

D. Nel libro «Sotto il cielo di Gaza» scrivete che «ignorare il massacro in corso sia perché si volge lo sguardo altrove sia perché si vive l’ignoranza della questione palestinese, facendola iniziare dal 7 ottobre 2023, è colpa inescusabile e avrà conseguenze distruttive anche per il nostro presente e futuro».

R. Lo smantellamento del diritto internazionale da parte del governo di Israele, che fa quello che vuole nel silenzio della comunità internazionale, provocherà conseguenze inimmaginabili per l’ordine mondiale. È dal 1948 che gli israeliani vogliono eliminare non i cristiani ma il popolo palestinese, come ha detto anche monsignor Shomali, vicario patriarcale per Gerusalemme e Palestina, in occasione dell’aggressione contro la comunità cristiana di Taybeh in Cisgiordania da parte dei coloni. È così dal 1948, così è stato fatto a Gaza e così ora vogliono fare in Cisgiordania: questi tre passaggi sono parte di un unico progetto.

So che a qualcuno da fastidio questo mio reiterare sulla questione attuale in Palestina, però quel che succede lì è intollerabile!

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editoriale di Confaloni

A distanza di giorni dai fatti riguardanti il chiaccheratissimo matrimonio di Jeff Bezos a Venezia mi sono deciso di scrivere brevi considerazioni su certi aspetti sconcertanti della vicenda.

Senza ricordare i momenti salienti dell'evento (parto dal presupposto che non sia necessario qui specificarli), certi aspetti vanno posti in risalto a dimostrazione dello stato di salute generale dell'Italia. Non metto in questione quanto può legare due persone (peraltro non proprio anonime) che si sposano. Magari se avessero optato per una cerimonia più sobria e minimale non avrebbero sfigurato , andando in controtendenza a certo gigantismo pacchiano oggi purtroppo prevalente, risparmiando alla città di Venezia tutta una serie di misure di sicurezza per garantire un'oasi di tranquillità per gli sposi e gli invitati.

Ma l'aspetto più discutibile, a mio avviso, è stata la decisione di Jeff Bezos (multimiliardario fondatore e presidente di un colosso come Amazon ) di devolvere a favore di Venezia la modica cifra di 3 milioni (euro o dollari non saprei con precisione). Mossa talmente generosa (!) da essere accolta con favore dal sindaco della città (non sto neppure a nominarlo) con la motivazione che in tal modo il buon nome di Venezia ne trarrà lustro e favorirà il flusso turistico da tutto il mondo.

Ora, dato per assodato che la città di cui sopra è già nota internazionalmente (e non occorre spiegare il motivo), saltano all'occhio alcune incongruenze:

1) un multimiliardario come Bezos che elargisce la cifra sopra citata è tutto fuorché munifico, è soltanto un taccagno che si limita ad offrire il caffè ai veneziani. Se proprio voleva sdebitarsi, in considerazione dei costi sostenuti dal comune di Venezia per l'aspetto securitario di un matrimonio e dei relativi festeggiamenti nell'arco di tre giorni, un contributo di un miliardo ( possibilmente in euro data la svalutazione del dollaro in questi ultimi mesi) sarebbe stato sinonimo di un reale finanziamento per Venezia ( e non mi si dica che per un multimiliardario terzo uomo ricco al mondo ciò sarebbe stato oneroso, visto il posizionamento di Amazon );

2) ma anche assunto che il bel gesto di cui sopra non fosse avvenuto, qui il punto dolente è costituito dalle autorità locali (senza parlare del fantomatico ministero governativo del Turismo, in capo ad un'ineffabile ministra impelagata in note grane giudiziarie e non proprio finora all'altezza del ruolo). Come possono sostenere che quei 3 milioni donati da Bezos possano contribuire alla buona causa di Venezia? Non sorge in loro il sospetto che si tratti di una cifra irrisoria e che, in casi come le nozze di Bezos, la cosiddetta tassa di soggiorno dovrebbe essere molto più salata? Forse ciò gioverebbe pure ai ricavi del settore turistico, a dimostrazione della nostra consapevolezza del valore dei nostri beni culturali.

Da quanto sopra ne discende che la tutela del patrimonio artistico, culturale e naturale dell'Italia, al netto di tante sparate retoriche, non è adeguata alle necessità e spesso è al di sotto del minimo sindacale per miopia di chi gestisce la res publica. E non serve certo tirare in ballo il fenomeno dell'overtourism che affligge tante città d'arte in Europa e in altre parti del mondo. In Italia non c'è una spiccata sensibilità sul problema (anche da parte di tanti connazionali) e si continua a sostenere che il turismo sarebbe il nostro petrolio, ignorando l'importanza di altri comparti produttivi.

Intanto, al netto di certi atteggiamenti nazionalistici prevalenti anche qui da noi, per i turisti in visita in Italia vale l'impressione di trovarsi in una nazione bizzarra, lassista, quasi un paese dei balocchi per ricchi e per turisti "mordi e fuggi" come poteva essere ai tempi del Grand Tour (si legga cosa scriveva Goethe verso la fine del '700). E non si dimentichi che quelli erano tempi di decadenza per la penisola italiana, non ancora pervenuta all'unità. Ora che siamo nel 2025 non c'è da consolarsi per tale affinità.

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editoriale di JpLoyRow

Bazzico su codesto sito dal 2021, inizialmente con recensioni "coglioneggianti" in cui recensivo Sfera Ebbasta o parenti simili. Dopo un periodo di pausa (più o meno due anni) nel 2023 ritorno con recensioni serie, che alterno in musicali e cinematografiche. Ora faccio dell'altro nella vita, ma ho passato una decina d'anni a scriverne professionalmente (roba incredibile, venivo pagato) e un po' di queste le ho riadattate con un copia-incolla (il motivo del fatto che ad un certo punto ne spedissi tante, diciamo che, tolte un paio di aggiustatine, le avevo belle e pronte).

