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 This was supposed to be for you! ...scherza...ma mica tanto.

 Un dinosauro che non vuole estinguersi.

La recensione racconta l’esperienza intensa del concerto dei The Who all’Arena di Verona nel 2007, segnato da una pioggia torrenziale e vari imprevisti. L’autore descrive sia le difficoltà (maltempo, problemi tecnici e fisici) sia il fascino di un evento irripetibile. Il ritorno della band, guidata da un instancabile Townshend, ha lasciato il pubblico esausto ma entusiasta. Rivivi l’epica notte con The Who a Verona e condividi la tua esperienza!

 Tu hai messo le maschere, io le ho tolte. Ma alla fine, entrambi abbiamo mostrato che dietro ogni volto c’è un abisso.

 Questo live è un monumento alla fine dell’innocenza. Non c’è nostalgia, solo consapevolezza.

La recensione analizza '1969: Velvet Underground Live With Lou Reed' come un'opera che va oltre il semplice live album, esplorando temi di identità, decadenza e verità non dette. Il critico stabilisce un dialogo intimo e simbolico con Lou Reed, sottolineando come la band scavi nell’oscurità per offrire visioni senza filtri del desiderio, della rovina e della grazia sporcata. La resa sonora evoca immagini di confessionale e di sogno febbrile, abbattendo il confine tra palco e realtà. Un disco che celebra la bellezza disturbante e pionieristica della leggendaria band. Scopri come il Velvet Underground ha riscritto le regole del live e lasciati travolgere dalla loro verità.

 È con la title-track, Who believes in angels?, che il disco tocca il suo apice.

 When this old world is done with me, un brano che questa volta fa i conti con la Fine, artistica e fisica di Elton.

Who Believes in Angels è un album emozionante che segna una collaborazione paritaria tra Elton John e Brandi Carlile. L’opera spazia tra omaggi, evocazioni prog-rock, e riflessioni sulla vita e sulla fine. La performance vocale di Brandi si integra perfettamente con l’esperienza di Elton, che a 78 anni conferma la sua creatività con il 34° album in studio. L’album si chiude con un brano toccante che riflette sul lascito artistico e personale. Scopri ora il toccante album di Elton John e Brandi Carlile!

 Il motivo per cui sono stati così profondi nel solco che hanno lasciato in una generazione di ascoltatori è che forse loro stessi erano più profondi di quello che voleva sembrare.

 Un brano così dà veramente le vibrazioni che vuole dare, raccontando di weekend noiosi con consapevolezza di non fare nulla.

La recensione esalta l'album "Nord sud ovest est" degli 883 come un'opera pop-rock che ha segnato diverse generazioni grazie a testi profondi e melodie ben costruite. L'autore riconosce una maturazione artistica rispetto al passato, apprezzando le riflessioni sulla giovinezza e il provincialismo. Brani come "Rotta x casa di Dio" e la title track sono considerati punti di forza del disco. Un disco che, pur non rivoluzionario, resta un punto di riferimento del panorama italiano. Ascolta "Nord sud ovest est" e riscopri un classico senza tempo degli 883!

 Questo album è veramente una bomba.

 Almeno un ascolto è obbligato per gli amanti della musica libera e per i nostalgici di tanto sano e sporco rock 'n' roll.

L'album "To Hell With The Lords of Altamont" è un potente mix di garage punk e stoner rock che riprende gli spunti del rock anni 70 con grande energia. Rimasterizzato nel 2022, è un richiamo nostalgico che fa muovere testa e corpo grazie a chitarre fuzz e organo hammond. I brani, ricchi di atmosfere vintage, sono perfetti per chi ama un rock sporco e autentico. Un'esperienza sonora consigliata agli appassionati di musica libera e retrò. Ascolta ora 'To Hell With The Lords of Altamont' e vivi l'anima del rock anni 70!

 Cosicché la cosa migliore di quest’opera è… la copertina, conturbante e ansiogena come poche altre.

