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e pure PeckiNpah invece di PeckiMpah
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...2005 e non 20058 :-)
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@kosmogabri "si sono ravveduti soprattutto per il sentimento di amicizia "maschia" che a prescindere dal fattore sesso questo film esprime"... e (secondo me) non c'era mica bisogno di Ang Lee e i pecorari moderni dalle mani curate di questo film, questo è un sentimento che puoi scorgere serpeggiare a bizzeffe nei film western crepuscolari di una quarantina di anni fa , uno per tutti l'amicizia virile tra Pike e Dutch di "Il Mucchio Selvaggio" (risparmiatevi le battute) di Sam Peckimpah, e stiamo parlando di un bruttone come Borgnine e d un attempato come William Holden. E' sublime parlare di omosessualità tra i cowboy mettendoci due belli e giovani idoli delle ragazze come i protagonisti di questo film che si slinguazzeranno pure tra loro ma rimangono orgogliosamente dei duri e soprattutto stendendo nel 20058(!!!) un velo vergognoso sulla scena di sesso. Secondo me un film ruffiano di un regista ruffiano che avrebbe molto da invidiare ad un altro orientale che ben otto anni prima aveva fatto un gran film sull'argomento come "Happy Together"
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il brano " Fire of love" contenuto in Miami non è dei Gun Club ma è una cover del chitarrista rockabilly Jody Reynolds, che pure gli straordinari MC5 attorno al 1970 coverizzarono un sacco di volte in concerto e si può trovare in qualche loro bootleg poi pubblicato. Jeffery la incise come singolo dopo il primo album e aveva come retro quella "Walking with the Beast" che andrà sull'ellepì "Las Vegas Story". Da notare che D.H. Lawrence Jr. accreditata in retrocopertina di Miami come backing vocals è nientepopodimeno che Debbie Harry, l'idolo di Jeffrey che da ragazzo era presidente dell'official fan club di Blondie. "Mother of Earth" è un brano fondamentale, spendete qualche minuto a leggerne il semplice testo,come ho già detto altrove secondo me Jeffrey era una riencarnazione di qualche sciamano, prevedeva il futuro: "Mother of Heart...ho fatto del mio meglio ma non ci sono riuscito, e i miei occhi si affievoliscono nell'immensità di questo Paese"
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penso che lo devi ascoltare, è l'origine di un mito sconosciuto per parecchi, vedi su questo sito si parla e sparla della poetica del deserto introdotta dallo stoner dei Kyuss (grandi), ma se c'è un gruppo che per me incarna questa poetica sono i Thin White Rope senza bisogno di fare chiasso
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...che sta tra watch e ?...
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...rifatevi la bocca con veramente una delle più belle cover
(senza eventuali spazi)
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dài kosmo,qua le opzioni sono: 1) rabbrividire 2) buttarsi a terra dal ridere...
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gran bell'elenco preachin' ma (s)cancellerei quelle uallere dei Cowboy Junkies e ci imetterei dentro i Rank and File, Jason and the Nashville Scorchers, No Alternative e ci infilerei pure i Thin White Rope davanti ai quali mi prostro ogni volta che metto su un loro album...Comunque credo sia un esercizio fine a se stesso dire se è meglio "Fire of Love" o "Miami", sono due dischi diversissimi, il primo è un'esplosione selvaggia nemmeno voluta da Jeffrey che ci salva (!) solo "Fire Spirit" e "Goodbye Johnny" che guarda caso potrebbero essere gli unici pezzi che sono dei semi- lenti strapazzati che andrebbero senza stonare in un secondo disco come "Miami" che ricostruisce la musica che JLP intende veramente ricreare, la poesia malata e trasandata di cui era l'artefice sommo un certo Jim Morrison a cui Jeffrey in certi momenti di questo disco assomiglia in modo impressionante. Personalmente non sarei così sicuro se è più bello "Fire Of Love" o "Miami" e nemmeno (fortunatamente) mi pongo la questione.
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che meritasse di più non c'è dubbio ma dopo i fuochi d'artificio iniziali Jeffrey è andato scemando pur con qualche colpo di classe fantastico. Tra attaccamento alla bottiglia e delusioni amorose è andato autosdistruggendosi, un vero maledetto non un poseur alla Nick Cave. Pare che alla fine non avesse nemmeno i soldi per pagare le cure ospedaliere....questo è blues.