G, gran boss, tempo fa, in un suo editoriale, si chiedeva come stesse codesto sito, e si rispose maluccio. Il punto, signori, è a mio avviso l'utenza. Cioè, in tanti anni di attività sono state recensite, almeno musicalmente, opere di qualsiasi tipo, e alcune vantano doppioni su doppioni se non di più. E' ovvio che si continuerà a recensire sempre le stesse cose, visto che le uscite sono poche e nemmeno esaltanti. Il lamento continuo di quelli che dicono: "Eh, ma siamo alla quinta recensione di...", gente, sveglia, i nuovi utenti che si iscriveranno al sito, che magari vent'anni fa bazzicavano altrove, continueranno a scrivere di cose già trattate, perchè o si chiude baracca e burattini o che cacchio vuoi recensire se è già stato recensito tutto? Io, nel mio piccolo, ho sempre provato a recensire cose che magari avevano già recensito altri magari 15-20 anni fa, diciamo che un aggiustatina andava data, o quando ho recensito cose note (vedi "Creuza de ma") l'ho fatto provando ad essere il meno ripetitivo possibile.

In ambito cinematografico il discorso potrebbe, e dico potrebbe, essere diverso. Ci sono un sacco di film da recensire, ma se vai a scrivere qualcosa di un'opera degli anni '40 ci sarà sempre quello che si lamenta perchè era meglio parlare di qualcosa di nuovo, senza contare che in ambito cinematografico mi pare che l'utenza del sito sia più gelida.

Pare, così ho letto, che il sito conterebbe 25.000 iscritti, epperò a scrivere, intervenire, sono sempre i soliti quattro gatti. E' diventato un circolino ombelicale in cui, pochi eletti, stancamente, si scambiano opinioni con poca voglia. Molti leggono, poi passano oltre. Fanno bene, credo. Senza contare che un giovane qui dentro scapperebbe dopo pochi giorni (si veda il "caso" Asfodelo) visto che uno come me, ad agosto 41 anni, viene considerato giovane: non oso immaginare la pletora di 60enni che popolano il sito. 60enni che sono rimasti tragicamente fermi agli anni '70, nel linguaggio e nei contenuti. Nell'ordine abbiamo gente che non si è mai (ri)avuta dagli anni '80; quello che non ascolta nulla post-1980; chi oltre al rock e al prog non va (se provi a parlare di elettronica qui dentro vieni fucilato) e gente che parla ancora di "fasci" e "sbirraglia", manca solo "borghesi tutti appesi" e il negozio di antiquariato è al completo. Insomma, che l'Italia non sia un paese per giovani Debaser lo conferma pienamente.

Leggendo recensioni del passato, epoca 2008-2010, più in là non sono andato, mi è sembrato che ci fosse un fermento notevole, nei commenti e nelle proposte (non solo musicali). C'era un bel mix di giovani e meno giovani: ora quei giovani sono invecchiati, di nuovi non ne arrivano, e hai voglia a mettere la sezione in lingua inglese, qui ormai pare l'ospizio in fondo al viale. Se poi gli alti piani s'inventano pure quella minchiata del Bot, diciamocelo, c'è voglia di smontare tutto, evidentemente.

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editoriale di Stanlio

Qua in Italy ma non solo, pure in Francia, Germania, Regno Unito ecc. cioè Europa & pure negli Staes, se qualche scalmanato o terrorista pseudoislamico o altro, ammazza o ferisce qualcuno, scoppia subito un finimondo mediatico/istituzionale, mentre invece anche questi ultimi 73 morti ammazzati palestinesi non suscitano più nemmeno un alzata di ciglia poichè ci si è assuefatti a queste operazioni terroristiche netanyahuesche/israeliane contro chiunque vuoi che sia Hamas, o un semplice ammalato/a o bambino/a, donna, anziano, e uomini comuni disarmati ed indifesi che niente hanno a che fare con Hamas.

Non so quanti si rendano conto o sappiano che da quando Israele ha iniziato i suoi bombardamenti contro la Palestina ha causato oltre 55.000 morti, di cui circa 20.000 minori, anche oggi almeno 73 persone sono state uccise da Israele dall’alba,, tra cui 33 in cerca di aiuti presso i centri di assistenza della contestata Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), lo scrive Al Jazeera citando fonti mediche secondo cui 13 persone sono morte in un attacco delle forze israeliane su una tenda ad al-Mawasi, nel sud.

Non so nemmeno quanti si rendano conto o sappiano che i Territori Palestinesi siano stati invasi quasi tutti impunemente da Israele e dai coloni ebrei a tutt'oggi con estrema violenza senza che l'occidente (e non solo) muovesse un dito a favore della Palestina.

Come diceva nell'ultima parte della sua canzone Fabrizio De Andrè?

Ah sì:

Anche se ora ve ne fregate
Voi quella notte, voi c'eravate

E se nei vostri quartieri
Tutto è rimasto come ieri

Senza le barricate
Senza feriti, senza granate


Se avete preso per buone
Le "verità" della televisione
Anche se allora vi siete assolti
Siete lo stesso coinvolti

E se credete ora
Che tutto sia come prima

Perché avete votato ancora
La sicurezza, la disciplina
Convinti di allontanare
La paura di cambiare
Verremo ancora alle vostre porte
E grideremo ancora più forte
Per quanto voi vi crediate assolti
Siete per sempre coinvolti
Per quanto voi vi crediate assolti
Siete per sempre coinvolti

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editoriale di Flame

Ieri ho incontrato il mio amico Barlìk per un aperitivo. Il suo nome all’anagrafe è Pieredgardo, ma i suoi genitori nel chiamarlo così sono entrati in aperto conflitto con i suoi connotati. Barlìk ci ha provato tutta la vita a mettere su un’aria da “Apocalisse? Ci siamo!” con cui ammantarsi per potersi permettere il nome Pieredgardo. Niente da fare. La sua insopportabile ed inesorabile solarità ha sempre avuto il sopravvento e così è diventato Barlìk, anche per via della sua occupazione: Barlìk fa l’affrancalettere per VIP, è una promettente lingua della filatelia nazionale.

Una volta il fotografo da cui era andato a farsi fare un po’ di fototessere, lo guardò bene in faccia con aria assai perplessa, poi dopo vari tentativi con luci e inquadrature diverse, disse “guardi, non riesco proprio a far saltare fuori una faccia da Pieredgardo, e dato che questa foto va a finire sulla carta d’identità, prima di fare quella definitiva, le consiglierei almeno un diverso taglio di capelli, magari la cosa si aggiusta. Dica al suo barbiere di tentare un taglio da spurghista di centrali nucleari”. Alla fine il fotografo non riuscì comunque a cavare un ragno dal buco “Mi arrendo! Farebbe meglio a cambiare nome”. Concordò con lui anche la stradale che ad un controllo volle visionare la carta d’identità del mio amico dopo aver visto la foto sulla patente.

