editoriale di MaledettaPrimavera

Non si capisce più niente se la Lega Lombarda mi vuole secesso, Lega Allenza Lombarda mi vuole al governo e Allenza Nazionale mi vuole manganellato: la politica italiana è tutta questione di sopravvivenza. Se sei Socialista stai coi Radicali ma un Nuovo Socialista si unisce ai Democristiani: vota il tuo pregiudicato preferito. Fanno venire voglia di iscriverti al Partito Marxista Leninista, non vinci mai niente ma almeno sei legale. Il Partito Pensionati è di sinistra, i Pensionati Uniti stanno a destra; Partito Consumatori coi bolscevichi, No Euro coi fascisti; per Bobo Craxi comunque vada sarà un successo. L’altro giorno un inglese mi ha confuso l’Udc con l’Udeur e gli ho dovuto spiegare tutto: Casini avrebbe chiesto tre poltrone mentre Mastella da solo ne occupa sei. Il mio preferito rimane Calderoli perchè con lui il dibattito è sempre stimolante: un giorno ho imbrogliato perchè ho votato gli interessi alleati Menscevichi, un altro perchè ho favorito gli interessi alleati lombardi, un altro perchè ho votato contro e vivevo più a nord di tutti quanti.
Ieri sera sono sopravvissuto a un altro giorno e immaginavo tutte queste poltrone, questi interessi, tutti questi pregiudicati – è tornato pure De Michelis - e allora ho avuto una visione: ho vinto grazie ai Pensionati Uniti; hanno messo insieme 28000 vecchi, tutti gli altri credevano di stare ancora nel ventennio.

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editoriale di Grasshopper

Sempre profetico, il vecchio De Gregori. Nessuno può fermare la forza dell'imponderabile, nessuno può far quadrare le forme sferiche dell'ormai leggendario e collaudato Culo di Prodi. Così chi predispone accuratamente diaboliche leggi elettorali-trappola deve tenere conto anche dell'eventualità che un'imboscata preparata per danneggiare i "coglioni" si possa trasformare in un grosso premio ai medesimi. E chi conta su un presunto patriottismo nostalgico degli "Italiani d'Argentina" deve potere almeno immaginare che potrebbe essere proprio il loro voto a fare da esile ma decisiva barriera contro il tentativo di trasformare questo sgangherato paese in un'altra Argentina. Del resto questi nostri connazionali, che Ivano Fossati (sì, proprio quello della "Canzone popolare") ci disegna magistralmente, con i loro "stipendi strani, che non tengono mai...", nonostante la "distanza atlantica, e la memoria cattiva e vicina" perché avrebbero dovuto volerci tanto male da aiutarci a sprofondare nel baratro che loro conoscono così bene?

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editoriale di MaledettaPrimavera

