Gli Avenged Sevenfold sono una band che, a prescindere che li si ami o no, meritano qualche parola.

 Il fatto che gli Avenged Sevenfold abbiano preso ispirazione da loro stessi, senza attingere a chi la storia l'ha già fatta.

La recensione di The Stage mostra una band in evoluzione che torna a una certa originalità dopo periodi altalenanti. Non più giovani romantici, gli Avenged Sevenfold offrono un album maturo che richiama il loro stile distintivo. La voce di M. Shadows perde qualche colpo, ma la qualità strumentale e le composizioni compensano ampiamente, soprattutto grazie a brani come la title track e God Damn. Non un capolavoro assoluto, ma un segnale di rinascita e ispirazione. Scopri l'evoluzione degli Avenged Sevenfold con The Stage, un album da ascoltare con attenzione.

 Indubbiamente ogni volta che i quattro dublinesi pubblicano qualcosa di nuovo la mia domanda è: 'Hanno ancora qualcosa da dirci?'

 Oggi allietano qualche istante della mia vita ma spariscono veloci, come un qualsiasi 'ex grande gruppo' che non ha ancora deciso di dire basta.

La recensione analizza il nuovo singolo degli U2 come un brano tecnicamente solido ma privo di quella scintilla creativa e pulsante che caratterizzava i grandi successi del passato. Nonostante la canzone sia piacevole e radiofonica, l'autore la percepisce come transitoria, evidenziando un evidente distacco emotivo rispetto alla produzione recente della band. Viene posta una riflessione sull'opportunità degli U2 di continuare a produrre o di chiudere il loro percorso artistico. Scopri se il nuovo singolo degli U2 riesce a conquistarti o risveglia solo nostalgia.

 Prendete quella fedeltà, direttamente lanciata da un auto in corsa sui giardini della borghesia, e fateli diventare un impasto molare di post-hardcore, hardcore, core, shoegaze, lo-fi, noiserock, grunge.

 Forse è un dispiacere sentire quel basso stratificato sotto la polvere, lo vorremmo grasso come burro colato da un double cheese-bacon burger, carne degli anni '70 però.

La recensione di 'Is You Is' di Maneka evidenzia un affascinante mix di generi come post-hardcore, shoegaze e lo-fi. L'album si distingue per un sound stratificato e polveroso, con atmosfere intense e claustrofobiche. Non mancano spunti sul contrasto tra pulizia e distorsione sonora, e un apprezzamento per la scelta stilistica e la ricerca sonora dell'artista. Scopri l'intensità sonora di Maneka con Is You Is, ascoltalo ora!

 "Arriva eccome. I Prophets of Rage non sono solo rabbia e rumore, ma un solido veicolo di messaggi."

 "L'elezione di Trump è stato uno shock per molti, ma almeno non tutti restano in silenzio."

La recensione esamina l'album omonimo dei Prophets of Rage, un supergruppo guidato da Tom Morello. Il disco si distingue per la potenza musicale e il forte impegno politico, con testi di B-Real e Chuck-D che affrontano temi sociali attuali. Sebbene senza Zach de la Rocha, la band mantiene alta l'energia e la qualità degli assoli. Un album diretto e significativo che invita all'azione e alla riflessione. Ascolta Prophets of Rage e vivi l'energia della protesta in musica!

 «Io non faccio R&B, al contrario di quanto fa la maggioranza delle altre fanciulline brune».

 «Santigold scorre come un fiume sotterraneo. Le tracce sono eterogenee, ma coese.»

La recensione esamina con attenzione Master of My Make-Believe di Santigold, evidenziando la ricchezza stilistica e la varietà dei generi che si fondono nell'album. Santi White emerge come una frontwoman talentuosa che combina etno-wave, hip-hop e indie electronic, creando un'opera originale e attuale. Nonostante la complessità del sound e la vasta gamma di collaborazioni, l'album mantiene coesione e un senso elegante della forma. Le tracce iniziali risaltano particolarmente per forza e coinvolgimento. Scopri il sound unico di Santigold con Master of My Make-Believe!