Comunque, dopo aver ordinato lui un Pinapple H bomb, ed io un Trafalgar Squirtin’, Barlìk si è messo a spiegarmi il suo punto di vista sul misticismo. Un discorso che abbracciava anche un po’ di complottismo, meccanica quantistica, copertine dei dischi dei Beatles, orsetti del cuore ... difficile stargli dietro. Ci sono due topologie di tuttologi che ti spiegano le verità del mondo, quelli che finiscono il discorso con “chiaro no?”, e quelli che finiscono con “non ti puoi sbagliare!”. Questi ultimi sono di poche parole e vanno velocemente al punto, del tipo: “il misticismo è come un’Alfonso isoscele con le antenne. Non ti puoi sbagliare!”. Semplice e conciso. Non capisci? Non importa, puoi comunque darlo per assunto, tanto, anche a voler andare a fondo nelle cose, prima o poi al punto in cui ti tocca accettare assunti ci arriveresti comunque.

I primi invece partono di solito in Fa con la frase “Il misticismo? Guarda, è semplicissimo.” Breve pausa per riorganizzare le idee, e poi un “Allora, hai presente ...” da inizio una lunga serie di premesse e divagazioni che si accavallano l’una sull’altra ... “Heisemberg ad esempio aveva scoperto che .. ah, aspetta! Hai mai sentito parlare del gatto di Schrodinger? Ah questa è bella, sta a sentire. Oh! Parentesi. L’hai vista la serie Big Bang theory? Bella vero? A me piace un sacco Penny ...” Insomma, un magma denso ed incomprensibile.

Barlìk è uno di questi, uno dei peggiori, e ad un certo punto del suo spiegone sul misticismo, se ne esce fuori con una domanda.

“Misckey, credi in Dio?”

Certe domande dovrebbero essere vietate per legge durante gli aperitivi, poi fatte con quell’espressione irritante di chi ha messo le dita nella marmellata. Così, per sparigliare un po’ le sue carte, ho risposto:

“Ho due prove inconfutabili che Dio non esiste”

“Sentiamole!”

“I piccioni”

“I piccioni?”

“Già. Ammetterai che l’esistenza dei piccioni deve essere una bella spina nel fianco per i fedeli di un qualche Dio. Si spiegherebbe solo con una momentanea defaillance del creatore. A meno che non si voglia sostenere che la loro assidua attività di spargere cacca sul mondo serva all’ordine cosmico. E siccome non è possibile che un Dio abbia una defaillance ...”

“E la seconda?”

Prima di rispondere mi sono bevuto quel che restava del mio cocktail per ridare un po’ di fiato al cervello. Davvero ottimo, forse solo un po’ troppo aromatico, ma si sa, è il rischio che si corre ad ordinare un Trafalgar. Poi ho mangiato due anacardi e ho dato la mia risposta.

“Gli umani. Per la stessa motivazione dei piccioni”

“Beh! Beh! Sulla seconda non sono d’accordo. Gli umani hanno un loro senso all’interno dell’ordine naturale delle cose. Anzi, mi spingerei a dire che esistono proprio perché possa esistere un ordine naturale delle cose.”

“Accidenti Barlìk, hai fatto la colazione dei campioni stamattina? bamba e trippa di Moncalieri?”

“Mi spiego. Poniamo il caso che tu sia l’unico esemplare di vita intelligente nell’universo, cosciente di se e di quel che ti circonda.”

“Mamma mia che tristezza, dobbiamo proprio?”

“Seguimi: quando tu sei in un posto, tutto quello che ti circonda sembra concreto, inscalfibile nella sua essenza. Giusto?”

“Guarda, ultimamente non sono più sicuro di nulla, ma oserei dire si: le cose che vedo, tocco e sento esistono veramente.”

“Bene. Ora tu, unico essere della tipologia che abbiamo detto, te ne vai da quel posto. Cosa ne resta oltre al tuo ricordo? L’esistenza di altro al di fuori della tua, chiamiamola “sfera cognitiva”, sarebbe indistinguibile dal nulla.”

“Aspetta, aspetta, mi si stanno annodando i due emisferi... sfera cognitiva?”

“Intendo il limite della percezione dei nostri sensi: fino a dove arriva la vista, l’udito, il tatto ... cose del genere insomma. Come lo vogliamo chiamare, visto che il termine “sfera cognitiva” non rende il concetto?”

“Non saprei. Giovanni?”

“Chiamiamolo Giovanni. In altre parole: quando tu non sei più presente in un posto, e questo è uscito fuori anche da Giovanni, che quel posto esista ancora o che smetta di esistere è la stessa cosa. Chiaro no?

“Mica tanto”

“La prendo da un’altra parte: avrai sentito parlare del fatto che lo spazio si espande, e nei luoghi più remoti dell’universo questo si espande rispetto a noi ad una velocità superiore a quella della luce. Ti risulta?”

“Si, mi sembra di averlo sentito dire da qualche parte .... cameriere? Un altro Trafalgar, ma più Slivovitz e meno di tutto il resto, grazie. Tu Barlìk vuoi qualcosa?”.

“No devo ancora finire il primo. Dicevamo: se esistono mondi in quelle regioni così infinitamente lontane noi non lo sapremmo mai perché la loro luce non può arrivare fino a qua. Sei d'accordo?”

“Se lo dici tu, mi fido.”

“Ora, siccome nel nostro scenario tu continui ad essere l’unico essere intelligente esistente, e stai sulla Terra, in quei mondi non esistono esseri come te, e a quel punto, secondo me, non ha più senso dire che quei mondi esistano veramente. In definitiva quel che penso è: perché possa esistere in un dato momento almeno uno spicchio dell’universo, deve esistere al suo interno almeno un essere in grado di percepirlo, esserne cosciente, comprenderlo e ragionarci sopra. Ora è chiaro?”

“Ascolta Barlìk, le mie meningi mi stanno facendo ciao. Prima che sia troppo tardi, che ne dici se dirottiamo il discorso su un classicissimo si-end-eff da Bar Sport, mentre finiamo i nostri cancaroni. Ti va?.”

"E sia!"