Una recente ricerca ha studiato il fenomeno dei "nuovi rivoluzionari": un esercito di mercanti al suono cool e trendy della new-economy, in mancanza del dubbio politico a tifare per "Democrazia Cristiana-PSI" a destra – De Gasperi e Nenni nella stessa poltrona con 7000 voti. Si scaricano tutte queste idee plastiche e queste suonerie vistose, Sweetie Chick, Berlusconi, Axel F, un manipolo di cervelli commerciali i cui ideali sembrano realizzati apposta per finire su un cellulare. Quando sei giovane fai un pò di confusione con le utopie ma se sei ingenuo allora è per sempre: i rivoluzionari di oggi non hanno più rispetto, mi guardano storto perchè dico che vivono in un paese di merda, che non faccio i miei interessi, non ce l'ho la prima casa, non ci arrivo alla pensione, non la voglio una famiglia e non ci credo a San Gennaro, non scarico Sanremo e quando mi incazzo non mi sopporto, mi siedo al parco a contarli i piccioni e mi perdo la rivoluzione, avevo aspettato tutta la vita e quando finalmente era arrivata avevo sbagliato a votare.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Egregio Presidente, e' con un mio grande stupore che l’altra sera ho scoperto che ero un coglione professionista, iscritto all’albo sovietico con percentuale comunista del 99% (ho un lavoro di merda: 30 punti; faccia da cane appena sorpreso dal proprio vomito: 10 punti; quando ero bambino per votare contro i miei interessi ho tentato di mangiarmi da solo: 40 punti. Funziona bene sotto il suo Governo: quando ho raggiunto l’80% mi hanno dato la vaselina in omaggio).
Il mio primo cd era prezzo politico perche' il partito non mi passava grosse sovvenzioni: andavo ai concerti e cantavo “Corri, corri, guaglione!”, la polizia mi inseguiva e me ne tornavo zoppicando. Erano gli anni dei primi amori Presidente, leggevo Gramsci e sognavo un mondo migliore di questo, passavo tra i cassonetti e le dicevo “voglio che sia come nei film, compagna!” e nei vicoli di Napoli i disoccupati buttavano la monnezza dai balconi. Un giorno mi lesse i titoli di coda e l’attrice dopo mi regalò Silvestri cosi' diventavo intellettuale ma rimanevo fedele al partito: qualche migliaio di film dopo vi lascio immaginare la mia fedeltà. Conservo ancora il cd e i ricordi e come un coglione ci soffio sopra come a sperare in cenere ancora accesa. Adesso grazie a lei i cd li vendono nei grandi supermercati: quando entro all’Ipercoop la cosa piu' bolscevica che riesco a rubare sono i preservativi. E sebbene gli anni passino e le delusioni si perdano nel conto, resto un tipo romantico e continuo a sognare la vita come nei film: “Corri, corri, coglione!” mi urlo da solo, me ne tocco un paio pensando a lei e fingo un ultimo inseguimento.

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editoriale di odradek

E molte di più, un mondo di più, nel mondo parallelo della rete.

E c'era anche DeBaser.

Che se volevi dire la tua su un disco, qualcun altro la leggeva pure. Diceva la sua. E sentivi anche dei pezzettini. E una cosa tira l'altra... E scoprivi che a volte quelli che ci scrivono sono più attendibili dei giornalisti quelli veri. Che certe paginette, magari brevissime e strampalate, ti facevano venir voglia di conoscere dischi imprevedibilmente bellissimi. O anche solo curiosi. Che mica è poco.

Un posto che c'è, non sai nemmeno perché. E qualcuno ogni giorno ne ha cura, lo aggiorna, modifica qualche dettaglio, lo rende più accogliente e funzionale. Un posto che è fatto anche, in piccolissima parte, di te. Sei la cellula di un organismo.

Ma sempre, sempre, sempre c'è stato (e sempre ci sarà) qualcuno a cui della musica non importa un bel niente. E degli altri anche meno. Che ha bisogno di apparire, anche senza esserci.

E prima provi a chiedergli di rispettare il luogo in cui si trova. E gli altri. E la musica.

Poi hai voglia di mandarlo a fare in culo, di liberarti di lui. Di rispondergli per le rime.

E tutto peggiora. Anche tu.

Poi capisci che il mare è grande, e che c'è spazio per tutti. Che forse, in fondo, svuotandole qui, dove il danno è minimo, riverserà meno schifezze su altri, in carne ed ossa, che campano vicino a lui tutti i giorni. Che tanto l'home page si modifica continuamente e, insieme a pagine belle e brutte, la ruota si porta via, in qualche altro punto dell'ormai straripante magazzino, anche le peggio scorie sparse tra i commenti.

Una cosa sola resta fermamente al suo posto e non teme l'oblio.

Una cosa che io amo in particolar modo.

Resta il bovino, accovacciato lassù.

A vegliare, imperturbabile, sul flusso incessante di parole che scorre sotto di lui.