 «How Did I Find Myself Here» è un bel disco; un gran bel disco, a giudicare col cuore e basta.

 Saggiamente, ha notato il Reverendo Lys che di certo questi non sono i giorni del vino e delle rose, ma che anche questi giorni di Wynn e delle rose sono bellissimi e degni di essere raccontati.

La recensione racconta la rinascita dei Dream Syndicate con l'album 'How Did I Find Myself Here?', dopo 28 anni dall'ultimo lavoro. Steve Wynn guida la band con un songwriting di alta qualità, mantenendo vivo il suono influenzato da Velvet Underground e Television. Pur definendo secondario il tema della 'vera' formazione, si celebra la musica come una continuazione di un sogno ricorrente e affascinante. L'album è descritto come un lavoro solido, emotivamente coinvolgente e degno dell'eredità della band. Scopri il ritorno emozionante dei Dream Syndicate con 'How Did I Find Myself Here'!

 Ariel Pink non è retromane perché è tendenza, la gente vuole le citazioni da favole kitsch e tantissime volte non è più nemmeno kitsch ma è post-trash da far schifo.

 Un minestrone di pastiche, minuziosamente selezionati e cuciti tra loro da risultare freschi e genuini e certamente lo sono.

Ariel Pink evita la trappola della retromania con un album genuino e fresco che coniuga psichedelia, new romantic e un tocco di post-trash. "Dedicated To Bobby Jameson" è frutto di una sincera esplorazione personale e musicale, confermando Ariel come un artista di culto e innovatore. Il disco mostra compattezza e un'evoluzione stilistica pur mantenendo radici nostalgiche. Scopri l'universo sonoro unico di Ariel Pink con Dedicated To Bobby Jameson!

 “Mica devi vergognarti della semplicità delle tue canzoni... son belle per questo.”

 “I mmagini e canzoni sono due specchi che si rimbalzano un fottuto e dolcissimo raggio di luce.”

La recensione celebra la colonna sonora di Cat Stevens per il film cult 'Harold and Maude'. L'autore evidenzia la bellezza e la semplicità delle canzoni, che si intrecciano perfettamente con la poetica del film. Un'opera musicalmente elegante e ricca di emozioni che illumina la storia di incontri e trasformazioni. Le musiche di Stevens sono paragonate a un'aurora di speranza e devono il loro valore alla schiettezza e autenticità. Ascolta la magia di Cat Stevens in Harold and Maude e lasciati coinvolgere!

 Con The Canyons, Schrader torna a parlare di squallore e meschinità nella dorata L.A.

 La sua intera esistenza di attrice acquista, per la prima volta, un senso.

The Canyons di Paul Schrader è un noir apocalittico e controverso che racconta la decostruzione del mito hollywoodiano con uno stile robusto e immagini potenti. Nonostante le critiche e la scarsa popolarità, il film, finanziato con crowdfunding, offre una visione cruda e pessimistica del mondo dello spettacolo, mettendo in luce squallore, potere e amoralità. Performance difficili ma significative, come quella di Lindsay Lohan, ne arricchiscono la narrazione. Un lavoro sottovalutato che merita riscoperta. Riscopri The Canyons, un noir imperdibile sulla decadenza di Hollywood.

 Già dal titolo non presumevo nulla di buono ed infatti nel film non accade mai ma mai nulla buono.

 Sono solo pugni nello stomaco le vicende che accadono nel film, e mi fa paura pensare e sapere che nel mondo queste cose possano accadere veramente.