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editoriale di Hcerebilnavols7

Precedentemente non volevo espormi, ma in queste ultime due settimane dopo una serie di attente letture ho ben capito che una posizione specifica a riguardo andava presa. I fondamentalisti, ecco, vi comincio col dire che tutt'ora resistono anche nelle varie popolazioni Ebraiche di grado media ed alta borghesia, e tra i Gazawi veri non erano che poche centinaia prima dell'autunno 2023...un exempio ci è fornito da Levi della Torre che tratta di movimenti ortodossi e ultraortodossi che da decenni vogliono far vietare l'Islam e il Credo Cristiano in tutto il Vicino Oriente; e chi Lo nega dicendo a priori che è tifo da Stadio vuole rimanere ignorantello ergo non vuole ragionare al fine di comprendere che quella in atto da fine 2023 a Gaza non è una guerra, ma un Assedio Unilaterale con l'intento di evacuare e deportare con la Forza e la Violenza migliaia di Civili, che rischia di trasformarsi in Pulizia Etnica. L'irrequieta Hamas d'altro canto non è uscita manco indebolita da tutto ciò, perché in quel modo di agire sopradecrittato non viene data valida alternativa diplomatica ai gazawi che intendono ed intenderanno difendere la propria terra, che di ebraico non ha praticamente nulla di congenito: la Filistea Costiera. Lo scrittore David Grossman ha, peraltro, lucidamente evidenziato che la carneficina in atto non ha più alcun rapporto con l’attacco barbarico del fu 7 ottobre perpetrato da Hamas. Yair Golan, generale della riserva oltre che leader politico, ha dichiarato che uno Stato sano di mente “non uccide i bambini per hobby” e non si pone l’obiettivo di espellere una popolazione dalla propria terra.

L’ultima "prodezza" dell’esercito israeliano, datata 20-5, è stata di uccidere nove bambini su dieci, bombardando la caxa di una dottoressa gazawi mentre era impegnata all’ospedale di Deir al-Balah (vicino al confine §-E).

Ora, o per meglio dire da qualche giorno a questa parte, sebbene abbiano perso e perdano la vita a loro volta pure alcuni oppositori al Regimen di Tel Aviv, da Teheran e da buona porzione del popolo iraniano che ha votato ʿAlī Ḥoseynī Khāmeneī Arriva il Conto per la classe Elitaria israeliana, e così verrà poco a poco a ricredersi tutta quella stampa e quella trupe subdola deputata a un Informazione catodica "diversamente democratica" che difendevano di fatto la O.T.A.N., il Criminale Netanyahu, il suo Ministro fresco di Esonero, le sue belle banche blindate fiduciarie e tutti i suoi-Loro complici dentro e fuori i confini nazionali, in primo luogo i governi delle 3 principali "potenze" europee e la Ursula Kongetturaia Von der Leyen che per me da inizio 2025 altro non è che una pedina di:

Asped Institute+Lockheed e co.+Goldman-zachs.

Ad una donna di mezza età che in un negozio parlando con la mia negoziante di fiducia mi ha rivelato di Adorarla (Damen Ursla!) ho dovuto dire girandomi "certo Lei non ha idea di quanto La stiano prendendo in giro, i mandatari di O.T.A.N.", ed al suo "ma Lei invece chi rappresenterebbe di preciso, a straforo, per dirmelo in Pubblicio coxì? Eh?" ho risposto beffardo "oh, bè, le Pinguine Tippy e i Trichechi Dash che seguon Dibattista e la Paxotto e leggono Millennium", venendone poi calunniato (tirando di mezzo il servizio Militare obbligatorio) ma tuttavia poi difeso a tono da quella a capo del negozio che ha poi fatto allontanare l'anima turbo-depensante. Che poi ti seppi che era una "collaboratrice pentita" che nel 2022 colsero impreparata in materia di TTAIP, per La quale evidentemente una cliente d'oro ed uno "nuovo base" in meno non fa men che meno differenza. Base, già. Un'altra parola chiave.

Proprio tramite quegli inxediamenti marcatamente anti-Costituzionali disçeminati in mezz'Europa

hanno avuto luogo i più cinici ed efferati metodi del "E$portare Democrazia" che in 10-15 anni avevano dato il là ad AlQaieda, I§I§ e Hamas. Dopo che, oltretutto, avevano reincentivato il fenomeno dei coloni cripto-barbarici in quella terra fragile chiamata Cixgiordania

In 5 Parole 5, IXRAELE CES§A DI ES§ERLO, DEMOCRAZIA. E ciò, cheché ne diranno, a prescindere , dal momento che pure alcuni miei amici (tra cui pure un'amica verso cui infatuazioni non ne ho mai autee) di origine completamente o parzialmente giudaico-romana, giudaico-triestina e giudaico-veneziana hanno da tempo o di recente affermato come un qualsiasi Stato progettato a tavolino dalle Elites pauperisteS(c)occidentali e da una Setta etno-religiosa che reputa intollerabile ed oltraggiosa qualsiasi altra forma di Culto è una Macchia Burocratic-autoritaria che di Democrazia non odora neppure lontanamente, violando quella, dalle fondamenta, la Dichiarazion Universale dei Diritti Umani.

In definitiva, con l'attacco violento (e da giorni ben prevedibile) giunto da Tehran a poche centine di metri dal palagio della Kneçet, viene ad aprirsi un Vaxo di Pandora che renderà più determinati ONU e i B.R.I.C.S.I. a "dixOTANificare il Mondo"...

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editoriale di Stanlio

Chiedo per un'amica, o due... (comunque qvella è la cavsa iniziale #forse il resto è un'altra storia o più d'una savasansdir!)

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editoriale di JpLoyRow3

L'ultimo referendum ha visto la partecipazione al voto di circa il 30% degli aventi diritto, con una pletora di politici che invitavano ad andare al mare (ma dico io, non si può indire un referendum, che ne so, al 20 novembre?). Che dite, indignati? Illusi. La pratica di invitare la gente al mare è vecchia, risale agli anni '90, i derelitti anni '90, e fu coniata da Craxi detto Bettino, che appunto invitò gli italiani ad un pomeriggio di sole, mare e cocco fresco nel 1991 purchè non andassero a votare circa il ridimensionamento, vedi riduzione, delle preferenze per l'elezione alla Camera dei Deputati. Gli andò male.

