pier_paolo_farina

DeRango : 9,02 • DeEtà™ : 7094 giorni

 Ottanta minuti d’inferno, con un tiro pauroso e energia a livelli atomici.

 La voce di Mark Farner è viva, violenta e piena di anima, stecche comprese.

La recensione celebra il live album del 1970 dei Grand Funk Railroad, sottolineandone la forza grezza e autentica. La band, originaria di Flint, Michigan, unisce hard rock e anima soul, offrendo un'esibizione dal vivo energica e coinvolgente. Vengono valorizzati il carisma dei musicisti e il valore storico della registrazione che mantiene intatta l'imperfezione e l'intensità del concerto. Ascolta ora questo iconico live album e riscopri il vero spirito del rock anni '70!

 "Bevemmo all'innocenza, e bevemmo al presente, tentammo di colmare quel vuoto fra di noi ma nessuno dei due sapeva come farlo."

 "In Leader Of The Band il nostro lo ringrazia per avergli insegnato ad amare la musica e "averlo lasciato andare quando venne il mio tempo di andare"."

La recensione celebra l'album 'The Innocent Age' di Dan Fogelberg come un'opera luminosa e intima, ricca di emozioni profonde e arrangiamenti raffinati. Viene inoltre ricordata una controversia per plagio riguardante Patty Pravo. Il disco è un inno alla vita, all'amore, all'amicizia e alla perdita dell'innocenza, che commuove per la delicatezza dei testi e l'atmosfera pacata. L'autore augura all'artista un futuro positivo nonostante la sua recente malattia. Ascolta The Innocent Age e lasciati emozionare dalle sue melodie indimenticabili.

 Il songwriting è fresco, sicuramente 'leggerotto' ma con il valore aggiunto di quel sapore di entusiasmo, quasi di innocenza.

 Dewey Bunnel fa la parte del leone con uno stile ritmico interessante e asciutto, sua la immortale ballata del 'Cavallo Senza Nome'.

L'album 'America' segna un esordio brillante per il trio, con composizioni fresche e un sound acustico distintivo. Il disco vanta la celebre 'Horse With No Name' e mostra le peculiarità di ciascun membro, in particolare Dewey Bunnell. Nonostante la freschezza iniziale, la band ha poi perso smalto. Questo album rimane una tappa fondamentale e apprezzata nella loro carriera. Scopri l'esordio indimenticabile degli America, un classico da ascoltare e imparare!

 Allan è nientemeno che un marziano e anche nel primo disco dei Tempest fa valere le sue doti di incredibile tocco e fraseggio.

 Su 'Dance To My Tune' l’assolo 'più fantastico' sostenuto da un magnifico Hiseman che colpisce piatti e tamburi con classe e sensibilità infinite.

La recensione analizza i due album di Tempest, power trio di inizio anni '70 guidato da Jon Hiseman. Particolare attenzione è dedicata alla chitarra di Allan Holdsworth, unico nel suo genere, e al successivo apporto di Ollie Halsall. L'opera è un perfetto esempio di jazz-rock-progressive con ampie improvvisazioni e notevoli capacità tecniche. La voce di Williams è meno apprezzata, ma la qualità strumentale compensa ampiamente. Consigliato specialmente ai musicisti. Scopri il virtuosismo e la storia di Tempest, un classico del jazz-rock progressive!

 "Un gruppo con il quale bisogna andare al di là dei singoli, degli episodi più sfruttati e banali, e cercare nella loro vasta discografia le tante 'perle' misconosciute."

 "Black Water, un country gospel irresistibile che si sviluppa in un finale 'a cappella' con trascinantissimi intrecci di cori."

La recensione esalta il quarto album del 1974 dei Doobie Brothers, sottolineando il loro stile unico che mixa rock, funky e country. I chitarristi Tom Johnston e Pat Simmons sono lodati per tecnica e creatività. Il testo evidenzia brani celebri come "Long Train Running" e il capolavoro "Black Water". Si invita ad andare oltre i singoli più noti per scoprire le molte perle della loro discografia. Scopri il ricco mondo sonoro dei Doobie Brothers, ascolta l'album e lasciati conquistare!