La recensione analizza 'Dog Eat Dog' di Paul Schrader come un thriller pulp crudo, con atmosfere oscure e personaggi disturbati interpretati magistralmente da William Dafoe e Nicolas Cage. Il film, tratto da un romanzo di Edward Bunker, offre una visione pessimista su un mondo di violenza e squilibrio, lasciando allo spettatore un senso di nausea e inquietudine. La pellicola si distingue per la sua forte carica emotiva e la fotografia in parte in bianco e nero. Schrader stesso appare nel film, arricchendo ulteriormente il racconto. Scopri il lato oscuro del cinema con il thriller intenso di Paul Schrader.

 Figli di un’attitudine capace di fondere mirabilmente jazz pop e avanguardia.

 Una voce che grazie a una specie di dolcezza soul e un ammaliante zigzagare jazz alleggerisce e rende fluidi i momenti di più folle avanguardia.

La recensione esprime una profonda connessione personale con il primo album dei Soft Machine, sottolineando il valore simbolico e musicale del gruppo. Il recensore elogia l'unione di jazz, pop e avanguardia, con particolare attenzione alle voci uniche di Robert Wyatt e Kevin Ayers. L'album è visto come un capolavoro di contrasti armoniosi, espressione di una cultura musicale anni '70 ricca e innovativa. Nonostante riconosca che i lavori successivi si discostino da questo, il primo disco resta un punto di riferimento amato. Ascolta ora il debutto dei Soft Machine e scopri un rock d'avanguardia senza tempo!

 Dave Grohl ha definito il nuovo, nono album in studio dei suoi Foo Fighters, come i “Motorhead che rifanno Sgt. Pepper”.

 "Happy Ever After (Zero Hour) è il vero gioiello dell’album, un numero quieto e beatlesiano che sembra uscito da un disco di fine sessanta."

Concrete And Gold, il nono album dei Foo Fighters, si presenta come un disco coraggioso e maturo che miscela riff energici e melodie beatlesiane. Le hit come "Run" e la partecipazione di artisti come Justin Timberlake e Paul McCartney evidenziano la crescita e la versatilità della band. Il lavoro di produzione di Greg Kurstin contribuisce a un risultato fresco e convincente, confermando i Foo Fighters come protagonisti ancora forti nel rock moderno. Ascolta Concrete And Gold e scopri l'evoluzione rock dei Foo Fighters!

 «Un disco lungi dall’esser catalogato come fallimentare, ma diciamo più trascurabile.»

 «È sempre musica. Forse non a livelli ottimi, ma sempre musica.»

La recensione analizza 'Unveiling the Wicked', album del 1986 degli Exciter, evidenziando il cambio di formazione e l'allontanamento dal sound tradizionale che ha diviso i fan. Nonostante alcune tracce valide, il disco rimane meno apprezzato rispetto ai primi lavori, anticipando un periodo di difficoltà per la band canadese. Viene sottolineata l'importanza storica e la qualità parziale di questo disco nella carriera del gruppo. Scopri l’evoluzione degli Exciter con questa recensione approfondita!

 "Il primo amore elettronico non si scorda mai."

 "Mezzanine è una delle canzoni più cupe di sempre, la title track perfetta per questo disco."

La recensione esalta Mezzanine di Massive Attack come un capolavoro assoluto del trip hop, caratterizzato da atmosfere cupe e una produzione elettronica impeccabile. Ogni traccia viene descritta con passione, evidenziando la perfetta combinazione di basso, voce e ritmo. In particolare, brani come "Angel", "Risingson" e "Mezzanine" vengono definiti memorabili. Il disco è celebrato anche per il suo ruolo di fondamentale riferimento nel genere. Ascolta Mezzanine e immergiti nel capolavoro del trip hop.

 Questi sono gli War on Drugs: sempre loro stessi, ma sempre diversi.

 È cibo per l’anima: quella delle persone, e quella della musica.