L'esempio è lampante di come questo paese sia immarcescibilmente fermo, ma fermo proprio, fisso sugli anni '90, che furono a loro volta un prolungamento del decennio precedente, e che da lì mica ci muoviamo. Ok, adesso c'è internet, i social, siamo interconnessi, all'epoca potevi pure concederti il lusso di essere irreperibile per un pomeriggio intero senza che nessuno ti dicesse: "Dov'eri? Ti ho chiamato 5 minuti fa? E' un ora che ti scrivo". Insomma, più libertà. Poi alla sera tutti a vedere il Karaoke. Da irreperibili, ça va sans dire, che so di gente che dalle 20 alle 21 staccava pure il telefono di casa. Ma, tolto quello, cos'è cambiato da quel decennio? Nulla. All'epoca sbarcavano gli albanesi e la gente s'incazzava, oggi sbarcano altri popoli e la gente si straincazza ancora; all'epoca si parlava di riformare il mondo del lavoro e oggi si parla di riformare il mondo del lavoro (salvo che quando si puo' scegliere in tal senso votando la gente..., vabbè, avete capito); all'epoca si parlava di un nuovo miracolo economico ("L'Italia è il paese che amo") oggi si parla di un nuovo El Dorado economico, ma tanto, come trent'anni fa non se ne caverà nulla; è ritornato a vincere il campionato pure il Napoli, che non lo vinceva dagli anni '90, per dire.

Ecco, Max Pezzali. Lui sapeva tutto. E noi che pensavamo che fosse un coglione, invece no, ma tipo che Cacciari spostati proprio. Lui aveva capito tutto nel suo primo album, anno Domini 1992. Al di là del valore artistico che è quello che è, ma è un disco divertente alla fine, lui ci ha proprio spiattellato in faccia la realtà. Lo ha fatto "Con un deca", la canzone intendo. Oggi non c'è più il deca, ma il senso è con 20 euro non ci fai una mazza nemmeno oggi. Con 20 euro "non si puo' andar via, non ti basta nemmeno in pizzeria": giusto, prova oggi ad andare in pizzeria in due e spendere 20 euro, ti guardano schifati.

Il meglio lo dà quando racconta la vita di provincia. Che è sempre quella, quella degli anni '90: i ragazzi s'annoiano, sognano la metropoli e vorrebbero scappare chissà dove, ma hai sempre 'sto cacchio di deca come disponibilità e al massimo puoi solo sognare l'America. Forse oggi è un po' ammaccata, Trump non è simpatico, ma il Sogno Americano, in fondo, non è stato sostituito da quello europeo, cinese o giapponese, è sempre quello più ambito, proprio come negli anni '90 quando si sognava New York, Vogue, l'NBA e le Highway. "Due discoteche, centosei farmacie": ci siete mai stati, di recente, a Pavia? Ecco, ci sono ancora due discoteche e centosei farmacie. E anche il maschio tipico, quello del sabato sera, mica è diverso dal tamarro degli anni '90, oggi è un maranza 2.0 ma il concetto è quello, "guarda di là quei cani che ululano, per femmina che dice di no". Chi sogna, sogna ancora "la soluzione divi del rock", che l'estetica alla Bon Jovi ce la portiamo ancora appresso.

Max Pezzali ci ha raccontati, e ci racconta ancora oggi "Con un deca". Perchè questo è un paese immobile, che conserva ancora i ricordi e i reperti di un tempo passato eppure presentissimo. Roba che se Putin dopo l'Ucraina si "pappa" pure qualche altro paese ex-sovietico e rifà l'URSS, nelle scuole ritireranno fuori le cartine con l'URSS, che nel 1992 era già scomparsa ma a scuola, noi, le avevamo ancora. Non cambia niente, in Italì.

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editoriale di Stanlio

A Parigi tre giorni fa se ne andava ad ottantun'anni Sebastião Ribeiro Salgado Júnior.

Lui era un Fotografo Documentarista, nonchè Fotoreporter e prediligeva il bianco e nero.

Le sue foto parlano al posto mio, come questa "Blind woman" scattata nel '85 in Mali.

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editoriale di JackBeauregard

Il 30 aprile 1989, 36 anni fa ci lasciava Sergio Leone, stroncato a sessant'anni da un infarto. Per molti anni, in occasione di questo anniversario mi è capitato di scrivere qualche riga per ricordarlo. Adesso ne sono passati parecchi dall'ultima volta che ho scritto. Cercando nel mio piccolo archivio, alla fine ho ritrovato questo che segue, che scrissi a 10 anni dalla sua morte, e che rimane forse la cosa migliore che ho scritto. L'avevo inviato su un newsgroup di usenet che frequentavo assiduamente all'epoca. L'ho lasciato così com'era allora, senza ritocchi e magari con qualche ingenuità ed eccesso di entusiasmo di troppo e che forse adesso non ripeterei, ma mi sembra che abbia comunque conservato la freschezza e la spontenità di allora. Buona lettura.

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SERGIO LEONE - TEN YEARS AFTER

“Guarda guarda chi si vede: il fumatore. Ti ricordi di me, amigo?… Ma sì, El Paso.”
“Il mondo è piccolo”
“Sì, e anche molto cattivo… Prova a accendere un altro fiammifero…”
“Abitualmente fumo dopo mangiato. Perché non torni tra dieci minuti?”
“Tra dieci minuti fumerai all’inferno. Alzati”

Questo scambio di battute tra Lee Van Cleef (Col. Mortimer) e Klaus Kinski in “Per qualche dollaro in più” è solo uno dei tanti memorabili dialoghi presenti nei film di Sergio Leone, di cui oggi, 30 aprile, ricorre il decimo anniversario della scomparsa.

Essendo ormai diventata una mia consuetudine, da quando frequento IACine, omaggiare ogni anno, in questa data, il mai abbastanza rimpianto regista italiano, che ho amato fin dall’adolescenza in maniera quasi viscerale, in occasione del decennale, ho deciso di andare un po’ a ruota libera, pescando tra i ricordi e le sensazioni che mi hanno sempre suscitato i suoi film.

“Al cuore Ramon, quando vuoi uccidere un uomo devi sparagli al cuore!”
Il primo e più famoso teorema della filmografia leoniana (“Quando un uomo con il fucile incontra uno con la pistola, quello con la pistola è un uomo morto”) viene confutato nel finale di “Per un pugno di dollari” dall’eroe biondo, senza nome e senza passato (Clint Eastwood) che, terminato il suo “compito”, se ne va in groppa al suo mulo senza una metà precisa.
E’ l’inizio della leggenda e della fortuna che avvalsero a entrambi (Leone e Eastwood), i quali si incontreranno anche nei due successivi film per poi lasciarsi definitivamente, seguendo ognuno la propria strada.