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editoriale di odradek

Una strana coincidenza ha portato in home page un vecchio disco di Ali farka Toure e Ry Cooder due giorni dopo la scomparsa del musicista africano. Il testo è giunto agli editors il giorno prima che Ali Farka morisse. Conosco la musica di Toure da circa vent'anni e da tempo desideravo lasciare una pagina su DeBaser, per segnalarla all’ascolto dei DePassanti.Ho sentito un gelo che non posso descrivere. Voglio pensare che si tratti di una delle piccole magie, per noi incomprensibili, ma assolutamente naturali per la sua cultura.
"Dei primi 10 figli avuti dai suoi genitori Ali è stato l'unico a sopravvivere. "Per questo mi hanno chiamato Farka (asino). Perché gli spiriti si lasciano ingannare dal nome e invece di prendere il bambino si preoccupano dell'animale". "Quando in occidente si cominciò a dire che la musica di Ali Farka Toure aveva saputo creare un ponte con il blues americano, lui la prese come un'offesa per l'Africa intera. Mi dice che in Mali il blues non è altro che la marca di un sapone con cui si lava la biancheria. "Quello che voi chiamate blues per me è sonhai, tanghana, tradizioni musicali del mio paese". E di questa musica ci tiene a rivendicare le origini: "Se John Lee Hooker è i rami e le foglie, io sono le radici e il tronco. Il blues è la musica che l'America ha fatto propria senza riconoscere il suo debito verso l'Africa". "In Mali Ali Farka Toure è considerato un'icona vivente. A Nyafunké tutto il villaggio gli ruota intorno, e quando qualcuno ha bisogno di risolvere un problema si presenta alla sua porta di giudice di pace. Un carisma di cui pochi possono godere e che potrebbe facilmente incoraggiare ambizioni di potere.Ma quando gli chiedo se prevede di entrare in politica risponde che fa arte con la musica, non con la menzogna. Per lui la politica del suo paese è tutto ciò che c'è di più lontano dalla gente che lavora e lotta per sopravvivere. Per questo Ali è impegnato da anni "a fianco" e non solo "per" la gente che vive a Nyafunké. Raccoglie farmaci per l'ospedale locale, fa pressione perché il fondale del Niger venga dragato e ripulito, e promuove forme di turismo sostenibile. Ma soprattutto cerca di contrastare l'esodo rurale. "Per la mia gente coltivare è indispensabile. Ancora oggi c'è chi non ha di che mangiare. E quando si soffre la fame non si possono nutrire ambizioni. Si può solo pensare a come riempire lo stomaco".

L'intervista completa, del 2001, si può leggere a: http://www.volontariperlosviluppo.it/2001_2/01_2_15.htm

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editoriale di MaledettaPrimavera

Sarà per i miei gusti da vecchio patetico che conservo una certa curiosità verso ogni espressione che possa inserirmi in un target giovanile, così mi interesso all’hip-hop che – diciamoci la verità – è una cosa davvero trendy. Un album rap non è completo se non ha il ringraziamento al creatore in qualche angolo del libretto (d’altronde tre lettere fanno rima facile e se c’hai la terza media non vai in difficoltà): quando 50 Cents fà mostra di un crocifisso grande quanto la mia virtù e ne canta le lodi tra gli spacciatori di eroina di sicuro non mi ispira compassione cristiana ma la nuova moda ora è l’hip hop ebraico, nomi come 50 Shekel, 2 Live Jews, Hasidic MC: nei video si riprendono in lunghe limo, barbetta e cappello d’ordinanza e nella mia disperata ricerca del segreto del successo non so più a che Santo votarmi. Ken Livingstone ed io avevamo qualcosa in comune fino a un decennio fa: facevamo finta di essere atei. L'hanno sospeso il sindaco, ha dato del criminale di guerra tedesco ad un giornalista ebreo: scrive per l’Evening Standard, uno dei più conservatori giornali inglesi ma siccome la religione fa parecchio trendy mi fermo sempre prima che il mio umore mi ringrazi con una bestemmia.