L'album "A Deeper Understanding" dei War on Drugs segna una crescita musicale e personale della band di Philadelphia. Pur mantenendo il proprio stile riconoscibile, il lavoro si distingue per la profondità emotiva e la maturità espressa. Le atmosfere eteree e i testi riflettono insicurezze e speranze, rendendo l'album un viaggio sonoro coinvolgente e autentico. È una conferma della vitalità del rock indipendente americano. Ascolta ora A Deeper Understanding e lasciati trasportare dalle emozioni degli War on Drugs.

 American Gigolo... non ha però perso niente del suo superbo fascino e della sua eleganza stilistica.

 A suo modo, American Gigolo è un classico del cinema, da amare senza remore.

La recensione celebra American Gigolo come un classico intramontabile che cattura l'essenza degli anni '80 americani, miscelando alta estetica, riferimenti culturali europei e tematiche dark. Schrader e Gere consegnano un'opera che, a distanza di decenni, mantiene il suo fascino e la sua eleganza, consacrata dalla sua potente iconografia e alcune scene memorabili. Scopri il fascino nascosto di American Gigolo e immergiti negli anni '80 cinematografici!

 Sarebbero stati una delle bande “della vita”, dopo Clash, Dream Syndicate e Violent Femmes.

 ‘Savage Young DÜ’ sarà comunque un modo per tornare ancora ad illudersi.

La recensione celebra il cofanetto Savage Young DÜ, che raccoglie materiale inedito degli Hüsker Dü registrato tra il 1979 e il 1982. L'autore ricorda l'impatto personale e musicale della band, evidenziandone l'evoluzione in pochi anni e il ruolo fondamentale nel panorama punk hardcore. Non manca una nota triste legata alla recente scomparsa di Grant Hart, ma il cofanetto rappresenta comunque un'importante risorsa per rivivere quegli anni intensi. Esplora Savage Young DÜ e immergiti nell'energia punk degli Hüsker Dü!

 "Noi siamo del duemila", momenti ironici e pezzi che entrano in loop.

 "Io al momento sono troppo occupato a molleggiare la mia testa come un bobble head al ritmo di perforanti pirupiru elettronici per protestare".

L'album 'Noi siamo del 2000' di Il Piccolo Bu propone un electro-pop leggero e ironico, con testi chiari e curati che riflettono sulla generazione attuale. La produzione musicale è bilanciata e accompagna efficacemente i testi senza sovrastarli. Il disco si distingue per la sua capacità di essere orecchiabile ma anche riflessivo, in grado di piacere sia a chi ama ironizzare che a chi si immedesima nei contenuti. Oltre al piglio cantautoriale, l'album gioca con elementi nostalgici e contemporanei, risultando un ascolto piacevole e scorrevole. Ascolta ora 'Noi siamo del 2000' e immergiti nell'electro-pop leggero e ironico di Il Piccolo Bu!

 Science Fiction è forse il disco più sofferto che i Brand New abbiano mai scritto, il più cupo.

 Il disco va avanti e non fa altro che suonare come un addio.

Science Fiction è l'album finale e più maturo dei Brand New, che esprime con intensità la sofferenza, la depressione e la rassegnazione della band. Con una scrittura personale e cruda, Jesse Lacey trasmette un addio struggente che chiude una carriera significativa nell'emo contemporaneo, regalando un'atmosfera malinconica e profonda. Ascolta Science Fiction per scoprire il potente addio emotivo dei Brand New.

 La pellicola non offre davvero nulla di nuovo, fatta eccezione per qualche nota al limite del camp.

 Il tentativo di Joseph P. Genier di raschiare il fondo di un barile asciutterrimo appare vano e imbarazzante.

The Secrets of Emily Blair è un film horror demoniaco che affonda nella ripetitività del genere senza offrire innovazioni. La trama stereotipata e gli effetti speciali amatoriali rendono la visione deludente. Nonostante qualche nome noto nel cast, il film non riesce a coinvolgere e appare come un prodotto mediocre. La regia di Joseph P. Genier mostra poca esperienza e idee fresche. Scopri perché The Secrets of Emily Blair delude gli appassionati di horror demoniaco.