Ma la figura dell’eroe solitario, individualista e un po’ anarchico rimarrà una costante di tutta la produzione di Leone, attraverso i personaggi di Armonica (Charles Bronson) e John (James Coburn) fino ad arrivare a quello più completo, il malinconico e perdente Noodles, interpretato in maniera magistrale dal grande Bob De Niro.

Questo, come il tema dell’amicizia virile da una parte e la spietata visualizzazione della violenza dall’altra, saranno gli elementi cardine del discorso cinematografico di Leone, ai quali bisogna aggiungere, per avere un minimo di completezza del quadro, il tocco ironico sempre presente a vari livelli e spesso nelle situazioni più tragiche.

Ovviamente l’ironia, che la fa da padrona in tutta la trilogia del dollaro, raggiungendo il suo apice ne “Il buono, il brutto, il cattivo”, pian piano viene stemperata nella trilogia americana, quando il gioco si fa più serio, e arriva a toccare note molto amare nel dialogo finale tra Noodles e Max al termine di “C’era una volta in America”:
“Un amico tradito non ha scelta. Deve sparare!”
“Vede senatore Bailey, in passato abbiamo ucciso per molti motivi, ma il suo caso non l’avremmo mai accettato”
“E’ il tuo modo di vendicarti?”
“No, è solo il mio modo di vedere le cose.”

Non è da meno, tuttavia, un altro grande scambio di battute alla fine di “C’era una volta il West” tra Armonica e Frank, sullo sfondo della ferrovia che avanza inesorabilmente (il progresso) e che sta per cancellare definitivamente le mitiche figure del vecchio e selvaggio West:
“E così hai scoperto che non sei un uomo d’affari”
“Solo un uomo”
“Una razza vecchia, verranno altri Morton e la spazzeranno via”

Sono così tante le cose che emergono dalla visione dei suoi film, che viene da chiedersi se Leone stesso fosse sempre stato pienamente consapevole di tutti gli aspetti, le connessioni, i sentimenti e le sensazioni che è riuscito a far scaturire, a provocare e a suscitare con le immagini, o se il tutto sia stato solo il frutto di una grande abilità istintiva, di un talento naturale e innato che ha trovato sfogo in quel grande mezzo artistico che è il cinema.
Non lo so, forse è un po’ dell’uno e un po’ dell’altro. Poco importa però, visti gli eclatanti risultati raggiunti.

Ci sarebbero, ovviamente, tanti altri aspetti da prendere in considerazione, da quelli spettacolarmente tecnici, che vanno dall’uso particolare dello zoom agli stupefacenti dolly e piani sequenza (uno su tutti: l’arrivo di Jill alla stazione in “C’era una volta il West”), al montaggio (vedi il triello de “Il buono, il brutto, il cattivo”), all’utilizzo della musica, che forse mai come nei film di Leone, ha avuto un peso così determinante nella riuscita delle opere. Ma non voglio tediare ulteriormente chi è arrivato a leggere fino a questa riga, e soprattutto mi auguro, in futuro, di poter riuscire a sviscerare altri temi al riguardo.

Oggi, a conclusione di questo umile e modesto omaggio, voglio ricordare quella che per me resterà per sempre la più bella sequenza di tutti i suoi film:
un uomo si rialza da terra, dopo che una cannonata l’ha fatto cadere da cavallo e si ritrova ai margini di un cimitero con le tombe disposte in cerchio. Parte un tema musicale inedito (e che verrà sfruttato solo in questa sequenza) e l’uomo inizia a correre tra le tombe. Alternando campi lunghi a primi piani e a soggettive, in un crescendo musicale sempre più alto, assistiamo per quattro minuti alla ricerca affannosa dell’uomo che terminerà davanti alla croce con su scritto Arch Stanton.
Protagonista, ovviamente, il grande Eli Wallach!

L’ultima immagine prima dei saluti va, invece, al fermo sul sorriso di Bob De Niro, l’ultimo fotogramma girato da Leone. Un sorriso enigmatico, che lascia lo spettatore nel dubbio se tutto quello che ha visto nelle quattro ore precedenti sia realmente accaduto o sia solo un sogno, il frutto della fantasia di un consumatore di oppio.
Ma ha forse un senso porsi questa domanda, quando tutto il cinema, in fondo, non è altro che un sogno.

Con immenso amore

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editoriale di Stanlio

La guerra di Israele all’acqua: Gaza ha sete e muore lentamente

Hanno zero I raid, il blocco degli aiuti e i danni subiti dalla rete idrica hanno fatto crollare le possibilità di approvvigionamento. 1.700 km di condutture distrutti o danneggiati: l’85% è inservibile. Tre litri a testa al giorno

Michele Giorgio

A Gaza l’acqua è un bene quasi introvabile. Soprattutto al nord martoriato dai bombardamenti. La rete idrica è stata gravemente danneggiata a Shajaiya, sobborgo orientale di Gaza city, teatro in questi ultimi giorni di una delle incursioni devastanti lanciate dall’esercito israeliano in vari punti di Gaza. Forniva il 70% dell’acqua potabile agli abitanti del capoluogo. Ma l’acqua è poca ovunque nella Striscia. Ormai non resta che camminare tra le macerie, sulle strade piene di fango con la pioggia e di polvere nelle giornate asciutte, e aspettare in fila per ore ai punti di distribuzione il proprio turno per riempiere una tanica, sperando di non restare uccisi nei raid aerei. I 18 mesi di offensiva israeliana contro Gaza sono segnati anche dalle stragi di chi aspettava acqua e cibo. E alla paura si aggiungono la frustrazione e l’ansia di non riuscire a procurarsi da bere e da mangiare. I litigi sono sempre frequenti tra chi è disperato. Chi non ha forza e pazienza beve acqua sporca o raccoglie la pioggia nel migliore dei casi.