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editoriale di MaledettaPrimavera

All'epoca dell'uscita di "Deep throat" io non ero (purtroppo) ancora nato, mio padre lo era ma probabilmente neanche se ne accorse e mia madre invece si - che passarono 3 anni da un figlio all'altro. Al popolo benpensante la pellicola non andò molto giù ma la critica al contrario fu unanime: capolavoro. Nei successivi anni Deep Throat divenne nella storia del cinema il film che incassò più di tutti, costando meno di tutti. Eroi ne furono Linda Lovelace e Hanry Reems e non ce la sentiamo nemmeno di dire beato lui, che il successo dell'action-movie ne segnò la sua fine: l'amministrazione Nixon tentò di processarlo in tutti i modi, fu arrestato una mezza dozzina di volte dall'FBI, accusato di mafia, privato del passaporto e dunque di ogni possibilità di salvezza e perseguitato fino a renderlo alcolizzato e mezzo pazzo. Oggi - padre invecchiato e sorridente - Reems si gode il tempo con l'espressione di chi ha vissuto pure troppo; invitandoci a casa presenta "Inside Deep Throat", un documentario socio-politico che prende spunto da un film come milioni per rappresentarci le uniche, enormi e tragi-comiche contraddizioni umane.
Pure meglio dell'originale.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Truman Capote parlava incessantemente: si racconta che un giorno un ospite resistette per ore prima di rischiare il collasso. “Che scortese che sono” – se ne accorse Truman. “Non ho fatto nient’altro che parlarti di me, adesso tocca a te. Cosa pensi di me?”.
Dal 1984, anno in cui allietò il fegato con un ultimo brindisi, Truman Capote raggiunge lo scopo più difficile: parlare di sè anche una volta morto. Il racconto i suoi ultimi anni di vita: la stesura di “In Cold Blood”, il primo romanzo giornalistico della storia, basato sulla vicenda di due derelitti che passarono il pomeriggio tagliando gole. La loro condanna a morte sarebbe stata un efficace finale ma quando arrivò all’ultimo capitolo Capote stava ancora pregando per accorciare l’attesa: con un capitolo vuoto e il bicchiere pieno Truman attese sette anni che due uomini non gli sopravvivessero – un tempo che lo rese alcolizzato e quasi pazzo.
Philip Seymour Hoffman è un attore straordinario e “Capote” un film bellissimo, perchè quando Dio ti dona il talento lo accompagna con una frusta così che tu possa flagellarti.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Il sito Stereogum ha indetto Miss Indie 2005, serviva a dimostrare un legame tra gusti musicali e libido: io credevo che mi arrapasse Fiona Apple, invece mi tocca la faccia cadaverica di Louise degli "Sleepers" e allora vaglielo a dire che sono anni che soffro d'insonnia. Per votare dovevi essere una specie rara, selezionato come un animale in estizione, raccoglievi i punti ed io ho raggiunto quasi il massimo dall'indipendenza: dieci anni di università, dieci di eiaculazioni precoci, qualcuno di astinenza, un'eternita' di droga di merda e poi a scelta genitori facoltosi o un lavoro del cazzo. L'unico requisito che mancavo era la pretesa di un'espressione da fallito che non potevo fingere.
"Si sta meglio adesso che quando si stava peggio" si lamenta mio padre al telefono e probabilmente gli era uscita Tina Turner. Strana bestia mio padre: mi dice "ma perchè non ti trovi un lavoro normale" e poi si emozionò quando scrissi la tesi sugli operai della Fiat. Gli dicevo: "Babbo questi sono i miei eroi, evviva la resistenza proletaria!" e lui mi elencava i dati della disoccupazione.