 Con un destino professionale meno problematico questo uomo ci avrebbe trasmesso tante altre canzoni epocali.

La recensione analizza l'album Eye of the Zombie di John Fogerty, evidenziando le difficoltà legali che hanno segnato la sua carriera post-Creedence. Pur mantenendo intatto il suo stile e la grinta vocale, l'album manca di brani memorabili e si rivolge soprattutto ai fan completisti. La copertina emerge come l'aspetto più singolare e suggestivo di questo lavoro discografico. Scopri perché Eye of the Zombie è un must per i fan di John Fogerty!

 Tre ragazzette da Chicago prendono la massima di Lou Reed come oro colato e regalano un album sorprendente.

 Le Horsegirl suonano come i Feelies con l'attitudine spartana dei Beat Happening, offrendo un rock'n'roll puro e autentico.

La recensione evidenzia la crescita artistica delle Horsegirl con 'Phonetics On and On', un album che unisce indie rock e shoegaze con un approccio più autentico e personale. Pur suscitando qualche critica per la svolta indie-folk, il disco sorprende per atmosfera e qualità sonora, richiamando i Feelies e Lou Reed. L'autore si riconcilia con la band, definendo questo lavoro uno dei più belli del 2025. Ascolta 'Phonetics On and On' e scopri l'evoluzione delle Horsegirl!

 Grintosi e schietti come nessun altra band, trasudano passione e sincerità ad ogni passaggio.

 Rod Price il definitivo massacratore slide esistito a 'sto mondo, e lo conoscono quattro gatti da queste parti.

La recensione celebra Stone Blue, settimo album dei Foghat, come un'esplosione di hard rock puro e appassionato, con una particolare enfasi sulle intense prestazioni di chitarra slide di Rod Price e la voce sincera di Dave Peverett. L'autore sottolinea l'importanza della band nel panorama rock americano nonostante l'ostracismo europeo. Il disco è visto come un'immersione totale nel rock'n'roll potente e senza fronzoli. Ascolta Stone Blue e immergiti nel vero hard rock degli anni '70!

 Questo è il disco migliore dei Tyrannosaurus Rex; più concreto, più brioso, più vario e divertente.

 L’ultimo a nome Tyrannosaurus Rex, ‘A Beard of Stars’, un esempio calzante di album di transizione.

La recensione analizza 'A Beard Of Stars', il quarto e ultimo album sotto il nome Tyrannosaurus Rex, segnando la transizione dal folk acustico al rock elettrico. Viene raccontata la rottura tra Bolan e Took, oltre all'ingresso di Mickey Finn e il ruolo di Tony Visconti e Bowie. L'album è descritto come più concreto e vario rispetto ai precedenti, con testi hippie, una svolta sonora graduale e momenti di ispirazione che anticipano il successo futuro di Bolan. Ascolta 'A Beard Of Stars' per scoprire la magia elettrica di Marc Bolan!

 "Rocket Roll è bello tosto e intenso, diciamo il più hard del mazzo, con suoni più profondi ed efficaci."

 "Led Zeppelin sono stati la miglior band hard al mondo... Rock sono le palle, la forza... invece Roll è il blues, il Soul."

Rocket Roll è l'ultimo album in studio dei Rockets, pubblicato nel 1982, con un sound più duro e profondo rispetto al passato. Le tracce evocano band come Status Quo, AC/DC e Cheap Trick, con influenze soul e rock'n'roll. L'inno alla città natale Detroit e la potente interpretazione di David Gilbert si uniscono a momenti di grande ispirazione chitarristica. Il disco rappresenta la chiusura di un capitolo importante per la band, con un mix di energia e introspezione. Ascolta Rocket Roll, un viaggio potente nel cuore del rock anni '80!

 "Remember the name Jim McCarty. He is as important as Bo Diddley and Chuck Berry and Les Paul… a god on guitar!"