Da sette settimane non entrano aiuti umanitari a Gaza. Le autorità locali hanno lanciato ieri un altro appello per l’ingresso immediato di generi di prima necessità. Israele però non allenta la morsa e blocca gli aiuti pensando che questa pressione costringerà Hamas a liberare gli ostaggi. Assieme alla fame, la sete è l’altro spettro che la popolazione affronta da tempo. E dovrà farlo ancora di più nei prossimi mesi. Con la fine della stagione fredda e l’inizio di quella più calda, bere sarà una sfida quotidiana. «Aspetto l’acqua da stamattina», ha raccontato Fatena Abu Hamdan di Zaitun a un reporter locale «non ci sono stazioni di servizio né autocisterne in arrivo. Non c’è acqua. I valichi sono chiusi». Adel Al Hourani, di Khan Yunis, è uno dei tanti anziani che accompagnano alle autocisterne i bambini piccoli con in mano bottiglie di plastica vuote da riempire. «Percorro lunghe distanze – dice – mi stanco, sono vecchio, è difficile camminare tanto ogni giorno per prendere l’acqua». Husni Mhana, del Comune di Gaza, non nasconde la gravità della situazione: «Stiamo vivendo una vera e propria crisi di sete. Rischiamo una catastrofe se non cambierà la situazione e avremo a disposizione più acqua».

La crisi idrica ha superato la soglia dell’emergenza per diventare un crimine umanitario, denunciano i palestinesi e varie parti internazionali. La mancanza d’acqua è solo l’ultima delle privazioni inflitte a una popolazione intrappolata tra un assedio militare e il collasso di ogni servizio. La sete diffusa dice che persino un diritto fondamentale, poter bere, non è riconosciuto da chi portava avanti una guerra senza fine, ufficialmente contro Hamas e per la liberazione degli ostaggi, che però pagano i civili. Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati, ha parlato apertamente di crimine di guerra. «Israele ha tagliato l’acqua come ha tagliato l’ingresso degli aiuti, bombardato le cliniche, assediato i civili. Nulla è stato risparmiato, nemmeno la sete». Il suo predecessore, Michael Lynk, ha dichiarato che «la negazione dell’accesso all’acqua a un’intera popolazione sotto assedio costituisce una violazione gravissima del diritto internazionale umanitario».

La decisione di Israele di interrompere l’erogazione di energia elettrica nella Striscia e la mancanza di carburante limita fortemente le operazioni di desalinizzazione. A gennaio, l’unico impianto ancora operativo nel nord della Striscia è stato colpito da un raid aereo. «Abbiamo chiesto ripetutamente che venisse riallacciato alla rete elettrica» ha spiegato Juliette Touma, portavoce dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu che assiste i profughi palestinesi boicottata da Israele, «senza energia non possiamo desalinizzare, senza desalinizzazione la gente beve acqua contaminata e questo uccide lentamente». Poi a marzo è stata tagliata l’elettricità all’impianto nel sud, che funzionava già a capacità ridotta. Rosalia Bollen, funzionaria dell’Unicef a Gaza, ha avvertito che 600.000 persone che avevano riacquistato l’accesso all’acqua potabile nel novembre 2024 sono nuovamente isolate. Le agenzie delle Nazioni unite stimano che 1,8 milioni di persone, di cui oltre la metà bambini, abbiano urgente bisogno di acqua, servizi igienici e assistenza igienico-sanitaria mentre i livelli di approvvigionamento sono scesi a una media di 3-5 litri pro capite al giorno. Ben al di sotto dei 15 litri considerati il minimo vitale in situazioni d’emergenza secondo l’Oms. Secondo un rapporto della ong internazionale Oxfam sui crimini di guerra legati all’acqua, la popolazione di Gaza aveva accesso a 82,7 litri a persona al giorno prima del 7 ottobre 2023. Ora la città di Rafah, praticamente rasa al suolo nelle ultime settimane, ha meno del 5% di quella quantità e i governatorati della Striscia di Gaza settentrionale hanno meno del 7%, ovvero 5,7 litri a persona al giorno.

Secondo un’inchiesta dell’agenzia Reuters, l’85% delle infrastrutture idriche di Gaza è inservibile. Più di 1.700 chilometri di condutture sono stati distrutti o danneggiati. I pozzi sono contaminati. Gli impianti di desalinizzazione hanno ridotto la loro capacità di produzione da 18.000 a soli 3.000 metri cubi al giorno. L’acqua non basta nemmeno per gli ospedali. «Non siamo più in grado di garantire acqua potabile a nessuno, neppure ai feriti. E ogni giorno riceviamo centinaia di segnalazioni di bambini ammalati per aver bevuto acqua sporca», racconta Suhail al Astal del comune di Khan Yunis. Il rischio di malattie infettive si è moltiplicato. Il ministero della Sanità di Gaza ha registrato tra febbraio e aprile oltre 46.000 nuovi casi settimanali di diarrea acuta, infezioni intestinali e patologie legate alla contaminazione idrica.

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editoriale di kosmogabri

The Punisher / Lesto BANG! / ptr / Stronko ... Tutti nickname Debaseriani dietro i quali si celava una sola persona, Pietro Vanessi, romano, noto per i suoi arguti e ironici fumetti firmati "PV".

Dopo lunga malattia Pietro non c'è più, come da comunicato famigliare si è spento ieri pomeriggio 4 aprile, dopo lunga malattia.

Non mi resta che dire ciao Pietro, ciao caro Punny, con te qui sopra quante risate, quante litigate, quanti commenti e contro-commenti, quante recensioni, quanti complimenti, quante stroncature, quanta umanità... Mancherai.

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editoriale di HOPELESS

___________________________________ 5 - 4 - 3 - 2 - • - 0 (Prove Tecniche di Trasmissione: mindfuck express)
Eveline, primi anni del 2000, tutti i martedì notte o quasi, casa studenti a Napoli, sgangherato su un divano sfondato ritrovato tra i rifiuti della città, in splendida solitudine mentre gli altri abitanti della casa dormivano. Eveline fu una striscia temporale, uno spin-off di Fuori Orario. Documentari storici, telefilm, montaggi di reportage d'attualità o del recente passato mandati in onda sottoforma di raccoglitore anarchico, vaneggiante, onirico, sconclusionato, da quella redazione di critici, registi, esploratori delle prime ore del giorno nascente. Da lì sono passate vere e proprie suggestioni incancellabili.
I film di Leni Riefenstahl, Il Trionfo della Volontà, sull'enigma del consenso nazionalsocialista dei raduni di Norimberga, Olympia, corpi perfetti di giovani bellissimi, eroici ed erotici, sui confini di luci e ombre incredibili al rallentatore, in evoluzioni tecniche stupefacenti per gli anni '30, il suo cinema della montagna, Das Blaue Licht, romantico e disperato. Autobiografia di uno spettatore della notte prima sottoposto a Berlin Alexanderplatz di Rainer Werner Fassbinder. Le eveline furono delle rivelazioni di cose (mai) viste. Eveline stessa fu una visione.