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editoriale di MaledettaPrimavera

"Excuse me" mi sento dire per tre volte e siccome alle 4 di mattina a Brixton c'è sempre un buon motivo per scusarsi alla terza mi giro: Ieri sera mi hanno piantato un cacciavite in testa – segna il punto e probabilmente è successo che s’era scordato di scusarsi. Comunque sei un fenomeno: qualche tempo fa mi sono innamorato e quando ha detto “scusami” ho sanguinato per una settimana - non si convince e allora gli dò una sterlina e finalmente possiamo ricominciare ad odiarci.
Torno a casa a cercare un motivo per lamentarmi, riempio il bicchiere e rimetto gli Arctic Monkeys perchè quando non trovo un motivo per lamentarmi mi viene il tormento. Sono dei fenomeni: dopo 5 giorni eletto uno dei dischi della storia dall’NME, dopo 7 record di vendite, dopo quindici un Grammy.
“Excuse me” si sente dire per tre volte e siccome di questi tempi in un negozio di dischi c’è sempre un motivo per scusarsi alla terza si gira. “Lo cambio, dammi un disco di merda” e l’unico motivo per lamentarmi è una bella cassiera che mi guarda schifata.

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editoriale di MaledettaPrimavera

L’altro giorno stavo scorreggiando mentre leggevo il giornale: una tipa mi raccontava la sua storia, nessun particolare talento ma era ricca e allora per consuetudine mi doveva interessare. Un amico di famiglia l’ha presa a cinghiate forti sui denti e io penso: l’avrà mandato un parente. Lisa Voice invece ha aperto un vivace dibattito: l’amico del mio amico e' impazzito perche' si fumava roba strana, e siccome la legge per consuetudine è dalla parte dei ricchi stanno ridefinendo il concetto di freak, li mettano tutti dentro e se non c’e' posto riapriamo i manicomi. E io che pensavo: saranno tutte quelle domande – da dove vengo, dove sto andando, ma chi cazzo sono – mi dicevo: sto diventando pazzo, e invece era la roba scadente.
Finisco di scorreggiare e riprendo l’ultima biografia su Nick Drake. Secondo Trevor Dann il mio supereroe preferito avrebbe deciso di traslocare in un mondo migliore di questo perche' si fumava troppa erba e allora e' impazzito senza riuscire a capire chi cazzo era. L’altro giorno un paio di tipi se lo chiedevano a bottigliate sui denti in un pub da quattro soldi e allora ci siamo sbronzati brindando ai ricchi e alla legge.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Sulle riviste inglesi ogni settimana stilano qualche classifica definitiva e vince sempre una new entry col The, qualcosa che stia davanti a Beatles e Rolling Stones e dopo una quarantina di anni ci metta tutti d’accordo. "Ho un paio di biglietti per i The Kooks" mi ha detto una tipa ieri mentre cercavo di innamorarmi. "I che?". "I The Kooks". "Belli i The Kooks".
Sull’NME e' finito il concorso del 2005 e ha vinto Pete Doherty: miglior gruppo, peggior gruppo, miglior live, peggiore, uomo piu' sexy, meglio vestito, peggio - ha vinto tutto lui: si sono inventati la categoria "furfante dell’anno" solo perche' vincesse, e tutto questo e' reale. Scusa il francese ma cosa cazzo significa Dogs Die In Hot Cars - il mio e' morto sotto, muiono tutti sotto. Mi ricorda della battuta di Tom Waits sulla canzone degli America: "ma che cazzo significa 'Cavallo senza nome'? Io avrei cantato un cavallo senza una zampa". Fico, ci sono i Chin Up Chin up, stasera si spacca, hey che ora è, dopo i Test Icicles suonano i The 5 o’clock heroes.
Ho sempre amato gli anti-eroi, gli sconfitti di classe, dopo la lotta ho trovato il fallimento una cosa romantica. "Tutto ruota intorno a me!" si vantava Stavrogin, poi si metteva un cappio al collo, Dostoevskij voleva sapere da che parte stavo e si incazzava che non avevo capito niente.

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editoriale di G

Sulla mia televisione privata hanno iniziato ad apparire spot della presidenza del con(s)iglio. Il conflitto di interessi è evidente. Alla presidenza del consiglio interessa molto informarmi circa le mirbolanti opere (in)compiute. A me interessa una mazza essere (in)formato. Sono uno che preferisce (in)formarsi da solo... è il carattere sai. Allora poi, quando mi formo da solo ti scopro che la canzoncina di sottofondo che tanto amorevolmente accompagna gli spot è un'orribile versione taroccata di "Last Train Home" di Pat Metheny.
Torno in mimiera canticchiando. Cambio qualche notina qui qualche notina li. Per sicurezza sai, tante volte non sbuchi il nano egoista d'autore a chiedermi i diritti.