 Claudio Lolli è cantautore militante, capace di mettere in versi e musica misura forza amore e schiettezza degli anni settanta.

 Per questa volta almeno sarò la tua libertà, e la piazza calda e dolce di questa città.

La recensione celebra 'Ho visto anche degli zingari felici' di Claudio Lolli come un capolavoro della musica d'autore italiana. Lolli emerge come un cantautore schivo ma profondamente poetico, capace di raccontare gli anni settanta con un occhio marxista e una sensibilità commovente. L'album, strutturato in forma di suite, intreccia politica, amore e vita sociale con testi densi e musica originale. Una gemma rara che merita maggiore riconoscimento. Ascolta ora questo capolavoro poetico e scopri la potenza degli anni '70 con Claudio Lolli.

 Parole che escono come fiotti di sangue dalle casse dello stereo, senza pietà, parole nude, vere, scomode.

 Triage è tutt’altro che un disco sbilanciato verso la componente lirica, un lavoro di rara classe e profondità.

Triage di David Baerwald è un album del 1992 denso di rabbia, dolore e critica sociale rivolta alla politica estera americana. Le dieci tracce mescolano sapientemente generi diversi, accompagnando liriche crude e potenti con una produzione raffinata. L'opera si distingue per l'onestà emotiva e il coinvolgimento profondo dell'ascoltatore, proponendo un viaggio musicale e interiore intenso e impegnato. Ascolta Triage e vivi l'arte intensa di David Baerwald!

 Ritengo che questo sia, e di gran lunga, il miglior album degli Yes dai tempi di 'Going For The One'.

 Il Rickembacker bianco di Chris Squire torna clamorosamente a far tremare le viscere dell’animale Yes.

Questa recensione celebra 'Magnification' come il miglior album degli Yes dagli anni 70, elogiando l'integrazione dell'orchestra, la voce perfetta di Jon Anderson e la superba performance di Chris Squire e Steve Howe. Il disco è descritto come un vertice artistico, con due brani capolavoro che meritano un posto fisso nei concerti del gruppo. L'accurata sequenza dei brani rende l'ascolto un viaggio musicale intenso e coinvolgente. Ascolta 'Magnification' e rivivi il meglio degli Yes con un capolavoro unico.

 Otto anni per mettere insieme nove pezzi insignificanti più un’auto-cover dall'albun precedente (???.. fra l’altro era meglio la versione precedente).

 La voce celestiale di Brad Delp, purissima e melodiosa... Fanno (facevano...) sempre la stessa canzone, ma era una grande canzone!

La recensione ripercorre la carriera dei Boston, concentrandosi sul quinto album "Corporate America" considerato una grave delusione rispetto ai capolavori passati. Tom Scholz, perfezionista e innovatore, sembra aver perso la strada, coinvolgendo nuovi musicisti e creando un prodotto confuso e poco convincente. La voce di Brad Delp, una volta il punto forte, appare qui indebolita e minoritaria, mentre l'album manca di quel fascino melodico che rese immortale la band. Si consiglia di ascoltare i primi tre lavori per apprezzare davvero i Boston. Scopri la storia dei Boston e ascolta i loro classici per capire il vero rock americano!

 Forse la copertina che preferisco fra i dischi della mia collezione: una semplice immagine suburbana virata con gli infrarossi, con una bella scelta cromatica che la rende del tutto peculiare.

 Un gruppo a due facce, spesso riflessivo in studio, ruspante e grintoso nei concerti.

La recensione analizza Watt, l'album di Ten Years After uscito nel 1971, evidenziandone la fusione tra rock e blues con tocchi psichedelici. La chitarra veloce di Alvin Lee, leader del gruppo, è al centro, con un sound spesso più riflessivo in studio che energico dal vivo. La copertina si distingue per originalità e cromatismi unici. Il disco alterna momenti contemplativi a jam session vibranti e un finale live marcatamente grintoso. Ascolta Watt e scopri il fascino unico di Ten Years After nel rock blues d'annata!