Johnny’s in the basement mixing up the medicine, I’m on the pavement, thinking about the government...
Cut-up frenetici e talvolta volutamente incomprensibili, intossicati di immagini, suoni, informazioni in esubero, la squadra di Fuori Orario, Blob, Schegge, Vent'anni prima, La Magnifica Ossessione, mette in scena da quel 2 Novembre del 1989 quello che Burroughs e Gysin mettevano su carta e su nastro in letteratura. L'apocalisse della nostra cultura visiva. Televisione, musica, cinema, materiali costruiti-smontati-decostruiti e ricomposti in una forma quasi inedita di scrittura non-sequenziale affine a quella dell'ipertesto di Ted Nelson. Il loro punto di contatto, il loro luogo comune, il loro accordo segreto nel montaggio della grande frammentazione tradotta in immaginazione narrante. Unitarietà impalpabile, coerenza narrativa al flusso incessante di fotografie in movimento che si presentano nella loro abnorme frammentarietà, un'estrazione da una complessità che travolge articolazioni e interpretazioni che sfuggono a una comprensione immediata, ma data e posticipata, rimandata e differenziata, prima ancora del caos a venire della forma di vita aliena dell'internet.
Videodrome, un'operazione che da allora testimonia pure un'impossibilità, quella di una riduzione della complessità contemporanea insita nei media, vecchi e nuovi, e nella società, e che designa pure l'appartenenza dell'essere umano al caos mediatico stesso, affaticato sempre di più nella coscienza di esserne ripetitore, creatore e consumatore, stremato nel tentativo di interpretarne i frammenti comunicativi.
Un virus del linguaggio, un nastro a ciclo continuo che smonta e taglia e cuce il discorso politico-sociale e lo mette in discussione, estirpandolo dalla sua presunta omogeneità e coerenza argomentativa, incastrandolo in sequenze che lo fanno affluire nella metafora alle volte e quasi sempre insensata e paradossale della demenzialità di certa televisione pop. E sotto a tutto la risata subacquea di Eveline.

Sigla d'apertura leggendaria, che fino a poco tempo fa metteva insieme L'Atalante di Jean Vigo con il Patti Smith Group in un videoclip d'eccellenza, un format che probabilmente, anche inconsapevolmente, ha ispirato programmi locali sconosciuti per forza ai più come Effetto Notte, Girato Ieri, Stress di Notte... e poi la comparsa di quell'uomo che conoscono tutti i night-zappers del palinsesto notturno italiano. Un passato in aspect ratio 4:3 e in qualità VHS, voce attutita e filtrata da disturbi elettromagnetici, faccia rasata e slavata, t-shirt bianca su parete dello stesso colore, occhiali alla Elvis Costello, oppure in cuffie in una camera anecoica con giubotto di pelle e barba incolta, audio e video in perenne ritardo fuori-sync, Telefunken, Nordmende, il nostro signore delle riproduzioni, il portiere della notte senza fine. Détournements, psicogeografie, trattati di filosofia filmica e psicoderive televisive, i sabati notte sfasciati, tornando a casa e lasciandosi cullare dalle lenzuola e da documentari provenienti dal Belgio, da schegge impazzite di falsi movimenti, paleotelevisione, tubi catodici, film impossibili da vedere su altri canali, dalla Cina, dal Giappone, da tutta Europa, Filmstunde di Werner Herzog, Pola X di Leos Carax mentre fuori imperversava una tempesta d'acqua e vento, The Birth of a Nation di D.W. Griffith, Wenders, Antonioni La Notte, Zabriskie Point e Deserto Rosso, inesplorate diete mediatiche e frequenze personali da registrare, fratti di montaggi frammentati, tempi quasi dispari, diegesi e trionfi di spazio-tempo laterale, capodanni ipnotici con fasce lunghe di Blob annuali, indici che come un pulsante accendevano una nazione in cui a quell'ora era notte piena o molto nuvoloso, antenne, radiazioni, cultura della frammentazione, eveline che probabilmente erano un riferimento all'opera di Joyce o una semplice visione di qualcosa che prima appare e poi velocemente scompare nel nulla televisivo.
La visione surreale di Dita Parlo, Eveline.

Look out kid, it’s something you did, you don’t need a weatherman to know which way the wind blows... Mario Schifano dipinge e tutti i suoi televisori restano accesi. L'apparente incomprensibilità dei discorsi interpretativi televisivi di Enrico Ghezzi, mitigati da una sorprendente logica comunicativa e coerenza espressiva nelle conferenze stampa per ZAUM - Andare a Parare, tanto che i video mandati in onda erano sempre gli stessi e cambiavano solo i testi dell'autore, al punto che una volta un sordomuto arrivò a chiedergli per quali motivi notte dopo notte dicesse sempre le stesse cose. Un archivio impagabile da tramandare, impossibile da contenere. La fonte inesauribile del consorzio umano fornito dalla televisione stessa, ché in questo universo parallelo chiamato realtà Blob non sarebbe possibile se gli autori di questo processo collettivo non sondassero il daytime/daydrama televisivo... e poi succede che bene o male lo stesso staff di notte manda in onda Rashomon, guarda a Chantal Akerman e King Vidor e trasmette i Frammenti Elettrici, Keep On Touch, Mindadze su Chernobyl, Scorsese e After Hours, ma quello, certamente, è tutto un altro livello di estinti e autoscopie, e per accedervi bisognerebbe ancora andare a controllare la programmazione di Fuori Orario. Nostro vuoto e le ore antimeridiane, la vacuità e la vastità della notte, dove "non c'è nessuno, tranne noi (e i) mostri".
Gli ultimi giorni dell'umanità nell'acquario di quello che manca. McLuhan, Time Itself.
In principio c'era la parola, alla fine ci fu l'immagine. O'Blivion, tempo della memoria.
Love is the telephone (and) the night belongs to lovers... and to the Ghost of Marx.
Die Zeitgeist, come frammenti di vita. Contenitore notturno, buona visione. Eveline.

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