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editoriale di MaledettaPrimavera

"I wanna sleep with common people like you" - disse lei. "Well, I'll see what I can do". Mi faceva tanto ridere Jarvis Cocker, uno dei miei primi eroi: passeggiavo per le strade e individuavo le donne peggiori, "voglio dormire con fallite come te" le dicevo e loro vedevano quello che si poteva fare. Prendevo una chitarra e cominciavo a sognare di essere speciale - poi gli anni passano ed evidentemente qualcosa ha funzionato male. "Fingi di non avere denaro" direbbe Jarvis, e lei sorridendo: sei molto divertente. Ah sì? Non ci vuole molto: io non vedo nessun altro ridere in questo posto. "What I am sayin' and what I mean" - ripete con una voce inspiegabilmente incazzata la cantante delle The Like, poi parte in un giro punk mentre la coreografia mi bombarda di fuck - fuck you, fuck him, fuck the fuck, shut the fuck up. E sebbene dopo un contratto major esce dal mio target poiché poco comune, rimango un tipo romantico per tutta la canzone. "What I am sayin' and what I mean" - ripete in quelli che mi saranno sembrati i 3 accordi più lunghi della mia vita - poi all‘improvviso finisce tutto ed avevo aspettato invano. Non lo so, amica mia, non so cosa stiamo dicendo. "The next song is called ‘I Don’t Understand You‘".
Non ci pensare.

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editoriale di giov

A giorni volerò in Irlanda per ritirare il premio mensile assegnatomi dal Guinness dei primati come "il ragazzo dalle occhiaie più profonde" del mondo. Dopo di me, a Dicembre, si sono classificate persone del calibro di Benicio Del Toro, che lo aveva vinto ininterrottamente ogni mese dal 1987 e Rocco Siffredi, una prosciugata new entry (non del tutto inaspettata). Accendo il computer e c'è Tommaso che mi approccia simpaticamente con un "depresso segaiolo da tastiera" mentre invece, privatamente, mi contatta un tizio proponendomi di scrivergli 8.120.558.000 cartelle e lui in cambio mi spedirà una mela via posta prioritaria. Forse. Non so se accetterò (ma mi conforta sapere che quasi sicuramente Nick è messo peggio), comunque è meglio scrivere piuttosto che parlare direttamente: anche solo al telefono m'impiccio di brutto e dico cose insensate. A volte parlo con frasi famose di altri che in genere non funzionano mai. L'unica persona con cui hanno funzionato sta con me da anni ma c'è cascata solo perché probabilmente all'epoca dei fatti non conosceva Bukowski. L'altra sera entro in un pub e chiacchierando con una tipa del più e del meno, dopo un po', gli dico "…Well I Bet That You Look Good on the Dancefloor…" e lei, dopo avermi guardato schifata a iosa, mi fa "Cu cazz' vu?".
Probabilmente non masticava l'inglese.

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editoriale di giov

Kele Okereke dei Bloc Party mi deve ancora dieci risposte ad un intervista, Liela Moss dei Duke Spirit solo 5 ma mi accontenterei anche di una sola cosa non proprio giornalistica; a Umberto Giardini in arte Moltheni sono debitore di un "vaffanculo" e chissà, magari lo incontro per Bologna e mi sdebiterò al più presto. Mio cugino mi deve poco più di due euro per una partita di calcetto organizzata da lui che, invece di costare x, costava x alla seconda perché eravamo solo in sette e alla fine mi veniva anche da svenire. Entrance mi deve indietro una mega figuraccia tridimensionale grazie alla quale la mia ragazza mi prende per il culo da un anno, che se la racconto qui la mia carriera di fasullo esperto indie rock è finita per sempre. Devendra Banhart una più piccola ma sempre roba da vergognarsi forever and beyond, mentre a Samuel Beam sono debitore di un piccolo favore "di scrocco" ma lui non ne sa niente (anzi, neanche sa chi sono misà…) quindi rimarremo sempre così credo. Dio mi deve ancora quei dieci centimetri in più promessi in altezza e mai arrivati a destinazione sopra la mia testa. E manco a dire li avesse messi tutti da qualche altra parte, porca miseria! Vabbèh, Liela, chi si accontenta gode no?