 Bella la copertina. Mi ricorda certe donne che hanno incrociato la mia vita... tanto belle e affascinanti, quanto sempre a questionare su quello che dici o non dici.

Il quarto album dei Rockets, Back Talk (1981), offre un rock’n’roll robusto e diretto, arricchito da una vena melodica e assoli eccellenti di Jim McCarty, chitarrista leggendario. L’album alterna brani più energici e altri con influenze soul e southern rock, mettendo in mostra grande tecnica e ritmo. La recensione apprezza particolarmente alcune tracce come “Love for Hire” e “Lie to Me”, evidenziando la qualità complessiva e lo charme della copertina. Ascolta Back Talk e scopri il rock blues firmato Rockets!

 Nulla si crea, ma nulla suona fuori posto in questo sestetto. C'è tutto, basta farsi piacere il rock’n’roll anni settanta.

 Ma quanto mi piaci McCarty! Una gragnuola di note che è da Belle Arti: stende, meraviglia, appaga, fa godere.

La recensione celebra 'No Ballads', terzo album degli americani Rockets, un gruppo hard rock autentico e poco glamour di Detroit. L'album, guidato dal batterista John Badaniek e dai chitarristi tra cui Jim McCarty, offre un rock energico e fedele alle radici del rock'n'roll. I brani evidenziano tecnicismi chitarristici e un suono vintage che resiste alle mode. Nonostante la mancanza di grande fortuna commerciale, il disco emerge come un solido tributo agli eroi del rock classico. Scopri il rock autentico dei Rockets con 'No Ballads', un classico da riscoprire!

 Una cover perfetta, rispettosa e convinta di 'Oh Well', capolavoro dei primi Fleetwood Mac.

 Un rock’n’roll variegato ma deciso, piacevole e grintoso, senza lustrini e mancamenti.

La recensione esplora l'album dei Rockets, band blues rock americana di Detroit attiva tra il 1977 e 1983. Il sound è grintoso e variegato, con influenze di AC/DC e Nazareth, e spicca la cover di 'Oh Well' dei Fleetwood Mac. Lo stile è piacevole e ben eseguito, con performance solide dei musicisti, soprattutto del chitarrista Jim McCarty e il cantante David Gilbert. Ascolta Rockets e riscopri il rock grintoso di Detroit anni ’70!

 Il risultato è "La Band", un album grezzo e insipido, che mi aspetterei da una band di primo pelo.

 Non ascoltatelo e continuate il lavoro che avevate iniziato ad X-Factor, un punk corposo e cazzuto che ha bisogno di una lingua adeguata, ovvero l'inglese.

La recensione esprime una forte delusione verso l'album 'La Band' dei Bengala Fire, sottolineando come i brani inediti non raggiungano la qualità delle precedenti pubblicazioni. Nonostante il talento della band e del frontman Mattia Mariuzzo, l'album appare grezzo e poco coinvolgente, penalizzato da testi banali e scelte stilistiche discutibili. La speranza resta nei brani raccontanti storie di personaggi e nella possibile crescita futura della band. Ascolta i brani migliori della band e scopri se condividi la delusione!

 Quando Ritchie Blackmore sentirà questo assolo dirà due cose: oddio ma sono io e che figata.

 Ogni brano ti fa aspettare che quel prodigio dai lunghi riccioli d'oro posi con leggiadria le dita sulla tastiera della sua Gibson.

Grace Bowers è una giovane chitarrista prodigio di 17 anni che con il suo debutto 'Wine On Venus' sorprende per tecnica e feeling. L'album mescola swing, groove funk, jazz e blues, mostrando una maturità compositiva e un presente ricco di potenzialità. Brani come 'Tell me why u do that' emergono per assoli di alto livello, mentre la presenza di ballad radiofoniche rende il disco accessibile a un pubblico più ampio. Una scoperta imperdibile di quest'anno con grandi aspettative per il futuro. Ascolta 'Wine On Venus' e scopri il prodigio Grace Bowers oggi stesso!