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editoriale di MaledettaPrimavera

Il giornale del King’s College mi ha chiesto di andare a nord per recensire "Son Of Dave" e siccome anche se io sono gratis non mi chiama mai nessuno allora accetto. Sulle note che mi danno questo tipo suonerebbe un genere chiamato "Solo D.I.Y. Approach" e io penso a quanto sarebbe frustante esser pagati per scrivere su queste cose. Ben Darvill fa parte di quella categoria di artisti che - o non possono permettersi spese o nessuno li sopporterebbe - si chiamano One Man Band, solo che questo suona tutti gli strumenti contemporaneamente: con un piede mette il sampler, con la bocca suona l’armonica e canta, con l’altro piede gli effetti e con le mani così tante cose che non ne vedevo dall’ultimo film porno. Violini, campane, cimbali, trombette di plastica, il tutto mentre si agita come uno spastico. Alla fine gli faccio un agguato e dico che mi ricordava David E.Edwards, credevo di fare il dolce e invece non c’è stato verso di intenderci - era troppo più sbronzo e non c’è stato neanche verso di recuperare.
Con una media di 70 articoli proposti al mese e 68 rifiutati sto avendo le prime soddifazioni: un tipo mi ha scritto "sei troppo demente, quando ti incontro ti spacco la faccia, spacco tutto" ed evidentemente qualcuno mi aveva pubblicato. A proposito di pubblicazioni: un certo Datam credeva che avessi scritto un libro e probabilmente aveva letto da qualche parte una parodia di me stesso. Se lo vedete ringraziatelo da parte mia.

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editoriale di giov

Questi giorni piove. Tantissimo. E l'asfalto sembra quasi risputarmela in faccia, tutta quest'acqua. Sono capitato a vivere in un periodo storico di merda. Nessuno ti paga equamente per ciò che dai, nessuno guarda oltre. Tutto è materiale, tutto è tornato a livello base: mangiare, dormire, ripararsi. Punto. Prossima frontiera, il baratto. L'arte non esiste. L'artista è una tipologia di vita dannosa.
Un giorno riuscirò a diventare anche più enigmatico di Thomas Pynchon, costi quel che costi. E che si fotta la pioggia.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Quando scoprivo i Belle & Sebastian ci si poteva ancora definire alternativi, ma ora i tempi son cambiati: con un mega concorso sono stati votati la migliore band scozzese di tutti i tempi - e uno potrebbe pensare: figurati, la Scozia - ma scorrendo i concorrenti si ha una forte impressione. Travis al 2, Wet Wet Wet al 4 (!), Jesus & Mary Chain, Primal Scream, Franz Ferdinand al 15, Cocteau Twins al 44 (?). Potevano partecipare cani e porci e infatti ho partecipato anch’io e sono arrivato 158esimo. Avevo votato Simon Rivers, un postino poeta che nel '99 coi suoi Bittersprings mi aveva fatto innamorare due volte e in una delle due volte stava da solo. Poi i Belle & Sebastian mi hanno abbandonato ma lui, anche contro le due certezze insormontabili della vita - il primo amore non si scorda mai e qua nessuno è fesso - continua a tentare di farmi innamorare. Me lo porto con me un po' arrapato e dico alle fanciulle: hey guarda questo è arrivato al numero 158 del mega concorso e loro mi guardano spaventate che non capisco se è perché si aspettano che lo tiri fuori o che mi metta a suonare la cornamusa.

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