 Hai presente i generatori di password... Ecco, ho scoperto qualche giorno fa che esistono anche i generatori di titoli di canzoni death metal.

 Album geniale, ma geniale allo stesso modo di quel mattacchione di Bobby Ramone un paio d’anni fa.

La recensione descrive l'album "Brutality Is My Only Friend" di Pavid Vermin come un progetto geniale che contrappone testi death metal generati da AI a sonorità ispirate al rock'n'roll e al soul degli anni '50 e '60. L'autore apprezza l'originalità e la copertina, lamentando solo l'assenza dei testi. Il lavoro è considerato divertente e innovativo, con un paragone a esperimenti musicali passati. Scopri l'originale mix di death metal e rock'n'roll di Pavid Vermin!

 Gli Stones diedero vita a due show intrisi di rock’n’roll e di blues del più sanguigno.

 Un disco di rock blues sanguigno e gagliardo, uno dei più seri candidati ad essere il migliore disco live dei Rolling Stones.

La recensione esalta il live "El Mocambo 1977" dei Rolling Stones, riportato nel 2022 per celebrare i 60 anni della band. Il disco cattura l’energia rock e blues degli show torinesi, con esecuzioni di classici e brani recenti. Si sottolineano le performance di Jagger, Wood e Richards, oltre agli ospiti come Billy Preston. Il CD è considerato uno dei migliori live degli Stones. Ascolta ora l’energia autentica di The Rolling Stones in El Mocambo 1977!

 Ancora oggi metto su "R.A.M.O.N.E.S." o "Aloha! Go Bananas".

 La mezzora di "Aloha! Go Bananas" risuona ancora forte e chiara dopo vent'anni.

La recensione celebra l'album "Aloha! Go Bananas" delle Spazzys come un omaggio sentito e vivo ai Ramones. Le tre ragazze australiane incarnano lo spirito punk con energia e passione, offrendo canzoni coinvolgenti e melodie brillanti. Nonostante una carriera breve, l'album resiste nel tempo come manifesto di autenticità e divertimento punk. Il legame con la tradizione del rock'n'roll emerge con trasporto e nostalgia. Scopri ora Aloha! Go Bananas e immergiti nel punk energico delle Spazzys!

 Per me non ce n'era di meglio di quei due album all’alba degli '80.

 Di attitudine straborda il lato A, sei brani, sei piccoli classici nella storia breve ma intensa del punk rock.

La recensione riconosce in "Condition Red" dei Red Rockers un autentico capolavoro punk rock con forti radici anni '80 e un'attitudine senza compromessi. L'autore compara l'album ai Social Distortion e ai Clash, sottolineando la sua energia e rilevanza storica. Nonostante il seguito meno riuscito della band, "Condition Red" resta un punto di riferimento per il punk’n’roll di quel periodo. Scopri il punk autentico degli anni '80 con Condition Red dei Red Rockers!

 Se gli Who avessero visto i Th’ Losin' Streaks suonare la loro ultima canzone, giuro che se ne sarebbero andati in lacrime, mormorando su quanto fossero potenti ed emozionanti.

 'Last House' parla del vero amore e dei bei momenti. Si tratta di crollare, di andare in pezzi, di sopravvivenza all’autodistruzione in un T-Minus.

La recensione presenta 'Last House', il terzo album dei Th' Losin' Streaks, con un approccio appassionato che celebra la loro energia garage rock old school. Provenienti dalla California con radici punk e frat rock, la band mostra competenza e potenza sonora, valorizzata da una produzione attenta. Il disco si distingue per riff incisivi, atmosfere vintage e una forte coesione sonora. La recensione mette in evidenza sia il valore artistico che l'importanza della band per la scena garage contemporanea. Ascolta 'Last House' e immergiti nell'autentico garage rock californiano!